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Autore: BloodyRose00    12/02/2013    3 recensioni
Posso entrare in paradiso lo stesso se mi uccido?
A volte si ripone in una telefonata la propria ultima speranza. A volte quella telefonata si fa a Dio. A volte Dio è uno stronzo sarcastico.
Genere: Comico, Dark, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Can I still get into heaven if I kill myself?


–  Posso entrare in paradiso lo stesso se mi uccido? – chiedo.  – E potresti rispondere velocemente? Questa telefonata mi sta costando una fortuna.
– Non ti farebbe male chiedere per favore, sai? – mi apostrofa Dio. – Almeno tu per lavorare per un gran mucchio di ignoranti ingrati prendi il salario minimo.
Non ho chiamato per fare da terapista a Dio, ho solo bisogno di una conferma.
– Oh, andiamo, mi becco la dannazione eterna o no?
– Di certo non entrarai in paradiso con quest’atteggiamento.
Quasi quasi preferivo la mia vita quando Dio per me non esisteva.
– La prossima volta faccio una telefonata a carico del destinatario – lo minaccio.
– Se non sei soddisfatto del servizio puoi presentare un reclamo all’ufficio clienti della Dio Inc. – replica lui, col tono di chi sta ripetendo una frase a memoria.
– Hai mai pensato di vedere uno psicologo? – continua, tornando al mio problema.
– Perchè dovrei averne bisogno? – chiedo, spazientito. – Non puoi limitarti a rispondere alla mia domanda?
 – Forse potresti discutere con uno specialista i motivi per cui stai pensando di ucciderti – suggerisce.
Ora sono veramente incazzato. Chi si crede di essere questo Dio? Avrei dovuto chiamare Allah, lui sì che porta a termine le questioni. Basta guardare quanti uomini si uccidono per lui. Scommetto che quelli finiscono tutti in paradiso.
– Cosa ne dici della terapia di gruppo? – dice.
Maledico il giorno in cui mi sono convertito, da ateo ero molto più felice.
– Forse hai avuto problemi con i tuoi genitori nell’infanzia – suggerisce.
Ordino sul tavolo tutte le pasticche di Xanax che ho rubato a mia madre quando andavo alle superiori. Tutto il Prozac che ho rubato dalle borsette delle ragazze, mentre loro si davano una sistemata in bagno dopo una notte di passione. Tutte le droghe sintetiche tagliate male che il mio amico Frank non è mai riuscito a vendere.
– Non hai qualche amico con cui parlare? – chiede.
Raggruppo una selezione di lamette da barba, taglierini e bisturi fregati ad un’amica infermiera.
– Il mondo ha ancora molto da offrirti – incita.
Tiro fuori dall’armadio una selezione di armi da fuoco da far impallidire un soldato nazista.
– Sei mai stato vittima di bullismo in adolescenza?
Annodo lentamente una corda, con tutte le mie abilità da boy scout.
– Sei mai stato veramente felice? – dice.
Lo lascio parlare. Sarà compito del proprietario della casa pulire la mia merda e pagare la bolletta del telefono.
– Non hai nessun altro da cercare di salvare a tutti i costi? – mi informo.
– Il mio compito è aiutare chiunque ne abbia bisogno, non importa quanto ci possa volere.
– Io veramente volevo solo un’informazione – obietto.
– No, la tua era una velata richiesta d’aiuto.
Adesso anche Dio pretende di leggere dietro alle mie parole. Non c’è davvero più religione.
– Senti,  – gli dico esasperato. – Non puoi  aprire il libretto di istruzioni del paradiso e illuminarmi riguardo il mio destino?
– Non è così semplice, dolcezza. Puoi farti arrivare a domicilio il libro delle regole del paradiso, in 72 fascicoli settimanali a soli sei dollari e novantanove ciascuno.
Non ne posso più. Impugno l’arma più vicina – una banalissima rivoltella. Sono pronto ad assumermi tutte le conseguenze che mi aspettano nell’oltretomba.
– Posso consigliarti un buon psicanalista? – dice Dio.





Note
Con questa storia non intendo offendere nessun credente, la figura di Dio è stata usata come puro espediente narrativo.
Il titolo, nonchè frase iniziale della storia, è una citazione tratta da King Park, canzone dei La Dispute.
È una storia senza troppe pretese, nata come esperimento stilistico ispirato a Chuck Palahniuk.
   
 
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