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Autore: Heart_ShapedBox    13/02/2013    2 recensioni
Cosa può succedere quando, per caso, ci si trova ad una festa di compleanno di cui si conosce soltanto la festeggiata? Fu così che iniziò l'avventura di Sara. Qualcuno di voi, cari lettori, si aspetterebbe che in questa storia i due protagonisti, un ragazzo ed un ragazza, si incontrino ad una festa e si innamorino entrambi al primo sguardo. In effetti no, questa è un'avventura diversa dalle altre, dove non tutto va come dovrebbe andare ma, invece, il tempo se la prende comoda e Cupido decide di aspettare a scoccare la seconda freccia...
*CARI LETTORI, non spaventatevi se troverete tanti capitoli da leggere, sono molto corti e potrete sempre leggere il tutto con calma, quando ne avrete voglia, io non ho nessuna fretta e non darò mai e poi mai degli obblighi a chi legge; ma vi prego di non rinunciare a dare un occhiata alle storie, soltanto perché hanno un "tot. numero di capitoli", perché, a parer mio, è una stupidaggine. Siete daccordo? :)*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2 - Sintomi
 
Le prime luci del mattino entrarono fioche dalla finestra, riportandomi dolcemente nel mondo reale, quello in cui avrei vissuto le avventure più incredibili della mia vita. Quando, finalmente, i miei occhi si aprirono, indirizzai lo sguardo sull’unico orologio appeso al muro della mia camera: segnava le 6.45. Oramai era inutile tornare a dormire, perciò infilai i piedi nelle babbucce rosse sotto al mio letto e mi avviai verso il bagno. Avevo tutti i capelli spettinati; sembravo la professoressa Sybill Trelawney in Harry Potter: un vero disastro.
Dopo essermi sistemata al meglio scesi le scale e trovai mia mamma che preparava alcune crepes con Nutella per colazione. Ne presi una già pronta ma ne lasciai più della metà. Mia madre mi guardò come se provenissi da un pianeta alieno:
<< Sara! Da quando in qua rifiuti di mangiare le tue crepes preferite? >>.
In effetti si, era parecchio strano. A dire la verità mi stupii anch’io, eppure continuavo a non avere fame.
Tornai in camera e frugai nell’armadio – non ho una maglietta decente! – pensai, bloccandomi di colpo: non era assolutamente normale che certe idee mi passassero per la testa. Cosa mi stava accadendo? Colpa dell’adolescenza? Fatto sta che presi un paio di jeans, un maglione color nocciola e degli stivali con il mezzo tacco abbinati. La mattina andavo a scuola con Greta, perciò uscii di casa e attraversai la strada, premendo leggermente il bottone del suo campanello. Poco dopo lei fece capolino dalla porta:
<< Allora Sary? Ti sei divertita ieri sera? >>.
<< Si, è stata una festa grandiosa! >>.
<< Lo credi davvero? Sono molto contenta che tu la pensi così, dopotutto, eri l’unica ragazza a non conoscere nessuno e quindi il tuo parere vale il doppio degli altri >>.
<< Apprezzo il fatto di essere considerata importante, ma piuttosto: i regali ti sono piaciuti? >>.
<< Ovviamente! Come si dice sempre “è il pensiero che conta”, anche se, al posto dello shampoo al gelsomino di Chiara, avrei preferito un qualsiasi altro gusto purché non fossi allergica >>.
<< Giusto, hai ragione >>. Greta aveva un’allergia per il gelsomino e, quando la ragazza che glielo aveva regalato ne è venuta al corrente, per poco non è scoppiata a piangere << povera Chiara, è rimasta sconvolta >>.
<< Lo so e me ne dispiace… ma tornando a te: hai conosciuto qualche ragazzo carino? >> arrossii di colpo senza alcun motivo << si, te lo leggo negli occhi cara mia! Anche perché sei tutta rossa! Avanti spara: chi è? >>.
<< Non ho parlato con nessuno >>.
<< Allora lo hai solo visto e hai pensato che fosse un ragazzo carino >>.
<< Nessuno >> mentii.
In qualità di migliore amica sapeva quando si poteva insistere con me e, beh, quella non era la volta buona.
Eravamo quasi arrivate alla scuola; mancavano poco più di 20 metri al luogo in cui avremo passato il resto della mattinata. Raggiunta la meta ci aggregammo ad un gruppetto di ragazze che più o meno conoscevamo, quando, improvvisamente, vidi arrivare alcuni ragazzi di cui fino ad allora non avevo notato la presenza – o mio dio – pensai allarmata – è lui -. Arrossii violentemente e Greta se ne accorse; voltò lo sguardo verso il gruppo in avvicinamento e calcolò la traiettoria del mio viso:
<< Si chiama Alessandro Ricci, è lui vero? >> disse.
<< Non mi sembra che abbia tanti ricci in testa >> replicai, puntando su un’altra tematica.
<< Eh no bella, adesso basta cambiare discorso! Vieni che vi presento >> così dicendo, afferrò la manica del mio cappotto ed iniziò a tirarmi, cercando, inutilmente, di portarmi da Alessandro:
<< Va bene, significa che farò tutto a modo mio. Ma stai pur certa che voi due non resterete impalati a non far niente, questa è una promessa Sara Guastini: tu ed Ale vi conoscerete! >>.
  
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