Can I
Open My Eyes?
So
solo questo: se ti avrò
non
mi sembrerà di
essere
morto completamente.
(Cic.)
1.
Broken
Derek Hawkins
quella mattina aprì gli occhi con una strana sensazione che gli mordeva l’anima,
sentiva qualcosa rinascere dentro di lui. Avrebbe potuto dare un nome a quello
strano formicolio che sentiva camminare tra le vene e capire se fosse qualcosa
da trattenere o da respingere , se solo fosse riuscito a capire cosa fosse.
Cercando di accantonare i pensieri scostò il lenzuolo e senza curarsi di
guardare la sveglia poggiata a terra che come ogni mattina era rimasta silenziosa
a guardarlo dormire poggiò i piedi nudi a terra. Sapeva già che l’intera
cittadina di Storybrooke si era svegliata, riusciva a
sentirne il rumore fuori dall’unica finestra con il vetro rotto del suo
appartamento, era consapevole che anche lui avrebbe dovuto svegliarsi da tempo,
ma sentiva anche dentro di se che una parte della sua anima non faceva altro
che dormire da anni e anni. Stiracchiandosi e spalancando le labbra in un
sonoro sbadiglio infilò i suoi fedeli stivali e si costrinse a mettersi in
piedi. La pelle nera delle calzature fasciava perfettamente i suoi piedi
donandogli conforto ed anche una strana carica che ogni mattina lo spingeva ad
andare avanti, non ricordava un solo giorno in cui non aveva indossato quegli
stivali. Avviandosi verso il bagno gettò un’occhiata alla refurtiva della sera
precedente: un paio di vecchie catenine d’oro, un anello che non era neanche
sicuro fosse di diamanti autentici e qualche spicciolo. Scosse la testa
provando pietà per quel ragazzo che ogni notte vagava per le vie della città
cercando di arraffare qualcosa per pagarsi da mangiare. Entrando nella stanza i
suoi occhi verdi incrociarono quelli del suo riflesso allo specchio e se non
fosse stato sicuro di essere solo in casa avrebbe giurato che quegli occhi non
erano i suoi. Certamente aveva i soliti capelli ramata arruffati sulla fronte,
le solite piccole lentiggini che gli bagnavano il volto pallido e poi c’erano loro, si portò automaticamente le mani
su quei baffi che aveva sempre desiderato togliere ma che qualcosa di
misterioso gli aveva impedito. Tutto era nella norma sul suo viso, ma quello
che ancora non aveva capito era che qualcosa dentro di lui stava per cambiare.
Corrugando la fronte distolse lo
sguardo dallo specchio ed afferrò lo spazzolino, ma prima che potesse stringere
nell’altra mano il tubetto di dentifricio si sentì scuotere da una violenta
forza invisibile. All’improvviso sentì
un’onda intangibile travolgerlo, la sentì penetrargli fin dentro le ossa ed
afferrare la sua anima permettendogli di riemergere dalle tenebre in cui per
troppo tempo era stata sepolta. Fu costretto a tenersi saldamente al lavello
per non finire a terra, come un esplosione nucleare il ricordo di una vita
intera gli comparve davanti agli occhi, impiegò un solo secondo per
riconoscerla. Ma d'altronde che non riconoscerebbe la proprio vita. In un
attimo gli fu tutto chiaro, ricordava finalmente la sua vera identità.
Senza perdere altro tempo decise
di scendere in strada per cercare di capire cosa fosse successo, infilò i primi pantaloni che trovò per casa,
una maglia e chiuse al meglio la cerniera dei suoi stivali. Ora capiva perché non
poteva farne a meno.
Susan Shandy
sentiva spesso pronunciare dalle persone quel famoso modo di dire: sentirsi
come un pesce fuor d’acqua. Ed erano proprio le parole più adatte per descriver
quello che provava. Se ne stava seduta sul suo sgabello a chiedersi il motivo
che l’aveva spinta ad accettare la richiesta della proprietaria del locale,
essendo così costretta a passare i pomeriggi da Granny’s
a cantare vecchie canzoni ai quei pochi clienti che occupavano la tavola calda
in quell’ora e che annoiati la ascoltavano distrattamente. Per quanto la
ragazza si sforzasse non riusciva a capire cosa ci fosse di tanto bello nella
sua voce e perché dovesse essere pagata per essere ascoltata. Al termine della canzone si
concesse qualche minuto per legare i lunghi capelli rossi e far vagare gli
occhi per la stanza, ad ascoltarla c’erano soltanto un Leroy
sicuramente troppo ubriaco per capire anche una sola parola di ciò che stava
cantando, altri di cui ignorava il nome, poi Ruby e sua nonna. Schiarendosi la
voce tornò a fissare il vecchio microfono davanti alla sua bocca, non aveva
nessuna voglia di ricominciare perciò decise di prendersi altro tempo. Bevve un
sorso d’acqua, nel sentire quel liquido fresco scenderle lungo la gola un
brivido le si arrampicò lungo la schiena, le succedeva spesso. Sentiva quella stessa acqua scorrerle nelle
vene, ma ogni volta decideva di banalizzare la sensazione come quella di una
persona che semplicemente placa la sua arsura.
Viveva sempre accompagnata da un’implacabile
sete che neanche la più pura delle acque riusciva ad acquietare, ma decise di abbandonare
i suoi pensieri e di ricominciare a lavorare. Stava appena aprendo la bocca per
cantare la prima nota quando un qualcosa di invisibile e magico la
investì. Un terremoto silenzioso stava
scombussolando la sua anima, tutti i ricordi le balenarono davanti, quello che
per ventotto anni era rimasto celato sotto un muro invisibile nella sua mente
stava riaffiorando. Riuscì finalmente a riprendere il controllo di se stessa,
ora riusciva a capire tutte le sensazioni che ogni giorno la pervadevano e la
sete implacabile che in ogni momento sentiva.
Le bastò guardarsi intorno per
capire che anche agli altri era successa la stessa cosa, stavano ricordando
tutti la loro vita, la maledizione era stata finalmente spezzata. Si precipitò fuori dal locale e vide tutti gli altri
abitanti della città in strada e sorrise. Finalmente tutti si erano ritrovati,
finalmente non erano più soli. Tutti,
tranne lei.
Salve! Ho finalmente deciso di scrivere un Long
su questo telefilm che amo, e spero davvero che vi piaccia perché la sto plotando da tipo due mesi ed ancora non ne sono convinta
^_^
Questo primo capitolo doveva essere più lungo ma
ho deciso di dividerlo in due parti creando questa specie di PrologoPrimo Capitolo.
La fan fiction non parla solo di questi due
personaggi ovviamente, ma di tutti gli abitanti di Storybrooke
che conosciamo ed altri ancora. Spero davvero che sia stata chiara in questo
primo capitolo di poche righe e che vi sia piaciuto!
Grazie per avermi letta fin qui. Bacii! <3