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Autore: AlfiaH    10/02/2013    2 recensioni
Ebbeh, una piccola fanfic su Nonno Roma e Germania antica nata durante l'ora di storia xD
dal testo:
In che cosa consiste infatti Roma se non nei Romani?
Non di piede e di travi, di alti palazzi e massicce mura:
tutto ciò era stato fatto per crollare un giorno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antica Roma, Germania Magna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ohohohohn, ecco una nuova fanfic! Prometto che in questi giorni di vacanze continuerò anche le altre! Ebbene questa cosa è nata durante l’ora di storia con la fine dell’impero Romano, e già La dedico alla mia SerenellaH che sopporta i miei scleri a riguardo :’D Ciao Seryyyy >ww< E a Crasso, pace all’anima sua (?).
Anyway spero che vi piaccia ^^
A voi!

Ma Roma non muore.


*Ma Roma non muore.
Forse è flagellata, non uccisa;
è castigata, non distrutta;
forse Roma non perisce se non periscono i Romani ed essi non periranno se loderanno il Signore.
In che cosa consiste infatti Roma se non nei Romani?
Non di pietre e di travi, di alti palazzi e massicce mura:
tutto ciò era stato fatto per crollare un giorno




Era così bello questo cielo…

Le voci si facevano sempre più distanti, i rumori si attenuavano fino a diventare triste e doloroso silenzio,
mentre una vaga lacrima nostalgica percorreva il breve tratto che separava la tempia dal terreno polveroso e insanguinato.
L’ultima guerra era finita.

Battaglie, guerre, amore, vittorie,
conquiste, potere, giochi, peste, barbari, crisi, chiesa, riforme,
battaglie, guerre, amore, sconfitte.

Velocemente ripercorse la sua esistenza l’impero, che ora giaceva a terra come morto, ferito e sanguinante ma sempre nobile, certo, sempre con il capo all’insù, fiero e solenne, come si addice ad un buon generale, e le braccia aperte pronte ad accogliere, perché si, lui l’avrebbe accolta quella morte per quanto nobile, fiera e solenne non fosse.
Le immagini gli si presentavano innanzi sfocate, a fargli un dispetto, o forse era semplicemente egli stesso ad ingannarsi la vista piangendo le sue lacrime brillanti di sole, si imponevano nella sua mente e guizzavano via veloci lasciando solo i momenti ad esse legati, dolci e amari ricordi, per poi sparire nell’infinità dell’azzurro. Si concesse di vagare col pensiero in quella che era la strana forma che aveva assunto la sua vita e vide, lì felice, Secolo d’oro, indubbiamente il più prosperoso ma non unico periodo che avesse piacere di ricordare dati i suoi predecessori.

Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio…
Un vuoto*, Nerone. Oh macchia nera.

Vespasiano, Tito, Domiziano…
I suoi cavalieri, il suo colosseo.

Nerva…
Una cosa che non mi mancherà è il senato.

Secolo d’Oro.
Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio…
Conquiste, opere, pace, abbondanza, quiete prima della tempesta.

Commodo e Pertinace.
Spero di incontrarlo all’inferno, la pagherà per avermi chiamato Commodiana.

Severo, Caracalla, Elegabalo, Alessandro…
Congiure, morti, rivolte, quando sono diventato così corrotto?

I Parti,chiodo fisso, e i Persiani.
Persia si sente figo solo perché ha soppiantato i Parti … Potevo benissimo riuscirci anch’io! Tanti anni di lotte inutili, povero Crasso che cominciò le ostilità contro di loro.

I barbari, Germania.
Impero Romano va a pezzi.
Ventuno imperatori, diciassette dei quali assassinati da congiure militari, caduti uno dopo l’altro per cinquant’anni, il potere passa da un generale all’altro, le monete perdono di valore, i cristiani vengono perseguitati, sangue innocente sparso per un culto diverso, le tribù germaniche penetrano i confini di Roma devastando la Gallia e Atene, saccheggiano, deturpano, violentano, distruggono.

Solo ora sul punto di morte si accorge, il grande impero, di quanto sia stato stupido e cieco e ancora non riesce a spiegarsi perchè, sempre dedito alla lussuria e al piacere fine a se stesso, si sia fatto ingannare dall’amore, un sentimento forse troppo puro per una nazione come lui.
Chiuse gli occhi e sospirò piano. Dannato anche Costantino e i suoi parenti!

Un azzurro diverso e nuvoloso si innalzava ora sulla sua testa, un azzurro familiare e traditore.
<< Germania… >> Combattere i barbari con i barbari, eh? Che genio Teodosio.
Lo sguardo del germanico era freddo, non lasciava trasparire emozioni, egli si limitava a fissare il nemico in terra privo di forze, lo stesso nemico al fianco del quale aveva combattuto, nemico che aveva ammirato ed amato, lo stesso nemico che forse non era più tale.

Solo ora dinnanzi alla cruda realtà si accorge, il barbaro vincente, di quanto sia stato stupido e cieco fino ad allora e ancora non riesce a spiegarsi perché, sempre dedito alla fedeltà e al dovere, si sia fatto ingannare dall’amore, un sentimento forse troppo dolce per una nazione come lui.
<< Mi dispiace… >> riesce a sussurrare con un filo di voce nella sua lingua sedendosi di fianco al corpo dell’altro e il suo sguardo pare addolcirsi, farsi colpevole.

476 d.C,
depone l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo ponendo fine alla successione imperiale dell'Impero d'Occidente.

<< Te amo… >>
Germania non capisce, ed è contento di non capire. Forse in cuor suo sa già ed è proprio lì che deve fermarsi la sua conoscenza, lì dove quel sentimento è nato e lui non si sentirà in colpa perché non ne avrà mai la certezza, gli sta bene così.

Una lacrima gli riga il volto mentre Impero Romano chiude gli occhi felice di aver rivisto il suo cielo.




Finish <3

*Agostino, Sermo de Tempore barbarico
*Nerone è stato condannato alla Dimenticatio Memoiae, per questo "il vuoto".
  
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