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Autore: warblersblazer    12/02/2013    8 recensioni
Tony ha sei anni, e ha un gran bisogno di suo padre che, troppo occupato dalle sue grandi invenzioni per avere un futuro migliore, non lo considera.
Così, inizia a scrivere delle lettere indirizzate a lui che lui non leggerà mai.
Scriverà dei suoi sentimenti: dell'odio, del dolore, e della sofferenza che il padre gli infligge ignorandolo.
Fin quando, a ventun'anni, tutto cambia.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Sto ancora sperando, papà.
 



Caro papà,
    in questo momento sono seduto sul mio sgabello preferito nel tuo laboratorio. Stai lavorando su qualcosa di davvero geniale, ne sono sicuro, anche se non vuoi rivelarmi che cos’é.
Probabilmente sono solo un impiccio per te, visto che ogni volta che cerco di avvicinarmi a te mi ripeti sempre la stessa frase.
Non ho tempo Tony, più tardi
Sto ancora aspettando che tu mi dica ‘Bene Tony, ho finito, ora posso stare con te quanto vuoi’, ma so che non succederà mai.
Ormai me ne sono fatto una ragione, ma, in segreto, continuo ancora a sperarci.
Sperare che tu un giorno mi consideri, così come tu consideri tutto ciò che rientra nel tuo prezioso mondo. Perché, papà, hai dimenticato che oltre ad avere costruito quei marchingegni, hai costruito anche me.
Tuo figlio. Tony.
A volte invidio gli altri bambini, che vanno in giro con i loro padri mano nella mano, diretti verso una partita di baseball o una qualsiasi attività divertente da fare insieme.
Sto per finire di costruire il mio primo motore, è venuto perfetto. Spero di attirare la tua attenzione in questo modo.
Ti ho visto sul giornale l’altro giorno, c’era una tua dichiarazione: «Mio figlio un giorno continuerà il mio lavoro e sarò fiero di lui. »
Quando l’ho letto, ho chiesto a mia madre di incorniciare quel pezzo di carta e aiutarmi ad appenderlo in camera. Ero fiero di quelle parole, le ho sottolineate, cerchiate, e colorate.
L’avevo appeso con un'unica frase stampata nella mente: Mio padre sa che esisto.
Poi tutto crollò.
 L’ho mostrato anche a te, ricordi? Ma tu hai alzato le spalle, e te ne sei ritornato nel tuo mondo al piano inferiore.
Non ho pianto quando l’hai fatto, non sono corso dalla mamma per consolarmi, non ho fatto nulla.
Vuoi sapere cos’ho fatto? Ho preso il quadro e l’ho buttato dalla finestra.
Ero arrabbiato con te, con me, con tutti. Ho buttato a terra ogni cosa che mi passava tra le mani, distruggendola o rompendola.
Poi ho realizzato.
Non sono nient’altro che una tua invenzione rotta, che non può essere riparata in nessun modo. Un’invenzione dimenticata. Da buttare.
Ecco, sono dimenticato.
  
 
In questo momento sono seduto sul mio sgabello preferito nel tuo laboratorio. E sto sperando.
Sperando che un giorno tutto questo cambierà.
Spero.
 
 
                                                                                                                           - Tony.
 
 
 
 
 
 
 
Caro papà,
    ti odio.
Ti ho mostrato la mia invenzione, e tu l’hai solo disprezzata non capendo il motivo per cui l’avevo costruita.
L’ho costruita per te. Solo per te.
Per avere una piccola considerazione da parte tua!
Ti odio, ti odio.
Cosa c’è di sbagliato in me per essere rifiutato così? Oppure, cosa c’è di così sbagliato in te?
Vorrei davvero non essere mai nato, vorrei davvero non essere nato come un’invenzione sbagliata.
In questo momento sono seduto sul mio sgabello preferito nel tuo laboratorio. E sto sperando.
Sto ancora sperando che un giorno tutto questo cambierà.
Spero.
  
                                                                                                                           - Tony.
  
 
Caro papà,
     sono passati 15 anni da quando ti ho scritto quelle lettere. Lettere che tu non hai mai letto, e non leggerai mai.
Questa mattina mi hanno riferito della tua morte, insieme alla mamma.
E sono ancora seduto sul mio sgabello preferito nel tuo laboratorio.
E sto sperando.
E sto piangendo.
Spero che tu mi abbia amato almeno un po’ per tutto questo tempo.
Piango perché non lo saprò mai.
Ti prometto che continuerò ciò che tu hai iniziato, e spero che lassù tu ti renderai conto che io non sono una tua invenzione sbagliata. 
Non lo sono mai stato.

Sono seduto sul mio sgabello preferito nel tuo laboratorio, con una bottiglia di vodka in mano.
Sto piangendo, sperando e- mi manchi.
 
 
                                                                                                                             - Tony.

 
  
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