Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: OneLastDream    11/02/2013    1 recensioni
"Com'è essere catapultati nei giochi cruenti a soli dodici anni? com'è sembrare il più debole nel luogo dove nessun errore è perdonato?"
Dove scampare al primo bagno di sangue è la tua unica salvezza, non puoi perdere tempo in inutili pensieri.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Thanks for make me a fighter.




''60, 59, 58..''
Il conto alla rovescia sembrava infinito, quei sessanta secondi che mi separavano dal bagno di sangue che tra lì a poco sarebbe avvenuto, furono la più grande attesa della mia vita.
Guardai ognuno dei ragazzi che mi stavano intorno. Di faccia in faccia li osservai tutti, in quel minuto che pareva interminabile, in quel minuto che non scorderò mai.
Vidi la paura, l'orgoglio, la consapevolezza di andare contro morte certa negli occhi di ognuno dei tributi che da lì a poco sarebbero diventati la mia più grande minaccia.
E io? Io cosa stavo provando? Nulla.
Eimew me l'aveva detto, mi aveva chiesto per il mio bene di annullare tutti i miei sentimenti, di diventare un'arma.
Ero la più piccola nell'arena, ero considerata una ''preda facile'', lo sapevo benissimo. Per questo accettai quel consiglio, per questo decisi di annullare completamente la parte umana di me, per questo decisi di diventare un'arma, almeno fino alla fine dei giochi, almeno finchè non sarei uscita da quell'arena vittoriosa.
E se non li avessi vinti? poco importa. Quello, per ora, non era il mio più grande problema.
Ogni singola cellula del mio corpo era concentrata su una sola cosa, la sopravvivenza. Non mi sarei arresa per nulla al mondo e pensai che forse quella era la mia arma migliore. Tutti mi avevano catalogato come ''debole'' da quando ero salita su quel maledetto treno e, sinceramente, avevo una gran voglia di sbattere la mia forza davanti a tutti quelli che avevano solo provato a pensare che io non fossi abbastanza per sopravvivere nell'arena.
''3,2,1. Signore e signori, che i ventiduesimi Hunger Games abbiano inizio!''
La voce dell'annunciatore mi risvegliò dai miei pensieri. Al suono di quell'ultima frase iniziai a correre verso lo zaino più vicino, senza curarmi degli altri tributi.
Ero agile e negli sprint ero abbastanza forte, per questo mi lanciai subito verso la Cornucopia. L'unica cosa a cui non avevo riflettuto era il ritorno.
Non ebbi il tempo di darmi della stupida che arrivai a qualche centimetro dallo zaino. Lo afferrai e iniziai a correre verso la fitta foresta pluviale che l'arena ci offriva, lì avrei trovato riparo.
Corsi a perdifiato per quei venti metri che mi separavano dal mio probabile rifugio continuando a non curarmi di quello che gli altri stavano facendo.
Sentivo rumore di lotta, e a dire tutta la verità mai mi sarei girata a guardare e se non fosse stato per il fatto che vidi un coltello passarmi a venti centimetri dall'orecchio e conficcarsi nell'albero più vicino, forse ci sarei anche riuscita.
Non me la sentivo di abbandonare lo zaino, così entrai nella foresta, sperando di non essere seguita.

Era il mio secondo giorno in quell'inferno. Ero riuscita a trovare una specie di grotta, abbastanza grande da farmici stare, abbastanza piccola da non poter fare entrare nessun altro.
Nella giornata precedente, notte compresa, erano morti circa dodici ragazzi dei ventiquattro. Dal mio rifugio non ero riuscita bene a vedere i volti, ma i colpi di cannone erano stati ben chiari.
Quella mattina avrei dovuto cercare dell'acqua e dei viveri, ma non me la sentivo ancora di uscire fuori. Forse l'avrei fatto durante la notte.
Avevo come piano di rimanere nascosta tutte le ore del giorno e di uscire solo quando il sole sarebbe calato, in modo da diventare più furtiva, come un gatto o una cosa del genere. Sicuramente ci sarei riuscita a rimanere nascosta per tutta la giornata, se non fosse stato per quella lotta.
Penso che erano verso le quattro del pomeriggio che accadde, ma trovandomi in un mondo estraneo a quello in cui vivevo di solito, non posso esserne certa. Stavo riposando, chiedendomi cosa mia madre e mio padre stessero facendo in quel momento, quando sentii da fuori dei rumori di passi.
Erano leggeri e, se non fossero stati così vicini, sicuramente non sarei riuscita a sentirli.
Bloccai ogni mia parte del mio corpo e cercai di rallentare il respiro, in modo da non farmi sentire.
Il silenzio durò per circa cinque minuti e iniziai a credere di non aver sentito nulla, che era stato tutto frutto della mia fantasia.
Fu dopo tre secondi contati che iniziò la lotta. Due tributi, fuori del mio rifugio avevano appena iniziato a combattere. Ci andavano giù pesante da quanto riuscivo a capire sentendo solo i rumori delle armi, spade o coltelli sicuramente, e dai rumore dei gemiti.
Impugnai il mio coltello, quello che un tributo mi aveva lanciato il giorno prima, e sperai di non doverlo usare.
Restai immobile con il fiato sospeso fino a quando il ragazzo che stava sicuramente perdendo parlò.
-i tuoi coltelli non feriscono.- biascicò.
Spalancai gli occhi, avevo riconosciuto la sua voce. Era il ragazzo del mio stesso distretto. Chiusi gli occhi per un secondo e mi feci forza. Se lo avessi abbandonato in quel momento tutti a casa mi avrebbero odiato, pensai velocemente. L'unica cosa che potevo fare era sfruttare l'elemento sorpresa per colpire l'avversario.
Aspettai quindici secondi e dopo uscii. Ebbi la fortuna di trovarmelo di spalle e di averlo fatto distrarre dal mio compagno di distretto. A quel punto, con il coltello in mano gli lasciai una ferita abbastanza profonda sulla pancia, al livello degli addominali, cosa che lo fece piegare e che diede l'opportunità al mio 'compagno' di dargli il colpo finale.
Osservai quella scena con gli occhi spalancati e, stranamente, non mi colpiì per nulla.
Guardai il ragazzo che era accanto a me, aveva una ferita sul braccio e mi stava fissando.
Forse stava pensando di uccidermi, quindi, presi tutto il coraggio che mi rimanev, gli tesi la mano e dissi
-In due avremmo più possibilità di sopravvivere, alleati?-


AngoloAutrice.
Ehi, bella gente.
Beh, vorrei prima di tutto ringraziarvi per aver letto tuuuutta la OS fino in fondo.
Oh, si, me vi ama tanto tanto forte per questo *abbraccia* .
Che dire a proposito di questa ff? Beh... si, è un vecchio lavoro, è il primo giorno dei giochi da parte del tributo più giovane e... oddio, non sono brava in queste cose >_<
Vabè, mi levo dalle scatole prima che possa dire qualcosa di incoerente lol
Un bacio,
M.

Ps. Una recensione *anche maligna* fa sempre piacere :')



  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: OneLastDream