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Autore: Kilian_Softballer_Ro    13/02/2013    8 recensioni
Thorin voleva bene a entrambi i suoi nipoti, ma non approvava assolutamente la passione del più giovane per arco e frecce.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kili si concentrò e tese la corda dell’arco. Non c’era nessuno intorno a lui.
Il piccolo nano lasciò andare la freccia e questa si piantò a pochi centimetri dal segno che aveva tracciato sul tronco dell’albero. Kili esultò alzando un braccio verso il cielo.
Aveva scelto quel luogo, una radura lontana dal villaggio, per potersi esercitare in pace e per nascondersi dallo zio. Thorin voleva bene a entrambi i suoi nipoti, ma non approvava assolutamente la passione del più giovane per arco e frecce. E per un giovane nano di otto anni, fare qualcosa contro il volere dello zio era piuttosto difficile.
Si guardò intorno. Nessuno in vista, né nella radura né dietro gli alberi che la circondavano.
Estrasse una nuova freccia dalla faretra, la incordò  e la puntò nuovamente verso l’albero.
-         Kili.
Il nano lasciò cadere l’arco  dallo spavento. Quella era l’unica voce che non avrebbe voluto sentire in quel momento.
Zio Thorin.
Kili si voltò, tremante. Lo zio stava uscendo dal folto degli alberi, evidentemente si era nascosto troppo bene per essere notato. La sua espressione era neutra mentre fissava il nipote e si avvicinava a lui.
-         Zio…. – Il bambino non fece in tempo a parlare che Thorin lo interruppe.
-         Mi sembrava di averti detto di piantarla con queste cose.
Kili raccolse in fretta il piccolo arco e le frecce rimaste e tenne lo sguardo fisso a terra mentre lo zio continuava.
-         Ti ho già spiegato che non sono armi adatte a un nano. L’arco è un oggetto utile agli elfi, che hanno paura a combattere da vicino. – La voce di Thorin era dura e inflessibile. – Sei forse un codardo, tu?
-         No, zio. – Sussurrò il bambino.
-         A me sembra di sì. Non sono armi degne di un discendente di Durin, queste. Un’ascia, o una spada, sono vere armi. Non queste. Non te le ho già spiegate, queste cose?
-         Sì, zio Thorin.
-         E ti ho anche già spiegato cosa avrei fatto se ti avessi visto di nuovo con quell’arco in mano. Ora dammelo.
-         No! – Esclamò Kili stringendosi le armi al petto. Se la ricordava perfettamente, la promessa dello zio. Era per questo che si era nascosto. – No, zio, per favore…
-         Dammelo. – Quella voce non ammetteva repliche. Con un sospiro, il piccolo nano consegnò l’arco e la faretra allo zio.
Thorin prese l’arco, un giocattolo a mala pena più grosso delle sue mani insieme, e ne tolse la corda che lasciò cadere a terra. Poi lo spezzò in due calandolo sul ginocchio. Lo stesso fece con le frecce.
Kili fissava i resti delle sue armi cadere fra l’erba senza poter fare nulla. Una  volta finito, Thorin arruffò i capelli al nipote e mormorò: - Torna prima che faccia buio. – Poi si allontanò.
Il bambino non disse una parola, gli occhi ancora rivolti al terreno.
 
 
Il sole era tramontato da un pezzo. Kili non si era nemmeno allontanato dalla radura. Si era limitato a sedersi ai margini di essa, con la schiena appoggiata a un grosso masso. Gli occhi ancora gli bruciavano per tutte le lacrime silenziose che aveva versato,senza mai distogliere lo sguardo dai frammenti di legno rimasti poco lontano.
Non intendeva tornare a casa, né ora, né mai. Era furioso per ciò che era successo e, anche se avrebbe tanto desiderato farsi consolare dal suo fratellone, non voleva più avvicinarsi allo zio. Perciò, tornare a casa era fuori discussione.
Si circondò le gambe con le braccia e appoggiò il mento alle ginocchia. Il buio era tanto fitto che non distingueva nemmeno più gli alberi a pochi metri da lui, o quelle che fino a poche ore prima erano le sue frecce. Non avrebbe riconosciuto un nano nemmeno se gli si fosse piazzato davanti al naso. Ma d’altronde, chi mai si sarebbe potuto avvicinare a quella radura?
Però qualcosa si stava effettivamente avvicinando. Kili alzò lo sguardo, sconcertato. Era comparsa una luce, non molto lontano, che ondeggiava come la fiammella di una candela. Il nano si alzò in piedi. Forse Thorin era venuto a cercarlo di nuovo…..
-         Zio?- Chiamò incerto. Nessuna risposta. La luce continuava ad avvicinarsi, adesso con maggior velocità.
-         Zio Thorin? – Tentò di nuovo Kili. Niente. Ora cominciava a provare un po’ di paura. Perché, chiunque stesse arrivando, non rispondeva? – Zio Balin? Dwalin? Chi c’è?
La luce era ormai al livello dell’ultima fila di alberi. Il bambino arretrò di un passo, spaventato. -  Chi sei? Cosa vuoi? – Urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
La torcia parve corrergli incontro. Kili strillò terrorizzato e si raggomitolò a terra.
-         Zitto, stupido, sono io!
Era Fili. Il nano biondo piantò l’estremità della torcia a terra e si inginocchiò davanti al fratello.
-         Si può sapere che ti è preso? – Esclamò vedendolo appallottolato dalla paura. – Ero solo venuto a cercarti!
-         Perché mi devi sempre spaventare così? – Urlò di rimando l’altro, fra i singhiozzi.
-         Mi…..mi dispiace. – Fili allungò una mano e accarezzò la guancia del fratello per asciugarla dalle lacrime. Il bambino non si ribellò. – Perché non sei tornato a casa? Mi stavo preoccupando, e anche zio Thorin.
Questo parve risvegliare Kili. Si scostò bruscamente dalla mano del  fratello e riprese la posizione iniziale, senza  guardarlo. – Ha rotto il mio arco. – Borbottò.
Fili sospirò. – Lo so. – Si sedette di fianco a lui. – Me l’ha detto. Ma pensava che tu tornassi a casa.
-         Non…non voglio tornare a casa.
-         Oh,certo…E a me e allo zio non pensi? Hai idea di quanto ci stavamo preoccupando?
-         Lui non è preoccupato. Non gliene importa niente di me!
-         Non dire idiozie, Kili.
-         Ha rotto il mio arco! – Il suo tono di voce si alzò così d’improvviso da far trasalire il fratello maggiore. – Ha detto che non è degno di un discendente di Durin! Che è un’arma da elfo! – Nuove lacrime stavano affiorando dagli occhi del bambino. – Ha detto…c-che sono un codardo….
-         Ssshh, dai, fratellino…. – Sussurrò Fili circondando le sue spalle con un braccio. Kili si rifugiò sul petto del fratello, sfogandosi finalmente con qualcuno. – Magari zio Thorin è solo un po’ brusco quando parla di certe cose….lo sai quant’è fissato. Però ti assicuro che si stava preoccupando sul serio. E se magari la prossima volta tu aspettassi che lui sia andato a caccia prima di cominciare ad esercitarti….
-         Che importa? Tanto non ce l’ho più un arco. – Mugugnò il più piccolo.
Il biondo si lasciò scappare un breve sorriso. – Si da il caso che mentre ti cercavo io sia inciampato in questo, poco fa…. – Così dicendo sfilò qualcosa che evidentemente era agganciato dietro la sua schiena e lo appoggiò sulle ginocchia del fratello. Kili si strofinò gli occhi e poi li spalancò, sbalordito.
Era un arco appena più grande di quello che era stato distrutto quel pomeriggio, chiaramente inutilizzato da tempo, ma solido e soprattutto intero.
-         Ma….ma dove…
-         Ssssh – Fili strizzò l’occhio al bambino e si portò un dito alle labbra. – E’ meglio che non te lo dica, altrimenti quando lo zio ti torturerà potresti raccontarglielo.
Il brunetto si rigirò l’arco tra le mani , estasiato, poi lo poggiò lentamente sull’erba. – Beh, che ne dici? Fa così schi… - Il maggiore non fece in tempo a finire la frase che si ritrovo stritolato dall’abbraccio ben poco delicato del fratellino saltatogli al collo.
Fili sorrise e gli batté affettuosamente una mano sulla schiena. – Ehi, Kili, potresti scendere? Mi stai strozzando. – Una volta che si fu liberato dalla “gratitudine” del piccolo nano, continuò: - Che ne dici di tornare a casa, adesso? Se facciamo in fretta, posso dire che ti eri perso ed essere credibile.
Kili annuì, ma poi protestò ,preoccupato: - Ma se porto a casa l’arco, lo zio romperà anche questo!
-         Non preoccuparti. Adesso lo leghiamo alle bisacce sul mio pony, e poi ci penserò io a farlo sparire.
Finalmente convinto, il bambino prese per mano il fratello e si lasciò guidare fino a dove si trovava il pony. Mentre Fili armeggiava con le bisacce, si arrampicò fino in sella, e poco dopo il fratello lo raggiunse, sedendosi dietro di lui e circondandolo con le braccia per afferrare le briglie.
-         Fili? – Mormorò Kili poco dopo mentre cavalcavano, la voce già impastata dal sonno.
-         Sì?
-         Grazie.
Il più grande si ritrovò a sorridere di nuovo.
-         Non c’è di che, fratellino. – Sussurrò. – Non c’è di che.
Ed eccomi :) la mia prima fanfiction in sezione! Allora, dato che avevo visto moltissime storie su Fili e Kili da piccoli (e io AMO quei nani <3 ) ho deciso di tentare quella strada. E poi su Deviantart avevo trovato innumerevoli immagini sulla grande "passione" di Thorin per gli archi.....lo ammetto, l'idea viene tutta da lì! Spero non sia uscita così male.
Ro =)
  
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