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Autore: evenstar    13/02/2013    3 recensioni
Dovete sapere che Tony Stark è sì un genio, un miliardario e un filantropo (il playboy lo aveva lasciato da parte da quando aveva iniziato una relazione stabile con Pepper Potts, per la buona pace domestica) ma in fondo è anche una persona normale e, in quanto tale, molto spesso passa dei normali sabati pomeriggio in casa.
Questo di cui stiamo per parlare era proprio uno di quei giorni.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Natasha Romanoff, Phil Coulson, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il ritorno di uno dei miei personaggi preferiti, esclusi Tony e Pepper, ovviamente. 
Penultimo capitolo della storia.
Enjoy



Le settimane dalla dichiarazione pubblica di Tony erano passate diventando mesi e i mesi erano passati senza diventare ancora anni. La vita in casa Stark scorreva più o meno come sempre, Pepper impegnata a prendersi cura della società e del co-amministratore delegato, il co-amministratore delegato impegnato a scansare quanto più possibile gli impegni della sua società. Era una situazione che aveva permesso a tutti di ottenere quello che volevano: Pepper non era più aggredita dai soci (e aveva smesso di passare ore davanti alla wii), Tony non era più aggredito da Pepper, e i soci del consiglio avevano finalmente preso atto di come lei fosse più che in grado di gestire le cose. Sembravano tutti contenti della loro situazione finché JARVIS non avvertì che l’agente Coulson era davanti alla porta di casa.
Tony, come al solito, era rinchiuso nel suo laboratorio e le fece sapere, tramite un veloce scambio di battute attraverso l’interfono (avevano anche smesso di comunicare via scale, per la gioia delle tonsille di entrambi), che non aveva nessuna intenzione di parlare con lui. Pepper, sempre molto più educata e gentile, andò quindi ad aprire per cercare di capire quale fosse l’emergenza nazionale che lo portava da loro, questa volta.
- Phil, che piacere vederla. Si accomodi.
L’agente sorrise timidamente ed entrò in casa. – Mi dispiace disturbare.
- Nessun disturbo, posso offrirle qualcosa?
- Ehm, no. Grazie. Ehm, tra l’altro… complimenti. Auguri… ho sentito la conferenza.
- Oh – Pepper arrossì. – Grazie. Mi dispiace per l’altra volta.
- Lasci stare, non avrei dovuto…
- Cercava Tony?
- No, veramente cercavo lei.
- Ah.
- Avrei, dovrei. Ecco…
Pepper gli sorrise, curiosa, mentre Phil prendeva un respiro e profondo. – Avbignocoilgo.
- Come?
- Avrei bisogno di un consiglio – ripeté lui, decisamente più lentamente, arrossendo fino alla radice dei capelli.
Pepper alzò un sopracciglio, contenta per una volta di non essere lei quella ad arrossire. – Di che tipo?
- Setimane.
- Come?
- Sentimentale.
- Oh.
- Eh.
- Allora credo che ci serva del tè. E dei biscotti.
- E’ una violoncellista.
- Meglio una torta al cioccolato. Venga – rispose facendo strada verso la cucina.
- Mi dispiace essere venuto qui ma non sapevo a chi altro chiedere…
- Nessun problema, mi racconti tutto – gli disse prendendo un bollitore e due tazze belle capienti. – Arancia? – chiese poi prendendo una bustina da una scatola enorme. - Malva? Vaniglia? Limone? Frutti rossi? Uhm, no questo qui non ci dovrebbe stare – disse togliendo una mazzetta di bustine rosse dalla scatola in modo da non berlo accidentalmente. Non ci teneva proprio a diventare rossa e gonfia come un pallone per colpa della sua allergia.
- Quello che vuole lei.
- Arancia sia, allora – decise tagliando due fette di torta e piazzandone una davanti all’agente. – Qual è il problema?
- Lei è una ragazza – disse l’agente, convinto.
- Sì, è stato già più bravo di Tony, a lui sono occorsi 10 anni per rendersene conto.
Phil arrossì di nuovo. – No, volevo dire che in quanto tale forse è in grado di darmi qualche consiglio. Non conosco molte altre ragazze, a parte l’agente Romanoff e l’agente Hill, ma non credo che loro possano aiutarmi molto.
Pepper annuì. Poco poteva dire sull’agente Hill ma non credeva che Natasha fosse il tipo di persona adatta a sedersi con un uomo a dare consigli sentimentali. - Quindi? – chiese.
- Quindi lei è una violoncellista, io un agente para-governativo. Non abbiamo tutte queste cose in comune.
- Come vi siete conosciuti?
- Stavo sorvegliando una persona che, una sera, pensò bene di andare ad un suo concerto.
- E… - chiese sperando di non dovergli tirare fuori tutta la storia una parola alla volta.
- E più o meno basta. Siamo usciti un paio di volte, parlato del più e del meno. Ho paura che al prossimo appuntamento finiremo per fissarci negli occhi senza più niente da dire… non che la cosa mi dispiacerebbe, ha degli occhi molto belli – concluse sorseggiando il suo tè.
Pepper sorrise. - Le piace?
- Beh, non so. Quando sono con lei non riesco ad articolare un discorso sensato, mi sento le gambe molli, balbetto…
- Ok, le piace! E lei?
- Credo di piacerle. Almeno un po’.
- Ho capito cosa le serve, un’uscita a quattro.
- Come scusi? – chiese Phil a cui il tè era quasi finito di traverso dopo quel consiglio.
- Andare fuori con altre persone, meglio sarebbe un’altra coppia. Se le cose andassero bene a fine serata vi rimarrebbe del tempo per voi, se foste a corto di argomenti evitereste di rimanere in silenzio, potendo contare su altre due persone con cui parlare.
- Sa che non è male come idea! – le disse dopo aver riflettuto sulla cosa, mentre finiva la sua fetta di torta.
- Qualche idea su una coppia?
Phil scosse la testa, ricrollando rapidamente nella disperazione più nera.
Pepper ci pensò un attimo, considerando i pro e i contro di quello che stava per proporre. Pro erano aiutare un gentile agente e godersi la reazione di Tony quando lo avesse informato. Contro la reazione di Tony quando lo avesse informato. E la possibilità di mandare a monte un’acerba relazione sentimentale portando una gentile e innocente violoncellista al cospetto di Tony Stark. - La porti qui – gli disse alla fine dato che, essendo fondamentalmente di animo gentile, non sopportava di vedere qualcuno così a terra.
- Questa non mi pare una buona idea – le rispose l’agente, squadrandola decisamente perplesso.
- Perché no?
- Senza offesa, nessun uomo sano di mente porterebbe la ragazza che gli piace a meno di un chilometro da Tony Stark.
- Tony lo limito io. Lei porti a cena la sua violoncellista e vedrà che sbloccheremo la situazione.
- Stark mi odia – chiarì Phil, come se Pepper non fosse a conoscenza di ogni minima sfumatura dei sentimenti del suo fidanzato.
- Non è vero.
- Cosa non è vero? – chiese una voce ben nota e poco attesa, aprendo la porta della cucina e rimanendo a fissare la scenetta strampalata che gli si presentava davanti.
- L’agente Coulson è convinto che lo odi – rispose la giovane, sorridendo verso Tony.
- E’ vero – confermò lui senza un secondo di esitazione.
- Tony! – sbottò Pepper.
- Che le avevo detto? – disse mesto Phil, cominciando ad alzarsi per andarsene.
- Phil, resti seduto. Tony ho appena invitato Phil e la sua ragazza…
- …tecnicamente non è la mia ragazza…
- … a cena per… martedì? – chiese volgendosi verso Phil.
- Martedì sia – annuì alla fine lui, poco convinto della cosa ma senza molta altra scelta se non fidarsi di lei. In fondo era andato lì per un consiglio, non accettarlo sarebbe stato da stupidi. Forse anche accettare un simile consiglio sarebbe stato da stupidi ma comunque non aveva molto da perdere essendo convinto che, senza aiuto, non ci sarebbe stato un nuovo appuntamento con la sua bella violoncellista, a meno di non imbucarsi ad un concerto e considerare quello un appuntamento.
- Va bene, vero? – finì Pepper girandosi verso Tony con lo sguardo del “ prova a dire di no, se ne hai coraggio”.
Tony alzò le spalle, facendo chiaramente intendere che ben poco gli importava della cosa. – Fai come vuoi, è casa tua.
- Nostra – chiarì lei, intendendo che alla cena avrebbe dovuto non solo presenziare, ma anche comportarsi bene.
- Nostra. A martedì, Agente.
Phil lo studiò mente prendeva una fetta gigante di torta e tornava da dove era venuto, remissivo come un cucciolo. Osservò poi Pepper che nascondeva un sorriso dentro la sua tazza di tè e scosse la testa. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che era stato in quella casa ma le cose sembravano andare esattamente al contrario di prima. O forse erano sempre andate in quel modo, e lui non aveva mai capito niente. Con le donne non si era mai sicuri.
- Allora ci vediamo martedì sera – gli disse allegramente Pepper, accompagnandolo alla porta.
- Va bene… - rispose l’ancora frastornato agente. – Grazie? – chiese, non sapendo bene se ringraziare la donna per l’aiuto o mettersi a discutere con lei per il guaio in cui l’aveva cacciato. Portare la sua ragazza in casa Stark gli sembrava ancora una pessima idea: ben che sarebbe andata, a paragone con il padrone di casa, lui avrebbe fatto una ben misera figura; se le cose fossero andate male Stark avrebbe tirato fuori il suo caratteraccio e qualche brutta storia per metterlo in ridicolo. Se fossero andate peggio sarebbe stato responsabile della rottura del fidanzamento d’America.
Ma Pepper, diretta interessata quanto lui per il destino della coppie in ballo, non sembrava minimamente preoccupata, e la cosa lo rassicurò.
Poco.
 
Martedì arrivò e alla porta di Villa Stark arrivarono anche l’Agente Coulson e la ormai famosa violoncellista. Pepper, che aveva a cuore la felicità sentimentale di Phil, ma non aveva tempo, aveva ordinato da una ditta di catering una cena con i fiocchi e aveva intimato allo scontroso compagno di tacere sulla provenienza delle portate, se avesse voluto avere il dolce. Tony, dopo anni di esperienza, aveva perfettamente capito a cosa la ragazza si riferisse e ben poco aveva a che fare con il semifreddo al caramello. 
Nell’attesa degli ospiti Tony aveva cercato di sgattaiolare in laboratorio ma Pepper, per una volta, gli aveva tagliato ogni possibile via di fuga costringendolo a restare con lei in salotto. Sebbene saldare e avvitare bulloni della Mark di turno fosse uno dei passatempi preferiti dell’uomo, quella sera scoprì come restare accoccolato sul divano accanto alla sua ragazza, osservando il camino scoppiettante, fosse quasi altrettanto bello. Ovviamente l’idillio fu presto interrotto dalla voce dal marcato accento inglese di JARVIS, che li avvertiva dell’arrivo degli ospiti.  
- Arriverà mai una volta senza interrompere qualcosa? – chiese Tony, riferendosi all’arrivo del povero agente.
- Stai buono e cerca di comportarti bene con Phil.
- Perché? – chiese sinceramente interessato.
- Perché si da il caso che sia una brava persona, e si da il caso che se non ci fosse stato lui adesso non sarei qui con te.
- Esagerata. Non è stato lui ad arrivare in volo per salvarti la vita.
Pepper alzò gli occhi al cielo. – Mio eroe. Ma non ci fosse stato lui non sarei arrivata viva a quel punto della storia.
Tony si arrese, anche perché lei si era alzata facendolo quasi cadere dal divano. – Va bene, hai vinto. Sarò un modello di virtù… perché lo abbiamo invitato? – chiese andando alla porta.
- TONY! – sbottò Pepper ma non poté dire altro perché la porta venne aperta da un sorridente Tony.
- Phil – disse tendendo la mano ad un circospetto agente, che non si aspettava un tale esuberante benvenuto. – Entrate, accomodatevi. E questa splendida ragazza deve essere la famosa violoncellista! – continuò Tony senza aspettare le presentazioni ufficiali, stringendo la mano anche alla ragazza. – Tony Stark.
- Scusatelo, lui è un po’…. – iniziò a dire Pepper, non finendo la frase.
- Piacere, Christine – disse la giovane, ed effettivamente piuttosto avvenente, ragazza, dando una bella stretta decisa alla mano di Tony e squadrandolo da capo a piedi.
- Christine, ma pensa. Conoscevamo un’altra Christine, vero Pepp… - iniziò a dire Tony guadagnandosi il primo calcio della serata da parte della sua angelica fidanzata. – Ehm, si. Lei è Pepper…
- Virginia, piacere – disse fulminando l’uomo con in occhiata glaciale.
- Virginia, “Pepper” Potts. Ormai anche sua madre la chiama Pepper, non si faccia problemi, Christine – disse Tony, iniziando a parlare a raffica e del tutto a sproposito mentre Phil lo guardava imbarazzato, Pepper furiosa e Christine decisamente incuriosita.
- Perché non ci accomodiamo in sala da pranzo? – chiese Pepper, facendo un cenno a Phil perché facesse strada, in modo da poter rimanere indietro con Tony. Lui si voltò a guardarla con uno sguardo innocente da cucciolo mentre lei gli lanciava un’occhiata truce. – Tony, me. Guarda ME.
- Ma io non…
- Non lo fare.
- Non stavo facendo niente.
- Lo stavi pensando.
- Non è vero.
- E’ vero, lo sai. Tieni l’attenzione su di me, questa sera.
- Non ho fatto niente!
- Continua a non farlo. Sguardo da collo a fronte, non più giù; niente argomenti imbarazzanti; niente battute oscene. FAI IL BRAVO – gli mormorò all’orecchio facendogli poi un sorriso d’intesa.
Tony sorrise di rimando seguendo Christine in cucina, soffermandosi più del dovuto sulla sua camminata e su come il vestito le fasciava il fondoschiena, guadagnandosi uno scappellotto da Pepper, che gli stava dietro. Si girò e le fece un altro sorriso angelico. – Gelosa? – mormorò tutto contento.
- Ho promesso a Phil che ti avrei contenuto, tutto qui – rispose lei cancellando il sorrisino orgoglioso sul volto del bel miliardario.
Stranamente la cena si svolse in maniera quasi normale, Christine si rivelò essere alquanto brillante e decisamente in grado di tenere il passo con Tony tanto che, ad un certo punto, sia Pepper che Phil si ritrovarono a fissare i rispettivi compagni, impegnati in una disputa di un certo livello culturale nella quale loro non potevano, per mancanza di informazioni, partecipare.
- E’ la posizione del corpo che imprime la rotazione della palla e fa si che il tiro sia efficace – sosteneva Christine, il volto arrossato dal vino ma anche dalla veemenza con cui stava esponendo le sue argomentazioni.
- Ma senza potenza non conta nulla – sosteneva invece Tony. – Puoi anche fare un tiro perfetto, ma se non ci metti la forza non serve a niente.
- Se fosse solo questione di potenza non ci sarebbe gara, vincerebbero sempre gli uomini. E questo non mi risulta proprio che succeda.
- La potenza è prettamente maschile – le rispose Tony, guadagnandosi l’ennesimo calcio sullo stinco dalla sua compagna, che però si era quasi persa nella conversazione e aveva agito più per abitudine che per altro.
- La potenza è nulla, senza controllo – gli fece eco Christine, lanciandogli uno sguardo provocatorio.
- E’ una sfida? – chiese Tony, punto sul vivo.
- E’ una verità appurata.
- Caffè? – chiese Pepper, cercando di riportare il discorso su un piano più generale. Ovviamente fu ignorata dai due ma ricevette uno sguardo di ringraziamento da parte di Phil, che non si era perso i suoi sforzi per arginare Tony. Nessuno stava riuscendo, e a dire il vero neanche provando, ad arginare Christine, però.
- Paura di perdere?
- Non mi dire che hai una sala da bowling in casa? – chiese Christine, che ormai si era adeguata al “tu”, tutta presa dalla conversazione.
- Ho di meglio – rispose Tony sorridendo sornione e lanciando uno sguardo d’intesa a Pepper, la quale finalmente capì dove si stava arrivando e scosse la testa, sconsolata.
- Ti prego, Tony. Non credo che…
- Accetto. Phil e io, contro Pepper e te. Vedremo chi ha ragione!
- Io non so giocare a bowling – sbottarono all’unisono gli altri due diretti interessati.
- Meglio ancora. Potts, con me – disse Tony alzandosi dalla sedia, lasciando tutto sul tavolo e dirigendosi spedito verso il salotto, trascinando per la mano un’imbarazzatissima Pepper. Lei minò uno “scusa” in direzione di Phil che però non poté fare altro che alzarsi e seguire la sua ragazza dietro i padroni di casa.
In meno di due secondi i quattro si trovarono ognuno con un controller in mano davanti al megaschermo Stark 52 pollici. Tony e Pepper rappresentati dai loro mii, Christine e Phil da due “ospiti”, ben poco rassomiglianti agli originali. Pepper sospirò, sapendo bene che ormai il danno era fatto, Tony aveva trovato un compagno di giochi e quella serata non si sarebbe conclusa se non con un vincitore. Il brutto era che non poteva neanche dare tutta la colpa al sorridente partner dato che, nonostante gli sforzi di Pepper e Phil, Christine gli aveva dato corda nei suoi discorsi per quasi tutta la serata.  
- Qualcosa che dovrei sapere? – chiese sconsolata, fissandosi il laccetto al polso.
- Mira e tira. Con forza. Dobbiamo vincere, bellezza.
Pepper alzò gli occhi al cielo ma, nonostante tutto, sorrise.
Phil continuava ad essere il più imbarazzato tra i quattro ma, dopo il suo primo tiro e il primo strike, il suo morale si risollevò parecchio, anche grazie all’abbraccio e al bacio che Christine gli stampò sulla guancia. 
- Grande, e non avevi mai giocato prima? – gli chiese staccandosi da lui e iniziando a prendere la mira a sua volta. Anche lei fece strike, così come Tony dopo.
Pepper non ebbe altrettanta fortuna: la sua prima palla buttò a terra tre birilli, la seconda finì direttamente fuori. Si voltò a disagio verso il fidanzato, aspettandosi dei rimbrotti, ma lo vide nonostante tutto sorridente. – Andrà meglio la prossima volta, in fondo non hai mai giocato. Devi solo prendere le misure – le disse.
- Quindi adesso è questione di misure? – chiese Christine, alzando un sopracciglio.
- Retoricamente, è un modo di dire – si difese Tony, lanciando un'altra palla e facendo di nuovo strike.
- Si! – gioì Pepper che si stava rendendo conto di come giocare con Tony, e non contro di lui, potesse essere decisamente più divertente.
- Mi raccomando, un bel tiro forte – le disse Tony mentre lei prendeva la mira e sventolava la mano con il controller, lasciando la palla in un tiro quasi perfetto. Buttò giù 9 birilli e stava già iniziando a lamentarsi della sfortuna quando si rese conto di avere ancora un tiro.  
- Se colpisci il birillo fai “spare” – le spiegò Tony, sorridendo dello sguardo perplesso della ragazza.
- E sarebbe una cosa buona? – gli chiese.
- Sarebbe una cosa molto buona – confermò l’uomo.
Pepper strizzò gli occhi, concentrandosi, e poi lanciò trattenendo il fiato mentre la palla rosa rotolava velocemente verso il birillo residuo. Per un breve, terrificante momento, la ragazza pensò che anche quella volta sarebbe finita fuori e invece colpì in pieno il bersaglio, facendolo schizzare in alzo con una capriola. Esultò alzando le mani e lanciandosi direttamente tra le braccia di Tony, inconsapevole della presenza di Phil e Christine che spostarono lo sguardo, imbarazzati da quella improvvisa manifestazione di affetto.
- Sei stata assolutamente grandiosa! – le disse Tony.
Pepper riprese il controllo, arrossendo quando vide gli ospiti con gli occhi bassi scrutarsi, molto interessati, le scarpe.
Era nuovamente il turno di Phil, aveva già iniziato il movimento quando sentì uno sguardo scrutatore addosso. Interruppe il movimento e vide Christine che lo fissava.
- Cosa? – chiese perplesso.
- Devi dare più slancio al braccio e spostare il peso in avanti – disse la ragazza.
Phil cercò di fare quanto gli era stato detto ma, sebbene la posizione fosse perfetta e la traiettoria assolutamente centrata, la palla rotolò lentamente, andando ad abbattere solo un paio di birilli e facendone ondeggiare altrettanti, senza ulteriori danni.
- Deboluccio – disse Tony.
Christine non commentò ma lanciò uno sguardo truce a Phil. – Magari mettici un po’ più di forza nel prossimo.
- Mi hai detto di prendere la mira – si lamentò lui.
- Sì ma non ti ho detto di tirare come un bambino di due anni! – si scaldò lei.
- Scusa – sbottò l’agente.
- Tira dai!
Anche il secondo tiro di Phil fu psicologicamente una sofferenza, com’era stato quello di Pepper. Purtroppo l’agente ebbe decisamente meno fortuna della ragazza e la sua palla schizzò perfettamente al centro del buco lasciato dal tiro precedente. Tony e Pepper, malignamente, sghignazzarono tra loro, sapendo di avere quasi la partita in pugno mentre Christine ebbe un moto di rabbia che, a suo merito, venne prontamente sedato dallo sguardo sconsolato che lesse nel volto di Phil.
- Scusa – mormorò di nuovo.
- Fa niente, capita – rispose lei andando a dargli un buffetto affettuoso sulla guancia.
 Mancava un unico tiro per ognuno. Tony, come sempre, fu perfetto finendo la sua partita con tutti strike o spare. Christine fece uno spare. Pepper fece un respiro profondo, prese la mira e lanciò con tutta la forza che aveva nel braccio. Nel momento in cui la palla si staccava dal mii sullo schermo anche il suo controller si staccò dalla mano, scivolandole nell’impeto del lancio. Tony per un attimo impallidì ma poi il controller penzolò innocuo al braccio della ragazza mentre la scritta “strike” appariva colorata sullo schermo. Pepper inizialmente, presa dal destino della televisione, non capì quello che era successo ma poi, vedendo coriandoli e lucette brillare sullo schermo, si rese conto di aver fatto strike e cominciò a saltellare sul posto, tutta contenta. - Ci sono riuscita!
- Brava ragazza! – sorrise Tony, decisamente orgoglioso delle capacità atletiche della sua perfetta e compita ex assistente personale. – Noi abbiamo concluso. Ora tocca a te, agente! – disse cercando di aumentare la già notevole quota d’ansia di Phil.
- Non dargli retta, Phil. Concentrati!
- Non è che così mi aiuti, Chris – le disse lui, non potendo fare a meno di sorridere dell’espressione tesa della ragazza.
- Scusa, sto buona – rispose lei, sorridendo a sua volta mentre lo osservava concentrarsi, fare un bel respiro e tirare la palla. I quattro trattennero tutti il respiro mentre 9 birilli saltavano in aria contemporaneamente e l’ultimo rimaneva a ballare, ondeggiando su e giù per quello che parve mezzo minuto, per poi assestarsi in piedi.
- No! – si disperò Phil. – E cadi, dai! – ma nonostante i suggerimenti, gli insulti e le preghiere il birillo rimase strenuamente in piedi, decretando la vittoria dei padroni di casa.
Sebbene contenta Pepper limitò, per buona creanza, le manifestazioni di giubilo, pensando che ci sarebbe stato tempo quando fossero rimasti da soli. D’altra parte Tony, stupendo tutti e più di tutti Pepper stessa, sorrise in direzione di Christine, complimentandosi, senza neanche troppa finzione, della bella partita.
Phil era crollato sul divano, pensando di aver definitivamente buttato a monte le sue possibilità future con la bella violoncellista la quale, sebbene non felice del risultato della partita, gli si avvicinò per consolarlo. A sorpresa di tutti si chinò sul malinconico agente e gli posò un bacio sulle labbra e questa volta fu la volta dei padroni di casa di volgere lo sguardo altrove, a modo loro ovviamente. Tony, che odiava le perdite di tempo, approfittò di quel bacio per fare altrettanto con Pepper, in maniera molto meno casta di quanto non avesse fatto Christine, d’altra parte lui giocava in casa.
– Non è stata colpa tua, è andata così. La prossima volta vinceremo noi! – disse Christine quando Phil si riebbe dalla sorpresa.
- La prossima volta? – chiesero gli altri tre: Tony curiosamente, Pepper e Phil con una nota di panico nella voce.
- Abbiamo diritto alla rivincita – chiarì la giovane. – Magari la prossima volta su una pista vera.
  

  
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