(don’t) touch.
~
it’s gonna be all right
New
York si spalanca davanti a loro, metropoli luccicante di promesse e aspettative.
Il ragazzo si guarda intorno con gli occhi spalancati; dopo aver superato la
naturale fase della curiosità – «Perciò
lei non è solo Rumpelstiltskin? È anche la Bestia? Ed
è innamorato di Belle? Non ci sarei mai arrivato.» – ha chinato il capo di
fronte all’occhiata in tralice di sua madre e si è dedicato alla semplice
osservazione, al guardarsi intorno per l’unica gioia di poter vedere, quella cosa che riesce tanto facile
ai bambini di tutti i mondi. E Rumpelstiltskin non è
sicuro che la mancanza di quel fuoco di domande gli renda le cose più semplici.
La benda di fortuna attorno alle sue nocche è
macchiata di sangue rappreso, ma non gli importa. Non gli importa neppure del
passo incerto e della coscienza sempre più fievole che si è lasciato alle
spalle – il signor Gold, il signor Gold con il suo negozio dei pegni, quella
semplice quotidianità non esiste quasi più perché lui non è più l’uomo, né lo
stregone, è solo il padre. Il padre che ha deluso e che cerca di ricucire uno
strappo dopo – quanti anni? Non ventotto. Tanti, infiniti di più.
Ventotto anni sono quelli che ha dovuto
aspettare il signor Gold; non equivarranno mai all’infinito che ha dovuto
aspettare Rumpelstiltskin.
Ventotto anni sono la presenza di Emma Swan. Gentile ma decisa, altruista ma fiera. Emma Swan che l’ha visto sul punto di crollare ma non l’ha toccato
perché lo ha rispettato, perché sa di
non poterlo toccare in questo momento
meno che mai, e che così gli ha risparmiato altro dolore – se nessuno ti tocca
nessuno ti spezza, nessuno rischia di
mandare in pezzi il tuo cuore già scheggiato, più scheggiato di una tazza
vuota quanto il tuo cuore.
Eppure – mentre Henry continua a guardarsi
intorno, gli occhi pieni del brulicare forsennato di una grande città piena di
nuove storie da scoprire – mentre il passo di Rumpelstiltskin
si fa più incerto che mai, non fa poi così
male quando Emma Swan decide di mandare il
rispetto al diavolo e di prenderlo delicatamente sottobraccio, incurante delle
ferite e del sangue, guidandolo dolcemente lungo un marciapiede bagnato dal
sole. E forse gli farà male, forse
lui farà male anche a lei, ma qualche
volta è bello illudersi di essere ancora un uomo.
Promesse e aspettative. «Andrà tutto bene.» Se è la Salvatrice a dirlo, forse potrebbe anche
crederci.
[ 404 parole ]
Spazio dell’autrice
Boh.
Non so cosa dire, davvero. L’ho scritta senza programmarla e ora non so in quale
luce presentarvela.
Prendetela
com’è e abbiate pietà di questa povera fangirl che
sono. Rumpel merita tanto amore. ;///; ♥
Aya ~