15 Agosto 2012       11:37am

Ciao mi presento mi chiamo Marco ho diciotto anni, e sono di Portland, sarà strano, ma è la prima volta in tutta la mia vita che scrivo in un diario, non so nemmeno come chiamarti, ma ci penserò.
Comincio nel raccontarti di come sei diventato mio.
Come tutti i mesi di agosto, vengo a far visita alla nonna, che abita in campagna, un piccolo paesino, fuori città.
Appena arrivato con i miei genitori e mia sorella minore, siamo stati accolti dalla gioia dei nonni.
Mio padre era felice di rivedere i suoi genitori, colpa sua se li vede una volta l’anno, è sempre in giro per affari, lasciandoci sempre da soli a casa.
Sistemate le valigie nella mia camera, scendo di sotto, vedo la nonna venirmi incontro con un pacchetto, eri tu, lei è a conoscenza delle mie passioni verso la poesia, e della mia omosessualità.
Regalandomi questo diario lei pensa che potrei sfogare i miei pensieri in qualche modo, forse ha ragione, tentar non nuoce.
Eccomi qui seduto sotto l’albero di arancio nel campo degli Smith, qui posso pensare tranquillo, senza pensieri, e godermi le bellezze della natura.
Ora credo che dovrò lasciarti, solo adesso mi sono accorto che sull’albero c’è qualcuno.
Non riesco a vederlo bene, penso sia un ragazzo, sta ascoltando della musica credo, indossa delle cuffie.

A più tardi, ciao.

 
 
Chiuso il diario, alza la testa guardando meglio quel ragazzo, finalmente accorgendosi di lui, mette via le cuffie.
“ciao, non pensavo che venisse qualcuno qui giù”.
 Si affretta a scendere dall’albero porgendogli la mano.
“Piacere Daniel Smith, tu sei?” riprendendosi da tanta bellezza gli porge la mano afferrandola.
“Piacere mio Marco, Moli Marco”, stringe forte il diario al petto dal forte imbarazzo.
“Non sei di queste parti, vero?”, lo guarda incuriosito.
“No, sono qui in vacanza dai nonni” gli risponde in tutta fretta.                                                                                           
“Lo immaginavo, di dove sei?”
“Portland”
“Che coincidenza, anch’io”, gli sorride, “ti piace qui?” 
“Si tanto, adoro questo posto, hai detto Smith vero, sei un parente?”
“Si sono il nipote, questo è il primo anno che vengo qui. E’ un libro quello, cosa leggevi?”
“Ah no, questo è il mio diario”, gli sussurra arrossendo.                        
“Ah capisco, ti piace scrivere” gli parla senza mai togliergli gli occhi di dosso.
“S-sì, scrivo poesie”, arrossisce portandosi una mano ad aggiustare quei ricci che gli cadono in avanti, a causa del fresco venticello d’estate.
“Oh fermo ti si è impigliata una foglia tra i ricci”, gli si avvicina togliendola, “tieni, guarda è molto verde, se l’annusi senti tutto il profumo dell’arancia.” Gliela porge sorridendogli.
“Grazie” gli sorride.
“Beh è stato un piacere Marco, ora devo proprio andare spero di rivederti ancora da queste parti.”
“A-a presto”. Sorride guardandolo andare via, sedendosi sotto l’albero, sussurrando qualcosa al diario, “forse ho trovato un nome da darti, il nome di un angelo”.
Sorride mettendo la foglia di arancio in una delle pagine del diario, afferrando le cuffie dell’ipod e lasciarsi andare alle parole di Lana del Rey. 



+ Angolino scrittrice +
Questo è il primo capitolo -revisionato-
Spero vi piaccia, a presto <: