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Autore: ladyme    12/02/2013    7 recensioni
Non sono pronta a tutto questo, no.
Io sono la detective Kate Beckett, non posso essere anche madre.
Signorina Beckett, lei è incinta di sei settimane. Congratulazioni.
Mi siedo alla mia scrivania. Allungo le gambe e abbasso lo sguardo sulla mia pancia, non ho il coraggio di toccarla, non sembra più grande del solito, certo ovviamente come potrebbe essere, sono solo di sei settimane.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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I’ll put my future in you

Cos you are my one, and only
You can wrap your fingers round my thumb
and hold me tight

Small Bump – Ed Sheeran

 

 

Sono incapace di proferire parola.

A dir la verità in questo momento non ho  neanche la capacità di pensare.

Vuoto.

Passo le mani più volte sul viso e sugli occhi, mi mordo il labbro inferiore così violentemente da sentire il gusto di sangue sulla punta della lingua, la schiena aderisce interamente al sedile del taxi.

Rido, non sapendo fare altro.

Il taxista mi guarda dallo specchietto e sorride tornando a guardare la strada trafficata, mi volto verso il finestrino e appoggio la testa al vetro freddo.

Ho paura.

Non sono pronta a tutto questo, no.

Io sono la detective Kate Beckett, non posso essere anche madre.

Signorina Beckett, lei è incinta di sei settimane. Congratulazioni.

Le parole della dottoressa Greene risuonano nella mente, com’è potuto succedere? Io non sono pronta ad essere incinta, e poi una donna dovrebbe sentirle certe cose, no? Dico è una vita che cresce dentro di me, come ho fatto a non accorgermene?

«Mi scusi, ho cambiato idea, mi porti al dodicesimo distretto di polizia», dico al taxista poco prima del palazzo dell’appartamento di Castle. Alzo gli occhi, le luci nel loft sono accese; in questa buia e fredda giornata invernale probabilmente starà scrivendo seduto alla sua scrivania o magari mi starà aspettando con una tazza di caffè o un bicchiere di vino. Ormai non ha più importanza, non posso bere entrambi.

Castle sarebbe entusiasta del bambino, ne sono certa, farebbe i salti di gioia, e… E questo mi spaventa ancora di più; lui sa cosa vuol dire crescere un figlio, lui stesso è un bambino, io non ce la posso fare.

Qualche mattone del muro è ancora lì, è vero la maggior parte sono stati buttati giù quella sera con Castle, ma non sono pronta a questo.

Scendo dal taxi, mi allungo per pagare, lascio al taxista una mancia di due dollari, lui sbuffa, ma chi si crede di essere? Sono solo un poliziotto, il mio stipendio è quello che è.

L’atrio è deserto come anche l’ascensore, è tardi e tutti, tranne quelli che hanno il turno di notte, sono già a casa dalle proprie famiglie.

Mi siedo alla mia scrivania, la sedia di Rick è lì, al suo posto, da ormai cinque anni, nessuno ha mai osato spostarla e credo che nessuno lo farà mai, ormai quello è il suo posto e lui è diventato uno di noi.

Allungo le gambe e abbasso lo sguardo sulla mia pancia, non ho il coraggio di toccarla, non sembra più grande del solito, certo ovviamente come potrebbe essere, sono solo di sei settimane.

Un bambino sta crescendo dentro di me da ormai sei settimane. Rido. È così poco tempo e contemporaneamente mi sembra un’eternità.

Un bambino.

Continuo a fissare la mia pancia così normale vista dall’esterno, le mie mani si avvicinano ad essa, vorrei sfiorarla ma poi mi accorgo che non ha senso, una carezza non vale niente in confronto a ciò che sento dentro. È dentro di me.

«Beckett cosa ci fa qui?». Alzo lo sguardo, la Gates e di fronte a me che mi fissa. «Tutto bene? Cosa le ha detto il medico?». Vorrei dirle tutto, forse da donna come me capirebbe, eppure sarebbe sbagliato, deve essere Rick a saperlo per primo.

«Niente di grave, devo solo stare un po’ a riposo» dico sorridendo, non è una bugia, ho solo omesso di dirle che sarà un riposo di qualche mese. «Ora torno subito a casa, dovevo solo recuperare alcune cose».

«Va bene, si riprenda che abbiamo bisogno di lei». Annuisco mentre lei si allontana. Sospiro. Non voglio andare a casa, o meglio a casa di Castle.

Aspetta, ma questo vuol dire che dovremo andare ad abitare insieme? No, è troppo presto, sta succedendo tutto troppo in fretta.

Dove sono finite le notti clandestine e i baci dati nelle ultime file dei cinema come due adolescenti?

No. No. No. No! Calma…

Un respiro profondo.

Okay per prima cosa devo dirlo a Rick. Beh questo dovrebbe essere semplice, sempre se non mi sviene davanti.

Come seconda cosa devo dirlo a mio padre: il problema è che ogni padre crede che sua figlia non scoprirà mai le gioie del sesso, quindi magari lo chiamo il giorno del parto così evitiamo qualche conversazione imbarazzante.

Lanie, no beh lei inizierebbe a preparare corredini di tutti i colori possibili e immaginabili, magari anche lei la chiamo il giorno del parto.

Kate smettila! È un bambino mica una bomba!

Respiro. La dottoressa ha detto che devo stare calma, niente stress inutile.

Per la prima volta, senza accorgermene, sto accarezzando il mio ventre.

«Ce la faremo piccolo» sussurro. «Però ti prego prendi da me, e non dalla famiglia di tuo padre come carattere, almeno in due ogni tanto potremmo averla vinta contro quei bellissimi occhi blu».

 

 

***

 

 

Ci ho messo un’ora ad arrivare fin qui, è l’una di notte. Sono rimasta seduta alla mia scrivania a parlare disegnando dei ghirigori sul mio ventre per un bel po’ di tempo, poi con calma ho fatto un giro di New York in taxi fino ad arrivare qui fuori dal loft di Rick.

Ho il cellulare in mano, premo chiama e attendo che Castle si svegli sentendo la suoneria.

«Kate che succede?» chiede preoccupato ma con la voce impastata dal sonno. «Stai male? Sei ferita?».

«Tranquillo, sto bene. Sono fuori dalla porta mi apri?». La chiamata s'interrompe, sento i passi pesanti avvicinarsi e poi la porta aprirsi. Gli sorrido e lo bacio. «Sei a casa da solo?».

«No, Alexis sta dormendo in camera sua, come anche sua nonna. Perché?» chiede facendomi entrare, io mi dirigo direttamente in camera sua, lui mi segue confuso. «Che c'è Kate?».

«Vuoi star tranquillo?». Lui mi squadra poi si avvicina a me e mi stringe a sé appoggiando le sue mani sul mio ventre, senza sapere che sotto le sue dita c’è il cuore di suo figlio che batte. Sorrido. Lui appoggia il suo viso alla mia spalla e ci dondola appena. «Dicevi di amare le sorprese e invece guarda come reagisci».

«Ho solo paura di perderti» sussurra.

«Tranquillo, non ti lascerò mai, noi due formiamo una cosa sola». Sì, nostro figlio. «Chiudi la porta e raggiungimi a letto bello scrittore».

«Con quel bello, mi hai conquistato» dice sorridendo. Mi tolgo le scarpe e mi infilo sotto le lenzuola, Rick chiude la porta e mi raggiunge con un solo balzo. Mi abbraccia poggiando il suo petto alla mia schiena, io mi volto verso di lui, è buio eppure cerco i suoi occhi. Gli prendo la mano e gliela metto sulla mia pancia.

«Vuoi farmi sentire quanto sei dimagrita?» chiede scherzando, io scuoto la testa. «Kate vuoi spiegarmi perché stasera sei così misteriosa?».

«Vuoi stare un attimo zitto? Ascolta». Chiude gli occhi, lo fa ogni volta che si concentra, passano pochi istanti e ricomincia a parlare. «Non sento nulla».

«Bisogna sempre spiegarti tutto…» sbuffo ridendo. «Beh tra un po’ la casa sarà piena di rumore».

«Ti trasferisci qui?» chiede sorpreso. «Tu non fai di certo più rumore di me».

«Rick, sono incinta» dico a bassa voce. Silenzio. «Ti prego, dimmi che non sei svenuto».

Castle accende la luce e mi fissa.

«In… Incinta?!» chiede mettendosi seduto, sembra sotto shock. «Di un bambino?».

«No, di una quercia. Certo che di un bambino». Deglutisce rumorosamente, si volta verso di me. «Cosa ne pensi?».

«Spero sia uguale a te, una piccola Kate» sussurra accarezzandomi. «Di quanto sei?».

«Sei settimane. Ti rendi conto che è con noi da sei settimane e noi non lo sapevamo neanche?» dico ridendo. Lui mi accarezza poi appoggia il viso sul mio ventre. «Rick è troppo presto»

«Non è mai troppo presto per una storia» dice zittendomi. «Allora piccolina, questa è la storia di una giovane detective e di un affascinante scrittore…»

 

 

 

Panda’s Corner:

Hello people, this is the end.

Domani si torna a scuola e mi verrà consegnata la mia ultima pagella, vi rendete conto?

Beh il mio 5 di diritto e forse di matematica mi terrà lontana da voi per un po’, quindi

vi saluto postando questa dolce oneshot.

Non essendo mai stata incinta nei miei quasi 19 anni, fortunatamente, non m’intendo dei particolari di una gravidanza, conosco giusto la teoria dell’ape e del fiore, quindi scusate le imprecisioni.

Basta, ah è stata ispirata dalla gif nel banner e dalla canzone di Ed Sheeran, il mio cantante preferito.

Grazie di aver letto

Baci pandosi

Becky

 

   
 
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