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Autore: Kiya Siph    12/02/2013    3 recensioni
[MadotsukixMasada implicito]
"Magari, un giorno o l'altro, ci incontreremo da qualche parte, lontani da questa colorata e solitaria stanza, senza più Nasu a farmi compagnia.
Ma soprattutto, senza i miei raccapriccianti, spaventosi e tanto adorati sogni."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: la storia è tuttora in corso, ma purtroppo ho poco tempo a disposizione da dedicarle, e per questo gli aggiornamenti saranno sporadici. Non so quanto ci metterò a finire questa fanfiction, so solo che ce l'ho in mente da anni e che, prima o poi, riuscirò a finirla. Buona lettura!

“Quand'è che una persona diventa il centro del vostro vivere, la vostra “anima gemella”, la “cosa più importante della vostra vita”? Quand'è che da stranieri, poco più che conoscenti, diventate intimi ed inseparabili amici? Dimmi, di cos'è che tutti voi, miei simili, vi innamorate?

Le persone cambiano, sempre. Poco a poco, giorno per giorno, le abitudini si perdono o – in alcuni casi – vengono alterate. Lo stare con le altre persone vi porta ad essere diversi, a fingere di stare bene quando siete a pezzi, di sentirvi a proprio agio con qualcuno quando non vedete l'ora di andarvene.

Fingete di odiare quando amate, di amare quando odiate, le buone intenzioni vi portano, spesso, a comportarvi “male”.

L'aspetto fisico, col passare del tempo, degrada, anche la più bella donna diventa una che di bello ha, ormai, ben poco.

Litigate in continuazione con i vostri simili, vi uccidete a vicenda per quelle che voi stessi giudicate sciocchezze. L'egoismo vi porta alla sofferenza e all'odio, persino la persona di cui vi siete sempre fidati finisce col tradirvi, nascondete voi stessi dietro mere menzogne, per poi affermare che nessuno vi capisce veramente.

Allora, dimmi, di cos'è che vi innamorate, e cos'è che vi differenzia, se siete così mutevoli e lunatici?

Perché anche quando gli altri cambiano – in meglio o in peggio che sia – continuate ad amare e a fidarvi, portandovi con le vostre stesse mani al limite della sopportazione?

Quand'è che il “bene” diventa “male” e viceversa?

Quand'è che l'indifferenza diventa interesse, l'interesse diventa amore, l'amore diventa odio?

Perché siete così legati alla vita, anche quando questa in cambio vi da poco e niente?

Io, ragazzina quale sono, continuo a non capirvi, a non capire voi, me stessa, ciò che accade.

Ho fatto queste domande svariate volte (tanto da farmi venire la nausea), su blog online, a coloro che furono i miei genitori, alle maestre e alle professoresse delle scuole che ho frequentato, ma nessuno mi ha mai dato una risposta convincente.

Era per questo, che spesso decidevo di chiudermi nella mia stanza e viaggiare nei miei sogni. Ed era per questo che il mio mondo dei sogni non mi ha mai spaventata. Pensavo che, chissà, magari lì avrei trovato la risposta alle mie domande, o un posto migliore in cui stare. Forse un posto in cui le persone non muoiono così facilmente.

Eppure, alla fine, cos'è che ho trovato?

Sì, per quante volte pugnalassi qualcuno, togliendogli la vita e facendolo sparire, quel qualcuno tornava, identico a prima. E ancora una volta, mi guardava amichevolmente, come se si potesse ancora fidare di me, come se nulla fosse successo. Come se nulla - ricordi, caratteri o aspetti che siano - fosse importante, se non l'essere gentili l'uno con l'altro.

Eppure, come nella realtà, anche nei miei sogni c'era una persona irrimediabilmente morta, a cui mai avrò la possibilità di riparlare, e insieme a lui, seppur in mondi diversi, le due sorelle che quel giorno passeggiavano al suo fianco.

Come nella realtà, anche nei miei sogni c'era una persona che nascondeva la parte peggiore di sé. Anche Poniko, per quanto gentile potesse sembrare, mi aveva mostrato improvvisamente e senza alcun preavviso quella parte, divenendo la creatura informe che usavo chiamare Uboa.

C'era anche l'uomo che – almeno credo – amo, accompagnato dal suo bellissimo piano. Ma cos'è che mi piaceva – e tutt'ora piace – di lui?

Dimmi, ragazzo, di cos'è che vi innamorate, e cos'è che vi differenzia l'un l'altro?

Perché, in ogni situazione, continuate ad amare e ad aggrapparvi a vane speranze?

Quand'è che il “male” diventa “bene” e viceversa?

Quand'è che l'odio diventa amore, l'amore diventa semplice interesse, l'interesse indifferenza?

Ora che hai letto il diario dei sogni, ora che hai letto tutte le mie parole, le mie avventure, quest'ultima pagina di un diario forse troppo lungo, cos'è che pensi?

Sono pazza? Matta da legare? Mi faccio troppi problemi?

Dimmi, ragazzo, quand'è che finisce il sogno e comincia la realtà?

Perché io, ormai, non lo so più.

Perché per me, ormai, sogno e realtà sono la stessa dolorosa ed insensata cosa.

Perché chissà, magari se mi getto da questo balcone, lasciandomi trasportare dalla brezza invernale – o qualunque altra stagione ci sia fuori da questa stanza – otterrò finalmente risposte sensate e la possibilità di stare con la persona che, per un motivo che ancora non conosco, sento di amare con tutta me stessa.

E, forse, potrò incontrare coloro che mi hanno, per forza di cose, lasciata sola in questa cruda realtà, e avere l'opportunità di metter fine ad una vecchia, stupida lite.

Addio, ragazzo. O, ora che ci penso, ragazza, non so.

Magari, un giorno o l'altro, ci incontreremo da qualche parte, lontani da questa colorata e solitaria stanza, senza più Nasu a farmi compagnia.

Ma soprattutto, senza i miei raccapriccianti, spaventosi e tanto adorati sogni.

   
 
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