Corri, corri, bambina.
Corri più veloce, o ti raggiungeranno.
Ascolta, bambina. Senti il suono dei loro passi farsi più forte?
Stanno arrivando, bambina.
Vicini, sempre più vicini. Arrivano.
Senti una risata crudele straziare l’aria intorno a te. Ti copri le orecchie, non vuoi ascoltare.
Ma non puoi, è un suono che entra nella tua mente, è una lama affilata che squarcia i tuoi pensieri.
All’improvviso, ti arrendi. Non puoi lottare.
Sì, ti sei arresa, bambina.
Abbassi le mani, e all’improvviso ti rendi conto che il suono dei loro passi è svanito.
Sei confusa.
Continui a correre e ti guardi attorno, ma non li vedi. Eppure li avevi visti: mostruosi, giganteschi, neri come le profondità gelide dell’universo e bui come gli abissi più profondi.
Ti hanno inseguita, braccata. Dove sono, ora?
Non li vedi, non li trovi.
Li cerchi disperatamente, affannosamente. Devi vederli. Devi trovarli.
Devi essere sicura che non siano parte di te.
Ma dove sono?
E in quel momenti capisci. Nell’istante in cui capisci, smetti di correre. Semplicemente, ti fermi.
Abbassi lo sguardo e sorridi, perché ora sai. Sai cosa vedrai.
Abbassi lo sguardo e con gli occhi accarezzi le tue stesse mani, mani lunghe e forti, mani da adulta.
Mani coperte di sangue.