Anime & Manga > Virgin Crisis: Akuma na Eros
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Autore: Morgana Leone    10/02/2013    1 recensioni
- Come faccio a crederti se tu non mi dici niente? Se non mi dai fiducia, come puoi tu pretenderla da me? Perché non puoi aprirti?-
"Aprirmi? D'accordo ... ho evocato involontariamente il diavolo facendo deliberatamente un rito satanico per fare in modo che tu mi amassi. E quando tu mi dirai "Ti amo", ebbene, a quel punto io dovrei pagare il tuo amore offrendogli la mia verginità... come potrei mai dirti questo?"
Non sapevo cosa scrivere, così ho preso un pezzo della storia.
Spero di non deludere e sopratutto di ritrarre bene questo splendido manga.
Buona lettura :)
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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XIX
 
Profumo di sangue e fiammiferi spenti

 

"Last dance, first kiss 
Your touch my bliss 
Beauty always comes with dark thoughts"
- Nightwish: Wish I had an angel –
 

“La ragione per cui mi ha portato qui è ... per prendermi la verginità?”
Sentire qualcosa del genere uscire dalle sue labbra così all'improvviso, mi mandò nel panico più totale, facendo svanire di colpo quello stato di rilassamento che poco prima avevano provocato i suoi baci, rimpiazzato da una totale all'erta, come una cerva che fiuta l'odore del cacciatore.
-No, io, non sono pronta- balbettai a tre centimetri dal suo viso, mentre guardavo con crescente ansia le iridi rosse del diavolo, ogni tanto velate da dalle membrane nittitanti che in vita mia avevo visto solo nei gatti, cosa che gli conferiva uno sguardo ancora più inumano e spaventoso.
Tentai di sollevarmi, ma lui me lo impedì senza alcuno sforzo, semplicemente mi afferrò i polsi e li attaccò alle lenzuola bianche, terrorizzandomi ancora di più e facendomi sentire in trappola.
- Non cercare di scappare - disse quello tirando fuori un sorriso angelico, che faceva nettamente contrasto con le sue zanne affilate e la bramosia carnale che gli leggevo negli occhi.
Tuttavia non potevo non sentirmi attratta da lui. La sua voce, il suo sguardo, il suo profumo scatenavano in me le più dolci fantasie.
La sua presa si allentò e mi strinse in una sorta di abbraccio, sussurrando dolcemente il mio nome.
“Perché mi guarda così?”.
Il suo sguardo si posò sulle mie labbra e un istante dopo ricominciò a baciarmi dapprima con delicatezza, poi con veemenza, arrivando a mordermi le labbra. Poi puntò al mento, infine al collo. Sentii l’intero corpo scosso da fremiti. Il collo era una zona alquanto sensibile.
Nonostante il corpo iniziasse a cedere, la mia mente e i miei sensi non ne volevano sapere di arrendesi.
Girai il viso di scatto, sottraendolo alle sue labbra.
- No - gli dissi senza guardarlo, sentendo la morbidezza delle lenzuola sotto la  mia guancia arrossata - Non quando ci sono altre donne che ti porti a letto -
Quello corrugò la fronte contrariato, poi le sue labbra si aprirono in un sorriso sinistro.
- Ti riferisci a Seera? Ne sei gelosa?-
- Ma anche no!- dissi ostinandomi a guardare i cuscini bianchi oltre la mia testa con la mascella contratta, tesa dalla rabbia.
- Mostrami il tuo viso -  mi afferrò il viso con una mano, costringendomi a girarlo e portandolo a pochi centimetri dal suo.
- Hai il volto deformato dalla gelosia - sibilò lui sulla mia guancia.
- Mollami!- gli ringhiai contro tentando di sfuggire al suo sguardo opprimente e liberarmi il viso della stretta della sua mano.
- Ti preoccupi così tanto di Seera? Di una donna con cui lo faccio in pubblico solo per dare spettacolo di fronte a migliaia di demoni negli Esbat*?  Sei invidiosa di questo?- 
Lo disse con un tono di voce dolce, quasi confidenziale; rilassante, caldo e suadente. Probabilmente chiunque lo avrebbe sentito parlare in quel momento, gli avrebbe creduto.
Poi improvvisamente ci fu un guizzo nei suoi occhi rossi, e tutta la delicatezza e l'incanto di un istante prima sparì in un attimo come una bolla di sapone.
- Ma se proprio ci tieni, posso trattarti allo stesso modo-
Mi acchiappò per la vita e girò su se stesso, capovolgendo la situazione e facendomi ritrovare a quattro zampe, mentre lui se ne stava dietro, in una posizione che non gettava alcun dubbio sulle sue intenzioni.
- Se vuoi essere montata come una cagna, per me non fa molta differenza - e così dicendo, mi trascinò per i fianchi verso il suo bacino.
- Che cavolo? Fermo! - gli ruggii contro mentre tentavo di allontanarmi da lui dimenandomi come un pesce fuori dall'acqua.
Stranamente sembrò darmi retta.
- Allora, se non è questo che vuoi, smettila di parlare di chiunque altro che non sia io - e detto questo, mi rigirò nuovamente come un cucciolo.
I suoi baci ripresero ad ardermi la pelle, così come il suo tocco, capace di farmi rabbrividire e gemere. Mi slacciò l’accappatoio e lo aprì.
Tentai nuovamente di ribellarmi, ma sempre con meno convinzione, sempre meno riluttante a staccarmi da quel corpo che, come il fuoco, emanava calore.
Mi sentivo strana, il corpo iniziava a riscaldarsi e la mia testa non riusciva più a coordinare pensieri e sensazioni.
Gemiti equivoci mi affioravano dalle labbra. Tentai di soffocarli come meglio potevo, dilaniata e confusa.
Quello di prima era stato solo un ruvido avvertimento, ora, seppure le sue mani si muovevano su di me con ferocia animale, non potevo fare a meno di sentire delle irrefrenabili palpitazione che mi animavano, che mi spingevano a tirare fuori la mia parte lussuriosa.
Ovunque mi toccava vibravo.
Sentivo su di me i suoi occhi di rubino scrutarmi, analizzare ogni mia minima reazione del mio corpo, come se mi sopesasse.
I suoi occhi sembravano penetrarmi la mente leggendo i miei desideri più oscuri, nelle mie fantasie inconfessabili. La mia metà oscura, da sempre celata, iniziò a riemergere richiamata da lui. Mi sentivo vulnerabile, sconvolta nello scoprire quanto il mio corpo lo bramava, quanto desiderasse venir posseduto da lui.
Occhi che guardavano me, solo me, e un po' non potevo non sentirmi intimamente compiaciuta. Mi sentivo...
“Speciale? Posso credere di esserlo? Sono speciale per lui?Seera per lui è solo...”.
- Sento che continui ancora a pensare a lei - mi disse - tra un attimo non riuscirai neppure a ricordarti il tuo nome - 
Senza darmi il tempo di capire cosa intendesse, mi divaricò le gambe e un istante dopo, una potentissima fitta dovuta alla sua spinta, mi attraversò da capo a piedi come un fulmine.
Gridai ferita. Fu un dolore intenso che mi bloccò il respiro. Sentii con crescente tensione un liquido caldo fuoriuscire nell'epicentro del mio dolore e capì all'istante che doveva trattarsi di sangue. 
Lui rimase immobile, baciandomi con gentilezza le guance, lasciando che mi abituassi alla sua molesta intrusione, poi iniziò a muoversi. Ciò mi provocò altro dolore e nuove fitte. Senza neanche rendermene conto, conficcai le unghie nella sua spalla.
Cercai conforto nel suo collo d'avorio. Il suo profumo di sangue e fiammiferi spenti ubriacò come vino. Così come era arrivato ogni dolore cessò e presto venni colta da una folle voglia di gridare. Non mi ero mai sentita così viva.
 
Una figura camminava avanti e indietro per i corridoi come un anima in pena. I suoi capelli biondi si scuotevano e si gonfiavano in una sorta di tornado che sembrava avvolgere solo lei.
- Seera, perché sei inquieta? - domandò a un tratto qualcuno alle sue spalle.
La Mediatrice si voltò, trovando appoggiato ad una parete nera, in cui correvano vene di lava luminosa, uno degli angeli caduti, che la scrutava con cipiglio curioso, mentre un ciuffo di capelli neri gli copriva l'occhio destro lasciando però scoperto quello sinistro, completamente bianco a parte la pupilla.
- E' per Satan! Non è ancora tornato da qual cazzo di posto con quella ragazzina umana!- disse lei scagliando una sfera di energia grigia contro il muro, che l'assorbì, facendolo sparire come se non fosse mai esistita.
- Credo che si trovino entrambi nel dormitorio di sua Altezza - disse il demone serissimo, guardando di sottecchi Seera.
- Non dire idiozie! Mi stai dicendo che si è chiuso nella sua camera con quella vergine?! Cazzate! Sai meglio di me che Satan è l'unico che può entrare. Non ha mai permesso a nessuno di andarci!-
- Ma a quanto pare, da quanto si agita lo spirito di quella ragazzina, sembra essere vero -
- Non può essere. Perché un'umana?- 
 
Il mio corpo era in uno stato di rilassamento totale, come vittima di qualche incanto che m'impediva di muovermi, facendomi sentire molle e priva di forze.
Aprii lentamente gli occhi, mentre la mia mente confusa tentava di classificare ciò che mi circondava. Una fitta oscurità mi circondava le mie narici captarono immediatamente un odore di fiammiferi spenti e sangue, che sembrava impregnare il letto su cui ero distesa. Riconobbi quel profumo immediatamente.
Sentii le braccia formicolarmi e tentai di muoverle ma qualcosa me lo impedì.
Alzai lo sguardo oltre la mia testa e vidi con orrore che avevo i polsi legati alla spalliera finemente intarsiata del letto, raffigurante un gigantesco drago che si avvolgeva su se stesso.
Tirai con forza, ma le corde si strinsero ancora di più facendomi male.
“Ma che cacchio, ok che ero alquanto impegnata, ma io queste non me le ricordo”
- Ti sei svegliata finalmente -
Una voce che avrei riconosciuto tra altre mille mi giunse alle orecchie dall'altro capo del letto.
Abbassai lo sguardo vedendo Satan che sorseggiava ancora un liquido carminio dal calice d'oro, seduto su una poltrona di pelle. Stavo per chiedergli quando è che mi ero addormentata, ma lui mi anticipò.
- Mi sei svenuta sotto al primo orgasmo, costringendomi a fermarmi… davvero crudele da parte tua -
Con delicatezza, poggiò il calice su un mobile nero dalla forma di una mezza luna, poi si alzò e si avvicinò con la sua solita grazia, mentre l'accappatoio nero sfiorava appena il pavimento.
- Giusto a titolo informativo: come mai sono legata?- ringhiai mentre tiravo con forza per liberarmi, ma esse si strinsero entrando ancora più in profondità nella carne.
- Pensavi davvero che mi sarei accontentato di così poco? Ti sei totalmente sbagliata, mia cara-
Mi tolse le lenzuola di dosso e un istante dopo era già sul letto.
- Qui il tempo scorre in maniera molto diversa dal tuo mondo - 
Fece scorrere le sue labbra sulla mia tibia, baciandola e assaporando ogni centimetro di pelle, procurandomi dei brividi incontrollati.
- Già lo vedo: ti insegnerò ogni cosa, ti addestrerò a diventare il tipo di donna che voglio avere al mio fianco. Ti insegnerò l'arte del sesso e della magia-
Una scossa elettrica m'invase da capo a piedi scuotendomi ogni membra quando sentii la sua lingua salire là dove ero più sensibile.
Dei gemiti incontrollati mi salirono in gola. Tentai di fermarli, combattuta tra la pudicizia e la voglia di mostrarmi. Ma poi il piacere divenne troppo, costringendomi ad aprire le labbra, ad emettendo dei suoni taglienti e liberatori, che non avrei mai pensato di saper produrre.
Non riuscivo più a controllare il mio corpo e senza neanche accorgermene iniziai a tirare le corde, mentre il respiro si faceva sempre più affannoso e il cuore galoppava impazzito nel petto. Il sangue scorreva febbrile nelle mie vene.
“Cosa posso fare? Il mio corpo reagisce a quello di Satan. Lo accetta”.
Continuavo interrottamente a mormorare di fermarsi. Soffiavo i miei no, quasi fossero una preghiera a continuare.
Strinsi le mie gambe attorno ai suoi fianchi. I suoi baci raggiunsero la mia bocca, mentre lo sentivo pian piano entrare in me e iniziare a muoversi.
Stavolta non sentii alcun dolore, ormai il mio corpo si era plasmato per lui.
Provavo una gioia selvaggia, un piacere febbricitante ogni volta che affondava dolcemente e senza fretta nella mia carne non più vergine.
“Non riesco più a pensare
Mi sento così... bene...
Quanto tempo è passato?
Per quanto tempo abbiamo fatto l'amore?
Perché ogni confine è sfumato e confuso?
E' opera di Satan? E’ lui che fa delirare la mia mente?
So solo che la comprensione di tutto mi sta sfuggendo di mano.”

 


 
* Nel manga lo chiama Sabbat, ma credo che ci sia un errore dato che , almeno su Wikipedia, risulta che le cosiddette "riunioni" delle streghe e dei demoni si chiamino appunto Esbat.
 

Salve popolo!
Finalmente siamo arrivati al dunque ... mi viene da piangere...
Ragazzi, mi rendo conto che non è un granché, ma dato che non dovevo sforare oltre il racing arancione, forse è meglio che mi sia trattenuta ... D':
Va bhe, che dire... finalmente siamo arrivati al capitolo 20! EEEEEEE, GRANDE FESTA!!! IN ALTO I CALICI!!
No, dai basta...
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia... un saluto speciale va a Sarettina che c'è l'ha fatta a finirla, Carla che si sta mettendo d'impegno e Lisa... che non so neppure se ha letto il primo capitolo...
A presto fanciulli!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


 
 
  
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