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Autore: StoryMaker    12/02/2013    2 recensioni
Non sei solo, qualcuno ti osserva...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Due anni fa, verso novembre ricordo, mi trovavo in camera mia... di solito dormo in stanza con mio fratello ma quella notte lui era a casa di un suo amico e così ero solo. Mentre cercavo di prendere sonno fui assalito da pensieri orribili, scene di morte e follie, tra le più ripugnanti che potessero esserci negli angoli più bui della mia mente. Accesi la luce per prendere un attimo di sollievo e tentare di allontanare qui pensieri.

Avevo la gola secca e dovevo andare in cucina a bere, ma dopo aver visto le mie paure non volevo... temevo di ritrovarmi davanti chissacchè, creature orribili strisciare nell'oscurità e manifestarsi alle mie spalle. Poi però presi fiato e continuando a ripetere che cose così non potevano esistere andai deciso verso la cucina.
 
Non mi voltai ne verso il bagno, ne verso il soggiorno... avevo paura di scorgere qualcosa.
 
Arrivai in cucina e accesa la luce mi riempii il bicchiere. Mentre bevevo fissavo la porta che dava sul corridoio, come fossi di guardia. Non accadde nulla...
 
Ora avevo finito di bere e dovevo ritornare in camera. Impaurito feci una corsa pazzesca, senza voltarmi e chiudendomi le porte dietro. Mi misi subito sotto le coperte e dopo aver dato un occhiata per la stanza spensi la luce. Pensavo a tutto cio di bello che poteva passarmi per la testa, mi stavo per addormentare...
 
Ad un tratto sentii un rumore, come un respiro ma più profondo. Immediatamente accesi la luce e diedi un occhiata in giro, ma... niente. Pensando che fosse solo mia suggestione mi rimisi sotto le coperte. E non sentendo più nulla di insolito mi addormentai...
 
Mi risvegliai però... nel cuore della notte, non per motivi particolari, però decisi di approfittarne per andare al bagno. Accesi la luce...
 
Una figura nera, semitrasparente, sporgeva dal pavimento, di fianco ad una sedia, e mi fissava. Come lo vidi la prima volta, non potei più dimenticarlo: era nero, il nero più scuro che avessi visto, sembrava il vuoto, la forma era umanoide ma orribilmente oblunga, i contorni della sua figura erano sfuocati... ma la cosa che mi rimase impressa nella mente fu la sua maschera, non una maschera qualsiasi. Era divisa in due, una parte bianca, con un sorriso sproporzionato che rivelava una lunga fila di denti e una cicatrice che traversava il foro dell'occhio; ed una parte nera, formata da metà teschio ed al posto del sorriso un urlo di rabbia e fame.  

Io rimasi fermo, non sapevo che fare... ero terrorizzato e volevo gridare ma avevo paura che a qualsiasi azione avventata sarebbe seguita morte certa.  Ad un tratto però la figurà si mosse, si allontanava in direzione della porta. Ma non se ne era andata, no. Vedevo la sua maschera che mi osservava dal corridoio.
 
Seguì un siblio di voci, tante voci, che parlavano qualche lingua antica, sconosciuta. Le sentivo nella mia testa. Io stavo sempre fermo, sotto le coperte, in attesa che tutto finisse. Ora andavano affievolendosi. La presenza non c'era più, era scomparsa nell'oscurità del corridoio.
 
Silenzio. Non una voce nell'aria. Mi alzai, lentamente, andai alla porta e la chiusi a chiave. Due mandate.
 
Tornai a letto. Ero troppo agitatò però per riuscire ad addormentarmi subito. Così passarono i minuti, e alla fine il sonno mi prese e caddi addormentato.
 
Il sonno fu piuttosto agitato, infatti mi svegliai altre volte. Tutto era normale però: cominciai a credere che quell'ombra era solo un incubo, un brutto sogno, che non fosse reale.
 
Ad un certo punto però mi svegliai per il freddo. Sentivo una corrente d'aria nella stanza. Accesi la luce...
 
La porta era aperta... la chiave in terra. Ma nessuno nella stanza. Mi alzai di scatto e chiusi la porta in fretta e furia, due mandate, la chiave la misi sotto al mio cuscino.
 
Come spensi la luce, però, risentii quelle voci. Stavolta non andavano affievolendosi, ma diventavano sempre più forti. Accesi la luce sconvolto...
 
Era davanti a me. Urlai...
 
Svenni, credo. L'ultima cosa che vidi prima di perdere i sensi fu il suo sorriso e sentii una voce dalle diverse tonalità che sussurrava alla mia mente: questo sangue pagherà sei anime.
 
Mi risvegliai che mi trovavo in soggiorno sul divano, i miei erano li, era mattina. Mia madre spaventata mi chiese cosa fosse successo. Io non sapevo che rispondergli, perciò mentii dicendo di aver avuto un incubo.
 
Passarono i giorni, poi i mesi e non vidi più la creatura... non ne parlai mai con la mia famiglia. Un giorno però seppi che un parente, mio zio, era morto... molti pensavano al suicidio perché nel periodo prendeva molte pillole anti-depressive. Andammo con la mia famiglia a casa sua, c'erano i miei nonni e la moglie del morto, mia zia. Vidi che aveva delle cicatrici sul petto. Tre in totale.
 
In seguito chiesi di poter utilizzare il bagno, e mi venne indicato in fondo ad un corridoio davvero lungo. Lo attraversai tranquillamente, entrai in bagno e uscito mi diressi subito verso gli altri. Ma mentre ripercorrevo il corridoio vidi che si era fatto buio dietro di me perché la porta del bagno era stata chiusa, come mi voltai appena stavo per girare l'angolo ed entrare in soggiorno lo vidi...
 
Ombra nera, che mi fissava da dietro una porta e tre lunghi coltelli sporchi di sangue che sostituivano la sua mano sinistra.
 
Sentii di nuovo un sussurro nella mia testa, diceva: altre cinque anime di questo sangue.
 
Le uniche persone collegate a mio zio dallo stesso "sangue" erano i miei due nonni paterni e mio padre. Questo faceva si automaticamente che anche mio fratello ed io fossimo collegati. Sei anime, e ne mancavano cinque.
 
Dovevo solo aspettare il mio momento.
  
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