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Autore: xingchan    10/02/2013    6 recensioni
Ranma e Akane sono convolati a nozze da appena un anno, entrambi ventenni. Lui è diventato il Capo palestra occupando il posto di Soun.
La storia comincia proprio con la prima sfida ufficiale di Ranma come detentore del dojo Saotome-Tendo.
Ispirata da una piccola parte della mia Lifetime Remake poiché qualcuno ci sperava su questa mia decisione, come ran_ko! XD
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lifetime'
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Un po' per il dojo, un po' per imbarazzo, Ranma andò a trovare Akane e suo figlio solo una volta nell'arco di quei due giorni.

Suo figlio... Non ancora si era abituato a quella realtà, ma si convinse che forse, avendolo sotto gli occhi tutti i giorni, probabilmente la possibilità non sarebbe stata così remota.

Le aveva portato un mazzo di fiori di un brillante colore scarlatto come rammentava il suo nome*. Quel regalo fece fare alla giovane un tuffo nel passato. Erano gli stessi fiori che il dottor Tofu trovò dietro la sua porta dopo averla ricoverata per un'incrinatura che la inchiodò a letto per qualche giorno. Ne dedusse che anche quelli erano da parte di Ranma, ma non disse nulla.

Nel frattempo, scelsero un nome per il nuovo arrivato.

-Papà vorrebbe chiamarlo Shinji...-.

Caspita! Non ci avevano pensato loro per tutti quei sette mesi e ora veniva fuori che Soun aveva già deciso per loro! Anche questo? Assolutamente no!

-...però preferisco Akira, come mio nonno...-.

-Bene!- rispose lui, contento. L'importante era che adesso avevano loro il controllo sulla loro vita e che nessuno avrebbe interferito.

Era rimasto un po' con lei, non prevedendo però che non ci sarebbe più andato in ospedale.

Così decise di andare a prenderla una volta dimessa. Uscita dalla porta di vetro, Akane procedeva verso casa Tendo con Akira in braccio, e non ricordava di provare tanta ammirazione verso qualcuno. Certo, l'aveva sentita verso suo padre e verso sua madre da piccola, ma sicuramente quelle erano scontate. Anche le sue sorelle devono aver provato quello stesso sentimento, ma quello che percepiva ora era davvero diverso.

-Akane...-. Ranma la richiamò, vedendola assorta nei suoi pensieri. Era rimasta imbambolata a guardare il suo bambino.

-Dobbiamo rientrare.-

***

-Guarda, si fa così...-.

Le istruzioni di Nodoka risultarono molto facili da seguire. C'erano anche Kasumi e il giovane con il codino che osservavano, una con attenzione, l'altro più che altro per curiosità, perchè la madre gli aveva intimato di aiutare Akane ogni tanto.

-Ricordate: dovrete essere voi due ad allevarlo, nessun altro dovrà interferire in modo permanente- ripeteva la donna con uno zelo impeccabile.

Se c'era una cosa davvero difficile per il giovane Saotome ormai diventato papà, era proprio quella di prendersi cura di Akira. Anche se non era sicuro che Akane sarebbe riuscita a cavarsela meglio di lui. Nodoka gli aveva detto che per i primi tempi ci avrebbe pensato Akane ad allattarlo, e alla notizia il ragazzo con il codino tirò un sospiro di sollievo.

Almeno quello, per il momento.

La prima cosa che Ranma ebbe l'occasione di notare fu che era molto costoso mantenere un bambino. Non tanto per il suo nutrimento, quanto per le cure dal pediatra! E i pannolini, poi! Sembrava divertirsi a sprecarli, come diceva il ragazzo con il codino, perchè Akira diventava improvvisamente felice ogni volta che Akane e Nodoka lo cambiavano. Inoltre, affermò che i primi mesi dovevano condividere la camera con un'ingombrante culla azzurra, nel caso Akira avesse bisogno di supporto di notte.

Non c'era una definizione per spiegare il nervosismo di Ranma quando Akane esprimeva interesse soltanto per il bambino.

La sera si sedeva con lui sul loro letto, e con loro Ranma intendeva e imponeva non ci entrasse nessun altro, e gli faceva il solletico sul pancino, e quando Ranma si buttava sfinito come un sacco di patate, lei, che prima non lo rimproverava mai quando muoveva così bruscamente il materasso, ora lo accusava di essere maleducato e sconsiderato, come quella volta.

-Ma perchè prima non starnazzavi come un'oca e ora mi rompi le scatole?- disse Ranma, avvicinandosi pericolosamente a lei e al piccolo come per sottolineare la sua esasperazione.

-Ora non è come prima, ecco perchè! Adesso 'sta buono!- ribattè lei e il giovane non poté fare altro che sospirare.

L'altra invece, continuava a coccolare Akira teneramente, senza degnare Ranma di uno sguardo, finché Ranma, dapprima seduto anch'egli contro lo schienale del letto, si distese girandosi dall'altra parte finendo con l'assopirsi con le sopracciglia increspate.

Si sentiva escluso dalla famiglia che lui stesso aveva creato!

Possibile che la sua gelosia toccasse anche Akira, il frutto dell'amore fra lui e Akane?

-Impossibile-

riprese a borbottare. Chissà se lei lo aveva capito... Lui di certo una cosa del genere non l'avrebbe mai ammessa, anche se gli sarebbe costata la pelle! Alla moglie ciò che aveva detto arrivò come un sussurro, ma a causa della calma che permeava nella camera lo sentì lo stesso. Così, adagiò il piccolo nella culletta ai piedi del letto e ritornò sotto le coperte.

-Ranma?- lo chiamò annullando la distanza fra loro.

-Che vuoi?-.

-Non ho voglia di litigare...-. Fece aderire il suo corpo contro la schiena di lui, cingendolo da dietro, mentre Ranma le prese la mano stringendola nella sua rimanendo in silenzio. -Non hai motivo di essere gel...-. Non le diede il tempo di finire che si girò, scattando la testa e alzandosi.

-IO NON SONO AFFATTO GELOSO DI TE E DI AKIRA, CAPITO?-.

Però, l'arrossamento di buona parte della sua faccia e dei capillari pompanti all'interno dei suoi bulbi oculari in bella vista dimostravano tutto il contrario.

Akane si portò una mano alla bocca, rimanendo sorpresa da quello che aveva udito.

-Ma... Io stavo dicendo di non essere gelido con me...-; si protese verso Ranma che prontamente abbassò il capo, con il rossore ancora molto appariscente. -... ma a quanto pare ho scoperto ben altro!- concluse esultante.

***

L'indomani si alzarono di buon'ora perchè il piccolo Saotome aveva cominciato a piangere.

Senza motivo

, precisò il ragazzo sbuffando. Guardò l'orologio che segnava le 6.30, si alzò malamente dal letto, facendo svolazzare energicamente le coperte e si diresse in bagno lasciando Akane a prendersi cura di Akira. La moglie intuì i suoi bisogni e cominciò a scostare il pigiama per l'allattamento.

Accostò la bocca del bambino al seno sorreggendolo per la testa. Quanto le piaceva fare quel gesto, ogni volta immaginandosi che anche la sua mamma lo aveva ripetuto innumerevoli volte con lei e le sue sorelle.

Intanto Ranma si era lavato e stava per rientrare in stanza da letto per vestirsi, quando vide la scena e ne rimase estasiato. In effetti, rimaneva così tutte le volte che capitava di vederla in quella determinata situazione.

Quel quadretto era così bello per lui che si sedette accanto alla ragazza per sentirsi parte di loro. Quasi se ne vergognava, rammentandosi quegli stupidi pensieri che gli prendevano la mente la sera prima. Ma Akane le sembrava così docile che si sentiva calamitato verso di lei, la quale alzò il viso per guardarlo negli occhi e sorridergli.

-Scusami per ieri...- cominciò esitante.

-Non c'è una scusa per la gelosia, sai?- ridacchiò lei.

-Ma la smetti?- sbraitò ancora Ranma, diventando sempre più paonazzo, seguito dalle risatine maliziose di Akane.

-E comunque, ieri non te l'ho detto perchè ero troppo nervoso, ma... Sei bellissima, maschiaccio.-

-Bugiardo. Mi sono appena alzata, sono un mostro...- asserì lei.

-Non so mentire, Akane...- finì ricambiando, per poi spostare gli occhi in direzione di Akira prendendogli la manina e dandogli un bacio sul faccino come se niente fosse successo. Akane invece rimase senza parole.

Nabiki nel frattempo bussò alla porta. -Akane! Ranma!-.

Il giovane con il codino aprì la porta. -Papà e la signora Nodoka vogliono parlarvi. Vi aspettano nel dojo!-

***

-Allora, mamma... Volevi riferirci qualcosa?-.

Ranma e Akane erano seduti sul pavimento del dojo, di fronte a Soun, Genma, Happosai e Nodoka. Il vecchietto fumava silenziosamente la sua pipa stranamente conformata alle sue dimensioni, Soun e Genma erano distesi e con un velo di rassegnazione nei loro volti.

-Sì, caro. Durante questi pochi anni mi sono resa conto che siete molto più responsabili di quanto potessi sperare. Tu, Ranma, sei diventato un maestro di arti marziali e Akane una madre perfetta. Certo, non sei una cuoca provetta, ma te la sai cavare ormai.-.

Non erano consapevoli dove la donna volesse andare a parare, perciò continuarono ad ascoltare.

-Abbiamo deciso che noi ci trasferiremo in casa Saotome, lasciando praticamente tutto nelle vostre mani. Naturalmente Nabiki può restare quanto tempo vuole, in fondo è anche casa sua, e Happosai verrà a suo piacimento, essendo il maestro del fondatore.-

I ragazzi e la mezzana Tendo sgranarono gli occhi. Non poteva minimamente immaginare una vita da soli e senza una guida. Ranma, dal canto suo, era allo stesso tempo fiero di quella decisione ma si giudicò ancora troppo giovane per una cosa del genere.

Ma ciò che lo spaventava di più era la cucina di Akane. Era vero che riusciva a combinare qualcosa ai fornelli, ma era altrettanto vero che il più delle volte aveva gettato via i suoi piatti.

-NOOOOO!!!!!!!! MORIRò DI FAME!!!!!!!!- urlò alla donna, sperando che ritornassero sui loro passi. Ma niente, anzi, qualcosa l'aveva ricevuta. Una gomitata.

-Non dire schiocchezze, Ranma. Non sarà una cuoca provetta, ma è migliorata di parecchio!- si congratulò, sotto lo sguardo imbarazzato di lei. Poi proseguì: -Ce ne andremo domani. È ovvio che verremo quasi tutti i giorni, come ho fatto io finora.- esclamò, lanciando occhiatacce a Genma, il quale il più delle volte non si era in sostanza mosso da casa sua.

Ma di una cosa nessuno si accorse: la faccia stralunata di Ranma, completamente abbattuta e depressa. Insomma, con quel tipo di cambiamento era praticamente condannato a morte.

Alla fine della riunione familiare, si trascinò dentro con la schiena ricurva e le braccia penzoloni, con l'aria di chi sta per salire al plotone d'esecuzione. Se non fosse stato per Nabiki che aveva accolto la notizia con serenità, quasi con indifferenza, l'avrebbe presa molto meglio.

Akira cominciò a strillare nuovamente, così Akane si alzò repentinamente per raggiungerlo, non considerando nemmeno per un istante le condizioni psicologiche del marito.

-Ah, ha il pannolino sporco!- dedusse, mentre Ranma era ancora preda di fantomatici mal di pancia anticipati. -Ranma per favore, potresti passarmene uno nuovo?-.

L'interpellato frugò nell'armadietto e glielo porse. Nel frattempo l'altra cercava di ricordare come si indossava. Quando l'ebbe fra le mani, il marito si rese conto che aveva difficoltà, perciò cercò di aiutarla.

-Lascia, vedi come si fa!!- si offrì con una certa spavalderia. La spinse di lato senza esagerare e cominciò ad armeggiare il pannolino, aprendolo.

Il problema sorse quando finì. Come doveva metterlo? Da sopra? Da sotto?

E quelle linguette adesive? Avrebbero retto?

Finchè, in un modo o nell'altro completò l'opera.

-Ma Ranma!! Il pannolino è al contrario!- osservò Akane, portandosi una mano sul volto, segno del suo sconfinato avvilimento. -Ci provo io!- gli disse con aria di sfida.

-Tu? Ma se eri tu quella che non ci riusciva?! Non farmi ridere, vita larga!-.

-Ancora ad offendermi? Perchè non osservi i tuoi difetti prima di criticarmi! Che idiota che sei! Prima mi fai i complimenti, poi mi insulti! Vattene, deficiente!- si sgolò con tutto il suo fiato. Lo spinse via, tentando un'ennesima volta di mettere l'indumento al piccolo.

Peccato che lo mise a rovescio, attaccando gli adesivi dove capitava.

Poi una lampadina illuminò la testa di entrambi. Avevano centrato!

-Ce l'abbiamo fatta!!!!!!!!!!- esultarono all'unisono.

***

Doveva immaginarsi i piagnistei di Soun. Quasi aveva creduto che non avrebbe rotto nemmeno una tubatura. Ma Ranma Saotome, l'invincibile maestro di arti marziali, si sbagliava. Il signore dai lunghi capelli e con i baffi aveva già formato un secondo laghetto per giardino. Ma non era quello il punto.

Erano i gridolini di dispiacere per non poter più rimanere accanto ad Akane e Nabiki. -Lo sapevo che rimanevo solo, senza le mie ragazze!!!!!!!!!-. Quello che aveva sempre sospettato divenne realtà e la sua tragedia personale si era compiuta.

-Dai, papà! Verrò a trovarti quando avrò tempo!- lo rassicurò la minore. Lui alzò il capo, con un'espressione speranzosa dipinta sulla faccia leggermente bruna. -E poi- continuò Akane -Ci sarà il signor Saotome a farti compagnia come sempre!-.

Una volta lasciati soli, ognuno si ritirò in un luogo diverso: Akane in cucina, Nabiki con lei e Ranma si fece un bagno, interrotto da Happosai che non vedeva l'ora di poter abbracciare la versione femminile del giovane con la treccia.

Si fiondò in bagno, dove, giustappunto, Ranma era appena diventato una donna.

-Amoreeeee, vuoi che ti lavi la schiena??!!!!!!-. Balzò verso la vasca ma non fece in tempo che Ranma-chan gli assestò un calcio che lo fece volare via dalla finestra.

Quel porco continuava a perseguitarlo e lui non ne poteva più. Quella caccia che intraprendeva il maniaco non faceva altro che ricordargli il peso della sua maledizione. A proposito di questo, che diavolo avrebbe potuto inventare con Akira una volta diventato grande? Che cosa poteva dirgli?

Tuo padre si trasforma in una donna a causa di una sorgente magica?

E che avrebbe pensato di lui?

Scosse la testa ripetutamente, come per scacciare quelle domande. Magari parlandone con Akane avrebbe risolto, sempre che lei gli avesse dato il consiglio giusto. Già sapeva che la moglie avrebbe risposto di crescerlo abituandolo a quella realtà, pensando che fosse la cosa migliore da fare.

Uscì dal bagno, dove si era ormai creata un'enorme nube di vapore e, dopo essersi vestito, scese in cucina.

-Vuoi una mano? Ti aiuto io!- si propose ad Akane, che era di spalle. La ragazza esitò un attimo, scervellandosi sulla possibilità, remota per lei, di abbassare l'ascia di guerra culinaria e permettergli di trafficare in cucina insieme.

Prima di fare qualunque cosa lo fissò per sondare un qualsiasi tentativo di beffa, poi, vedendo le sue buone intenzioni, accettò di buon grado.

 

 

 

*Akane = rosso scuro (piccoli riferimenti ad un episodio. eheh... vi lascio indovinare...)

 

Ho ritardato anche stavolta: SORRY. Vuoi il blocco, vuoi i libri che mi sto divorando, vuoi la mia pagina fb da gestire... Insomma... -.-' Avevo mandato avanti anche 'The dagger' perciò sto piena così. Qualcuno sicuramente se n'è accorto... Ho ripreso la situazione di una mia vecchia one-shot intitolata 'Un giorno come tanti' ora cancellata.

Inoltre, amo gli spunti tragicomici e finchè non ne trovavo almeno uno non andavo avanti. Spero siano riusciti almeno... Dovrebbero esserci errori, e ripetizioni, qua e là ma non ho avuto il tempo di controllare a dovere, quindi mi scuso anche per questo.

Ripeto, e prendetemi per monotona, che mi dispiace davvero per l'attesa.

   
 
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