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Autore: ciccia98    14/02/2013    2 recensioni
Ehilà! Ciao carissimi lettori!
Non poteva mancare una mia One-Shot su Maka e Soul proprio per San Valentino.
E' un regalo per voi lettori, innamorati, fidanzati o per chi, come me, è single single :) Per i lettori che amano sognare e vivere insieme a Maka e Soul.
Estratto dal testo:
"Non vuoi neanche baciarmi." Non era una domanda, era una constatazione amara, molto difficile da digerire.
Maka ancora una volta rimase in silenzio.
Soul si scostò da sopra di lei.
Lei senza dire niente e senza guardarlo negli occhi si alzò e si diresse nella sua camera per studiare.
Spero di avervi incuriosito :)
Buona lettura,
Ciccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Power Of The Soul'
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Premessa di Ciccia:
Ehilà! Ciao carissimi lettori!
Non poteva mancare una mia One-Shot su Maka e Soul proprio per San Valentino.
Sicuramente la maggior parte di voi mi conoscerà, ma per chi non mi conosce sono Ciccia e sto scrivendo una Storia proprio su di loro, in particolare su Maka!
Volevo informarvi che questa One-Shot si può collegare benissimo alla mia storia principale "The Power Of The Soul" come uno dei miei soliti flashBack. Ma che comunque si può leggere anche sola, è completamente autonoma xD
E' un regalo per voi lettori, innamorati, fidanzati o per chi, come me, è single :) Per i lettori che amano sognare e vivere insieme a Maka e Soul.
Buona lettura,
Ciccia.

San Valentino
Con Un
"No-Amico"

 


"Ehi Maka, è tardi! Dobbiamo andare a scuola!" Gli sembrò strano cercare di convincerla ad alzarsi dal letto, con calma e gentilezza, anche se aveva perso il conto di quante volte l'aveva chiamata quella mattina.
Di solito era lei a svegliare lui, ma quella mattina lei non ne voleva proprio di alzarsi.
Lei rimanendo a pancia sotto girò la testa dalla parte opposta da dove stava lui, tirandosi il piumone fin sopra la testa.
"Ti ho già detto ieri che oggi non andavo a scuola." La voce irritata di Maka fece stizzire Soul.
Lui sbuffò grattandosi la testa. "Ma non ha senso! Non stai male! E poi oggi c'è anche compito e lo sai che non lo fa recuperare. Perché non vuoi alzarti?"
"Soul non mi va, non insistere oltre. Vai tu a scuola, che sei già in ritardo." Quasi lo pregò, tanto voleva che se ne andasse.
Si sedette sul bordo del letto, sorrise e accarezzò la schiena di Maka coperta dal piumone. Percepì subito il suo irrigidimento.
Soul si rabbuiò non era mai successo che si irrigidiva per un suo contatto. "Centro qualcosa io? E' per questo che non vieni a scuola, per me? Cosa ho combinato questa volta?"
Maka sbuffò sprofondando ancor di più nel cuscino e tirando ancor di più il piumone. "Niente Soul, vai a scuola. Oggi non è giornata, voglio stare sola."
Soul poggiò una mano sulla spalla di Maka per farla girare, ma lei non si fece spostare di un sol millimetro. "La smetti di far così! Mi spieghi almeno il motivo di questo tuo comportamento? Mi spieghi, perchè quando ti tocco ti irrigidisci?"
Lei rimase in silenzio, poi sospirò senza muoversi dalla sua posizione. "Vai a scuola Soul, per favore."
Soul si alzò irritato dal letto. "Sei impossibile quando fai così! Non riesco a capirti! Non ti fai capire!"
Uscendo sbattè la porta della stanza di Maka con violenza.
Una volta sola, Maka si perse nelle lacrime trattenute per troppo tempo.
Scusami Soul, ma dovevi capirlo tu, forse pretendo troppo da te, scusa.

 




Soul entrò in classe con un irritazione che arrivava fin alle stelle; per tutta la strada da casa fino alla scuola, aveva riflettuto sul comportamento di Maka.
Lo trovò impossibile da capire, dato che il suo comportamento non aveva nè capo nè coda. Il suo comportamento era incominciato a mutare una settimana prima, giustificandosi che il suo atteggiamento era dovuto alla stanchezza. Ma giorno dopo giorno il suo umore peggiorò, fino alla sera precedente, quando, dopo mangiato, si chiuse in camera senza rivolgergli più la parola, fino a quella mattina che neanche si era degnata di guardarlo nei occhi.
Quanta rabbia gli poteva far venire quella ragazza?
Tanta! Perché non sopportava quando si chiudeva in se stessa, non sopportava quando non gli parlava e non si confidava con lui, non sopportava non riuscire a capire quello che le passava per la mente. Soprattutto non sopportava quando si irrigidiva a un suo tocco, come se non lo volesse, quando invece le era sempre piaciuto.
Si sedette sbuffando sulla sedia.
BlackStar notandolo si avvicinò a lui appoggiandosi sul banco. "Ehi Amico! Che brutta cera, cosa è successo?"
Non gli rispose, si limitò a sbuffare e a passare energicamente le mani sul viso.
"Sarà per colpa di Maka. Non noti la sua, strana, mancanza?" Arrivò la voce di Kid che distanziava il suo posto di due banchi.
"E tu che ne sai?" Non voleva arrabbiarsi con i suoi amici, ma la sicurezza di Kid lo irritava.
Kid sorrise continuando a disegnare sul suo foglio, immagine rigorosamente simmetrica. "Per due motivi. Il primo è che quando sei di cattivo umore, di mezzo c'è sempre Maka. Secondo, oggi un po tutte le ragazze sono strane più del solito. Anche Liz, ma per fortuna c'è Patty che la capisce apposto mio, dato che con me non si confida."
BlackStar annuì d'accordo con le mani nelle tasche. "Anche Tsubaki, era strana. Forse triste, ma non mi ha creato tutti questi problemi, infondo sono il suo Dio è mi deve seguire." Sicuro di se, con il suo ghigno stampato il faccia.
Soul sbuffò. "Allora è una malatia che prendono le ragazze nello stesso periodo. Anzi avevo pensato, che Maka era nervosa perché era arrivato quel periodo del mese. Ma è impossibile che tutte le ragazze contemporaneamente gli vengono nello stesso giorno."
"Chiediamo." Una sola parola, dopo un attimo di riflessione.
Soul non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni, perché BlackStar si era incamminato verso una Tsubaki ignara di tutto, che tranquilla riponeva sul banco i libri della prima ora. "Ti sono venute le cose?" Chiese di getto Star come per chiedere che ora fosse, sicuro di se.
"Come?" Tsubaki strabuzzò gli occhi a quella domanda.
BlackStar sbuffò seccato. "Sì, dai. Come le chiamate voi, in quel periodo del mese. Le cose."
Tsubaki non seppe se piangere o ridere, ma le venne una strana voglia di picchiarlo, ma prima volle capire. "Non capisco cosa intendi, Star"
Star sbuffò ancora muovendosi sul posto. "Ma sì, le cose, come lo chiamate... Ah sì! Il ciclo ti è venuto?"
Tsubaki rimase a bocca aperta, ma si riprese molto in fretta. "Star non sono cose che ti riguardo e non vedo perché ti dovrebbe interessare." Diplomatica come mai era stata. Doveva rimanere calma, ma era al limite. Conosceva lo strano carattere di Star, le sue stranezza, ma non era mai arrivato a chiederle una cosa del genere.
"Sì o no? Dai che sono di fretta." Chiese ancora una volta Star, scorbutico, pretendeva di sapere.
A quel punto Tsubaki non ci vide più, gli molò uno schiaffo sulla guancia, guancia che divenne subito rossa. "Ti ho già detto che non sono cose che ti riguardano! Ora vattene, che per oggi non ti voglio più sentire!"
BlackStar ammutolito, si limitò ad annuire con la mano sulla guancia dolorante e si diresse dai i suoi compagni.
Li vide ridere sotto i baffi e si infuriò, ma prima che potesse sbraitare contro di loro Soul intervenne. "Io ti volevo fermare, ma sei partito in quarta. Diciamo che le ragazze sono un po sciettiche a parlare di queste cose."
Star sbuffò. "Ma non pensavo anche Tsubaki. Di solito è così tranquilla e accondiscendente."
"Questo discorso, fa imbestialire anche una camomilla umana. Non te la prendere Star." Intervenne Kid, ancora con lo sguardo attento al suo lavoro.
"Poi se mi avresti lasciato finire, ti avrei detto che già sapevo che non poteva essere così, perché Maka non è in quel periodo del mese." Rivelò Soul, un po più rilassato.
"E tu come fai a saperlo?" Kid si fece subito curioso.
"Perché se fosse in quel periodo del mese, avrei il cestino del bagno pieno di quei cosi con le ali. Non mi dire che non li conosci?" Rispose Soul tranquillo.
Kid annuì. "Certo che li conosco, oggetto perfettamente simmetrico!"
Soul scosse la testa sconsolato, la sua mania per la simmetria non sarebbe mai passata.
"Di quale oggetto state parlando?" Chiese curioso Star, poi si illuminò. "Vado a chiedere a Tsubaki, dato che lei è una ragazza lo saprà!"
"No!" Dissero all'unisono Soul e Kid fermandolo.
"Sono cose delle ragazze, a te non servirà mai. A cosa ti serve saperlo?" Soul cercò di farlo ragionare, magari ci sarebbe riuscito veramente.
Star ci pensò su. "Sì, infondo hai ragione. Queste cose da ragazza non servono a un Dio come me!"
Soul scosse la testa, lasciando Star che rideva vantandosi di essere più grande di un Dio.
Si avvicinò a Tsubaki, intenta a ripassare per il compito che c'era proprio a prima ora.
Lo vide con la coda dell'occhio. "Sei venuto a fare la stessa fine del tuo stupido compare?"
Soul alzò le mani, per tranquillizarla e si sedette sulla sedia accanto a lei, riabbassando le mani. "Volevo solo sapere, dato che tu sei sua amica, cosa ha Maka?"
Tsubaki sorrise ancora con gli occhi sul libro. "Se non te lo ha detto Maka, non vedo perché dovrei dirtelo io."
"Allora, lo sai?" Le chiese speranzoso Soul.
Lei annuì tranquilla. "Certo che lo so. Ma non pensavo che arrivasse al punto di non venire a scuola, soprattutto quando c'è compito, dato che lei è la prima della classe. Anch'io ci sono rimasta un po male, ma ho sorvolato sapendo com'è Star. Non pensavo che Maka ci tenesse così tanto, cioè lo sapevo, ma non credevo che per lei era così fondamentale." 
Soul era più confuso di prima. "Non ti capisco. Di cosa è rimasta male Maka?"
Tsubaki sospirò, chiudendo il libro. "Niente Soul, vedrai che domani ritornerà la Maka di tutti i giorni."
Soul non ebbe il tempo di chiedere altre spiegazioni, che il professore, appena entrato in classe, chiamò tutti all'ordine.
Tsubaki fece un sorriso triste vedendo Soul sedersi confuso e un po arrabbiato sul suo posto, accanto a quello di Maka, vuoto.
Non pensava che Maka potesse reagire in quel modo, così tanto esagerato, alla stupidità di Soul. Neanche l'anno precedente aveva reagito in quel modo, certo era rimasta un po delusa, ma in fondo non si aspettava più di tanto.
Per reagire così quest'anno, vuol dire che in un anno il loro rapporto si era intensificato e Maka non l'aveva aggiornata dei sviluppi, forse solo per non ufficializzare quel sogno tanto desiderato.
Sorrise sperando che almeno le cose tra Maka e Soul si sarebbero fatte più chiare.
Tsubaki sentì la voce di Soul e si girò per ascoltarlo, ma non si rivolse a lei per parlare. "Ehi Star, che giorno è oggi?"
Sorrise neanche sapeva il giorno...
"Il 14 Febbraio. Pure io so la data! Dove vivi in questi giorni Soul?" Rispose Star seccato.
Ma Tsubaki, vide che Soul non rispose a quella provocazione, si era rigirato a guardare il suo foglio, ma non scrisse la data era in sovrappensiero...
Tsubaki sorrise ancora, forse c'era qualche speranza, non doveva desistere.
Ma perora era meglio concentrarsi sul quel compito...


 



Soul una volta suonata l'ultima campanella, salutò tutti di corsa e si diresse a casa, dove c'era Maka che, arrabbiata o meno, gli preparava sempre il pranzo.
Salì le scale a due gradini per volta, sapeva che Maka a quest'ora stava ancora cucinando.
Aprì la porta con le sue chiavi e la trovò lì intenta a vedere se la cottura del riso era giusta.
Una volta chiusa la pentola si girò verso di lui, aveva ancora uno sguardo un po triste, ma forzò comunque un sorriso. "Pensavo che venissi più tardi. Di solito ti intrattieni fuori dalla scuola a parlare con gli altri."
Per metà aveva ragione, era vero che lui si intratteneva a parlare con Star e gli altri fuori dalla scuola, ma solo perché lei era con lui e quando c'era lei, lui si sentiva rilassato, tranquillo, sicuro di poter fare tutto quello che gli andava, perché lei era con lui.
"Oggi avevo voglia di ritornare a casa presto." Si avvicinò al tavolo posando le chiavi e sulla sedia lo zaino.
Maka si girò sentendo quei rumori familiari. "Non ci pensare nemmeno. Metti le tue cose in camera e dato che sei in anticipo aiutami ad apparecchiare!"
Sbuffò scocciato, ma felice, gli piacevano i rimproveri di Maka, soprattutto dopo quella settimana piatta, dove lei gli aveva rivolto la parola poco e niente.
Prese le sue cose che aveva appoggiato e posandole nella sua camera.
Ritornando in cucina vide Maka di spalle che mescolava le pentole.
Sorrise, d'istinto si avvicinò a lei senza fare alcun minimo rumore e l'abbracciò appoggiando le mani sulla sua pancia piatta.
Sussultò dalla sorpresa, ma non si irrigidì e Soul ne fu felice.
Appoggiò il mento sulla sua spalla non prima di averle lasciato un bacio su essa.
"Cosa si mangia?" sbirciò nella pentola che Maka stava mescolando.
Maka si avvicinò ancor di più a lui, aveva bisogno di quel contatto...
"Riso al curry" Rilassata, solo un suo abbraccio poteva avere quel effetto su di lei.
Lui si limitò ad annuire, disegnando linee immaginarie sul collo di Maka con il suo respiro. La sentì rabbrividire, gli piaceva farla rabbrividire, la strinse a se, voleva sentirla.
"Soul..." Sussurò Maka. "Lo sai, che devi apparecchiare lo stesso la tavola?"
Rise sul suo collo. "Peccato... Mi ero illuso che potevi graziare per oggi..."
Lei gli accarezzò il braccio. "Bhè... Ti sei sbagliato."
Soul annuì. "Allora, puoi spostarti, che devo prendere la tovaglia dal cassetto che tu blocchi."
Maka annuì, fece per spostarsi, ma lui la bloccò con una mano ben salda sul suo fianco.
"Ti ho detto di spostarti dalla traiettoria dell'apertura del cassetto, non ho detto spostati anche da me." Sussurò Soul nei suoi capelli biondi.
Maka sorrise. "Se mi sposto mi deve spostare tutta, non credi?"
"Ma non da me. Sei stata distante da me per troppo tempo..." Sussurò Soul rauco, aprendo il cassetto con la mano libera e prendere la tovaglia.
Sospirò. "Soul, dai apparecchia."
Lui si limitò ad annuire, ma non accennò a spostarsi da lei.
"Sai, per apparecchiare la tavola dovresti essere vicino al tavolo." Lo schernì Maka.
"Ho come una calamita che mi attira sempre di più a te." Spiegò Soul.
Maka scosse la testa spostandosi da lui, azione inutile perchè non la lasciava muovere di un sol centimetro.
"Soul disattiva la calamita, oppure il curry si brucia." Cercò di convincerlo ancora una volta Maka.
Lui annuì e scocciato si staccò da lei per preparare la tavola, aveva detto un'altra cosa sbagliata e lui neanche se n'era reso conto. Era riuscito a riavvicinarsi a lei peccato, che ora le sembrava più distante...Ma cosa aveva detto di strano?
Non si sfiorarono più neanche impercettibilmente.
Rimasero in silenzio per tutto il pranzo, ognuno nei propri pensieri.
Una volta finito di mangiare, Maka si mise a pulire i piatti e Soul in silenzio si sdraiò sul divano.

Quando finì di pulire l'ultimo piatto, si girò e sorrise per quella visione che le si era posta davanti agli occhi: Soul addormentato, con una mano sotto la nuca e l'altra posata dolcemente su i suoi addominali.
Si avvicinò a lui, chinandosi gli spostò i capelli dalla frote e depositò un dolce bacio su di essa. Alzandosi dritta sulla schiena lasciò un ultima carezza ai capelli di Soul.
Fece per andarsene, ma una mano le bloccò il polso.
"Vieni anche tu." Soul strinse leggermente la presa con gli occhi ancora chiusi.
"Devo studiare Soul, tu dormi tranquillamente." Dolcemente Maka cercò di spostarsi, ma la prese sul suo polso era ben salda.
"Solo 5 minuti." La spinse verso di se, insistendo.
"Okay, ma solo 5 minuti." Si arrese Maka.
Soul sorrise ancora con gli occhi chiusi e le fece spazio sul divano, appoggiando la schiena sullo schienale del divano.
Maka si sdraiò, dando le spalle a lui ed evitando di stare troppo vicina a lui.
Preoccupazione inutile, dato che lui mise una mano sul suo fianco spingendola verso di se. Così vicino che lo spazio tra il suo torace e la schiena di lei, si fosse annullato.
Le lasciò un dolce bacio appena sotto l'orecchio. Bacio che la fece rabbrividire ed istintivamente portarla ad avvicinarsi ancor di più a lui, per quanto le era possibile.
Sorrise, reagiva sempre così e gli piaceva non poco.
La strinse ancor di più verso di se attraverso il suo braccio, che teneva appena sotto il suo seno, ancora in fase di crescita.
Avevano entrambi 16 anni e gli piaceva fantasticare che un giorno quelle tettine diventassero prosperose. Un giorno non troppo lontano poteva succedere, ma intanto si godeva quello che gli concedeva il presente.
Maka prese ad accarezzargli il braccio anche lei, finalmente, rilassata.
"Mi spieghi cosa ti è preso in questa settimana?" Chiese rauco Soul.
Maka sorrise, in trappola, c'era caduta e ora doveva cercare di uscirne.
"Cose da ragazze." Rimase sul vago.
"Non ti credo." Gli scappò un sorriso in credulo.
"Non è un problema mio." Acide rispose Maka.
Soul si mosse accanto a lei, come per trovare un posizione migliore, gli dava un enorme fastidio come si comportava così, non la riusciva a sopportare.
"A me non piacciono le persone che mentono." Soffiò nell'orecchio di Maka, serio.
"E a me non piacciono le persone che si impicciano di cose che non le riguardano." Non si fece ammaliare da quella sua voce e da quel soffio nel suo orecchio, che tanto riusciva a destabilizzarla.
Non sicura della propria resistenza si girò di schiena guardandolo negli occhi rubino che lui aveva appena aperto al suo spostamento. Forse non era stata un ottima mossa.
"Chi ti dice che non mi riguardano?" Duro come mai era stato con lei.
"Perché sono pensieri miei! E non puoi pretendere di saperli." Rispose a tono Maka. Infastidita dal suo tono.
"Se quei pensieri ti tengono lontana da me, penso che mi riguardano in qualche modo." Caparbio, non si voleva arrendere. Voleva la verità e l'avrebbe ottenuta a qualunque costo.
Maka strabuzzò gli occhi. "Stai scherzando, vero?"
Soul scosse la testa accarezzando con l'indice il profilo di Maka.
"Allora, perché in questa settimana, sei stata totalmente lontana da me? Addirittura stamani ti sei irrigidita!" Soul non ce la faceva più, voleva sapere.
"Si vede, che non mi andava di sentire le tue mani su di me." Rispose fredda Maka.
Provò ad alzarsi, ma Soul le cinse prontamente la vita stringendola di più verso di se.
"Non ti credo..." Sussurò rauco Soul nel suo orecchio. "E togliti questa specie di finta freddezza che hai con me, mi irrita."
Maka mise una mano sul fianco di lui, spingendolo per allonarsi da lui, ma inevitabilmente, non ci riuscì.
"Fammi alzare Soul, devo studiare." Ribadì fredda ignorando ciò che aveva detto prima, lui la spinse in modo da farla sdraiare a pancia in su e lui si portò sopra di lei tenendo i suoi polsi con le mani all'altezza della testa.
"Sbaglio, ho ti ho appena detto che quel tono mi irrita." La guardò negli occhi Soul, intimandola.
"Se non lo vuoi più sentire, fammi alzare, che devo studiare!" Perentoria Maka tentò di liberarsi dalla presa di Soul.
Ma lui la tenne la presa ben salda senza farle male.
"Conosco un altro modo per far tacere quel tono così freddo" Malizioso si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso.
Si avvicinò lentamente al suo viso senza scostare di un sol attimo lo sguardo da lei. Giunto ad un soffio dalla sue labbra, lei girò improvvisamente la testa di lato, restando in silenzio.
Soul rimase pietrificato da quella sua reazione, era chiaro, non voleva che lui la baciasse. Colpito da quel atteggiamento, deluso perché non era mai successo, confuso perché non sapeva il motivo...
"Non vuoi neanche baciarmi." Non era una domanda, era una constatazione amara, molto difficile da digerire.
Maka ancora una volta rimase in silenzio.
Soul si scostò da sopra di lei.
Lei senza dire niente e senza guardarlo negli occhi si alzò e si diresse nella sua camera per studiare.
Sbuffò sonoramente sdraiandosi di nuovo supino sul divano.
Non riusciva a capire i suoi comportamenti, i suoi cambi di umore, non riusciva a comprendere i suoi pensieri che cambiavano alla velocità della luce.
Lei gli rimproverava sempre di non capire e gli diceva sempre che era stupido. Accettava quel suo modo di chiamarlo, ma quello che non accettava e che lei facesse di tutto per non fargli capire niente; in tutto quello non centrava solo lui, ma anche lei aveva le sue colpe.
Che fosse un po' più esplicita, ma lei aveva la brutta abitudine di parlare sempre per enigmi; già lui aveva difficoltà nel comprendere anche le questioni più insignificanti, come studiare la matematica in una scuola dove si insegna a combattare, cercare di capire un suo atteggiamento dovuto ad un pensiero troppo articolato, per i suoi gusti, era troppo.
All'improvviso spalancò gli occhi che teneva chiusi, gli venne un flash, per una frazione di secondo, una lampadina che si accese illuminado un pensiero.
Non poteva essere così, ma non ci pensò più di tanto, doveva risolverlo con la diretta interessata, si alzò dal divano e si diresse verso la camera di Maka.
"Dimmi che quello che sto pensando adesso, non è il motivo per cui sei distante da me." Entrò nella stanza di Maka aprendo la porta con violenza.
Maka sussultò, seduta sulla sedia di fronte alla scrivania si voltò spaventata.
"Soul sei impazzito! Mi hai fatto spaventare!" Cercò di regolarizzare il respiro la aveva spaventata a morte.
"Rispondimi. Dimmi che non è come penso." Soul ignorò completamente il suo rimprovero, doveva assolutamente sapere.
Maka si alzò dalla sedia si parò di fronte a lui, confusa e pò arrabbiata. "Ma di cosa stai parlando?"
"Del perché sei distante da me!" Scontroso Soul la guardò negli occhi.
"Soul sono stanca e devo studiare, avrei bisogno di pace." Abbassò lo sguardo e con una mano si massaggiò la fronte.
Soul respirò profondamente calmandosi, tentò di avvicinarsi a lei, ma lei fece un passo indietro mettendo una mano di fronte a se, allontanandolo.
Aveva esagerato e se ne rendeva conto.
"Per favore Soul, devo studiare." Quasi lo supplicò, sembrava davvero stanca.
Ma anche Soul era stanco. Ignorandola ancora una volta si avvicinò di nuovo a lei con due grandi falcate, scostò la mano che gli bloccava il passaggiò e la strinse a se, accarezzandole i capelli.
"Voglio solo capire, dimmi che non è come penso io." Cambiò modo di voltarsi con lei.
Infondo un po, non ostante tutti quei suoi cambi di umore, poteva dire che la conosceva e per quanto ne sapeva lui, non era la soluzione migliore usare un tono duro con lei, quasi sicuramente si chiudeva a riccio e rispondeva fredda e distaccata.
Lui non riusciva a sopportarlo quel tono, perciò era meglio essere dolci e pazienti con lei.
Maka all'inizio volle allontarlo, ma dopo un paio di tentativi, ricambiò l'abbraccio bisognosa anche lei di quello. Decise di assecondarlo."Cosa pensi?"
"Dimmi che in questa settimana sei stata strana, non perché non hai un fidanzato." La strinse parlandole nell'orecchio.
Maka in un primo momento si irrigidì, poi rise allontanandosi da lui quel poco che permetteva per guardarlo negli occhi.
"Ma che stai dicendo? Stai scherzando, vero?" Lo prese in giro Maka.
"Quindi non sei strana, solo perché non hai un ragazzo che ti manda le rose di buon mattino per gli auguri, che ti regala cioccolatini, o che ti invita a cena per San Valentino." Insistette ancora una volta Soul.
Maka si staccò da lui a forza, lui la lasciò andare.
"Soul ti ho già detto no! Non è questo il motivo. Ora che hai risolto il tuo dubbio, mi lasci studiare?" Si era richiusa a riccio, aveva sbagliato di nuovo.
"No." Non poteva darla vinta a lei tanto facilmente.
"Cosa vuoi ancora da me?" Solo una cosa si riusciva a capire dalla voce di Maka, stanchezza, era stanca .
Soul rimase ancora una volta colpito, gli faceva male vedere quel suo sguardo così frustrato, quella sua voce così seccata, non lo voleva con lui e lui non poteva ancora insistere.
"Niente. Ti lascio studiare." La sua arresa, era inutile insistere.
Si voltò e si diresse verso la porta, un attimo prima che lui aprisse la porta Maka lo sorprese, bloccandolo.
"Scusami, Soul." Sussurò con filo di voce quasi impercepibile, forse pensava che non lo avrebbe sentito, ma si sbagliava.
Ora cosa significava quello -Scusami Soul-? Lo faceva tremendamente infuriare, purtroppo aveva quella qualità insopportabile.
Si voltò serio e sinceramente anche un po' scocciato per quella situazione.
"Ora perché ti stai scusando?" alzò il tono della voce, non riuscendo più a trattenersi.
Maka si contorse le dita tra di loro, odiava che lui alzasse la voce.
"Non urlare." sussurò il un sospiro, ignorando la sua domanda.
Lui si allontanò dalla porta avvicinandosi a lei.
"Non urlo, ma tu ora mi dici perché ti stai scusando." Era un ordine perentorio quello di Soul, non ammetteva obbiezioni.
"Non sono scema, me ne rendo conto che ti sto facendo impazzire e... Mi dispiace." Cercò di spiegarsi Maka con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
Lui distanziò la loro distanza a pochi centimetri, posando due dita sotto il mento, obbligandola ad alzare lo sguardo su di lui.
Quando trovò quei occhi verdi un po' tristi, un po' troppo tristi per i suoi gusti.
Parlò senza mai distogliere lo sguardo da lei. "Voglio solo capire cosa ti fa stare male. Cosa vuoi che io faccia per togliere questi tuoi pensieri."
Maka sorrise e scosse la testa, sorprendendo Soul, allungò il braccio affinchè la mano arrivasse nella nuca di lui in modo da accarezzargli i capelli.
"Soul tu non hai fatto niente di male, sono solo i miei pensieri che mi fanno entrare in paranoia. E quando succede, preferisco stare sola, perché noi due insieme finiremmo per litigare, e questo mi fa male. Mi dispiace anche per questo."
Lui sorrise e spostò le sue dita lungo la mascella incominciando ad accarezzarla dolcemente.
"Io non voglio litigare con te." Le rivelò Soul dolce. "Solo che vorrei capire questa tua tristezza; magari ho detto o ho fatto qualcosa di sbagliato però non me ne sono accorto. Volevo solo capire, perché non posso, non ci riesco a vederti così."
"Scusami, Soul." Si scusò ancora una volta Maka avvicinandosi impercettibilmente a lui.
Lui non le rispose, si limito a sorridere. Le alzò il viso dando libero accesso a quelle labbra così irresistibili per lui.
Fu lei ad eliminare la distanza fra loro, unendo finalmente le labbra con le sue.
Il bacio fu lento e dolce, una ricerca l'uno dell'altra. Lei gli mise le braccia attorno al suo collo immergendo le mani nei suoi capelli, approfondendo il loro bacio. Lui le strinse la vita avvicinandola ancor di più a sè voleva sentirla, quel contatto gli era mancato per troppo tempo.
La alzò da terra e lei mise le gambe attorno la sua vita, come se quel gesto fosse il più naturale di tutti, fece qualche passo e si buttò sul letto, Maka sotto di lui. Continuarono a baciarsi a lungo, fino a quando Soul non si stacco da lei accarezzandole il viso.
"Mi sono dimenticato di darti una cosa." Le disse semplicemente Soul con un sorriso stampato in faccia.
Fece per alzarsi, ma Maka lo trattenne stringendo la stretta delle sue braccia intorno al suo collo e quella della gambe intorno alla sua vita, provocando un incastro che fece sospirare ad entrambi.
"Cosa?" Chiese Maka, non avendo la minima intenzione di staccarsi da lui.
"Se mi fai alzare, magari lo scopri." Rispose Soul sorridendo della situazione, perché neanche lui si voleva staccare da lei, ma era importante, e quel contatto non aiutava il suo autocontrollo che era pari a zero.
Sospirò arresa, tolse le braccia e le gambe che lo avvolgevano, liberandolo dalla gambia umana.
Prima di alzarsi si chinò a depositare un bacio sulla sua fronte. "Torno subito."
Maka lo trattenne per la maglia. "Prima di subito."
Si alzò dal letto con un sorriso e lasciò la stanza di Maka, per dirigersi verso la sua stanza dove aveva lasciato la sua sacca. Prese quello che gli serviva e ritornò in camera.
Trovò Maka seduta sul letto con un libro in mano.
Sentendo la porta aprirsi alzò lo sguardo dal libro. "Ti stavo aspettando, leggendo."
Soul mise l'oggetto che aveva preso dalla sua sacca dietro la schiena, Maka lo guardò curiosa. "Cosa nascondi?"
Gli piaceva la sua curiosità la rendeva più dolce e più se stessa.
"La cosa che ti devo dare." Rispose semplicemente Soul, alimentando la curiosità di lei.
Maka scostò il libro da lei, appoggiandolo sul letto e si alzò curiosa avvicinandosi a lui.
"Cos'è?" Chiese con curiosità.
Tentò di sporgersi per vedere cosa celava Soul dietro la schiena, ma lui prontamente le occupò la visuale con il suo corpo.
"Siamo pur sempre a San Valentito e una ragazza deve ricevere qualcosa da parte di un ragazzo, in questo caso da me." Spiegò Soul, facendola restare in attesa.
"Allora mi fai vedere cosa hai per me?" Si avvicinò sempre di più a lui, curiosa.
Soul indietregiò sorridendo. "E se invece non è quello che ti aspettavi? Avevo pensato di non dartelo, perché è una cosa da niente."
Maka si imbronciò ancora in attesa. "Soul, già il fatto che hai preso una cosa per me e tanto."
"Perché?" Lui la inchiodò con lo sguardo.
"Perché non mi aspettavo, qualcosa da te." Abbassò lo sguardo, non volendo guardare i suoi occhi.
Sospirò, era meglio passare oltre a quel discorso. "Beh... Ti sbagliavi. Ora voltati."
Maka strabuzzò gli occhi.
"Ti fidi di me?" Le chiese Soul, sicuro della risposta.
Maka annuì arresa e si voltò dandogli le spalle.
Soul si avvicinò e le scostò i capelli in una sola spalla.
Le si avvicinò ancor di più e le depositò un bacio sotto l'orecchio scoperto. "Chiudi gli occhi."
Maka ubbidì senza ribattere, ammaliata dal suono della sua voce.
Quando sentì sul suo decoltè, oltre le mani calde di Soul, un qualcosa di freddo aprì gli occhi e abbassò lo sguardo. Le comparve un sorriso spontaneo: era un ciondolo con la catenina argetea e come ciondolo una piccola falce d'argento. La prese in una mano e l'ammirò.
"E' bellissima, grazie Soul." Si voltò e gli mostrò tutta la sua felicità con il suo sorriso e con i suoi occhi luminosi.
Sorrise anche lui, le afferò la vita avvicinandola a se. "Sono felice che ti piaccia. Ho pensato che così, anche volendo, non mi potrai dimenticare."
"Soul, non ti serve una collana per farti ricordare. Anche se è bellissima, grazie." Gli cinse il collo con le braccia immergendo le mani fra i suoi capelli.
"Già l'hai detto." Si fece malizioso a un soffio dalle sue labbra.
"Lo so, volevo solo ripeterlo." Anche lei si fece maliziosa, aiutata dalle carezze di Soul sulla sua schiena.
Lui si limitò a sorrise ormai sulle sue labbra e fu lì che subito dopo la baciò con dolcezza, le depositava piccoli e dolci baci sulle sue labbra.
Dolci baci, che ben presto vennero sostituiti a baci meno casti, bensì più bisogni e intensi. Approfondirono il bacio, stringedosi l'uno con l'altra.
La desiderava come nessun'altra, solo lei poteva fargli quel effetto su di lui, la voleva e sapeva che lei voleva lui, aveva lo stesso identico desiderio che aveva lui, lo notava da come lo stringeva a se e come gli accarezzava i capelli, annebiando la sua ragione. Un attimo prima che Soul potesse sollevarla in braccio come poco prima, lei si allontanò da quel bacio di pochi centimentri sorridendo affanata.
Sicuramente Maka lesse negli occhi di Soul smarrimento, curiosità.
Gli sorrise accarezzandogli la guancia. "Soul, mi dispiace, ma devo veramente studiare."
Soul annuì comprensivo, un pò sconsolato, purtroppo doveva ancora aspettare.
Lei fece allontanarsi dal suo abbraccio, ma Soul la trattenne. "Prima devo darti un'altra cosa che ti aiuterà con lo studio."
Maka lo guardò curiosa.
Lui si allontanò e prese quello che aveva lasciato sul comodino appena entrato.
Lei gli sorrise notando il pacchetto. "Mi hai messo all'ingrasso, per caso?"
Soul scosse la testa sorridendo. "Mica sono solo per te, ti aiuto io a consumarli."
"Comunque li accetto molto volentieri." Gli rubò dalle mani il pacco di cioccolatini e si diresse verso il letto, prendendo il libro, che aveva appoggiato poco prima sul letto, con la mano libera.
Si sedette sul letto, appoggiando la schiena al muro, aprendo il libro nella pagina giusta e aprendo anche il pacchetto di cioccolatini.
"Ehi!!" Si lamentò Soul. "Sono anche per me!"
"Apposto di lamentarti sempre, perché non vieni a prenderteli e mi lasci studiare." Maka non lo guardava, aveva lo sguardo rivolto sul libro, quindi non riusciva a vedere la sua espressione, ma era sicuro che stava ridendo sotto i baffi.
Soul accolse in pieno l'invitò, buttandosi senza ritegno sul letto, travolgendo Maka e facendo spargere i cioccolatini in tutto il letto.
"Ma sei impazzito?" Soffoccò Maka, le era finito letteralmente su di lei, ma non sembrava avercela molto con lui.
"Ho semplicemente accettato il tuo invito." Mise in bocca un cioccolatino davanti ai suoi occhi.
Maka sorrise e gli scompigliò i capelli. "Ma lo sai che sei peggio di un bambino?"
Soul si limitò ad annuire e le rubò un bacio giocoso a fior di labbra, non dandole il tempo di reagire si sdraiò sul letto a pancia in su, la testa sul cuscino e le gambe su quelle di Maka.
"Con comodò, eh?" Lo schernì Maka, cercando di riprendere il suo libro intrappolato sotto le sue cambe.
"Sempre!" Rispose felice Soul, mangiando un altro cioccolatino.
Lei sbuffò, riuscendo, finalmente, a recuperare il suo libro e, per comodità, l'appoggiò sulle gambe di Soul. Riprese a leggere serena, mangiando ogni tanto un cioccolatino e guardando ogni tanto Soul, che cercava di fare canestro con i cioccolatini nella sua bocca lanciandoli in area o che semplicemente stava con gli occhi chiusi rilassandosi.
Era felice, in relax. Le cose con Maka si erano sistemate, lei era ritornata a sorridere e a scherzare con lui, non poteva desiderare niente di più dalla vita.
Certo, non era arrivato a capire perché Maka era stata triste tutta la settimana precedente né riuscì a capire perché non gli aveva rivolto la parola.
Ma ora poco importava, perché era passato ed ora stava bene con lei, insieme a lei, senza fare nulla di speciale. Gli piaceva vederla studiare, gli piaceva osservare quei occhi verdi così attenti su quello che stava leggendendo e ogni tanto sentendosi osservata alzava lo sguardo incrociando il suo e gli sorrideva, per poi riabbassare lo sguardo e riprendere da dove aveva lasciato.
Ora gli piaceva ancor di più vederla studiare, perché involontariamente lei, attenta a ciò che leggeva, giocava con la sua collana che lui le aveva appena regalato.
Era un regalo che lui le voleva fare da tanto e San Valentino gli era sembrata l'occasione più giusta per farlo e poi quel piccolo ciondolo rappresentava lui, quindi poteva sentirsi più tranquillo, perché anche se lui non c'era fisicamente, era con lei tramite quel piccolo ciondolo.
"Soul..." Maka lo chiamò dolce, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Lui aprì gli occhi osservandola, aspettando che continuasse a parlare.
"Ti volevo ringraziare di nuovo non solo per la collana o per i cioccolatini, ma ti volevo ringraziare per aver reso questo San Valentino speciale, solo con la tua presenza. Mi hai reso felice, grazie Soul."
Le sorrise, voleva dirle che valeva lo stesso per lui, voleva dirle l'aveva fatto più che volentieri, voleva dirle che non voleva più vederla triste, voleva dirle che voleva rendere ogni giorno speciale e non solo San Valentino, voleva dirle che quel che provava per lei era qualcosa di inimmaginabile, molto più grande di lui, nulla che potesse controllare.
Non le disse tutte quelle cose, perché non erano destinati a viverlo, non erano destinati a confidarsi sentimenti oltre l'amicizia che li legava.
Le disse qualcosa che avrebbe provato a mantenere con tutte le sue forze. "Sono felice di averti reso felice, ci sarò sempre per te, per rendere i nostri giorni sempre speciali e non solo per San Valentino."
Maka abbandonò il libro e si gettò su di lui abbracciandolo, grata.
"Ti... Voglio bene, Soul." Lo strinse ancor di più.
Lui ricambiò la stretta. "Ti voglio bene anche io, piccola."
Si accoccolarono per un tempo indefinito, potevano essere secondo, o minuti, o meglio ore. Abbracciati e nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro.
Sperarono che quel "Ti voglio bene" in futuro potesse diventare qualcosa di diverso, qualcosa di più intenso...

 


 

 

Note Autrice:
<3 Ciao <3
Vi è piaciuto questo piccolo regalo da parte mia?
Potrebbe anche servire come perdono dei miei soliti ritardi? No?
Lo so, per farmi perdonare dovrei aggiornare un capitolo strepitoso, più che altro il mio (che è a buonissimo punto xD) e piuttosto lungo e non intendo separarlo, anche perché non posso :)
Ma comunque ritorniamo a questa mia One-Shot...
Vi è piaciuta? Non sono tanto dolci?
Non troppo però! Dolce quanto basta giusto, no? Perché poi si rischia la carie :)
Aspetto con ansia le vostre recensioni voglio tanto sapere cosa ne pensate :)
Grazie per avermi dedicato un pò del vostro tempo,
Un abbraccio,
La vostra Ciccia.

  
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