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Autore: Kuro_rin    11/02/2013    5 recensioni
salve gente, eccomi con una nuova long, nonostante una già incorso!( sono la vecchia Safe)...Levy è decisa più che mai a prendere sul serio le parole di Gajeel e, per riuscire nel suo intento, ha bisogno di aiuto, ma questo è solo l'inizio! con la creazione di un nuovo, straordinario Team, anche le missioni saranno allo stesso livello...spero di avervi incuriositi con questa mini storia che conterà al massimo 7 capitoli! grazie a tutti quelli che leggeranno!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Pantherlily, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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per quella promessa 2

Levy non si aspettava per niente un rumore del genere.

Uno scroscio di risate le invase le orecchie pochi secondi dopo la sua dichiarazione; fece saltare lo sguardo da una parte all’altra del salone, in preda alla sorpresa: tutti, dal primo all’ultimo, ridevano di gusto.

“ Certo, come no! Bello scherzo Levy, davvero!”

“ Ti sei fatta contagiare da quel folle di Natsu!?”

“ Però stai bene vestita così!”

La ragazza non poteva credere alle sue orecchie: si voltò velocemente verso il rosato e il piccolo Happy, in cerca di aiuto: cosa poteva fare adesso? Nessuno aveva preso sul serio quello che aveva detto e, di conseguenza, anche per Gajeel sarebbe stato così?

“ Smettetela, non stiamo scherzando!” protestò Natsu, stendendo il braccio.

“ Aye!” gli fece eco l’amico.

Nessuno era intenzionato a smettere di ridere!

La maga del Solid Script tornò a guardare il volto del ragazzo di fronte a lei: non aveva mutato la sua espressione dura e seria, anzi, la fissava, in attesa di qualcosa! Ma cosa? Cosa si aspettava che facesse?

Presa dallo sconforto, la piccola ragazza trattene le lacrime che sentiva gonfiarle gli occhi: abbassò la testa, serrò i denti e strinse i pugni lungo i fianchi: “ FATE SILENZIO!” tuonò.

E così fu.

“ Io parlo sul serio,” riprese dopo qualche secondo, “ non mi sognerei mai di scherzare su certe cose!”.

 “Gajeel,” disse ancora, rivolta al moro, “ ti aspetto domani mattina alle dieci in punto, davanti al cancello Est della città!”

“ E vieni da solo!” aggiunse subito dopo, puntandogli il dito contro e ammiccando leggermente al resto della gilda.

Finito di parlare e preso un lungo respiro, girò sui tacchi e si diresse a grandi passi verso il portone di ingresso.

Il Dragon Slayer del fuoco e il piccolo Exceed la seguirono velocemente nel cortile subito fuori: la ragazza si era impalata pochi metri più avanti, con i muscoli tesi e il respiro pesante; i due si avvicinarono con cautela.

“ Levy?” la chiamò il micio

“ C-Che vergogna…” singhiozzò lei, coprendosi il volto con le mani.

Natsu le poggiò una mano sulla spalla: “ Non preoccuparti” disse apprensivo, “sono sicuro che verrà!”.

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“ Non posso credere che parlasse seriamente!” protestò Lucy.

“ Perché no? In fondo si è allenata duramente per questo!” rispose il rosato, avendo dovuto raccontare ai presenti come avevano speso quelle settimane, a seguito di numerose minacce da parte della bionda.

“ E’ davvero ammirevole!” ridacchiò la rossa, prendendosi il mento tra le dita.

“ Erza,” piagnucolò la maga degli spiriti stellari, “ non darle corda! Non ti rendi conto che è una follia?”

“ Non farla tanto tragica! Levy è una ragazza intelligente: avrà avuto un motivo più che plausibile per sfidare Gajeel a quel modo!” si intromise Gray.

“ Ma…”

“ Oh insomma! Sei la sua migliore amica: dovresti incoraggiarla, non darle della folle!” borbottò il rosato.

Per tutta risposta, la bionda sospirò debolmente arresasi all’evidenza che, qualunque cosa avesse mai potuto fare, la blu non avrebbe mai cambiato idea.

In un disperato tentativo di trovare un’ ultima ancora di salvezza, Lucy cercò con sguardo preoccupato il Dragon Slayer del metallo: era sparito.

Così, sospirò a labbra serrate e bevve in un sol sorso il succo che aveva davanti.

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Che cosa avrebbe dovuto fare?

Sarebbe dovuto andare all’appuntamento? Certo, il suo sguardo era decisamente accattivante: fosse stato qualcun altro, probabilmente avrebbe ghignato e l’avrebbe menato seduta stante.

Eppure lei gli aveva dato un luogo e un’ora.

Non poteva fare a meno di pensare che fossa per quella cosa, quella provocazione che le aveva lanciato quelle volta, su quella stupida isola.

“ E che cazzo!” tuonò il moro, battendo i pugni sul davanzale della finestra.

“ Gajeel, tutto bene?” chiese Lily, affacciatosi dalla cucina.

“ Si…scusami, stavo solo pensando!”

“ Ah!”

“ Come sarebbe a dire ah!?” chiese, voltandosi con sguardo truce verso l’amico.

“ No niente; solo è raro che tu ti metta a pensare!”

“ Ah, grazie tante!” rispose acido.

“ Non fraintendere! C’entra qualcosa quello che ti ha detto sta mattina Levy?” chiese.

Il mago non rispose, ma tornò a guardare fuori dalla finestra, lontano, verso i campi coltivati che si intravedevano oltre il cancelletto della loro abitazione.

“ Mi domando se sia per quello…” disse vago.

“ Quello?” chiese di rimando l’Exceed, alzando un sopracciglio.

“ No, niente!” disse, per poi alzarsi e camminare in direzione della cucina.

Lily, che non si lasciava sfuggire nulla delle innumerevoli espressioni del proprio compagno, non domandò altro, ma si limitò a trottargli dietro per iniziare la cena.

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Ormai sull’erba si era disegnato un profondo solco circolare, tanto lo aveva marcato passeggiando nervosa avanti e indietro.

Levy non aveva chiuso occhio tutta la notte e il giorno della sfida si era presentata all’appuntamento con un’ora di anticipo: all’inizio si era seduta su un mezzo tronco trovato li vicino, aveva tirato fuori un libro e si era messa a leggere; dopo appena dieci secondi lo aveva gettato a terra e preso a calci, poiché doveva entrare nello spirito e certo il passatempo della lettura non si addiceva ad un pre-combattimento.

Per tutto il resto del tempo si era messa a trottare avanti e indietro per la piccola radura che precedeva l’uscita dalla città, borbottando frasi sconnesse.

Finche, sentendo in lontananza dieci rintocchi dalla grande campana della cattedrale, la maga non si arrestò.

Si voltò di scatto: “ S-Sei puntuale!” affermò, con una certa tensione nella voce.

“ Veramente è una decina di minuti che sono qui!” affermò Gajeel con un’alzata di spalle.

“ C-Cosa?!”

“ Ho potuto ammirare tutto quel bel lavoro che hai fatto al prato!” rispose sarcastico.

La blu non si mosse di un millimetro, non ribatté all’affermazione del ragazzo e non smise un secondo di guardarlo negli occhi: era venuto, era venuto per davvero! Si era vergognata tanto della figuraccia che aveva fatto il giorno prima in gilda e ci avrebbe scommesso la testa, lui non sarebbe mai venuto.

Gli sembrava quasi un miraggio, tanto che ridusse gli occhi a fessure, quasi a voler vedere se sarebbe scomparso di li a poco.

“ Voglio una spiegazione!”

Il tono secco e impetuoso del moro la fecero tornare alla realtà: “ a che proposito?” chiese.

“ A questo,” disse, indicando tutt’attorno la radura, “ alla scenetta che hai messo in piedi ieri con quel disagiato di Salamander, allo scontro…”

Doveva saperlo. Il dubbio che gli frullava nella testa dalla sera prima lo consumava dall’interno e non gli lasciava un attimo di tregua: era per la promessa che le aveva fatto quella volta?

Dio, avrebbe dato di tutto per levarsi quell’atroce peso dall’animo.

Lei rimase in silenzio: abbassò lo sguardo perplessa, come chi non  riesce a mettere ordine nei propri pensieri.

Rifletté un attimo, finche non alzò lo sguardo verso Gajeel: “ Te lo dirò solo se mi batti!” affermò decisa.

“ Tsk, allora ti conviene dirmelo subito!” le rispose lui incrociando le braccia, con quel suo tono da superiore e sicuro di sé.

Per tutta risposta, Levy gonfiò le guance imbarazzata.

“ Guarda che mi sono allenata!” rispose acida.

“ Non ho dubbi!” rispose calmo lui, mentre a grandi passi la raggiungeva.

Rimasero fermi: lei con lo sguardo leggermente spaesato, come in attesa di un qualche segnale o ammiccamento da parte del ragazzo per procedere allo scontro; l’altro con le braccia incrociate e un velo di imbarazzo sul volto.

Glielo doveva dire?

“ Scusa se interrompo questo magico momento gamberetto, ma di solito nei combattimenti uno dei due sfidanti dovrebbe iniziare, sai, ad attaccare!” spiegò  sarcastico.

“ Oh…certo, è ovvio!” rispose la ragazza con un’alzata di spalle.

Giusto quello che ci voleva, un’altra figura da fessa: ora era sicuro che Gajeel non l’avrebbe mai presa sul serio, ma d’altra parte cosa pretendeva? Si era lanciata in quest’impresa come un treno, orgogliosa e stupida, contro un avversario decisamente al di fuori della sua portata e senza una vera e propria esperienza sul campo.

E ora, ecco il colpo di grazia: se avesse avuto fra le mani un badile, probabilmente si sarebbe sotterrata per l’imbarazzo.

“ Cos’è, hai paura per caso?” chiese lui, con quel tono sfrontato e acidulo che gli aveva sentito usare spesso, “Eppure non mi eri sembrata così indecisa ieri, quando sei entrata in gilda mettendo in piedi quell’assurdo teatrino!”

Come si permetteva!? Lei stessa si era criticata, lo doveva ammettere, ma non avrebbe certo permesso a Gajeel di farle la predica al posto di lei stessa.

Era furiosa: inasprì i lineamenti del volto e strinse i pugni lungo i fianchi.

“ Questo mi fa pensare,” riprese il moro con una scrollata del capo, “ che forse non sarei dovuto venire all’incontro!”

Di nuovo quel tono, cavolo: ora non solo si sentiva stupida e imbarazzata, ma anche offesa; per chi l’aveva presa, per una ragazzina viziata che non sa come occupare i propri pomeriggi?

“ Mi sa che mi conviene tornare indietro: se già l’inizio si è rivelato così complicato, posso solo immaginare come s-.”

Non lo sentì arrivare.

Un colpo dritto e preciso, non così forte da rompergli qualcosa, ma d’istinto gli era venuto di pararsi il volto con l’avambraccio: era stato completamente colto di sorpresa, tanto che sgranò gli occhi e lo stupore crebbe quando, dissoltosi il polverone, notò due grossi solchi sotto i piedi.

Alzò lo sguardo: Levy era ferma di fronte a lui, leggermente protesa in avanti e con i pugni serrati, avvolti da un’insolita aria bluastra; lo sguardo fermo, fisso su di lui, e la bocca serrata.

“ Ghi ih, è proprio questo che volevo vedere!”

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L’aria sferzò, tagliata in due da un fendente del braccio del Dragon Slayer: la blu lo schivò al pelo, lasciandosi dietro qualche capello tagliato; saltò all’indietro aumentando la distanza tra lei e il ragazzo.

Aveva il fiato corto e la gola in fiamme: non aveva la più pallida idea di quanto tempo fosse passato, ma più andava avanti più sentiva il terreno cederle sotto i piedi; Gajeel invece, non aveva un solo graffio sul corpo, nonostante un paio di colpi della Scripter fossero andati a buon fine.

“ Sembri esausta, gamberetto!” ridacchio, ritraendo il braccio alle sue condizioni normali.

“ Vo-Vorrai scherzare!” tentò di dire, ripulendosi un rigolo di sangue dalle labbra.

“ Eccellente!”

Il moro partì con un sonoro scatto, lanciandosi direttamente contro la ragazza.

“ SOLID SCRIPT: WALL” urlò, prima di vedersi comparire davanti un’imponente muro di cemento.

Non passarono neanche tre secondi che se lo vide crollare rovinosamente addosso: riuscì a togliersi, senza però accorgersi di un altro attacco.

Si voltò di scatto verso destra, da cui sentì provenire un leggero sibilo: incrociò le braccia davanti al viso per parare il calcio di Gajeel.

Cosa che si rivelò poco utile: impotente sotto la potenza del ragazzo, la maga si sentì slittare indietro e cadere di botto sulla schiena, per poi rotolare poco più in là e battere la testa contro un albero li vicino.

Alzò il capo a fatica, tentando in tutti i modi di rialzarsi.

Non poteva permettersi di cedere adesso, non doveva fallire, non ora che finalmente…

“ Cos’hai intenzione di fare?” la voce roca del ragazzo le arrivò alle orecchie ovattata e distante.

Quasi istantaneamente, una lacrima solitaria le rigò la guancia, come a ricordarle quanto debole fosse in realtà, nonostante volesse apparire diversa.

Ma era quella la sua natura: delicata e fragile come un petalo di ciliegio, destinato a soccombere ai venti, senza mai potersi ribellare.

Lo guardò negli occhi, stanca e tremante: “ I-Io…non posso, non ce la faccio più!” rispose in un sospiro, prima di abbassare pesantemente il capo e sedersi mollemente sull’erba.

Dal volto del ragazzo era completamente sparito quel velo di sarcasmo e sfrontatezza che si portava dietro dall’inizio dello scontro; si accovacciò di fronte a lei, senza parlare, riempiendosi le orecchie dei suoi singhiozzi.

“ Ora che ho vinto,” disse pacato, “ mi vuoi dire il motivo di tutto questo?”

“ P-Per quella promessa!” rispose la blu, senza alzare il volto.

“ Che?” chiese stranito, con una goccia che si formava lentamente sulla testa.

“ Sull’isola di Tenrou…d-durante, durante l’esame di Classe S!” disse, passandosi una mano sugli occhi.

Allora aveva avuto ragione fin dall’inizio! Cavolo, non poteva crederci: quella piccoletta aveva davvero preso così alla lettera le sue parole?

Non poteva più trattenersi!

Scoppio a ridere come un pazzo, tanto che cadde all’indietro, tenendosi la pancia!

Levy non poteva credere alle proprie orecchie: si stava forse prendendo gioco di lei?

“G-Gajeel!?” disse, puntando esterrefatta gli occhi sul ragazzo sdraiato supino di fronte a lei.

Niente, era come se non la sentisse: si portò una mano aperta a coprirgli gli occhi, senza smettere di ridere; per un momento la blu pensò che sarebbe scoppiato come un palloncino.

“ Dai, smettila! Non c’é…nulla, nulla di divertente!”

Disse così, ma allora perché stava iniziando a ridere a sua volta? L’aveva contagiata con la sua follia da Dragon Slayer?

Il moro si tirò a sedere di scatto: “ Tu…tu sei davvero incredibile!” disse tra un mugugno e l’altro, prima di scoppiare nuovamente in una sonora risata!

“ Che intendi?” chiese, tornando, almeno lei, ad avere un po’ di contegno.

Il ragazzo,dopo essersi ricomposto, stese le braccia contro l’erba fresca del prato: “ Non posso credere che tu mi abbia preso sul serio!”

“ Perché dici questo?”

“ Perché pensavo che non mi stessi nemmeno ascoltando in quel momento! Eri arrabbia, me lo ricordo benissimo!” disse, “ E mi ricordo anche che, nonostante abbia provato a provocarti, mi hai zittito e sei corsa via!”

La ragazza gonfiò le guancie: “ Bhe, certo non mi hai provocato nel modo giusto!”

“ Non credo esista un modo giusto: con Natsu basta dire ehi, combattiamo moscerino che quello si infervora come un pazzo!” affermò il moro.

“ Ma si da il caso che io non sia Natsu! In quel momento sembrava mi stessi prendendo in giro come tuo solito!” disse indispettita, gonfiando ancora di più le guancie.

Gajeel si portò seduto, trovandosi il viso a poca distanza da quello della ragazza: “ Su questo punto non ci trovo nulla di male!” ghignò.

La Scripter arrossì: “ C-Come sarebbe a dire?”

“ Nah, niente!” fece, per poi rialzarsi e fissare in lontananza la città.

“ Senti, Levy!” disse, dopo qualche istante.

La blu ebbe un leggero sussulto, cosa che succedeva in ognuna delle rare volte che si sentiva chiamare con il proprio nome: “ S-Si?” chiese, un po’ titubante.

“ Formiamo un team!” rispose, voltando lo sguardo verso di lei.

“ Eh?”

“ Un team! Io, te e Lily!” affermò, con lo stesso tono di qualcuno che fa la lista degli invitati a cena.

La ragazza rimase esterrefatta: creare un team era un passo importante per i componenti di una gilda; voleva dire assoluto rispetto gli uni per gli altri e totale fiducia.

Sentirlo dire da lui le fece pizzicare gli occhi.

“ Stai parlando sul serio?” chiese, a metà tra il titubante e l’euforico.

“ Assolutamente!” affermò con un assenso del capo, per poi poggiare le mani sui fianchi.

Levy portò una mano sul mento: ci stava pensando!

Sarebbe stata all’altezza di formare una squadra con Gajeel? la considerava davvero così tanto? Questi pensieri la riempirono di gioia: il cuore le batteva forte e, senza potervene fare a meno, un dolce sorriso le si dipinse sul volto!

“ Allora,” iniziò il moro, allungandole una mano per farla rialzare, “ ci stai?”

La ragazza vi ci appoggio la propria.

“ Si!”

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Fiuuuuuuu….devo dire che è stato un parto difficile!

Premetto col dire che, non avendo la più pallida idea di come combatta Levy, non ho particolareggiato molto lo scontro! Io però me lo immagino molto veloce, d’altra parte, nonostante l’allenamento, Levy è pur sempre Levy! Però ovviamente ognuno può vederla come vuole…potrebbe benissimo essere di un’epicità unica!
Vi chiedo scusa per l’attesa, ma in questo periodo non ho fatto altro che studiare…sono distrutta!
Inoltre chiedo scusa per l’OOC di Gajeel più o meno alla fine, ma volevo fare qualcosa di comico e carino allo stesso tempo e…bhe…è uscito un po’ un mostro!Cmq, come avete potuto leggere, i nostro eroi formeranno una squadra e, nei prossimi capitoli ( tutti auto conclusivi) vi racconterò le loro avventure.

Spero continuerete a seguirmi e spero il capitolo vi sia piaciuto.

P.S. se trovate errori perdonatemi, ma non ho ricontrollato!
Baci, Kuro_rin.

 

 

 

 

  
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