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Autore: cinnana    11/02/2013    1 recensioni
Non sono mai stata una cima a scuola, soprattutto per via del mio grande menfreghismo verso lo studio e l'istruzione. Ciò che sogno è di viaggiare. Quindi meno teoria e più pratica.
Mi chiamo Elisa, ho 16 anni, frequento il liceo linguistico e quest'anno comincerò storia dell'arte e filosofia. La prima materia, storia dell'arte, non mi preoccupa. E' filosofia che suscita in me un certo senso di curiosità, ma al contempo ne sono impaurita. E mi impaurisce anche l'amore. L'amore...brutta cosa.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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Non sono mai stata una cima a scuola, soprattutto per via del mio grande menfreghismo verso lo studio e l'istruzione. Ciò che sogno è di viaggiare. Quindi meno teoria e più pratica. 
Mi chiamo Elisa, ho 16 anni, frequento il liceo linguistico e quest'anno comincerò storia dell'arte e filosofia. La prima materia, storia dell'arte, non mi preoccupa. E' filosofia che suscita in me un certo senso di curiosità, ma al contempo ne sono impaurita.
***
Entro a scuola, saluto le persone che conosco e i miei professori. E poi filo dritta in classe. Nonostante siano le 8:10 fuori è ancora buio e i pali della luce sono ancora accesi. La mia classe è illuminata di una luce giallognola, molto pallida, che rende i coloriti dei miei compagni di classe, quasi malaticci. 
Alla prima ora abbiamo la coordinatrice, che ci detta l'orario provvisorio. Dunque..non mi pare che ci sia nessun prof nuovo..anzi no, ce n'è uno: Giuliano Stowe. Ma chi è? 
"Mi scusi professoressa, ma Giuliano Stowe..?" chiedo, cercando di far luce su questo tizio. 
"Oh, è il professore nuovo. Si è appena laureato, vi insegnerà filosofia. A proposito.. ce l'avete alla seconda e alla terza ora, quindi tra...5 minuti!"
Mentre la prof ci domanda come abbiamo passato quest'estate, suona la campanella, interrompendola. Si solleva una gran cagnara e tutti noi veniamo rimproverati da un uomo di cui la vista non mi è familiare... Ci sediamo ai rispettivi posti, mentre quest'ultimo si presenta. 
"Okay. Io sono Giuliano Stowe e vi insegnerò filosofia per i prossimi tre anni. Ho 24 anni, mi sono appena laureato e credo che andremo molto d'accordo." 
Mi piace questo tizio: è alto, capelli neri, come la pece. Grandi occhi blu, una bocca sottile. Indossa un maglione bianco con delle fantasie rosse, dei jeans chiari e delle Vans-- aspettate, cosa? Delle VANS? Sono le mie scarpe preferite! Bene, il prof si guadagna 5 punti nella scala della simpatia. 
"Oggi faremo un gioco. Si tratta di un gioco che vi permetterà di conoscervi meglio tra voi stessi, ma soprattutto permetterà a me di capire qualcosa di voi. Ergo, io lancio ad uno di voi una pallina, la persona che ha la pallina in mano si deve alzare e deve fare una piccola presentazione di se stesso: nome, dove vive, quanti anni ha, hobby, gusti musicali..." il professore prosegue con il suo discorso, e io rivolgo lo sguardo verso la finestra. Fuori il cielo è scuro. Le nuvole sono grige e sembrano pesanti, a quanto pare si sta avvicinando un temporale. E io oggi vado a scuola a piedi e non ho nemmeno un ombrello..fantastico. 
Lo scorrimento dei miei pensieri viene interrotto da qualche stupido che mi lancia la pallina in testa. E' Daniele.. Il fatto che la sua rabbia verso di me, dopo che gli ho detto di non provare nulla per lui, stia incrementando, mi da fastidio. Molto fastidio. 
Prendo la pallina, mi alzo in piedi e con un acuto sarcasmo faccio finta di essere felice perché tocca a me. 
"Mi chiamo Elisa. Ho sedicianni compiuti stamattina alle 12:35--" Vengo interrotta dal professore. "Aspetta, quindi oggi è il tuo compleanno?" "Sì." "Bhe, che aspettavi a dircelo? Auguri..Elisa? Giusto? Ti chiamavi Elisa?". Sospiro. Proprio non ci siamo con la memoria, eh? "Sì. Mi chiamo Elisa. Ho sedicianni appena compiuti. I miei hobby sono leggere, guardare film e dormire. Sono un'appassionata di film. Odio studiare. Il mio più grande sogno è quello di viaggiare per il mondo appena terminate le superiori. Ascolto tutto ciò che si può chiamare 'musica', ma prediligo il rock anni 80." finisco il mio discorso, mentre il prof annuisce ascoltando. Che occhi...Voglio dire-- che occhi! Sono..carini. Ecco. Sono carini. 
"Anche a me piace il cinema. Il tuo film preferito?" adoro questa domanda. "Ne ho molti di film preferiti. Tra cui Arancia Meccanica, Phoebe in Wonderland, Il Grande Lebowski, La mia vita senza me..E molti altri, che ora non mi vengono in mente." "Anche io amo Il Grande Lebowski. E' bellissimo il significato  del nome di Lebowski che--" "Che allude al fatto che Lebowski si faccia chiamare 'Drugo', dal momento che ci sono due Lebowski in città, e Drugo significa 'altro', quindi L'Altro Lebowski." lo interrompo, finendo la sua frase. Sul suo volto appare un sorriso. Un bello..bellissimo...sorriso. Cioè, un sorriso carino. Ha dei bei denti ecco. E basta. 
"Bene Elisa, mi piaci già. Puoi sederti ora." mi siedo, cercando di non pensare a ciò che è appena successo. Ha-- ha detto che gli piaccio già! Oh, io.. Cosa sto facendo.
Giocherello con la zip dell'astuccio per il resto della giornata scolastica. Voglio andare a casa, ho la schiena a pezzi. In più fuori piove e io non ho un ombrello, E ABITO DALL'ALTRA PARTE DELLA CITTA'. Sto per impazzire. 
Mi avvio verso casa, con un passo svelto e felpato, quando un'auto si ferma vicino a me. 
"Ma non ce l'hai un ombrello?" ommioddio è il prof. "No! Non sapevo che sarebbe piovuto." "Allora ti do un passaggio. Fidati- non sono un maniaco." sorride, e sorrido anche io. 
Entro in macchina, sul sedile anteriore. Un profumo di arbre magique alla vaniglia e un caldo soffocante quasi mi travolgono. 
"Dove ti porto?" su una stella, io e te da soli-- ah, no. "Abito verso Asti, la casa rosa pesca con le due scalinate." "Ah, ma è tua quella casa? E' da un po' che la osservo, è molto bella." "Ah bhe, merito di mio papà." "Ma abitare vicino al cimitero non ti fa paura? Io morirei di fifa." sghignazza, mentre io non so proprio che dirgli. "Il cimitero..bhe io...No, non ho paura. E' solo un cimitero." ma in realtà muoio di fifa anche io, ogni notte. Infatti se posso dormo nel lettone dei miei. Ah..avere sedicianni e non sentirli. 
Arriviamo -sfortunatamente- a destinazione. Saluto il prof e esco dalla macchina. 
Entro in casa. Non c'è nessuno, che bello. Finalmente potrò passare un pomeriggio da sola in santa pace. 
 
 
 
 
  
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