Disclaimer: Tony Stark, Pepper e tutti gli altri
personaggi appartengono a Stan Lee e Jack Kirby, alla Marvel Comics e a chi detiene i
diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro
diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun
copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta
invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è
ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla
stessa tramite permesso scritto.
Dedicata a
Callie_Stephanides, che con il suo amore per gli Avengers mi distrae un po' dal buio divorante di Gotham.
Grazie.
Grazie.
Il giorno dopo
Il mondo è caduto e poi si è rialzato.
Il cielo ha vomitato creature di ferro e pelle, mostri partoriti dall'ego ferito d'un dio norreno, ma tu sei ancora qui.
La Stark Tower si è disintegrata, diventando macerie e polvere, ma Tony è ancora al tuo fianco, mani calde e il sorriso sempiterno di chi ride della vita e delle sue disgrazie.
"Pepper?"
Chiudi gli occhi e ascolti la sua voce, nel cuore un rivolo denso di colpa e paura, rammarico e sollievo.
"L'apocalisse è finita, sai? Certo, se per 'apocalisse' non intendi chiamare ancora una volta quel detestabile architetto di Manhattan e il suo assistente simpatico come un infarto, però..."
Le parole di Tony diventando un lento e costante sciabordio, l'ironia a sublimare l'incertezza d'un uomo le cui ferite sono ancora aperte.
Sorridi e fissi l'alba, un pugno di luci scomposte e colorate contro i vetri infranti dell'attico.
Sorridi e pensi che, in fondo, la tua apocalisse è finita nel momento stesso in cui l'hai visto schiantarsi al suolo, circondato da Rogers e da Banner.
Poco importava che si fosse appena lanciato da metri e metri d'altezza: era tornato da te - per te.
E questa era l'unica sutura di cui avesse bisogno il tuo cuore.