PROLOGO
New
York, 14 ottobre 2013
Questa
è la fine.
Quando
vedi la tua città venir distrutta l’unica cosa che riesci a fare è appoggiarti
ad un muro, con a te vicino le persone che ami di più, e aspettare che arrivi
la tua ora. Sembra un comportamento vigliacco quello di arrendersi, ma a volte
è il gesto più coraggioso che tu possa compiere. Lo so, non è una frase che
dico spesso, probabilmente l’ho detta solo un’altra volta nella mia vita, ma in
questo momento non trovo altra soluzione: questa è la fine di New York, questa
è la nostra fine.
Lilith chiude il
diario, volta la testa prima a destra e poi a sinistra osservando le varie
ombre sul pavimento, ha paura di essere spiata.
Sospira.
Stava cercando solo
delle vecchie foto, ma mai avrebbe immaginato di trovare il diario di sua madre.
Un ultimo controllo
della soffitta e con un gesto secco infila il diario sotto la felpa, scende le
scale con la sua solita espressione annoiata per non destare sospetto, Leonard,
suo fratello, le lancia un’occhiata fulminante, sa che è stata lei a diffondere
le foto di lui con Jasmine per ripicca, ma non ne ha
le prove, Lilith lo ignora, non ha tempo per litigare, deve portare al sicuro
il suo piccolo tesoro.
Chiude a chiave la
porta della camera, si appoggia al muro e si lascia scivolare per terra,
sfoglia delicatamente le pagine ingiallite: sono delicate e hanno il profumo di
qualcosa e misterioso. Il diario ha quasi vent’anni eppure è integro in ogni
sua pagina, anche l’inchiostro è ben leggibile, tranne per qualche sbavatura
qua e là.
Lilith stringe al
petto quel pezzo di memoria guardando fuori dalla finestra, in quelle pagine è
narrata quell’unica storia che sua madre non le ha mai voluto raccontare, troppo dolorosa diceva, la curiosità la
assalisce, ma il senso di rispetto attutisce l’istinto di leggere subito tutto.
Posa il diario per terra e sfiora con il pollice l’anello all’anulare destro, gliel’aveva
regalato sua madre per il suo sedicesimo compleanno. Sospira.
«Scusami» sussurra
aprendo il diario alla prima pagina: Hamptons, 28 settembre
2013.
1° CAPITOLO
Hamptons,
28 settembre 2013
C’è
il sole fuori, non fa molto caldo, ma il sole è ancora quello estivo che ti
penetra dentro dandoti quella sensazione di benessere. Questo è il terzo diario
di quest’anno, probabilmente non scrivevo così tanto da quando ero una giovane
e ingenua adolescente, ma in realtà è proprio cosi che mi fa sentire Rick,
spensierata.
Ti
rendi conto, caro diario, che sto sorridendo senza motivo solo pensando a Rick?
Sento i brividi percorrere tutta la schiena, ma sono quei brividi particolari,
di cui quasi ti vergogni, perché non vuoi che lui se ne accorga, non deve
sapere che sono totalmente dipendente da lui.
Avevo
proprio bisogno di staccare un po’ dal distretto, peccato che questo sarà uno
degli ultimi week end negli Hamptons, ormai si sta
avvicinando l’inverno, mi sento in pace qui, come se non potesse accadere nulla
di brutto.
Anche
stamattina Rick mi ha portato la colazione a letto e una rosa.
«Per
la mia musa un cornetto, un caffè, una rosa e un bacio» e si è allungato verso
di me, regalandomi uno di quei baci che mi fanno rimanere senza fiato, sapeva
di caffè. «Temperatura esterna 17°C, previsto sole per tutta la giornata e
basta, il resto lo decidiamo noi». Amo i suoi sorrisi.
Sai
cosa vuol dire fare niente per tutto il giorno? Beh è esattamente quello che abbiamo
fatto, ci siamo seduti in veranda con una coperta e abbiamo parlato,
riflettuto, scherzato tutto il tempo.
«Lo
sai come si chiamano due pesci uguali? Identici. I.. dentici». Amo la sua
risata e come i suoi occhi s’illuminino quando ride. «Vorrei passare tutta la
mia vita qui, così, con te». Mi sono voltata verso di lui, non stava
scherzando, non era una battuta, era davvero serio mentre guardava l’orizzonte
e mi teneva la mano. Non ho detto nulla mi sono solo avvicinata ancora di più e
mi sono stretta a lui, respirando il suo profumo. Anche io lo vorrei.
Domani
si torna a New York, non ne ho voglia! Uffa, voglio stare qui!
Lilith sorride finendo
di leggere.
Si morde il labbro
prima di voltare pagina, sa di star invadendo la privacy di sua madre, eppure
le sembra un romanzo, non riesce ad immaginare i suoi genitori comportarsi
così. Sua madre è sempre stata una donna seria, rispettosa e che solo ogni
tanto si lasciava andare a qualche momento di ilarità.
«Lilith possiamo
parlare?» chiede Leonard aprendo di uno spiraglio la porta, lei annuisce
facendo sparire il diario sotto al letto. «Sei stata tu a pubblicare quelle
foto di me e Jasmine sul sito di scuola?».
«No, ma so chi
potrebbe essere stato» ammette sospirando. Suo fratello la fissa sollevato,
aveva sperato con tutto il cuore che non fosse stata sua sorella. «Per domani
sarà tutto sparito». Leonard sorride voltandosi. «Aspetta, mamma è tornata?».
Il ragazzo scuote la testa.
«Ha chiamato mezz’ora
fa, deve finire di compilare non chiedermi cosa al distretto». Lilith sospira,
sa benissimo di non essere in grado di tenere un segreto con sua madre, la
scopre subito.
«Cosa state
confabulando?». Un uomo con le spalle larghe e gli occhi del medesimo azzurro
di quelli di Leonard entra nella stanza con sospetto, si era preoccupato non
sentendo i suoi due figli urlare tra di loro. «Cosa avete combinato?».
«Niente papà» risponde
pronto Leonard, Lilith annuisce proprio come le ha insegnato sua nonna “fingiti sorpresa, inarca i sopraccigli e
annuisci convinta, ma senza esagerare”. Una ragazza deve sempre essere in
grado di mascherare ciò che prova, aveva aggiunto la madre di suo padre,
peccato che questa tecnica funzionasse con tutti tranne che con Kate.
«Non vi credo. Ah ho
capito, state scegliendo il regalo per il compleanno di vostra madre» dice
entusiasta Castle, i ragazzi colgono l’occasione al balzo e annuiscono.
«Esattamente, ma non
dirglielo ti prego» aggiunge Lilith. «Vogliamo che sia una sorpresa».
«Tranquilli terrò la
bocca cucita. Leo se vuoi ti posso aiutare adesso a scrivere il saggio, dopo
devo uscire». Leonard sospira, uscendo dalla stanza, odia con tutto il cuore
dover scrivere, lui preferisce la musica.
Lilith chiude la parta
a chiave, prende da sotto al letto il diario:
New
York, 30 settembre 2013
Sembra
essere tornati ad agosto, non è normale avere quasi 30°C in questo periodo.
Niente
omicidi, per fortuna, solo scartoffie, te l’ho già detto che da quando c’è Castle
nella nostra squadra il numero di fogli da compilare sono triplicati? Lo detesto.
Okay,
sì abbiamo litigato o meglio discusso. Il motivo? Semplice le sue due ex mogli
che improvvisamente vogliono ingraziarsi entrambe Alexis e di conseguenza lui,
e Castle non lo capisce, per lui è normale. Normale un corno, vogliono soltanto
portarlo via da me!
Sono
consapevole di sembrare gelosa, possessiva ed isterica, ma non posso perderlo,
non posso davvero.
Una
chiamata per un nuovo omicidio, con Castle non è finita qui…
Panda’s Corner:
Hello people, I’m already here!
Sento
la necessità di pubblicare, sì, perché poi non so più quando farlo e sono curiosa/spaventata/eccitata
di sapere cosa pensate di questa storia, di come la sto impostando e se per
caso qualcuno ne abbia già scritta una simile, non vorrei aver copiato nulla.
Come
avrete potuto notare amo i personaggi non presenti nel telefilm, qui ci saranno
Lilith e Leonard principalmente, ma saranno presenti due storie parallele
credo. È complicato uffa!
Grazie
di aver letto, spero che vi sia piaciuta.
Baci
pandosi
Becky