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Autore: ehiitsvee    11/02/2013    2 recensioni
"- Posso anche passare sopra al fatto che tu sia completamente fuori di testa, che tu abbia ventidue anni e che ti ostini a parlare con un peluche, posso anche passare sopra al fatto che non esci mai la sera se non per lavoro e passi il tuo tempo a guardare serie di telefilm assolutamente trash, posso anche passare sopra al fatto che spendi tutto ciò che guadagni su Ebay per comprare cose inutili di cui non ti fai nulla, posso anche passare sopra al fatto che tu non abbia mai avuto un ragazzo ma, diamine, non posso passare sopra al fatto che mi piaci nonostante tu sia praticamente un'aliena. Lo trovo controproducente, diamine.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Okay, niente panico.
Devo solo aprire la mail e controllare gli accrediti sulla carta di credito. Non sono Becky Blomwood, insomma, e ho tenuto d’occhio le mie spese, almeno per questo mese. Okay, a parte magari due cosine. Per esempio quel vestito favoloso che ho ordinato da Londra. E quell’imperdibile occasione, tutti i cd della mia cantante preferita dei tempi del liceo in sconto speciale su Ebay.
Ecco, è questo il problema. Ebay. L’ho scoperto da poco e ho scoperto che è ottimo per avere tutto quello che vuoi senza dover uscire di casa. Basta qualche click e in pochi giorni ti arriva tutto ciò che vuoi direttamente nel tuo appartamento.
Ebay è nato apposta per tentare le giovani donne single che detestano mettere il naso fuori di casa ma che hanno il pallino dello shopping, accidenti.
Respiro profondamente e apro la mail. Scorro tutti gli acquisti – diavolo, sembrano parecchi tutti insieme – e arrivo alla cifra finale.
1872,54.
Ho speso milleottocantosettantadue dollari e cinquantaquattro centesimi. Sulla carta di credito, su questa ovviamente, ne ho più di una, conoscendomi, avevo duemila dollari. Quindi, se la matematica non mi inganna, non ho uno scoperto.
Non ho uno scoperto.
- Evvai!
Mi alzo per spiccare un salto e esprimere tutta la profonda gioia che sento. Il che, se fatto con un tacco dodici, non  è consigliabile perché rischio di prendermi una storta mortale.
Maledetto lavoro.
Mi controllo allo specchio, sperando che tutto quel saltellare non mi abbia danneggiato il trucco che ho impiegato un’ora a mettere. Stasera devo essere carina perché ho un’eccitante turno di lavoro che va dalle otto alle due di notte grazie al quale guadagnerò altri soldi da spendere online.
Ho giusto visto quel nuovo profumo della Guess …
Il campanello suona.
Una consegna alle sette di sera? Beh, poco male, il corriere si sarà perso o sarà in ritardo. Cosa dovrebbe arrivarmi oggi? Forse quella borsetta Armani  che ho preso due settimane fa in saldo o quella sciarpa di Danny&George  che dovevo assolutamente avere o forse sarà quel delizioso completino vintage che ho comprato per una miseria su Ebay. No, no, penso sarà il cofanetto con le sette stagioni di Gilmore Girls. Che poi in realtà insieme a quello dovrebbe anche arrivarmi la terza stagione di Pretty Little Liars li ho ordinati lo stesso giorno.
Non è nulla di ciò, in realtà. Aprendo la porta mi trovo davanti Finn.
Okay, non è Finn, perché Finn è un personaggio di Glee, né tantomeno può essere Cory Monteith  anche se è canadese.  Poi il tipo che ho davanti ha un tatuaggio su un braccio, che Cory non ha mai avuto, ma voglio concedermi per un attimo di sognare che Finn Hudson ha bussato alla mia porta.
- Ehi, mi chiamo Pierre.
- Finn, - dico automaticamente per correggerlo e quello mi guarda con due occhi sgranati che per poco sembra che gli cadano per terra.
- Cosa? – domanda, sconcertato.
Evvai, che grande figura.
- No, ehm, volevo dire, piacere, Pierre. Cosa ti porta qui? Una consegna? – domando, speranzosa e sbircio dietro di lui alla ricerca di un pacco per me.
- Non esattamente, sono il tuo vicino.
Alzo un sopracciglio. Io non ho un vicino. Da una parte, di fianco a me, abita una vecchietta che non somiglia proprio niente a Finn. Okay, Pierre. Dall’altra c’è un appartamento vuoto.
- Non ho vicini, - gli rispondo.
Che sia un maniaco?
- Sì, cioè, abito nell’appartamento a destra del tuo da almeno due anni!
Finn, cioè, Pierre, sembra un tantino sconcertato.
- Non ci vive nessuno lì. È sempre vuoto.
Okay, d’accordo, magari non ho esattamente una grande vita sociale, ma so quando ho o non ho un vicino. E in quell’appartamento non ho mai visto entrare o uscire nessuno, né ho mai sentito una televisione, una radio o qualunque altro rumore.
- Beh, sono via spesso per lavoro ma ci vivo. E sento ogni volta che ti metti a parlare da sola, o con la televisione o ti metti a cantare.
No, eh. Ho sempre fatto quel che accidenti mi pareva confidando nella sordità della mia vicina.
- Anzi, sei abbastanza seccante a dire il vero, perché ti vengono quegli attacchi di parlantina sempre dopo mezzanotte e inizi a stressare Teddy (tra l’altro, chi è? Il tuo ragazzo?) su cosa comprare su Ebay o su quanto sia da pauuuura Zac Efron in ‘Le parole che non ti ho detto’.
Okay, lui è davvero il mio vicino.
Che vergogna, cavolo. Somiglia a Finn Hudson e sono già riuscita a farmi odiare da lui ancora prima che mi conoscesse. Ho sempre avuto fortuna con gli uomini, immagino si noti.
- Ah, okay, ehm, cosa ti porta qui, Signor Vicino? – domando, desiderando che il pavimento mi inghiotta.
Finn, cioè, Pierre si gratta la testa: - Ecco, il fatto è che sono chiuso fuori di casa.

 

*

 
Io non ho una chiave per Pierre. Non sapevo nemmeno che lui esistesse, figurarsi avere la chiave del suo appartamento. Eppure lui mi guarda come un cagnolino ferito e io gli ripeto per la trentesima volta che no, non ho una chiave per lui.
- Ma … io ho sonno, - mi dice.
- Ti do del caffè, - rispondo, buttando un’occhiata all’ora. Devo partire fra cinque minuti o arriverò tardi al lavoro.
Vado in cucina e recupero la macchinetta per il caffè che mi hanno regalato a Natale e che uso come porta abiti, la sistemo e cerco di preparare un caffé degno di tale nome.
Quando dalla macchinetta esce un bip arrabbiato e mi ritrovo una tazzina piena di un liquido scuro che più che caffè sembra melma. A Pierre andrà benissimo.
Torno di là con la tazzina, ma ormai il caffè non serve più: si è addormentato. È rannicchiato sul divano, con la testa appoggiata sui cuscini e dorme così bene che mi sembra un sacrilegio svegliarlo.
E io devo andare assolutamente al lavoro.
Gli lascio un biglietto in cui gli dico che se si sveglia e non ci sono mi può trovare o al locale di fronte al condominio oppure che può anche uscire e tornare nel suo appartamento se ritrova le chiavi. Comunque, tornerò per le due e mezzo quindi non deve preoccuparsi.
Non sono molto tranquilla a lasciare uno sconosciuto solo i casa mia, soprattutto con tutti quei tatuaggi. Mi sanno di persona poco raccomandabile, così vado al piano di sotto a chiamare James, un simpatico sedicenne che, quando ancora avevo un criceto, si era offerto di accudirlo mentre io ero in tournée.
- C’è James? – domando a sua madre e lei me lo chiama.
- Nina! Hai comprato un altro criceto? – mi domanda.
Arriccio il naso. Sa perfettamente che Paddington, il mio defunto criceto, è morto perché mi è caduto dal terrazzo. Cioè, si è lanciato da solo, io volevo solo fargli vedere il panorama.
- No. Ma dovresti dare un’occhiata a un uomo che è nel mio appartamento.
Cala il silenzio e persino il padre di James toglie l’audio alla televisione.
- Nina, hai un uomo? – mi domanda, sconvolta, la madre di James.
Okay, non sarò famosa in quanto adescatrice di ragazzi, ma tutto questo stupore mi sembra eccessivo e anche umiliante oserei dire.
Scuoto la testa: - No, è il mio vicino, Pierre.
Sguardi smarriti fra James e la madre: - Non c’è nessun Pierre qui!
- No, c’è. Gli ho dato io l’appartamento a fianco del tuo Nina, due anni fa, ma ci viene raramente, non l’ho praticamente più visto. Ma sì, è proprio lui. Gran bel giovanotto Nina, ma non è un po’ troppo grande per te?
Voglio prendere a testate qualcosa di contundente: - Non è il mio ragazzo, è la prima volta che lo vedo. Mi è piombato in casa perché ha perso le chiavi e si è addormentato sul mio divano.
Il padre e la madre di James si lanciano un’occhiata complice.
Morite.
- James, non è che puoi tenerlo d’occhio? Cioè, sai, non mi va di lasciare qualcuno da solo nel mio appartamento.
James non se lo fa dire due volte. Ho una collezione di dvd da paura e so che lui appena ha l’occasione viene a vederne uno nel mio appartamento.
Lo accompagno su e gli faccio vedere Pierre, che nel frattempo ha iniziato a sbavare sul mio cuscino. Ew.
James fa un salto indietro: - Oh, cacchio, ma è …?
Gli sorrido: - No, non è Finn. Magari. È solo il mio palloso vicino.
Poverino, anche lui vittima del troppo Glee.
James fa una faccia strana, al di la della quale vedo l’ora.
- Davo scappare!  - esclamo, - Tienimelo d’occhio Jamie, confido in te. Se si sveglia fagli leggere il biglietto che c’è sul tavolino vicino al divano. Corro via e l’ultima immagine che ho è quella di James che guarda Pierre e poi me, allucinato. Oh, diamine, non ha mai visto qualcuno che somiglia a un attore famoso?

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Lo so è troppo asdfghj invidiatemi uu
  
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