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Autore: cup of tea    10/02/2013    3 recensioni
Contenuto speciale: spin-off su Sebastian, basato sulla mia ff “Distance”
Cosa gli è passato per la testa, quando ha deciso di aiutare Blaine a riconquistare Kurt?
Cosa devi fare quando sei combattuto tra i tuoi bisogni e il fare la cosa giusta?
Viaggio all’interno della testa del bell’ex Usignolo, attraverso le scene più importanti di “Distance” e venti pagine di puro angst. E’ probabile che riconosciate alcuni dialoghi, ma oltre al “già detto” vi aspetta tutto il “non detto”.
Una battuta che faccia da morale: “Being nice sucks!”
Dovrebbe essere tutto spiegato nel testo di questa OS, ma consiglio ugualmente di leggerla dopo aver dato un’occhiata alla ff da cui è tratta.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La tavola di cup of tea

Eccoci qui. Come promesso, una OS per dare spazio anche alla voce di Sebastian.

Solo qualche brevissima indicazione così che tutti, anche quelli che non hanno ancora letto Distance (che tra l’altro trovate qui
) possano capire.

Kurt e Blaine non si sono più parlati dopo essersi lasciati nella 4x04. Ora sono passati tre anni da quella sera ed entrambi hanno le loro vite; Kurt lavora a Vogue.com e si sta preparando per rifare l’audizione per la Nyada (che ovviamente NON avviene come nella 4x09), Blaine invece è all’ultimo anno alla NYU e frequenta Sebastian. La loro è una relazione abbastanza particolare, perché non si sono mai etichettati come coppia e possono vedersi con altri. Nella long, Blaine spiega a Kurt come è arrivato ad avere quel tipo di rapporto; qui invece si scoprirà cosa ne pensa Sebastian stesso.

… ok, ogni volta che cerco di spiegare qualcosa mi convinco sempre di più che forse è meglio leggere questa OS dopo aver dato un’occhiata a Distance…

In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate e mi farete una tazzina felice! :)

 
 







A Carli90, che mi ha iniziato al favoloso mondo del Seblaine.

 






I’VE GOT A BULLETPROOF HEART
(OR MAYBE NOT)

OVVERO “DISTANCE” RISCRITTA E REINTERPRETATA DA Mr SEBASTIAN SMYTHE

 



 
Diario di una persona che muore lentamente dentro.
 

31 OTTOBRE

 
KARMA.
Fate i buoni per un po’ e l’Universo comincerà a stare dalla vostra parte.
Ricordatevi di non sottovalutare l’utilità di un sodalizio del genere, perché potrebbe stupirvi e riuscire addirittura a interrompere prima del previsto il vostro penosissimo viaggio di famiglia.
Io non sono uno che ringrazia, generalmente, ma perfino uno sfrontato come me sa riconoscere quando è il caso di farlo. Perciò grazie, Karma. Un giorno in più con zia Sophie a Parigi e sarei andato a chiedere asilo a Quasimodo.
 
L’aereo è appena atterrato a New York e mentre aspetto che il taxi mi riporti al mio amato appartamento nell’Upper West Side, chiamo Nick Duval.
Mi sento in vena di carinerie – sarà sempre effetto del Karma, credo – e voglio fare una sorpresina al secondo uomo più sexy che esiste sulla terra, Mr Blaine Devon Anderson (è chiaro che è il secondo perché il primo sono io), perciò chiedo a Duval quali siano i programmi per la serata, sperando che non ci sia in ballo uno stupido party in costume. Sebastian Smythe ha piani ben diversi in mente.
“Sebastian! Che ci fai già a New York?! Blaine sarà felice di vederti! E il bello è che non ti aspettava prima di qualche settimana! Sai, sono preoccupato per lui… credo sia stato molto impegnato con l’università nell’ultimo periodo, perché non si è fatto vedere in giro… penso anche che si sia drogato di caffè nelle ultime settimane, perché ogni volta che io e Jeff gli abbiamo chiesto di uscire con noi rispondeva di essere in caffetteria…”
Blablabla… Uff, ma quanto parla?! Io gli ho chiesto solo cosa faranno in serata…
“…ha bisogno di distrazioni!”
Oh, questo mi piace. Le distrazioni mi piacciono sempre.
“…quindi stasera lo portiamo a un party nell’Upper East Side. Dice che si vestirà da Harry Potter.”
No, Blaine. Harry Potter no. Avrei potuto perdonarti un Frodo Baggins, perché in quel caso io avrei potuto scegliere uno qualsiasi della Compagnia dell’Anello… magari un Legolas… ma Harry Potter… significa che le mie alternative sono il rosso o la secchiona…
Certo potrei sempre andare senza costume e presentarmi nei miei splendidi abiti quotidiani.
Ma se conosco bene Blaine, sarà più facile ottenere il dolce post-party se mi mostrerò entusiasta di ciò che rende entusiasta lui.
Quindi, Ron Weasley sia.
E poi, con un po’ di fortuna, potrei convincerlo a saltare il party direttamente.
“Seb sei ancora lì?!”
Interrompo la chiamata senza degnarmi di rispondere e comincio a progettare mentalmente il mio stupidissimo costume, mentre guardo la città fuori dal finestrino.
 
 
Arrivato a casa, svuoto le valige e getto metà della roba nel cesto della biancheria sporca. Domani chiamerò la colf.
Poi apro l’armadio e prendo le prime cose che potrebbero assomigliare almeno lontanamente alla divisa dei Grifondoro e le indosso. Mi guardo allo specchio ed è evidente che manca qualcosa… certo, qualche chilo in più, qualche centimetro di altezza in meno e i capelli rossi.
Capelli rossi.
Panico.
Col cavolo che tingerò i miei capelli perfetti!
Blaine dovrà farsi bastare l’impegno e riconoscermelo con un premio!
    
Quando sono circa le 18 e 30, decido che è ora di uscire. Chiudo la porta a chiave e scendo in strada, raggiungendo la mia bellissima auto che è rimasta orfana del suo papà per fin troppo tempo.
Guido fino a casa di Blaine, e in cinque minuti sono davanti al suo portone, attaccato al citofono.
 
“Chi è?” chiede attraverso il ricevitore.
“Sorpresa, mio bel moretto sexy!”
“Sebastian! C-che ci fai qui?”
“Che ci faccio qui?! Dai aprimi, non ti sono mancato neanche un po’?”
“N- cioè, sì. Mi sei mancato… ma veramente stavo per uscire…” Oh. Strana accoglienza. Bah, sarà solo emozionato perché sono qui. “Oh, lo so! Ho sentito Nick stamattina. Ho un costume perfetto da abbinare al tuo! Anche se avrei preferito essere un Serpeverde... mi fai salire?”
Silenzio.
Oddio, è svenuto. Faccio davvero quest’effetto? Eh, il prezzo da pagare per essere meraviglioso. Ad ogni modo, meglio controllare che sia vivo.
 “Blaine?”
“Sì sì ok, sto scendendo.” Sento il rumore della cornetta riappesa ed entro nell’atrio mentre aspetto che scenda.
Quando le porte dell’ascensore si aprono gli vado in contro.
E’ incontestabilmente bellissimo, così piccolo e adorabile. Fa quasi tenerezza nel suo costume. Sembra perfino imbarazzato.
Oh, sì. Quanto mi è mancato quel piccoletto!
Il mio istinto prende il sopravvento e gli stampo un bacio bisognoso su quelle labbra morbide e perfette.
“Ehi Seb!” mi saluta e fa un timido tentativo di staccarsi dal mio abbraccio, ma io non ho intenzione di lasciarlo andare. Sono stato via per troppo tempo e il suo bel sedere tondo, su cui appoggio senza tanti complimenti le mie mani, ancora di più. In un attimo, mordicchio il suo lobo sinistro e comincio a sussurrare le mie provocazioni. Niente party di Halloween stasera; il party è già qui.  
Ma, ovviamente, sarebbe troppo bello perché possa essere vero: il maghetto qui presente non aspetta neanche un minuto prima di fare il guastafeste e mi interrompe. “Non adesso, Seb! Ci stanno aspettando…” Gnegnegne. Uffa. Controvoglia, decido di liberarlo quando prova ad allontanarmi di nuovo, ma mi assicuro di sbuffargli sul collo tutta la mia frustrazione e delusione. “Qualcuno qui è un tantino noioso stasera. Speravo in un bel regalo di bentornato e invece mi ritrovo ad andare ad una festa vestito come un bambino delle elementari… dai Blaine, saltiamola! Nick e Jeff non se la prenderanno!” Ci riprovo utilizzando un tono più seducente del solito, se possibile, e tiro un lembo del suo mantello.
“Ma che hai? – ridacchia alle mie smorfie eloquenti e un po’ mi offendo  - Non hai trovato nessuno di interessante con cui intrattenerti in Europa e ora hai l’ormone impazzito?”
“Io ho sempre l’ormone impazzito, Anderson. Come se non mi conoscessi. E comunque, per la cronaca, no, non ho trovato nessuno. Sai, andare via con la famiglia a volte può essere un deterrente a portarsi in camera degli sconosciuti – non so come sei stato educato tu.”
“Quanto sei cretino.” Blaine ride di nuovo e mi dà un buffetto sulla guancia, prima di dirigersi fuori, in strada.
Io però non demordo. Sono state ben poche le volte che qualcuno ha rifiutato le avances di Sebastian Smythe. “Allora niente di niente? Neanche un assaggino? Guarda che ho una bacchetta… e non ho paura di usarla!” Gli urlo petulante.
“Muoviti!”
Evvabene.
 
Prendiamo la mia macchina e arriviamo al locale.
Fuori ad aspettarci troviamo Jeff Sterling e Nick Duval - patetici Robin e Batman - ma vestito così non sono proprio nella posizione favorevole per fare battutine sarcastiche sui loro costumi, così mi limito a salutare e sorridere in modo plastico.
Entriamo tutti e quattro insieme, ma riesco a seminarli con la scusa che non vedevo Blaine da tanto, quindi ci lasciano in pace.
 
Mi guardo intorno.
E’ un grande bar dall’arredamento sofisticato, frequentato dalla New York più snob. La musica ad alto volume è martellante, mentre le luci fioche dei lampadari creano un’atmosfera intima e raccolta.
L’ambiente, addobbato con infantili ragnatele finte e zucche intagliate, è quasi buio, ma non nasconde i bicipiti in bella vista di alcuni dei partecipanti al party. Oh beh, per lo meno una cosa interessante in questa situazione. Non che quelli di Blaine non valgano la pena, anzi, solo che al momento sono imprigionati sotto un noioso mantello e un maglioncino grigio tristissimo. Decido di circondargli le spalle con un braccio giusto per assicurarmi che la perfetta tonicità dei suoi muscoli sia esattamente come la ricordo, mentre ci avviciniamo al bancone e ordino due drink.
 
Ora, devo ammetterlo.
Qui con lui, a ridere e parlare semplicemente davanti a un bicchiere ghiacciato e conciati in questo modo idiota, sento un inspiegabile calore all’altezza del cuore. Toccante, lo so. Da dove viene tutto questo miele?
Beh, al di là dell’attrazione fisica, c’è una ragione per cui Blaine e io siamo molto legati. Credo che sia l’unica persona sulla faccia della terra ad accettarmi così meschino come sono. Non so come faccia, ma sembra sempre che lui riesca a vedere oltre l’antipatia che mi caratterizza. Il sarcasmo che gli altri mi rimproverano, lui lo trova divertente almeno tanto quanto io trovo divertente il fatto che sia l’unico da cui accetti di sentirmi dare dell’idiota. Lui è una cosina perfetta che non penso mi permetterei mai di dare per scontata.
Ecco perché questa sera non avrò occhi che per lui. (Ok, magari ogni tanto la coda dell’occhio sul resto degli invitati ci cadrà. Che volete, non posso sempre essere perfetto.)
Brindiamo.
 
Sono contento che l’insolito atteggiamento che mi ha riservato poche ore fa sia quasi svanito. Dico “quasi” perché, non saprei dirvi cosa, ma sono sicuro che c’è qualcosa che non va. Decido che non voglio approfondire e lascio perdere, godendomi la profondità dei suoi occhi mentre mi racconta del più e del meno.
Lo guardo ridere e scuotere la testa alle mie battute e poi, all’improvviso, si blocca. Ha lo sguardo fisso in un angolo della sala e sembra immobilizzato.
“Che c’è?!” chiedo, mentre mi sforzo di seguire la traiettoria e capire cosa abbia visto. Oh, forse dovrei dire chi abbia visto. Non mi dire, Lady Hummel è qui. Ed ecco spiegate le stranezze delle ultime ore.
“Seb, devo dirti una cosa…” ora mi guarda con l’espressione più contrita che io abbia mai visto. “Qualche settimana fa ho incontrato Kurt al negozio di spartiti vicino a Central Park e abbiamo cominciato a prenderci un caffè ogni tanto…” Occupato con l’università? Duval, non hai capito un cazzo. “E l’ho invitato a festeggiare Halloween con me, Nick e Jeff…” Ouch. Questa fa male. Perché improvvisamente mi sento di troppo? Fortuna che ho anni di esperienza nel costruirmi una perfetta faccia da poker. 
“Bene, allora è un peccato che non siamo ancora andati a salutarlo.” Dico e raccolgo tutta l’arroganza che mi permette sempre di sopravvivere.
“S-Sei sicuro?”
“Perché no?! E’ tanto che non vedo Hummel.” Non vedo l’ora di una bella chiacchierata tra lingue biforcute. Blaine mi bacia su una guancia e ci avviciniamo a Batman, Robin e… che cavolo è quello?!
 
“Kurt! Scusa, non ti avevamo visto arrivare… saremmo venuti a salutare prima.” Gli dice Blaine, rivolgendogli uno sguardo che per i miei gusti implora fin troppo perdono.
Hummel sorride e sembra far finta di non vedermi. Non resisto, la tentazione è troppo forte: il suo costume è davvero orrendo e mi viene da ridere. “Ma guarda un po’ chi si vede! Kurt Hummel, aka Lady Hummel, aka… cosa dovresti essere? Una ghigliottina?” Mi faccio i complimenti da solo per essere riuscito ad interpretare quell’accozzaglia di cartoni e la testa mozzata di Maria Antonietta.
“Oh, Mr Acidità è davvero perspicace! Perdonami se non sono venuto a salutarti prima, Sebastian, ma non ti avevo riconosciuto dietro quella maschera da mangusta… a no, scusa, è la tua faccia! Errore mio.” Sorrido, perché provo pena per lui. Quella della mangusta è fin troppo vecchia.
“Ragazzi, per favore…” Blaine cerca di acquietare gli animi, ma io sono fatto così: mi piace reagire alle provocazioni. “Per tua informazione, Blaine e io – accarezzo la schiena del mio moretto e gli metto un braccio intorno alle spalle per sottolinearne la mia proprietà – potremmo essere chiamati “Harron”, tanto per dirtela con la tradizione di mischiare i nomi del vostro Glee Club da perdenti.”
Subito dopo, Nick si intromette nel nostro civile scambio di punti di vista - probabilmente deve aver pensato che fosse arrivato il momento di intervenire per evitare spargimenti di sangue. Ficcanaso. “D’accordo. D’accordo. Ora noi vi lasciamo soli a fare amicizia, ok? Vedete di non farvi male.” Dice, e si trascina via Jeff e Blaine, credo per darci modo di “provare a chiarirci”. Ahah, illuso.
E’ vero che dopo tutto sono passati anni e che forse siamo cresciuti entrambi, ma Hummel proprio non lo digerisco. Tanto più ora che vedo Blaine rivolgergli l’ennesimo sguardo di scuse, prima di farsi definitivamente portare via dai due Usignoli.
 
Quindi, rimaniamo solo io e faccia-da-checca.
Prima di parlare facciamo a chi resiste di più a sostenere lo sguardo dell’altro.
Passano minuti interi e io sono divertito dal suo disagio.
Alla fine decido che vinco io, perché è lui che rompe il silenzio.
 “Allora, Sebastian Smythe… Come te la passi? Deve essere dura per te… Ho sentito che di recente ti sei convertito alla monogamia…” Questa come gli è venuta?!
“Mai detto di essere monogamo.”
“Scusa?!”
“Oh, Hummel, è così facile sconvolgerti!” Ridacchio, mentre lui si fa bianco come un fantasma. Non che di solito sia più colorato…
“Penso mi stia venendo da vomitare… Se vuoi scusarmi, penso che andrò alla toilette.” E fila via.
 
Orgoglioso della mia piccola vittoria, mi dirigo di nuovo verso il bancone del bar e ordino qualcosa di rinfrescante per poi accomodarmi su un divanetto a osservare gli invitati.
Sto aspettando che arrivi Blaine, che non ho idea di che fine abbia fatto, e forse è perché comincio a soffrire il buio della sala o è l’alcol che comincia ad andare in circolo, ma mi vengono pensieri strani. Perché Blaine non mi ha detto di aver rivisto Hummel? Perché ha fatto finta di niente finchè non ce l’ha avuto davanti? E perché mi dà fastidio? Non ho mai preteso niente di più di quello che siamo da lui… siamo amici, amici molto molto intimi, che vedono altre persone quando ne hanno voglia. Ma proprio Hummel doveva essere? Perché non un perfetto sconosciuto che sono sicuro sarebbe rimasto nella sua vita per poco per poi lasciarlo a me? Sono preoccupato. E la preoccupazione non è un’emozione piacevole.
 
Delle strilla mi distraggono dal mio flusso di coscienza.
E’ Hummel… che litiga con Blaine. Passano davanti al mio divanetto urlandosi contro e mi dispiace di essermi perso l’inizio.
“-ve stai andando?”
“Via, a casa. Non preoccuparti, prenderò un taxi. Salutami Nick e Jeff.”
Blaine gli corre dietro.“Ma perché te la sei presa?!” Esclama, afferrando Kurt per un braccio per fermarlo, e per un attimo penso che assomiglino a due gatti inferociti.
Purtroppo mi superano e io non sento più niente perché la musica copre le loro voci.
Decido di alzarmi e li seguo. Devo essere un po’ brillo però, perché mi viene da ridere in continuazione e sto facendo di tutto per trattenermi e mostrare rispetto per la drammaticità della situazione. Sento altre urla e qualcosa tipo: “Cavolo, probabilmente non dovrei esserne tanto sorpreso, considerato che avevo già avuto un assaggio della tua tendenza alla botta e via, anni fa!” e raggiungo Blaine che, immobile, guarda Kurt andare via in lacrime.
Io abbasso lo sguardo e trovo la testa di Maria Antonietta dimenticata su una poltroncina. L’unica cosa che mi viene è un commento fuori luogo e me ne esco dicendo: “Qualcuno qui ha un tantino perso la testa!” Lo so. Sono un cretino. Eppure ridacchio alla mia stessa battuta fino a che Blaine non mi fulmina.
“Sta’ zitto.”
Che aggressività.
 
Faccio uno sforzo e cerco di tornare ad essere la versione meno cattiva di me. Mi avvicino a Blaine, che ora è disperato e si tiene la testa fra le mani, crollato sulle ginocchia dritto sul pavimento.
Lo afferro per le spalle e lo tiro su. Vorrei tirargli uno schiaffo per riportarlo alla realtà, perché la sua reazione alla discussione appena affrontata mi sembra proprio esagerata, ma mi trattengo, perché nei suoi occhi è riflessa tutta la tempesta che ha dentro.
“Devo andare da lui.” Dice con il fiato spezzato.
“Blaine, lascialo sbollire. Godiamoci il resto della serata. Domani lo chiami e vi chiarite.” Perché sto facendo la fata madrina?
“No, non capisci. Io devo dirglielo. Devo dirgli che le cose non stanno come pensa!”
Per qualche ragione mi sento come se mi abbiano appena pugnalato alla schiena. Lascio le sue spalle e mi sento le braccia cadere impotenti lungo i miei fianchi. Lo lascio andare.
Prima di correre via mi bacia velocemente sulla bocca, poi se ne va.
 
Prevedo tempi duri e di magra per Sebastian Smythe.
 

***

 

1 NOVEMBRE

 
 
Dlin Dlon. Dlin Dlon.
DlinDlonDlinDlonDlinDlon.
 
Ma cazzo. Chi è che si attacca al campanello alle otto del mattino?!
Urlo stancamente tutto il mio disappunto attraverso la porta. “Arrivo, arrivo!”
“Seb, apri dai. Devo dirti di ieri sera!!”
Oh no, Blaine.
Coraggio Smythe, se proprio deve finire oggi, cerchiamo di farlo con tutto lo stile di cui ti vanti.
Apro la porta in mutande, con i capelli per aria e gli occhi gonfi di sonno, senza pensare che magari ho dei vicini. E meno male che ho detto “con stile”!
Ma chisseneimporta; per me è l’alba e ieri sono andato a letto alle tre.
Blaine mi spinge all’indietro per entrare nel mio appartamento e io protesto deliberatamente per la sua foga, così inappropriata da sfogare contro uno che sta ancora praticamente dormendo.
 
“Non ti lamentare!” lagna lui “Quello che sta peggio qui sono io. Ho la febbre, non puoi arrabbiarti con me.”
La febbre?!
Crolla sul mio divano con ancora addosso la giacca, con le mani si massaggia le tempie e tiene i  gomiti sulle ginocchia.
Mi faccio serio e gli chiedo cosa sia successo. Mi interessa davvero, ma forse per le ragioni sbagliate. Mi siedo vicino a lui e il primo istinto che ho è quello di prendergli una mano, ma per fortuna la mia razionalità è ben allenata e decido di limitarmi a dargli una pacca affettuosa sulla spalla. Il consolare e le sdolcinatezze non fanno per me.
Blaine si gira verso di me e mi fissa. Sento come se cercasse di leggermi dentro.
Io non so cosa fare. Cosa si fa quando il tuo migliore amico - quello con cui fai sesso e che ti capisce meglio di te stesso – ti sta per scaricare per un altro paio di occhi azzurri?
“Seb, io… “ forse si aspetta un incoraggiamento, ma non mi viene niente. Sento solo un gran disagio. “…io non me la sento più.”
Eccola, la batosta.
Ebbene, cerchiamo di uscirne vivi.
“Ok, ok. Ora spiegami cos’è successo.”
“Seb… Seb.” Prende un respiro profondo. “Mi ha lasciato spiegare. Capisci? Gli ho detto di noi e lui non mi buttato fuori! Gli ho preso una mano… e Dio! Non l’avrei lasciata per nulla al mondo. Ma nell’andare da lui mi sono infradiciato per l’acquazzone che è venuto giù stanotte e mi sono preso l’influenza e probabilmente sto infettando tutto il tuo appartamento, in questo momento, ma chissenefrega, mi ha fatto stare da lui! Mi ha preparato il latte, la coperta… Seb, potrebbe tornare tutto al suo posto!”
“Rallenta, rallenta! Stai andando come un treno!” Dobbiamo decisamente lavorare sulla gestione della sua foga.
“Seb. Tu sei il mio migliore amico. E non voglio che tu ci rimanga male, ma… forse ho un’opportunità con Kurt. Non voglio sprecarla.”
Respira, Sebastian. Ce la puoi fare. Non si muore per essere stati mollati.
Ma perché gli permetto di farlo? Nessuno scarica Sebastian Smythe!
Eppure, osservo Blaine, le guance rosse o per la febbre o per la speranza in ciò che può riservargli il futuro.
Puoi farcela, Sebastian. Sii l’amico di cui ha bisogno.
“Cavolo. Anderson sei cotto a puntino!”
“Dai, non prendermi in giro.” mi dà una gomitata giocosa nel fianco, ridacchiando. Rido anche io.
“Seb, ricordi il nostro patto? Avremmo continuato a fare quello che facevamo solo fino a quando non avremmo trovato la persona giusta. Non è così?”
Annuisco. Ma vorrei che avessimo preso accordi diversi.
“Io penso di averla trovata… o ritrovata.” A queste parole, ignoro definitivamente la morsa allo stomaco che sento. Mi sciolgo, perfino, nel vedere gli occhi lucidi di Blaine.
Sospiro roteando le pupille e gli chiedo che intenzioni abbia e quale sia il suo piano, tuttavia è evidente che un piano non sappia neanche cosa sia.
“Ok, ci penso io. Qui, se Smythe non prende in mano la situazione, non si va avanti.”
Mi alzo e vado in camera a cambiarmi, ma ho una stramaledetta voglia di provocarlo. “Sei sicuro di voler rinunciare a questo ben di Dio?” Dico, affacciandomi alla porta mostrandomi in tutta la mia ineguagliabile nudità.
Sento Blaine ridacchiare mentre gira la testa dall’altra parte.
Poco dopo mi chiama, ancora dandomi le spalle.
“Grazie.” Dice.
Io sorrido. Forse sto per fare il mio primo grande gesto veramente altruistico.
“Ma ti pare?” gli lancio dietro un cuscino. Troppo sentimentalismo mi fa venire la nausea.
 
“Ora, lasciati riaccompagnare a casa, ti prego. Il mio povero appartamento non vuole diventare il nido ideale per la proliferazione dei tuoi germi. Quando starai meglio, metteremo a punto un piano per riconquistare il tuo adorato Kurt.”
 

***

 

8 NOVEMBRE

 
Quando Blaine è ammalato è proprio una palla.
Non è che se lui non c’è io non sappia cosa fare, però tutto è meno divertente.
Se ripenso a questa settimana, la cosa più emozionante che mi è successa è stata l’accorgermi all’ultimo secondo di una cacca di cane sul sentiero a Central Park e schivarla completamente.
Roba da cardiopalma, ragazzi.
 
Oggi potrei sempre andare a lezione per passare il tempo, ma l’Università puzza e non mi va di ascoltare per ore uomini di mezza età troppo frustrati per non essere riusciti a realizzare i propri sogni e costretti ad insegnare a studenti mediocri, neanche minimamente interessati alle loro materie.
Magari mi metto a studiare, adesso, ma sono sicuro che non mi renderà.
 
Certo che sono proprio sfortunato.
Cosa dicevo del Karma? Che non bisogna sottovalutarne gli effetti, è così? Beh, devono essere ormai svaniti del tutto, perché sono tornato a New York da una settimana e invece di recuperare tutto il tempo perduto con Blaine, ho visto solo litigi, lacrime e starnuti.
 
Guardo la rubrica del cellulare per chiamare qualcuno con cui spassarmela, ma trovo quei nomi talmente noiosi che lascio perdere.
Piuttosto, mando l’ennesimo messaggio al piccoletto per verificare che sia ancora vivo.
 
Con immensa sorpresa, vedo che mi risponde poco dopo. Grazie al cielo se la sente di uscire.
 
Lo raggiungo in caffetteria e ci sediamo su due poltroncine di fronte a una grande vetrata. So che muore dalla voglia di sapere quale sia il piano che ho messo a punto, ma deve penare un po’ per sentirlo. E’ il minimo.
Mi metto quindi a raccontare futili aneddoti sul mio viaggio in Europa e su parenti che nemmeno gli ho mai presentato. E’ divertente perché è chiaro che sta per scoppiare: ci manca poco che gli parta il tic all’occhio.
Poi sbotta, volendo sapere cosa ho escogitato, interrompendomi mentre gli sto parlando del mal di denti di un mio lontano cugino di terzo grado.
Lo prendo in giro ancora un po’ e realizzo che torturarlo sarà il mio sport preferito d’ora in avanti.
Lui mi tira un tovagliolo appallottolato ridendo divertito e io lo schivo all’ultimo momento sfruttando i miei riflessi di ex giocatore di lacrosse.
“Smettila di fare lo stronzo e metti fine alle mie sofferenze, ti prego!”
Eccolo che usa l’escamotage del cucciolo bastonato.
“E va bene. Merda, i tuoi occhi sono davvero un’arma letale, lo sapevi? Riuscirò a resistere, un giorno!” Sì, come no. Bevo un lungo sorso di caffè.
“Allora?” insiste Blaine.
“Allora, il piano è molto semplice. Mi sono chiesto come non avrei agito io in una situazione del genere e la risposta è venuta più naturale di quanto pensassi, portandosi dietro un’idea geniale. Come non mi comporterei? Non metterei mai a nudo i miei sentimenti con qualcuno – semmai mi metto nudo io – e non riconoscerei mai apertamente gli errori che ho commesso. E questo è invece ciò che dovrai fare tu. E se vuoi un altro consiglio, non nasconderti dietro un pianoforte o una chitarra per cantargli quanto lo ami o quanto diventi rincitrullito ogni volta che ti è vicino,inv-“
“Ehi!”
“Oh, non provare a negare! Comunque, Hummel non ti ha ascoltato quando hai provato a scusarti con le parole, cantate o parlate che siano? Prova con quelle scritte. Non sottovalutare il potere di una lettera ben scritta; Mr Darcy si scusa con una lettera lunga pagine e pagine; è così che ha conquistato Elizabeth Bennet.” A volte mi stupisco perfino io della mia cultura.
“Da quando ti piace “Orgoglio e Pregiudizio”?”
“Mai detto che mi piaccia. Ehi, le mie A alla Dalton non erano dovute a favori sessuali ai professori! Per guadagnarmele ho studiato, e alcune cose le ricordo ancora!” Che insolenza!
“Ok, ok. Non posso far arrabbiare il mio consulente matrimoniale. Lettera, hai detto? E lettera sia.”
 
Sono contento che il piano sia di suo gradimento. Ci ho messo un po’ a partorirlo, anche se non è che avessi molto altro da fare.
Mentre ridiamo e parliamo e io mi godo la vista della sua lingua che pulisce timidamente le sue labbra dopo ogni sorso di caffè, mi accorgo che qualcuno di nostra conoscenza è entrato e si è seduto al bancone.
Forse dovrei dire a Blaine che Hummel è proprio lì, ma penso che per oggi ho esaurito il pacchetto delle buone azioni. Direi che posso anche far finta di non aver visto nessuno e continuare a beneficiare della presenza dell’uomo che ho davanti finchè ne ho ancora l’opportunità.
 

***

 

10 NOVEMBRE

 
Blaine è scomparso da due giorni.
Non è raggiungibile con il cellulare, né l’ho trovato online.
I casi sono due: o la lettera ad Hummel ha fatto il suo dovere e ora passano ogni attimo del loro tempo a fornicare – e in tal caso Blaine è un grandissimo ingrato perché non ha trovato neanche un minuto per aggiornarmi - oppure qualcosa è andato storto.
 
Sinceramente, non so cosa sperare.
 

***

 

15 NOVEMBRE

 
(15.08)
Anderson, sputa il rospo.
 
(17.03)
L’unica cosa che mi sento di sputare è solo la quantità di cioccolatini scaduti che mi sono ridotto a mangiare per curare le ferite.
 
(17.11)
Oh. Devo chiamare il dentista o il gastroenterologo?
 
(17.31)
Seb. Lui e il barista, quel… quel come si chiama. Si vedono da un po’.
 
 
Oh. Oh… forse quel giorno avrei fatto meglio a dirgli che l’avevo visto entrare in caffetteria….
 
(17.43)
Dai Blaine. Non è così grave.
Guarda il lato positivo: ora può tornare tutto come prima! :)
 
(19.00)
No, non può. Niente sarà mai come prima.
 
 
Cosa… cosa sento dietro la schiena?! Ah, sì, deve essere lo stesso pugnale di qualche settimana fa.
 

***
 
19 NOVEMBRE

 
Blaine è scomparso di nuovo.
Ho provato a telefonargli, stamattina.
Niente.
Ho provato perfino a mandargli qualche mia foto in atteggiamenti non del tutto pudichi perchè so che è una cosa che lo fa sempre imbestialire, ma non ha fatto neanche una piega.
Non capisco.
E’ come se fosse stato risucchiato da un buco nero.
Comincio a preoccuparmi.
E a irritarmi.

***
 
25 NOVEMBRE

 
Ancora una settimana di silenzio.
Non che stia contando i giorni.
Mi riduco a chiamare Duval e chiedergli se ha qualche notizia, ma niente. Non lo sa neanche lui.
Oh beh, cosa potevo aspettarmi da uno che non si era nemmeno accorto dell’arrivo di Hummel?
Hummel. Potrei chiamare lui.
No, non sono così disperato. Troverò un’altra soluzione.
 

***
 
01 DICEMBRE

 
 
Trovata un’altra soluzione.
Spedizione punitiva a casa di Blaine.
Cazzo se sono arrabbiato.
 
Spera di avere una buona ragione per essere stato ingoiato dal nulla più profondo, caro il mio Riccioli Scuri, o ti farò ingoiare io qualcos’altro.
 
“Blaine! Blaine Anderson! Apri questa cazzo di porta o-“
“Ciao Seb.” Blaine apre giusto in tempo, perché giuro che gli avrei rovinato la porta a suon di pugni.
“Ah, hai anche la faccia tosta di essere vivo! Non mi rispondi al telefono da settimane, non ti sei fatto vedere in giro per tutto questo tempo… come minimo dovevi essere morto!”
“Non essere melodrammatico, ti prego.”
Non credo alle mie orecchie, mentre faccio irruzione nel suo appartamento.
“Melodrammatico?! Io?! Chi tra i due ha fatto una tragedia dell’ultimo interesse amoroso di Hummel?! Ha trovato qualcun altro con cui fare i suoi patetici rituali di bellezza, e allora? Non è un buon motivo per tagliare i ponti con il mondo!” Mi mordo la lingua, perché sulla punta ho pronta una valanga di insulti.
 
Ma cazzo… come faccio ad arrabbiarmi con lui, se mi guarda con quegli occhioni pieni di lacrime? “Dai, non fare così.” Gli dico, cercando di metterci tutta la dolcezza di cui non sono capace. A un certo punto credo di essere posseduto, perchè lo abbraccio forte, mentre singhiozza rumorosamente.
Rimaniamo immobili così, in mezzo alla stanza, mentre aspetto che i sussulti provenienti dal suo petto cessino.
Vederlo così mi distrugge… al punto che mi sembra di sentire gli occhi pungermi per le lacrime.
No, no, deve essere una qualche reazione allergica alla vicinanza del gel di Blaine.
 
Blaine piange e io non so fare altro che continuare ad abbracciarlo.
Mi sembra un gesto così stupido: gli abbracci non rimettono le cose a posto.
Ma, in qualche modo, Blaine non singhiozza più.
Forse il peggio è passato, così lo allontano, giusto per riuscire a vederlo in faccia ed esaminare i danni.
Dio mio, è devastato.
Devo fare una battuta, non riesco a vederlo triste un minuto di più. “Amico, se rimaniamo ancora abbracciati così, non potrò fare a meno di farmi venire in mentre strani giochini non troppo innocenti, in cui tu sei la fanciulla in difficoltà e io il principe che con metodi non esattamente decorosi ti fa tornare il sorriso…” Sembra funzionare - nonostante la pochezza delle mie argomentazioni - perché Blaine abbozza un sorriso sghembo e mi spinge scherzosamente.
“Sai, che non succederà più.” Quello che esce dalla sua bocca assomiglia a una risata, ma decisamente bagnata.
“Oh, peggio per te. Ora vai a metterti su qualcosa che non sia un pigiama, ti porto fuori a cena.”
 

***
 
 
15 DICEMBRE

 
Blaine ha finalmente superato il lutto.
E’ quasi tornato quello di prima, a parte per il fatto che non asseconda più le mie fantasie erotiche.
Sembra aver perfino riacquisito fiducia in se stesso, ha ripreso a scherzare, a suonare, a uscire di casa – cosa che non era scontata – e tutto questo non può che farmi piacere, ma mi sembra di essere tornati al liceo, quando dovevo fare i salti mortali per attirare la sua attenzione quando invece lui era sempre Kurt di qui, Kurt di là.
Si è convinto a provarci di nuovo con lui e io, che mi sono scoperto autolesionista, ho deciso di appoggiarlo.
E’ chiaro che ho qualche serio problema mentale.
 

***
 
20 DICEMBRE

 
Come sopravvivere all’arrivo delle vacanze natalizie e all’allegria e all’aria di festa quando ti ritrovi da solo a New York?
 
Semplice. Non rimani a New York.
E non torni nemmeno in Europa, non c’è bisogno di dirlo.
 
Prenoti un viaggio in treno intorno agli Stati Uniti.
Niente diario, niente cellulare.
Solo tu, l’America, e tanto sesso senza impegno.
 
Sebastian Smythe sente il bisogno di staccare la spina.
 
E il fatto che Blaine passerà il Natale con la famiglia di Hummel non è la ragione. No, no. Affatto.
 
 

***
18 GENNAIO

 
Sono tornato da pochi giorni e mi ritrovo già in mezzo a un casino.
Possibile che non possa lasciare Blaine a se stesso per un po’ senza che non combini danni?!
Oh, come mi manca la mitezza della California e l’abbronzatura dei bonazzi di Beverly Hills…
 
(11.03)
Kurt se n’è andato.
 
 
Messaggio senza senso. E al solito tocca a me interpretare.
(11.09)
Eh?
Sei ubriaco?
 
 
(11.11)
Seb, non scherzare. Kurt è rimasto qui, stanotte. Ma se n’è andato prima che mi svegliassi.
 
Devo essermi perso qualche pezzo. Quand’è che si sono ritrovati? A quanto pare, devo aver sottovalutato Blaine.
 
(11.13)
Uhm. Non lo facevo così sgualdrina. Ok, beh. Blaine, capisco che tu ti senta usato – anche tutti quelli che abbandono io nel cuore della notte si sentono così - ma ehi! Guarda il lato positivo: almeno avete fatto un passo avanti.
E hai ottenuto quello che volevi senza neanche dargli la lettera!
Sono colpito.
L’allievo supera il maestro.
 
 
(11.17)
Seb! Che hai capito?! Kurt ha DORMITO qui. DORMITO!
 
 
(11.18)
Ok ok. Allora, uhm… peccato…? Scusami, amico, ma proprio non ti seguo.
 
In breve mi spiega che Kurt ha fallito di nuovo l’audizione per quell’accademia che gli piace tanto, non ha retto nemmeno un bicchiere di birra e si è infilato spudoratamente nel letto di Blaine, senza riuscire neanche a fargli avances degne di questo nome. Ok, magari questa è una mia interpretazione dei fatti.
Poi lo ha lasciato non sedotto e abbandonato, in compagnia di una fetta biscottata imburrata come contentino.
 
(11.30)
Seb?
Nessun commento profondo?
Nessun grande consiglio?
Nessuna rivelazione sulla vita ?
Niente di niente?
 
 
(11.35)
Noto con preoccupazione che il tuo disperato bisogno di una guida peggiora di giorno in giorno.
Non sono più sicuro che questa cosa funzioni.
Non è sano.
Forse dovrei provare a buttarti nella tana del lupo da solo e vedere come te la cavi.
Prima o poi dovrai camminare con le tue gambe.
Io non ci sarò per sempre.
 
 
(11.37)
Seb, non ti pregherò, se questo è il tuo scopo.
Lo sappiamo tutti e due che aiutarmi ti fa piacere perché gonfia il tuo ego.
 
 
(11.38)
E va bene.
(11.39)
Chiamalo.
 
Chiamatemi pure Mr Saggezza, d’ora in avanti. Le cose non devono sempre essere complicate, sapete?
Volete sapere qualcosa da qualcuno? Alzate il telefono e chiamatelo.
E’ talmente ovvio.
 
Uff, se non ci fossi io dovrebbero inventarmi.
 
 

***
 
25 GENNAIO

 
11.58
La prossima volta che dico che le cose mi vanno male, ricordatemi del mio caro amico Blaine Devon Anderson, che per la seconda volta in poche settimane ha creduto di aver catturato la farfalla con il suo retino e invece all’ultimo questa è scappata via.
 
Seriamente, a che gioco sta giocando Hummel? 
 
La lacca deve essergli traspirata attraverso la pelle della testa e deve essere finita nel cervello al posto del sangue, perché - dai! -  questa può essere l’unica spiegazione plausibile per la decisione di rifiutare uno come Blaine.
 
Blaine, che combina casini e poi cerca di sistemarli.
Blaine, che fa lo spavaldo ma poi inciampa nei suoi stessi piedi.
Blaine, che sa essere tremendamente sexy o dolce come il miele a seconda delle circostanze.
Blaine, che è sempre pronto a mettere gli altri davanti a sé (se non si tratta di assoli, ovviamente).
Blaine, che si punisce da tre anni per un piccolo, stupido errore.
 
Uno così non si rifiuta.
 
Hummel è un cretino e io non riesco a sopportare che non riesca a vedere quanto è fortunato ad essere amato così da Blaine.
Nessuno ama come Blaine.
Nessuno mi amerà mai come Blaine ama lui.
 
 
 
19.25
Non so cosa mi sia preso, ma la pagina precedente sembra fin troppo una dichiarazione d’amore.
Meglio non approfondire.
Anche perché ho di meglio da fare: materializzarmi davanti a casa di Hummel, con tanto di lettera da parte di Blaine al seguito.
Che volete, dal cestino in cui l’ha buttata è saltata direttamente nelle mie tasche. Ovviamente subito dopo aver dato un’occhiata al suo interno.
Lasciatemelo dire, quel ragazzo mi ha sciolto come un panetto di burro nel microonde.
 
Prendo le chiavi della macchina, ma poi penso che devo andare a Bushwick e che non lascerei mai sola la mia bambina in un quartiere del genere.
Perciò prendo un taxi.
 
Quando arrivo, lui non c’è ancora, quindi non faccio altro che appoggiarmi al portone e pregare non passi qualcuno a rubarmi il portafogli.
 
Grazie al cielo Hummel non tarda a mostrare la sua faccetta da schiaffi.
Adoro la sua espressione sofferente quando mi vede!
“Smythe.” Non mi guarda neanche. Paura, cocco?
“Hummel.” Lo seguo all’interno di casa sua. Tremendo arredamento, oltretutto. E uno gatto di dimensioni imbarazzanti mi soffia contro.
“Cosa ti porta a Bushwick? Shh, non fare così, Mr Claws. Ti dico io quando è il momento di attaccare.”
Mr Claws? Che razza di nome è?!
“Sai, Hummel, io ho un amico.”
“Mi fa piacere.”
Quanto lo oooooodio. “E mi piacerebbe continuare ad averlo intero. Sono stufo di raccoglierne ciclicamente  i pezzi.”
Finalmente faccia-da-checca si degna di prestarmi attenzione e ha il buon gusto di farmi continuare. “Per prima cosa, mettiamo in chiaro che non lo sto facendo per Blaine, ma per me. Ha rovinato un sacco di mie camicie con le sue lacrime e odio quando diventa musone perché guasta la festa anche a me.”
Mi stravacco sul suo divano solo per dargli fastidio.
“Seconda cosa, se questo tuo tira e molla è un modo per farti desiderare, risparmiati la fatica, perchè ti vuole già al punto di star male.” Oh no… la mia voce non può mettersi a tremare adesso. Me la schiarisco e riprendo subito. “E, terzo, se non riesci a capire cosa ti perdi, allora lasciati dire che sei davvero una testa di cazzo.”
Stranamente, non credo sia stata mia intenzione insultarlo. Penso che sia piuttosto colpa dell’abitudine e del fatto che voglio davvero che apra gli occhi.
“E’ stato lui a mandarti qui?” Chiede.
Sei proprio fuori. Cioè…Secondo te Blaine mi chiederebbe davvero di intercedere per lui? Secondo te verrebbe a chiederlo a me? Me? Che sa che non sopporto neanche di vederti da lontano?!
Gli dico moooolto gentilmente che non sa che sono qui.
Poi gli do la lettera.
L’ho già detto che sono un autolesionista?
 “Questa te l’ha scritta lui mesi fa. L’ho trovata nel suo cestino e mi sembrava un peccato che finisse nella spazzatura prima che qualcuno la leggesse. Tieni.”
Kurt prende la busta e mi fissa con due occhi a palla.
“Non guardarmi così, Hummel. Lo so che non è corretto dartela alle sue spalle. Ma pensavo che ormai mi conoscessi: io non sono mai corretto.” Alzo le spalle. “Beh, suppongo che il mio lavoro qui sia finito. Posso anche andare via, anche perché… cavolo Kurt, come puoi vivere in un quartiere del genere? Fa venire i brividi.”
Tiene testa alla mia provocazione e risponde a tono come siamo abituati a fare.
In fondo è quasi divertente.
Questo deve essere il nostro modo di comunicare.
 
Quando faccio per uscire dal portone e congedarmi, Kurt mi blocca. “E così lo stai facendo per te stesso, vero?”
“Mai avuto vero interesse verso nessun altro.” Gli rispondo.
E in qualche modo ho come l’impressione di avergli dato la mia benedizione.
 

***
 
28 GENNAIO

 
(11.53)
Oggi la lezione è coooosì noiosa. Raccontami il tuo weekend.
 
(12.02)
Seb, hai ripreso a frequentare le lezioni? Credevo preferissi studiare a casa.
 
(12.05)
Vuoi scherzare? Non sai quanti bei giovanotti aspirano a diventare avvocati. Sarebbe un peccato sprecarli.
 
E’ davvero così. Credo di aver sottovalutato l’ambiente universitario.
O forse è solo il fatto che non mi sono mai sentito tanto solo in vita mia.
E questo è successo perché – diciamocelo - sono un perfetto idiota. Ho permesso a una pulce di mostrarmi che ho un cuore e poi l’ho lasciato farlo a pezzi.
 
(12.20)
Allora forse non dovresti perdere tempo a messaggiare con me.
Dovresti escogitare un modo per chiedere il numero a qualcuno di loro.
 
(12.24)
Da quando sei diventato tu il consulente amoroso?
 
(12.26)
Da quando il mio weekend  è stato la panna montata sulla cioccolata calda, la crema dentro il croissant appena sfornato, il cuore morbido di una caramella che si scioglie in bocca.
 
 
Ti preeeego.
(12.39)
Non riesco a capire se siano sottili metafore sconce, o se tu sia in carenza di zuccheri.
 
(12.41)
Ecco. Hai rovinato tutto. Intendevo dire che è stato il weekend più dolce che abbia mai trascorso.
 
(12.44)
Dio, Blaine, mi verrà un attacco di carie.
Ma sono felice per te. (E adoro farmi del male da solo. Vediamo almeno di ricavarci un riassunto dettagliato del vostro folle – per quanto folli possano essere due pensionati – weekend di sesso sfrenato.)
Ora vuoi dare al tuo migliore amico, non che reale fautore della vostra riappacificazione, qualche particolare impudico?
Credo di averne il diritto.
 
 
(12.49)
Ciao Seb. Torna alla tua lezione.
 
(12.50)
Eddaaaai.
Sei così ingiusto.
Quando diventerò procuratore vedrò di farti processare per alto tradimento verso il tuo maestro di vita.
Evvabene. (Forse mi hai appena risparmiato un’altra pugnalata)
Penso che andrò a rubare il numero a qualche matricola.
Au revoir.
 
 
Ehi, ma guarda. Il fascino non lo perdo nemmeno quando mi sento a pezzi.
Ben cinque giovincelli disperati e vogliosi.
Bel colpo Sebastian!
 
Eppure… una volta mi sarei sentito fiero di me stesso.
Adesso invece non provo proprio niente.
Odio questa sensazione.
Odio non riuscire più a fregarmene degli altri.
Odio dovermi sforzare di essere felice per Blaine.
Odio di essere quasi invidioso del rapporto che ha con Hummel.
E non è gelosia…
Mi sono solo accorto che credevo di avere qualcosa di importante con lui, l’ho amato a mio modo – forse lo amo ancora. Mentre lui non l’ha mai vista alla stessa maniera.
Mai. Per lui sono stato sempre e solo l’amico che gli guarda le spalle e l’amante che gli serviva quando ne sentiva il bisogno.
E la cosa che mi rode è che io mi comporto così con tutti gli altri… ma con lui mai.
 
Con lui il sesso era diverso.
Divertente, assurdo, ma anche profondo e pieno di significato.
Per lo meno, almeno per me.
 
Ora mi sento solo usato.
 

***
 
29 MAGGIO

 
Bene, bene, bene.
Quanto tempo è passato l’ultima volta che ho scritto su questi fogli?
 
Oh, beh.
Breve aggiornamento, così quando diventerò famoso e vorranno scrivere la mia biografia avranno già metà del lavoro fatto.
 
Sto per laurearmi. Ci credete?
Credo di aver riveduto le mie priorità, mettendo al primo posto l’autorealizzazione.
Non che abbia smesso di farmi le cinque matricole, certo. Ma per lo meno ho smesso di sentirmi una nullità come negli ultimi tempi.
E vi dirò di più… potrei anche essermi quasi quaaaaasi affezionato a uno di loro.
Verrà con me al matrimonio di Blaine.
 
Ah, non ve l’ho detto?
Quei due convogliano a nozze.
Evviva, il vero amore ha trionfato!
Bleah, non voglio neanche pensare alla concentrazione di prodotti per capelli che aleggerà sull’altare.
Scommetto che spenderanno più della metà dei loro stipendi in lacche spray che allargano il buco dell’ozono e barattoli di gel al lampone e dovranno decidere se spendere il resto dei soldi in cibo per sopravvivere o in lubrificante per poter folleggiare.
E andiamo… sappiamo tutti cosa sceglieranno alla fine: Hummel ama troppo cucinare.
 
No, il rospo non l’ho ancora mandato giù.
Ma in fondo non si dice così? “Se ami qualcuno lascialo andare.”
Pure stronzate.
 
Eppure, eccomi qui:
 
“Seb, vuoi farmi da testimone?”
“Sì, Blaine. Ne sarei felice.”
 
Non c’è Karma che tenga. Essere buoni è uno schifo.
 





 
 
 
*Il titolo di questa OS liberamente tratto da Bulletproof Heart dei My Chemical Romance.
**Si ringrazia wuthering heights per il betaggio e per il supporto
***Ovviamente i personaggi non mi appartengono
   
 
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