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Autore: Irene Adler    30/08/2007    5 recensioni
Mia prima one-shot di FMA, spero vi piaccia^^
"Piove. Dal cielo plumbeo scendono leggere gocce d’acqua, che cominciano a scivolare su ogni superficie, bagnando lentamente la terra.
Ben presto l’aria si fa più fredda, mentre spira quel caratteristico sentore di pioggia che solo a Resembool si può avvertire.
Quel profumo che ha un non so che di speciale e unico, così simile al sentore di buono che si avverte nella casa in cui sono nata e cresciuta, così rassicurante e malinconico da rievocare ricordi infantili, che ormai avrebbero dovuto essere dimenticati."
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Presentimento

by Irene Adler

Piove.

Dal cielo plumbeo scendono leggere gocce d’acqua, che cominciano a scivolare su ogni superficie, bagnando lentamente la terra.

Ben presto l’aria si fa più fredda, mentre spira quel caratteristico sentore di pioggia che solo a Resembool si può avvertire.

Quel profumo che ha un non so che di speciale e unico, così simile al sentore di buono che si avverte nella casa in cui sono nata e cresciuta, così rassicurante e malinconico da rievocare ricordi infantili, che ormai avrebbero dovuto essere dimenticati.

Il freddo comincia a penetrare i miei abiti, ma non me ne preoccupo.

Non oggi.

Non adesso.

La pioggia comincia  a bagnare le mie vesti leggere.

Mi ricorda le estati della mia infanzia.

Quando veniva l’estate io, Ed e Al rimanevamo all’aria aperta per tutto il giorno. Ci piaceva giocare spensieratamente, correre, gridare, azzuffarci tutti e tre per i campi verdi baciati dal sole. Quando sembrava arrivare il brutto tempo la zia ci obbligava a rimanere in casa, raccomandandoci severamente di non trasgredire ai suoi ordini.

La pioggia incominciava a cadere, arrivavano i fulmini e i lampi.

Come adesso.

Sorriderei se ne avessi la forza.

Alphonse aveva paura dei temporali.

Ogni volta che ne scoppiava uno particolarmente violento si rifugiava in camera sua, sotto la sua coperta preferita, in attesa che tutto terminasse, che tornasse il sole.

Un giorno io ed Edward gli chiedemmo il motivo del suo comportamento, lui ci mugugnò qualcosa di incomprensibile, facendo sbucare il suo visetto spaventato da sotto la coperta.

Chiedemmo ancora spiegazioni, ma quel giorno non riuscimmo a scucirgli altre parole di bocca.

Il giorno successivo piovve ancora più forte, così Ed e io gli facemmo compagnia per tutto il tempo, fino a che non iniziò a calare la sera; ad un certo punto Ed prese per mano me ed Al, invitandoci a seguirlo. Andammo sulla veranda, senza farci scoprire dalla zia; ricordo ancora che Al tremava terrorizzato, attaccandosi al mio braccio, pregando di riportarlo dentro casa.

“Non devi aver paura Al”aveva sussurrato Ed. “Fidati di me”

 Gli aveva coperto delicatamente gli occhi con le mani e lentamente avevano sceso le scale, fino a rimanere sotto al pioggia in silenzio.

Li raggiunsi qualche attimo dopo.

Ed sussurrava qualcosa all’orecchio di Al, ma il tutto era coperto dallo scrosciare della pioggia, così io non sentii quelle parole. Ed si avvicinò a me dopo aver tolto le mani dal viso di Al, che sbattè ripetutamente le palpebre confuso, lasciando che le gocce d’acqua gli bagnassero il viso, i capelli e i vestiti.

Ricordo che si voltò verso di noi e ci sorrise.

“In fondo non è così male la pioggia” sussurrò, mentre la frangetta zuppa gli si attaccava dolcemente alle guance. Lui e Ed si scambiarono un’occhiata di intesa.

Ed lo prese per mano e fece lo stesso con me, poi cominciò a correre verso la campagna aperta.

Passammo le ore seguenti sotto la pioggia battente, bagnandoci fino alle ossa, saggiando il gusto inesistente delle gocce d’acqua che si posavano sulle nostre labbra, stendendoci a terra fissando le nuvole scure che ci sovrastavano, finchè non svanirono per lasciar posto al cielo notturno carico di milioni e milioni di stelle lucenti.

Questo è uno dei ricordi a cui sono più affezionata, forse è lo stesso per Al, forse è lo stesso anche per Ed.

Mi piacerebbe così tanto poterglielo chiedere.

Sento la sensazione che ormai mi opprime il petto da mesi farsi più forte e le lacrime iniziano ad offuscare i miei occhi.

“Ed…”

Ora sento freddo, terribilmente freddo al petto, al cuore.

Stringo le mani in quel punto cercando di smorzarlo almeno in parte, tuttavia so perfettamente che non c’è modo di estinguerlo; l’unica cosa che posso fare è abbandonarmi ad esso.

Sento un brivido corrermi per la spina dorsale mentre la schiena entra in contatto con l’erba fradicia.

Chiudo gli occhi e ascolto solamente l’insistente battere della pioggia sul mio viso, mentre ormai i mie vestiti sono zuppi d’acqua.

-Ed…-

Nessuno sa se sia vivo da qualche parte o se abbia perso la vita il giorno stesso in cui l’ha ridata ad Al, in cuor mio sento che non è morto, tuttavia non essere a conoscenza della situazione mi fa impazzire, mi tormenta e mi crea un doloroso vuoto all’altezza del cuore, che brucia giorno e notte incessantemente. Spesso e volentieri tento di ignorarlo, ma in giorni come questo mi è del tutto impossibile.

Oggi mi è del tutto impossibile.

Oggi è il suo compleanno, non posso far a meno di pensare a lui.

Per questo ho lasciato tutto e sono corsa fuori di casa, allontanandomi il più possibile.

Sento dei rumori al mio fianco, qualcuno mi sta chiamando.

“Winry”

Apro gli occhi e, nonostante siano un po’ offuscati dalla pioggia riesco a distinguere un viso famigliare.

“Winry!”

Il mio cuore salta un battito e prima che la mia mente possa fare un ragionamento sensato la voce mi esce dalle labbra.

“Edward!”

Uno squarcio sembra lacerare il viso del ragazzo, che provvidenzialmente lo nasconde dietro un’espressione tremendamente malinconica.

Quel viso non è maturo come il suo, i lineamenti più delicati e infantili, i suoi capelli inzuppati d’acqua non sono biondo miele, ma più scuri, e gli occhi, che dovrebbero essere pozze dorate, sono invece di un cangiante grigio-verde.

“Al…”

Lui mi risponde con un sorriso, che, se possibile, mi fa star male ancora di più.

Lui soffre molto più di me, lo so per certo, allora come fa? Come mai non mostra completamente il suo dolore?

-Sei davvero troppo emotiva Winry, forse più di Alphonse…-

Senza dir nulla mi si siede a fianco, poi alza il viso al cielo; anche lui ormai è bagnato fradicio.

Inclina il viso verso di me così da mostrarmi che sul suo viso vi è dipinta un’espressione malinconica e stanca.

“Ti manca molto anche a te, vero?”

I suoi occhi socchiusi, che ormai conosco da anni, incontrano i miei; non so se da essi scendono lacrime, tutto è coperto dalla pioggia.

Io non rispondo, ne annuisco: sappiamo entrambi che quella domanda non ha bisogno di risposta.

“Ti ricordi Winry…”comincia, mentre la sua voce è velata di una serenità disarmante.

“A me non piacevano i temporali. Nii-san mi prendeva sempre in giro per questo”

Continuo a osservarlo, mentre lui fissa un punto imprecisato del cielo.

“Un giorno mi prese per mano e mi portò fuori nel bel mezzo di un acquazzone. Mi sussurrò una cosa e da quel momento in poi non ebbi più paura. Ti ricordi?”

 Un sorriso gli stira le labbra, mentre la pioggia gli bagna il viso.

“Si, c’ero anch’io quel giorno”

Lui si sdraia al mio fianco, gli occhi al cielo.

“Mi disse: -Al, non devi aver paura. Ogni temporale, per quanto riesca a oscurare il sole, non riuscirà mai a spegnere la sua luce. Dietro alle nuvole in sole splende sempre e nel momento in cui le nuvole scompaiono ci rendiamo conto della sua bellezza-“

Sospiro, mentre mi faccio prendere dai ricordi, decine e decine di ricordi che ci accomunano.

Vorrei fargli una domanda, ma lui mi anticipa schiudendo le labbra.

“E’ uno dei più bei ricordi che conservo nel cuore” sussurra, fissando il cielo cupo con dolcezza, quasi vi vedesse in esso il viso sorridente di Ed.

Sorrido e intanto verso lacrime invisibili, confuse con la pioggia, eppure lui riesce a vederle. La sua mano cerca la mia, la stringe con dolcezza e io ricambio quel semplice gesto, che eravamo soliti compiere da bambini per confortarci l’un l’altro. Non servono parole in questo momento, ci basta questo e, seppur di poco, quel dolore bruciante al cuore si allenta, mi da un po’ di tregua.

Dopo un po’ mi lascia la mano.

“Quelle parole mi sono rimaste impresse, non mi hanno mai abbandonato. Neppure ora!”sussurra poi, la voce un po’ arrochita, rompendo il silenzio.

Fa leva sui gomiti e alza il busto, fissandomi con sicurezza.

“Anche se ora la tristezza ci assale non dobbiamo disperare. Il mio fratellone è vivo, da qualche parte!Lo sento!”

La sua mano destra si posa sul suo cuore stringendo il tessuto chiaro della camicia che indossa, ormai zuppa.

“Io lo riporterò indietro, a qualunque costo! E’ una promessa! Saremo di nuovo insieme, tutti e tre! Come una volta!”

Mi sorride convinto.

Mi chiede di sperare, di credere nel ritorno di Ed.

“Ti credo, Al”sussurro, con voce fioca.

Non posso fare a meno di credergli, di sperare che un giorno potremmo tornare insieme, tutti e tre, come una volta.

“Tornerà il sole, Winry”

Ora anch’io gli sorrido appena e un po’ di dolore sembra svanire con la pioggia, le nuvole si diradano.

Il sole rischiara ogni cosa, riporta la luce dove prima c’era l’ombra.

Insieme guardiamo il cielo, in silenzio.

Quasi mi pare di vedere in quell’azzurro il viso di Edward, potrei giurare di sentire la sua voce, più bella e dolce di qualunque melodia, chiamare il mio nome in un sussurrò perso nel vento.

Al stende la mano verso il cielo.

“Ti porterò indietro nii-san”

E sentendo le sue parole, vedendo il suo sguardo così determinato puntato sopra di se, quasi come se attraverso mille e mille miglia di distanza riuscisse a vedere nitidamente suo fratello, posso essere certa che si rincontreranno.

Loro si rincontreranno.

-Ma tu Winry?-

Un brivido mi percorre la schiena e il fantasma di un presentimento mi fa provare una tristezza indescrivibile. Per un istante un pensiero mi passa per la testa.

-E se invece li perdessi entrambi?Se rimanessi sola?-

“Che sciocchezza…”

“Cosa c’è Winry?”

“Nulla, Alphonse. Nulla…”

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Questa è la mia prima fic di FMA. L’ho scritta di getto, senza troppe pretese e spero vi sia piaciuta. Nell’introduzione ho aggiunto spoiler per il semplice motivo che, sapendo il finale del film, si capisce che il presentimento di Winry è più che fondato. Sono bene accetti commenti e critiche costruttive! Fatemi sapere se vi è piaciuta! 1 grazie di cuore a tutti e alla prossima fic (speriamo^^’)

Irene Adler

  
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