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Autore: Layton91    10/02/2013    2 recensioni
“Credo tu abbia capito… che per quanto noi ci separiamo, in qualche modo, ci ritroveremo sempre.”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La lacrima del cigno

Una notte, mentre Mulan, Mary Margaret e Aurora dormivano in tenda, Emma decise di andare a fare due passi nel bosco, dato che la battaglia col gigante l’aveva sfiancata parecchio e recuperare la bussola non era stato facile, figuriamoci poi lasciare Hook in quel castello, legato a un grosso lucchetto.
Pareva fosse passata un’eternità da quando lei e Snow finirono inghiottite dal cappello-portale di Jefferson.
Ripensava a quanto gli mancasse Henry, ma al contempo, e forse contrastava persino il pensiero del figlio, alle parole di Hook.. di quando arrivarono sulla vetta della pianta di fagioli assieme e lei si ritrovò con una ferita alla mano: “I giganti sentono l’odore del sangue.. e io sono sempre un gentiluomo.”. Oppure, ancora, di quando Emma stordì il gigante e Hook si complimentò con lei: “Non arrabiarti, ma penso che noi due siamo una bella squadra”.
Ripensando a tutto questo, arrossiva, di un rosso ancora più intenso della sua giacca di pelle che portava addosso. Non sapeva spiegarsi il perché, ma pensava a se avesse fatto la cosa giusta a lasciarlo lì… i morsi di coscienza?
Proseguendo fra rami rinsecchiti, Emma arrivò a un laghetto. Vide il suo riflesso in quell’acqua limpida, dove nuotavano dei piccoli pesciolini.
Si sedette su una roccia e guardò verso la luna, così limpida e grande, quanto irraggiungibile e mozzafiato.
Improvvisamente, una lieve brezza accarezzò il corpo di Emma. Sentiva un odore… un odore che riconobbe sin da subito. Non poteva sbagliarsi. Era odore di salsedine.
Lo stesso che sentì tra le braccia di Hook, quando lo salvò dalla trappola del gigante. In fondo, sapeva bene che in quell’istante le sussultò il cuore, ma non per lo spavento. Ma per come Hook a sua volta la abbracciava, con le sue braccia forti e il suo sorrisetto.
Pensava: “Ma cosa vado a pensare… ci sono cose più importanti..!”. E invece nella sua testa le rimbombava questa frase, che si faceva sempre più insistente: “Beh, è una scusa plausibile per abbracciarmi, ma… la prossima volta non fare complimenti.”
E’ come se un vortice avesse preso vita nella sua mente e stesse prendendo il controllo della sua anima, nonché del suo cuore…
“Basta!!!”, urlò schizzando l’acqua del laghetto con un pugno.
Stava per andarsene, quando all’improvviso si accorse di un riflesso strano nell’acqua. Ce n’era un altro.
Una figura che si mimetizzava con il buio della foresta, ma lo sguardo penetrava quel buio come se fossero fulmini in una notte d’estate. Quegl’occhi… blu come il ghiaccio. Non riusciva a crederci.
Si girò di scatto e trovò lui: Hook, appoggiato sul tronco di un albero là vicino, col suo solito sguardo mezzo ammiccante e mezzo sfacciato.
“T-tu?”, disse Emma scioccata. “Come hai fatto a liberarti?!”, proseguì.
“Beh, non è stato facile… come al solito, ho dovuto ricorrere al mio savoir faire e alla mia abilità per sfuggire al gigante. Ma già da un po’… mi sto godendo un bello spettacolo. Oh, e non parlo di certo della luna…”, rispose Hook scrutando Emma verso il basso.
“Ora come ora, il mio unico problema e obiettivo è tornare a casa da mio figlio… dei tuoi ‘spettacoli’ che tu ammiri, ne faccio a meno, grazie.”, rispose secca Emma, voltandosi poi verso il laghetto.
“Ohoh.. ma come siamo suscettibili…”, nel mentre Hook si avvicinò a lei. “Guarda il riflesso dell’acqua e dimmi… che cosa vedi?”, domando Hook poggiando la sua mano e l’uncino sui fiachi di Emma.
“… Un pirata donnaiolo dagli occhi color ghiaccio che sta per essere sbudellato?”, rispose sarcasticamente lei.
“Quale fantasia di parole! Non mi hanno mai parlato così le donne..”, replicò Hook. “Ti dico cosa vedo io, invece.”, sussurrò al suo orecchio.
Fece un bel respiro, un respiro che Emma sentì su tutto il suo corpo. Un brivido che gli percorse tutta la schiena fino ad arrivare alle dita dei piedi.
“Vedo… una donna che combatte per i propri ideali, che farebbe di tutto pur di ottenere ciò che vuole, attraverserebbe mari e monti pur di trovare le persone a cui tiene, sfiderebbe qualunque essere mostruoso di questo mondo pur di uscirne vittoriosa e riabbracciare i suoi cari. La cosa buffa… è che rispecchia esattamente il mio scopo nella vita..”, disse Hook, come se si fosse tolto un peso dal cuore.
Emma si girò verso di lui, guardandolo fisso negli occhi, quasi perdendocisi e annegandocisi.
“Credo tu abbia capito… che per quanto noi ci separiamo, in qualche modo, ci ritroveremo sempre.”
A queste parole, scattò da parte di entrambi un qualcosa. Un brivido, una scintilla o simile, che alla fine… si manifestò con un lungo e interminabile bacio, sotto il pallore candido della luna e lo zampillio dell’acqua del laghetto.
Dopo un po’, come se fosse il destino a giocare con i suoi fili, uno stormo di lucciole svolazzò lungo il lago formando quello che sembrava essere un cuore.
Entrambi si voltarono per ammirare lo spettacolo che la natura le stava offrendo.
A quel punto, una lacrima gocciolò sul viso di Emma… non si chiedeva neanche lei il perché stesse piangendo.
“Sono lacrime preziose queste, sai?”, bisbigliò Hook.
“E’ la prima volta che vedo lacrime del genere… sono sincere, pure… come un cigno quando si libra nel cielo e vola spensierato. E’ segno che anche tu hai un cuore e sa bene ciò che è giusto e ciò che non.”, aggiunse poi.
“Per tutta la vita, per ventotto anni, ho mentito a me stessa… non ho voluto credere alla storia del sortilegio, fino a quando Henry non me ne ha dato la prova. Da quel momento ho capito che seguendo il proprio cuore e avendo fiducia nelle persone, non si sbaglia mai.”, confessò Emma.
“E in questo momento cosa ti sta dicendo?”, Hook disse con un mezzo tono di curiosità.
“..Che ciò che dici è altrettanto vero e che siamo degli spiriti affini. Hai ragione… sono un cigno felice… felice di aver trovato il capitano che saprà accettare il mio cuore.”, confessò Emma commossa dalla situazione che stava succedendo.
“Risposta esatta, bellezza.”, disse Hook ribaciandola.
Emma sentiva il suo corpo diventare caldo, come se in quel momento stesse unendosi con quello di Hook. Una sensazione indescrivibile a parole. Era felice. Lo si leggeva negli occhi, nel corpo… in tutto. Il cigno, adesso, avrebbe raggiunto alte quote, un’altezza tale da far lacrimare gli occhi.
Una lacrima sincera e pura.
Una lacrima di cigno.
 
 
   
 
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