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Autore: Francy_92    10/02/2013    23 recensioni
Gaia e Andrea sono compagni di scuola ma in classi diverse. Entrambi devono iniziare il quinto. Lei linguistico, lui scientifico. Prima che finisse l'anno prima, è stato annunciato un progetto scolastico che prevede un soggiorno di tre settimane in Inghilterra. Lui, rubacuori e bello, è conosciuto da tutti; lei, riservata e con un peso sul cuore, non conosce praticamente nessuno. Sin dal viaggio di andata cominciano a litigare, fin quando... qualcosa cambierà gli eventi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A true love story never ends''
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Surprise!! Ho pubblicato due giorni prima. Non sono un amore?! LOL!!!
Comunque… So che ad alcuni di voi non piacciono i salti temporali, ma questo è stato necessario. Alice, perdonami! :* Ci leggiamo alla fine.
Buona lettura.
Francy

 
 

Let’s blame it on September
 
-Capitolo 21-
*Destino*

 

4 luglio 2012
 
«Cosa vuole fare in futuro?»
Guardo l’uomo davanti a me e sorrido «E’ una bella domanda, sa?» lui ricambia il gesto e io continuo «Ho intenzione di entrare in un college inglese, quello che succederà dopo ancora non l’ho deciso. Voglio fare le cose con calma»
«Davvero?» mi viene chiesto dalla Sig.ra Vietti.
«Si. Voglio specializzarmi in letteratura inglese»
«Sicuramente avrà molte possibilità di realizzare le sue ambizioni, signorina»
«Grazie»
«Adesso può andare. Il suo esame è concluso»
Sento applaudire qualcuno alle mie spalle; mi volto ridendo ma con le lacrimucce di gioia agli occhi.
Serena e mia madre si stanno abbracciando e mi guardano sorridenti.
Oggi mi sono diplomata.
Domani inizierà la mia nuova vita.
«Congratulazioni» mormorano tutti i professori presenti nella commissione.
Li ringrazio e mi alzo, raggiungendo le mie accompagnatrici che, nel frattempo, sono uscite dall’aula.
Corro ad abbracciarle ma, in realtà, mi fiondo letteralmente su di loro.
«E’ finita!!» esclamo.
«Ce l’hai fatta tesoro!» mormora mia madre accarezzandomi la guancia e guardandomi con le lacrime agli occhi «Sono così orgogliosa di te»
«Oh mamma… grazie» rispondo abbracciandola.
Negli ultimi mesi ho trovato in lei un supporto che, forse, non avrei mai immaginato mi potesse dare, nonostante sia mia madre.
Quando ho chiuso definitivamente con Max mi è stata accanto perché ho sofferto almeno quanto ho fatto con Andrea. Non avrei mai voluto ferirlo ma, dopo qualche mese di frequentazione, mi è sembrato giusto confessargli che non provavo nulla nei suoi confronti.
Non mi ha parlato per alcuni giorni e un po’ me lo aspettavo, ma dopo ha accettato la mia scelta e adesso, quando capita, ci sentiamo. 
Avrei voluto davvero approfondire la nostra relazione, ma sapevo che non sarebbe successo nulla. Era inutile continuare ad illuderlo facendo così anche del male a me stessa.
Purtroppo sono consapevole del motivo per cui con Max non ha funzionato.
Oltre ai problemi di cuore, che hanno continuato a seguirmi qualsiasi decisione prendessi, la scuola mi ha impegnato parecchio.
Dopo le vacanze natalizie le cose si sono fatte più serie e gli esami si sono avvicinati ad una velocità assurda.
Oltre allo stress derivante da questi, ho dovuto affrontare anche mio padre.
No, non si è presentato alla nostra porta implorando perdono e forse, io e mia madre, non vorremmo nemmeno che lo facesse; si è limitato a chiamarmi e a chiedermi cosa avevo deciso riguardo al mio futuro e se avevo ricevuto quella famosa lettera…
Gli ho riattaccato più volte il telefono in faccia ma, alla fine, mia madre mi ha costretta a parlarci.
«Devi lasciarti il passato alle spalle, altrimenti rovinerai il tuo futuro; e, se dovesse succedere, sarà colpa anche della tua testardaggine. Accetta l’aiuto di tuo padre e, per una buona volta, metti da parte l’orgoglio» aveva detto mia madre dopo aver discusso di quale college frequentare.
Avevo sbuffato, borbottato qualcosa e, alla fine, erano arrivate le chiamate.
A quanto pare mia madre ha ancora dei contatti con lui quando l’ho fatto presente, lei mi ha semplicemente risposto che li ha mantenuti per me, altrimenti gli avrebbe detto addio molto tempo fa.
Dopo tutto quello che ha fatto per me da quando sono nata, da quando mio padre ci ha lasciate, da quando ho realizzato che seguirò le sue orme e lei lo ha accettato, non posso fare altro che ringraziarla per il suo sostegno.
Dalla famosa sera in cui finalmente ho parlato con mio padre senza inveirgli contro, il mio futuro è un po’ più nitido.
A settembre frequenterò l’University College London. Non una scuola qualunque, di cui mio padre si è preso la responsabilità di pagare la retta.
Non avrei voluto, ma lui ha insistito.
Ora come ora gliene sono grata. È quel gesto che aspettavo da anni; quella premura che non sapevo potesse avere nei confronti della figlia che ha lasciato anni fa.
Si è anche offerto di ospitarmi ma ho categoricamente rifiutato, trovando l’appoggio di mia madre, anche se titubante.
Si tratterebbe di vivere con lui, di conoscere il mio fratellastro e la donna con cui è rimasto sposato nonostante la relazione con mia madre.
Non mi va!
Non voglio spingermi oltre.
Per fortuna mia madre ha capito e non ha insistito.
Accetterò il suo aiuto finanziario per la mia istruzione, ma i nostri incontri non andranno mai oltre un semplice caffè bevuto frettolosamente tra una lezione e l’altra.
Mia madre ha continuato ad appoggiarmi e l’ho apprezzato ma so che, nonostante la paura di perdermi, vorrebbe che ricucissi il rapporto con mio padre.
Le ho fatto capire, una buona volta, che non succederà; che, nonostante sia il sogno di tutte le ragazze, non sarà lui a portarmi all’altare il giorno del mio matrimonio; che non parteciperà alla mia vita, perché ha deciso, di sua spontanea volontà, di uscirne undici anni fa.
La situazione non era facile ma, nella mia ingenuità di bambina e forse anche di giovane donna, so che si potevano valutare delle alternative.
Ad ogni modo, il passato è passato e non si torna indietro.
Stiamo “recuperando” un rapporto distrutto ma il mio un percento di recupero deve essere il suo cento per cento.
Non può pretendere nulla da me se non dei buoni risultati accademici.
Ritornando ai miei risultati a scuola, sono ancora tutta elettrizzata, come è giusto che sia, per essermi appena diplomata.
Mia madre scioglie l’abbraccio e mi lascia tra le braccia di Serena, diplomatasi due giorni prima di me.
«Congratulazioni amica!!» esclama stringendomi forte.
«Grazie» rispondo ridendo.
Adesso le cose vanno decisamente meglio.
Aspetto i risultati e poi posso partire.
A Londra dovrò riportare il mio voto all’università, fare dei colloqui e attenderne con ansia l’esito.
«Sei mia figlia. È ovvio che ti prendano» mi aveva scritto mio padre in un’e-mail.
Ero scoppiata a piangere leggendo quelle parole, mi avevano riempito il cuore di orgoglio e di gioia.
Ho fatto finta, per un momento, che mio padre sia sempre stato al mio fianco.
A sostenermi davanti ad ogni scelta da prendere o ad ogni momento difficile da affrontare.
A consolarmi davanti ai fallimenti.
A difendermi davanti alle delusioni d’amore.
Ritornare alla realtà non è stato bello e mi ha fatto piangere per ben altri motivi, ma le sue parole le ho apprezzate davvero, tanto da stamparle e incorniciarle.
Sembra un gesto stupido, infantile forse, ma sono parole importanti che mai mi sarei aspettata di sentire da… mio padre.
Lo stesso padre che mi sta chiamando adesso.
Sciolgo l’abbraccio con Serena e mi allontano.
«Pronto?» rispondo contenta. Almeno per oggi voglio evitare di fare la distaccata con lui.
«Ciao Gaia»
«Ciao…  papà»
Lo sento sorridere. «Com’è andata?» chiede.
«Come fai a sapere che ho finito?»
«Un uccellino me lo ha detto» risponde lui.
Mi volto verso mia madre e lei mi sta sorridendo. Mi soffia un bacio, prima di scendere al piano terra.
«E’ andata bene. Mi aspettavo chissà quante domande, invece, si sono mantenuti nella norma»
«Sono felice per te. Quando daranno i risultati?»
«La prossima settimana se tutto va bene»
«Perfetto. Mi farai sapere quando arriverai a Londra? Vorrei venirti a prendere» chiede e posso sentire la speranza nella sua voce.
«Si, va bene»
Ok, posso accettare anche che mi venga a prendere all’aeroporto.
«Fantastico. Congratulazioni tes… Gaia»
A quell’accenno di parola i miei occhi si inumidiscono. Quanto vorrei che avesse il diritto di dirmelo.
“Sei tu che glielo neghi”mi ricorda la coscienza.
È vero, ma non è così facile accantonare tutto quello che ha causato a  me e a mia madre.
Preferisco mantenere ancora le distanze.
«Grazie papà» rispondo felice. Oggi lo sono, indipendentemente da tutto.
«Adesso ti lascio. Vorrai festeggiare»
«Certo»
«Bene, allora a presto»
«A presto. Grazie per aver chiamato» dico.
«Non ringraziarmi. A presto» risponde lui e, dopo qualche secondo, riattacchiamo.
Mi guardo intorno, sia Serena che mia madre, insieme a qualche altra mia compagna, sono scese.
I professori saranno ancora dentro a discutere del mio voto?
Spero di no.
Spero che, dopo aver esaminato cinque ragazze, adesso stiano parlando del più e del meno.
«Gaia…»
Mi volto sentendo pronunciare il mio nome.
L’oggetto del mio dolore in questi ultimi mesi si materializza davanti a me.
«Ciao Andrea» lo saluto abbozzando un sorriso.
«Ciao» ricambia lui avvicinandosi.
Schiarisco la voce e mi muovo nervosa.
Nonostante siano passati mesi dall’ultima volta in cui ci siamo detti qualcosa o in cui ci siamo semplicemente scontrati in giro, brucia ancora quello che mi ha detto il giorno in cui mi ha lasciata; a parte, ovviamente, quello che ha fatto dopo.
«Che fai qui?» chiedo ricordandomi che la sua classe viene esaminata in un’aula al piano terra.
«Ho assistito all’esame di una mia amica» risponde agitato. Non voglio soffermarmi sul sostantivo che ha usato. «Tu hai finito? Tutto ok?» chiede.
«Si» rispondo sorridendo «Mi sono diplomata»
Non ci credo che non lo sapessi già, Ferrari. Nonostante tutto, ho guardato quando ti sarebbe toccato l’orale; dubito che tu non abbia fatto lo stesso.
«Congratulazioni allora» dice sorridendomi.
«Grazie» “Anche a te” vorrei aggiungere, ma poi saprebbe che mi sono presa la briga di guardare la data del suo orale e non voglio che sappia che tengo ancora a lui.
Si, dopo quello che mi ha fatto, dopo aver picchiato Max, dopo avermi dato della poco di buono perché sono stata a letto con quest’ultimo, dopo aver reso il mio quinto anno di liceo un vero e proprio inferno continuo a tenere a lui.
Mi ero ripromessa di non farlo; ero sicura di riuscire a disinnamorarmi di lui e invece…
Invece adesso sto qui a fissarlo come una scema; anzi, stiamo qui a fissarci come due scemi.
«Adesso vado» rispondo prendendo la mia tracolla.
Vorrei fargli le congratulazioni per aver ottenuto il diploma; per avercela fatta, ma trattengo gli impulsi e stringo le mani a pugno.
«Buona giornata» dice; con un sorriso lo ringrazio e me ne vado.
Molto probabilmente era così che dovevano finire le cose fra di noi.
Per me è stato scritto, prima ancora che nascessi, che Andrea, in un modo o nell’altro, sarebbe entrato a far parte della mia vita: le nostre strade dovevano incrociarsi, insomma…
Dovevamo odiarci per tutti questi anni; dovevo essere io ad innamorarmi di lui… le nostre strade si sono unite per un breve periodo ma, a quanto pare, non siamo destinati a stare insieme.
Forse è il mio orgoglio che, anche in questo caso, mi impedisce di fare la scelta migliore per me: quella dettata dal cuore.
A causa di ciò ho perso Andrea.
Magari, adesso, avrei potuto iniziare una conversazione; perché non l’ho fatto?
Forse per paura di venire illusa di nuovo?
Forse per proteggermi dal dolore che ho paura mi faccia provare di nuovo?
Forse perché sei semplicemente una vigliacca.
Stavolta devo dar ragione alla mia vocina interiore.
Mi sento una vigliacca: lo sono.
Evito di parlargli per non essere rifiutata, di nuovo!
Ma chi vuoi prendere in giro, Gaia… Sei soltanto una fifona!!
Alzo gli occhi al cielo e mi fermo in mezzo alla scala.
Non può veramente finire così tra di noi… so che l’ultima volta non si è comportato nel migliore dei modi, ma non mi sembra lo stesso ragazzo di qualche mese fa.
Mi volto e salgo le scale per raggiungerlo.
Lo trovo seduto dove, fino a qualche ora fa, ero seduta io ad attendere il mio turno. Mi avvicino e mi siedo accanto a lui; entrambi rimaniamo in silenzio.
«Congratulazioni per il diploma» dico rompendo il ghiaccio.
Lui alza lo sguardo e mi sorrido «Grazie»
Ci guardiamo negli occhi, vorrei tanto avvicinarmi e abbracciarlo.
«Mi dispiace» dice all’improvviso.
«Per cosa?»
«Per quello che ti ho causato. Non era mia intenzione ferirti»
Sorrido e distolgo lo sguardo. «Quello è il passato. Non pensiamoci più»
«Se volessi ancora quello che c’è stato tra noi due?»
«Che vuoi dire?»
«Vuol dire che…» fa un respiro profondo e mi guarda negli occhi «Voglio dire che ho fatto un enorme sbaglio a rompere con te. Mi sono lasciato condizionare dai miei amici e, quella volta, ho creduto veramente che tu non fossi la persona giusta per me»
«Andrea fingevi anche quando eravamo in Inghilterra»
«No Gaia… ho fatto in modo che tu credessi alle mie parole; avevi così tanta paura che ti lasciassi una volta tornati che, quando l'ho fatto, ci hai creduto davvero»
«Sapevo e so tutt'ora di non poter competere con tutte le tue ex»
«Non voglio che competi con nessuno Gaia… voglio soltanto che tu ritorni con me»
«Per quale motivo me lo stai dicendo adesso? Perché vuoi che torni con te, Andrea? Sono riuscita a dimenticarti, a non stare male ogni maledetto minuto in cui non mi eri accanto e, adesso, mi chiedi questo. Perché?»
«Mi manchi. Voglio tornare ad essere quello che ero quando stavo con te. Sono stanco di sentire costantemente la tua mancanza»
Sento i miei occhi umidi, ma non voglio piangere! Non più!
Ha detto che gli manco, ma non ha detto la cosa più importante.
Mi ami Andrea?
No.
Lui sa soltanto volermi bene.
«Partirò Andrea…» dico cercando di simulare un tono di voce normale.
«Lo so» mormora tornando ad appoggiarsi allo schienale della sedia. «E so anche se non lo fai soltanto per gli studi»
«Già…»
«E’ finita definitivamente tra di noi?»
«Credo proprio di si» rispondo mentre una lacrima sfugge al mio controllo.
Mi alzo, pronta a lasciarmi alle spalle Andrea, ma non credo che lui lo voglia perché mi afferra per un polso facendomi voltare e abbracciandomi.
«Perdonami se puoi e, se vorrai, ci sarò per te, sempre» mormora contro la mia testa.
«Ti ho già perdonato» rispondo guardando i suoi occhi chiari, adesso offuscati dalle lacrime.
Mi alzo sulle punte dei piedi e lo abbraccio. «Non è il nostro destino quello di stare insieme» mormoro.
Lui nega con la testa e mi guarda.
«No, il nostro momento arriverà. So che noi staremo insieme, per questo ti chiedo di non innamorarti di qualcun altro»
Lo guardo con gli occhi spalancati.
Innamorarmi di qualcun altro?
Andrea, non credo che qualcun altro prenderà il tuo posto.
Io sarò sempre innamorata di te. 
 

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Credevo che non mi sarei sentita così: triste e come se stesse per andare via qualcuno che non rivedrò tanto presto. Non vedevo l’ora di pubblicare questi ultimi capitoli, eppure, adesso che sto pubblicando il ventunesimo provo tristezza. Forse perché sono passati cinque mesi da quando l’avventura di Andrea e Gaia è cominciato e adesso che sta per finire mi viene il magone.
Si, c’è sempre il sequel, ma LBIOS è LBIOS e per quanto sia soltanto una storia, frutto della mia fantasia, io con loro ci ho vissuto davvero. Scrivere dei posti che ho visitato io di persona; ricordare quella stanza al piano terra; ricordare la famiglia che ho citato nella storia, beh ha reso tutta la storia più “vera” in un certo senso, quindi mi ha coinvolta ancora di più, tanto da farmi sognare un certo protagonista maschile!
Per l’ultimo discorso c’è ancora tempo, visto che la prossima settimana, giorno 19, posterò l’epilogo di questa storia, quindi, adesso vi auguro semplicemente buonanotte, visto che sono le 23e28.
Buon inizio di settimana.
Grazie per avermi seguita fin qui e se vorrete seguirmi anche fuori da EFP
FrancyEFP è il mio gruppo su facebook e FrancescaEFP è il mio contatto!
Alla prossima
Francy

   
 
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