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Autore: FrecciaJones    12/02/2013    0 recensioni
Siamo ad una settimana dopo la 9x14. Dopo il bacio tra April e il nuovo paramedico, che inizialmente non turbato Jackson ma che successivamente l'ha messo in una situazione scomoda.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Era passata una settimana dal bacio tra April e Matthew e la loro relazione procedeva a gonfie vele. Lei aveva una nuova luce negli occhi , era diversa, bella, appagata e raggiante come non mai, e questo Jackson l’aveva notato.
 Il dottor Avery e la dottoressa Kepner passarono molto tempo insieme quella settimana in ospedale, seguivano entrambi un paziente ricoverato al Seattle Grace poco dopo la riapertura del pronto soccorso,un caso molto delicato, ma le uniche conversazione che ebbero furono relative al lavoro, e questo infastidì molto Jackson. Credeva fosse doveroso da parte di April dover fare un punto della situazione sulla sua storia con Matt, del resto lui l’aveva fatto, aveva cercato un riscontro in lei perché , nonostante tutto, era una persona importante per lui, tanto importante da metterla al corrente del suo rapporto con Stephanie, come se fosse doveroso da parte sua dare delle spiegazioni. “Forse” aveva pensato lui “non sa come dirmelo, forse ha paura di rovinare questa tregua che c’è tra noi”, per questo motivo si sforzava spesso nel creare condizioni adatte alla conversazione con domande come : “Come va? Che mi racconti? Va tutto bene?”.  Jackson però non arrivò al suo scopo e tutto ciò di cui era a conoscenza lo aveva dedotto da quel bacio, visto una settimana prima all’uscita dell’ospedale quando abbracciato a Stephanie si stava dirigendo alla macchina. Per quanto ne sapeva quel bacio poteva essere solo un caso isolato, magari non si erano più sentiti, magari niente c’era stato tra loro, anche se i continui sms e le continue telefonate che April riceveva gli facevano pensare il contrario. Inizialmente non aveva pensato tanto a questa storia, ma lavorare a stretto contatto con April per sette giorni di seguito lo portò a farsi sempre più domande, su lui, sul suo rapporto con Stephanie e sulla storia stroncata con la Kepner, e non aveva risposte, o almeno non così tante da mettere a tacere tutti i suoi dubbi.
-          “Non è meraviglioso?” disse la dottoressa Kepner uscendo dalla stanza del paziente.
-          “Cosa?” domandò Jackson.
-          “Riavere il proprio ospedale, il pronto soccorso, poter ricontare su quello che stavi perdendo”
-          “Già …”
-          “Insomma senza pronto soccorso non sarebbe arrivato questo paziente e noi non avremmo mai lavorato a questo caso, uno dei più straordinari della nostra carriera!”
-          “Senza pronto soccorso non avresti conosciuto quel paramedico” Jackson non voleva dirlo, ma lo disse, smozzando l’entusiasmo di April relativo all’intervento che avrebbero dovuto fare insieme.
-          “Che c’entra Matthew adesso?”
-          “Matthew? E’ così che si chiama?”
-          “Continuo a non capire Jackson …” aggiunse April prima di essere chiamata dall’infermiera.
I parametri vitali del ragazzo erano scesi, bisognava intervenire immediatamente e questo non lasciava tempo alla chiacchiere , nemmeno alle loro. Dopo qualche minuto e grazie all’intervento del defibrillatore i parametri tornarono stabili e quando tutto fu più calmo gli occhi dei due tornarono ad incrociarsi. Jackson capì di aver lanciato una bomba con le sue affermazioni e così, prima di dover rispondere alla domande di April, decise di lasciare la stanza senza dire niente, semplicemente perché non voleva altri punti interrogativi con cui dover fare i conti.
-          “Jackson aspetta!” ma lui era già andato via .
Poche ore dopo la sala operatoria era pronta per l’intervento, April si stava lavando quando arrivò Jackson che come se nulla fosse fece qualche domanda sul paziente . L’operazione fu più lunga del previsto, tanto da far saltare la pausa pranzo .
-          “E’ già ora di pranzo” disse April dando l’impressione di voler trovare un argomento su cui parlare
-          “Ho l’impressione che ci toccherà saltare la pausa pranzo dottoressa Kepner” aggiunse lo specializzando che si trovava in sala.
-          “Ecco perché dovresti farmi un favore …”
-          “Dica pure dottoressa”
-          “Devi andare giù, al pronto soccorso, nella seconda entrata a destra c’è Matthew , un paramedico, devi dire che non ce l’ho fatta a liberarmi per pranzo perché l’intervento sta andando per le lunghe e che lo chiamo io una volta finito”
-          “Va bene dottoressa, vado subito”
-          “Grazie”
Per un momento Jackson si fermò a guardarla aspettando di incrociare il suo sguardo, e quando lei alzò gli occhi non poté fare a meno di notare il sorrisetto, quasi sbeffeggiante, del dottor Avery.
-          “Dottor Avery faccia ridere anche me” disse April infastidita.
Ma un messaggio arrivato al cercapersone di Jackson le impedì di avere una risposta.
-          “Jo” disse Jackson rivolgendosi all’altra specializzanda “deve essere il mio cercapersone , aspetto la risposta dal laboratorio per avere altra pelle con cui fare l’innesto”.
Jo prese il cercapersone e con imbarazzo disse :
-          “Oh no signore nessuna pelle”
-          “Dannazione!Cosa c’è scritto precisamente?Hanno almeno qualcosa di animale compatibile?”
-          “Signore … io … non credo …”
-          “Che ti prende !Leggi quel maledetto messaggio!” disse Jackson interrompendo Jo
-          “Dopo l’intervento, stanza del medico di guarda , terzo piano, ti aspetto …”  . Se solo si fosse girato notando l’imbarazzo di lei , forse, avrebbe intuito che quel messaggio non aveva niente a che fare con il laboratorio e la pelle che aspettava “ E’ Stephanie dottore” e a sorridere di lui , in quel momento, fu non solo April, ma tutta la sala.
Finito l’intervento April uscì dalla sala operatoria senza nulla chiedere e questa volta fu Jackson a correrle dietro.
-          “April …”
-          “Che c’è Jackson?!”
-          “Credo di doverti delle spiegazioni”
-          “No, non devi”
-          “Ma voglio”
-          “E io non voglio sentirle! Senti , ci siamo già dati il tormento troppo con questa storia, quindi, perché complicare le cose? Io sto davvero, davvero bene con Matt, e tu , tu hai Stephanie”
-          “Non è lei che voglio … io voglio te!”
-          “No, io penso che tu ti senta come un bambino che si è accorto di aver perso il suo giocattolo solo quando ha visto il vicino di casa giocarci”
-          “April tu per me non eri un semplice passatempo”
-          “Forse non lo ero, ma era quello che cercavi tu, era quello che volevi … e adesso ce l’hai ma non sono io”.
Quella sera April andò a cena con Matthew e passò la notte con lui. Jackson invece cenò da solo e ad una notte con Stephanie preferì una birra da Joe.
  
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