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Autore: Klaine is endless    10/02/2013    0 recensioni
‘Stare qui a pensare...e poi cosa? Chi? Che senso ha provare tutto questo? La solitudine mi soffoca, so che lui mi ama, che questo é il mio destino e che adesso é il mio momento. Buffo, no? Trovare tutta questa libertà per poi sognare e aspettare il suo ritorno, il suo sguardo, le sue labbra... Aspettare che lui mi corra incontro e che mi chiami semplicemente “amore”, ancora una volta “amore”.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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‘Stare qui a pensare...e poi cosa? Chi? Che senso ha provare tutto questo? La solitudine mi soffoca, so che lui mi ama, che questo é il mio destino e che adesso é il mio momento. Buffo, no? Trovare tutta questa libertà per poi sognare e aspettare il suo ritorno, il suo sguardo, le sue labbra... Aspettare che lui mi corra incontro e che mi chiami semplicemente “amore”, ancora una volta “amore”. A volte crediamo che sia una fra le tante espressioni, una convenzione; senza riflettere, e considerare l'emozione che può nascere in una persona’.

 

L'appartamento che affacciava su Manatthan risplendeva nella penombra del crepuscolo; Kurt stava immobile lì a guardare la porta. L'angoscia saliva e non sapeva il perché...camminava in tondo nell'appartamento suo e della sua amica Rachel. ‘Rachel’, pensò, ‘lei ha saputo riprendersi, adesso esce con quel Brody… Non so proprio come faccia’. Inutile pensare quale fosse il problema... In quel momento il suo unico pensiero volgeva a Blaine; i muri lo stavano soffocando, gli ricordavano troppo la lontananza del loro amore, che era così vicino nel suo cuore, eppure così lontano… Fare una passeggiata lo avrebbe aiutato a schiarirsi un po' le idee per capire cos'era quel sentimento che non riusciva più a controllare. I suoi passi ormai erano stanchi e affannati, ma il suo non era un malessere fisico: era il ricordo delle passeggiate mano nella mano con il suo amore. Spesso ripensava a quei momenti e rideva come se fossero stati due innocenti bambini che giocavano alla ricerca di sé... Quei pensieri lo avevo riportato sul suo cammino; ormai era troppo tardi, forse rientrare era l'unica soluzione. Desiderava restare nel suo mondo perché in fondo sapeva che qualcosa stava per succedere; come altro avrebbe potuto spiegare tutta quella agitazione? ‘Odore di the’, pensò. Si sentiva stupido... Aprì di scatto la porta e non poté credere a ciò che vedeva: fu come fare un salto nel passato quando sentì QUELLA voce pronunciare “amore, sono qui”. Era tutto vero... Kurt e Blaine, l'uno di fronte all'altro. Gli occhi di Blaine risplendevano della luce di Kurt. Per un momento il mondo si era fermato; c'erano solo loro, mano nella mano e increduli nel vivere quel momento che sarebbe durato all'infinito, ma la sorte giocò a loro sfavore: il loro ‘corto circuito’ portò via con se la luce, ma non importava adesso che tutto era tornato al suo posto. Il sorriso fece capolino sul volto di ognuno dei due. Kurt afferrò per il braccio Blaine e lo trascinò a ritroso per il suo appartamento. Blaine non disse nulla perché comprese che quello era il LORO momento. Era ancora tutto buio, ma poco importava, Kurt sapeva dove recarsi... Guardò Blaine negli occhi, dicendo: “Se è un sogno oppure è la realtà non mi importa; so che sei il mio presente e il mio futuro. Realizzare tutti i miei sogni di gloria non serve a niente se la mia essenza è lontana da me”. Un bagliore avvolse i loro corpi, Kurt aveva ritrovato davvero se stesso, aveva ritrovato l'amore e la vitalità... Ora una nuova linfa scorreva nella sua anima, l'amore per Blaine.
“Ti amo, Kurt”.
“Anche io”.
E finalmente, dopo mesi, Blaine lo baciò. Fu una sensazione stupenda. Era come tornare a... respirare, dopo mesi di apnea. Era come tornare a vivere. Quei mesi senza di lui erano stati semplicemente… opprimenti. Ora si sentiva libero. Felice. In poco tempo si strapparono gli abiti da dosso, e si sdraiarono sul letto nella camera di Kurt. Blaine lo baciava delicatamente; prima sulle labbra, poi sul collo, sul petto, scendendo sempre di più...
“Ti voglio, Kurt” sussurrò Blaine.
“Anch'io, Blaine.. anch'io”.
Blaine sorrise. Dio, quanto era gli era mancato quel sorriso. Era capace di illuminare tutto il suo mondo. Quando Blaine sorrideva, niente sembrava avere più importanza. Kurt sentiva l'eccitazione del ragazzo farsi più intensa. Poi, delicatamente, Blaine aprì le gambe di Kurt e cominciò a penetrarlo, con più vigore ma sempre con dolcezza. Fra i due si alternarono gemiti di dolcezza. Kurt venne immediatamente e Blaine subito dopo, urlando di piacere.

                                                      
                                                                                                                       ****

Kurt aprì lentamente gli occhi. Aveva paura di svegliarsi e scoprire che era stato tutto un bellissimo sogno… E invece no. Eccolo lì, sdraiato accanto a lui: Blaine, che gli sorrideva.
“Ti sei svegliato, finalmente”.
“Scusami, ero davvero stanco. Sai, sono stato molto impegnato con la NYADA…”
“E' davvero così dura, questa NYADA?”
“Beh, diciamo che lo scoprirai l'anno prossimo quando anche tu la frequenterai…”
Sorrisero.
“Ehi, quasi dimenticavo.. Dov'è Rachel?” chiese Blaine, improvvisamente preoccupato.
“Oh, è andata a trascorrere un week-end romantico con QUEL Brody…” Avvertendo il tono ostile con cui Kurt aveva pronunciato il nome della nuova fiamma di Rachel, Blaine chiese:
“Che c'è, lui non ti piace?”
“No, è che vorrei tanto che Rachel tornasse insieme a Finn...”
“Oh, sono d'accordo”.
“Già.. Ehi, ma che ore sono?” chiese Kurt.
“Mmmh. Direi che è ora di pranzo” disse Blaine ridendo, con lo stomaco che gli brontolava.
Il sole splendeva su New York e così, subito dopo pranzo, i due uscirono per fare un giro nella Grande Mela. Finalmente fecero di nuovo una delle loro lunghissime passeggiate mano nella mano. Verso sera, cenarono in un ristorante davvero elegante. Blaine si dimostrò, come sempre, un vero gentiluomo. Era come se non fosse cambiato niente tra loro due, come se gli ultimi mesi senza essersi quasi parlati non fossero mai esistiti.
Tornati a casa, Kurt si lasciò cadere sul divano, esausto.
“Non dirmi che sei stanco” disse Blaine, avvicinandosi con aria maliziosa. Kurt non lo aveva mai visto così. Blaine lo desiderava, così come lui, Kurt, desiderava Blaine. Si appartenevano.
“Mmmh. Forse non sono poi così stanco”, rispose il ragazzo, sorridendo.
“Ti va di fare una doccia insieme?” chiese poi Blaine, ammiccando.
“D'accordo” acconsentì Kurt. Si sentiva le guance in fiamme. Maledizione, perché stava arrossendo? Eppure la sera prima non era successo.. Forse perché non aveva avuto il tempo di realizzare ciò che stava accadendo. Forse perché ne aveva così disperatamente bisogno da non aver pensato a nulla. Forse perché era così naturale... Ora invece, ecco che gli affioravano in mente delle immagini… Lui, il timido Kurt Kummel, con Blaine, nudo e bellissimo, sotto la doccia…
“Stai bene?” chiese Blaine preoccupato.
“S-sì, certo… Andiamo, allora!”
Blaine gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi, si guardarono intensamente negli occhi e cominciarono a baciarsi, con passione. Si tolsero i vestiti da dosso in meno di mezzo minuto (Kurt ci avrebbe messo di meno, ma il papillon di Blaine era davvero stretto) ed entrarono nella doccia sotto l’acqua bollente.
“Prendimi, Blaine… Sono tuo” ansimò Kurt, mentre sbatteva contro la parete il moro, baciandolo su ogni angolo del suo volto perfetto, senza mai stancarsi. Blaine intanto andava sempre più giù con le mani, poggiandosi con tenerezza su quel corpo che sembrava fosse stato disegnato da uno scultore. Fece voltare Kurt, che si chinò, appoggiandosi alla parete della doccia. Cominciò a penetrarlo ed entrambi iniziarono ad ansimare. Si chinò anche lui per baciarlo sul collo, dolcemente.
“Sei mio Kurt. Sei l’unico che voglio, ricordatelo sempre. Ti amo da morire”.
Si amarono, si amarono per tutta la notte.

                                                                                                                    ****

Quella mattina, al suo risveglio, Kurt non trovò Blaine accanto a lui a sorridergli. Si alzò, preso dall'ansia; corse in cucina e, per fortuna, lo trovò là, intento a preparare la colazione.
“Buongiorno, amore” disse Blaine, con quel suo sorriso da cucciolo.
“Pensavo te ne fossi andato senza salutare...” si tranquillizzò Kurt.
“Non avrei mai potuto.. E poi il mio volo parte fra due ore circa, ma prima volevo prepararti la colazione”.
Eccolo là. Il ragazzo gentile, premuroso, dolce. Il ragazzo perfetto. Il ragazzo di cui si era perdutamente innamorato. E, cosa più importante, quel ragazzo perfetto si era innamorato proprio di lui.
“Ti amo, Blaine Anderson, e ti amerò sempre”.
“Anche io Kurt.. Anche io”. Il moro fece per baciarlo, quando Kurt lo fermò, improvvisamente terrorizzato.
“Oh no…”
“Che c'è?” domandò Blaine, curioso e spaventato allo stesso tempo.
“Siamo nei guai.. Rachel sta per tornare e... l'appartamento è un disastro. Diventerà una furia! E fidati, non è divertente vedere Miss Rachel Berry arrabbiarsi...”
Blaine lo guardò per un secondo, poi scoppiò a ridere. Dopo un momento di incertezza, anche Kurt si lasciò andare. Ma sì, meglio non pensare a Rachel, all'appartamento.. meglio non pensare a niente. Per altre due ore o poco più, c'erano solamente loro due, Kurt e Blaine... Loro due, nient'altro.








Questa è la prima fanfiction che scriviamo. Vi prego, siate clementi! Grazie a tutti quelli che la leggeranno, e recensite se vi va! Ci farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate! :)
Alla prossima!

Ale & Gian

  
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