Diario di Bordo.

Io e la mia ciurma siamo sopravvissuti, per l’ennesima volta, a una burrasca nel bel mezzo dell’oceano. Fortunatamente all’orizzonte si vedeva terra e decisi di attraccare lì, in modo da riprenderci e riposare.
A prima vista, quando mettemmo i piedi al suolo dopo tanto tempo, era una cittadina spoglia, con i soliti plebei che andavano a destra e a manca per portare il pane a casa o andare a lavorare in miniera.
Ci dirigemmo verso il centro e lì trovammo una taverna: una gioia per me e la mia ciurma. Birra a volontà!
Entrammo e ordinammo le nostre birre, portate poi dalla bionda donzella che lavorava lì.
Mentre festeggiammo e raccontavamo le nostre imprese nei Sette Mari tra di noi, mi accorsi che una donna dai capelli lunghi e castani mi guardava, seduta dal bancone della taverna.
Era uno sguardo non dico di interesse, ma di vera e propria ammirazione: lo si leggeva negli occhi.
Mi avvicinai a lei e le dissi: “Vedo che hai posato i tuoi begl’occhioni  su di me… faccio questo effetto?”, notando che aveva la bocca aperta.
“Ehm, no.. ero semplicemente affascinata dalle mille avventure che hai intrapreso.. deve essere emozionante!”, disse sorridendo.
“Diciamo che non è male.. ci si fa l’abitudine, con la differenza che il mondo rivela sempre grandi sorprese. Come ad esempio.. il nostro incontro. Killian Jones.”, le presi la mano e la sfiorai con le labbra.
“Milah, molto lieta.”, disse arrossendo.
La portai alla mia ciurma, che stava allegramente festeggiando e scherzando, innalzando i boccali stracolmi di birra.
Improvvisamente, questa donna di nome Milah iniziò a scherzare anche lei, a festeggiare.. come se fosse stata una di noi da sempre!
Quel suo sorriso… cosa mi stava succedendo? Sorridevo anche io…
Ne ho incontrate tante di donne e vissuto focose avventure, ma lei… era diversa. Era contagiosa, tant’è che la stanchezza per il viaggio sparì in un attimo.
Calò la sera e dovevamo tornare alla Jolly Roger per passare poi lì la notte; vidi Milah che stava andando via e così, la presi per una mano.
“Dove vai?”, le chiesi.
“S-sto tornando a casa.. sai, ho un figlio e.. mio marito è il codardo della città… come vorrei cambiare tutta questa monotonia, tutta questa vergogna che provo nei suoi confronti..”.
“Se vuoi cambiare… puoi farlo.”, la presi per i fianchi e la baciai sulle labbra.
E’ successo tutto in un attimo e in automatico, come se fosse la cosa più normale di questo mondo!
Il bacio si prolungò per diversi minuti e devo ammettere che ci godevo parecchio. Alla fine, tutta arrossita, Milah disse: “..Hai ragione.. sono io la padrona della mia vita… e tu mi sei entrato nel cuore.”
“Anche tu mi sei entrata nel cuore… ammesso e  non concesso che ne abbia mai avuto uno”, replicai.
“Certo che ce l’hai! Non lo senti?”, prese la mia mano e la appoggiò sul mio petto. Eh sì… batteva, batteva forte.
“… Per questa volta, te la do vinta. Sappi però che in altre circostanze, vinco sempre io.”, dissi facendole l’occhiolino.
Poi ripresi e terminai: “Rivediamoci domani.. così se vorrai, potrai unirti alla mia ciurma.”.
“Ma io ne faccio già parte.”, baciandomi con più passione di prima.

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Mentre tornavo verso la mia nave, ripensai a quello che era appena successo… Ero su di giri! Non riuscivo a togliermi quel sorriso da ebete dalla mia faccia. Ebbene sì, anche Killian Jones, il più temuto pirata dei Sette Mari, ha un cuore che batte. Un cuore che sentivo più forte di prima. Con lei.