Film > Le 5 Leggende
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Autore: Fred Halliwell    14/02/2013    9 recensioni
In un mondo di pace e luce esiste sempre l'oscurità, ed è tra quelle ombre che sempre più agguerrito e vendicativo vive Pitch Black.
Si è armato, con nuovi trucchi, molto più potenti di prima, che neanche il bastone magico di Jack riese a fermare. Come faranno i Guardiani a sopravvivere? A chi chiederanno aiuto?
Mgari a qualcuno come loro!
Ma esistono altri spiriti come loro? Ci avete mai pensato?
Avete mai provato ad immaginare cosa succederebbe se, oltre ai 5 Guardiani, l'Uomo della Luna ne avesse scelto un sesto, molto prima di tutti gli altri. Un Guardiano ormai tanto antico da essere stato dimenticato, confuso con un mito, scambaito per qualcun'altro. Un Guadiano vissuto così tanto tempo fà che persino lui ha dimentico il suo scopo.
Beh, io SI! XD
E se questo spirito perduto venisse richiamato a combattere? A lottare in una guerra che non gli appartiene più, per sconfiggere un vecchio nemico e ripristinare l'ordine nel mondo e salvare gli altri Guardiani.
Lo farà?
Chi sarà mai questo Guardiano che vaga per il mondo senza più una meta? E deciderà di unirsi ai Guardiani o a Pitch per portare avanti la sua vendetta?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jarida's Universe'
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Ma salve gente!
Anche se a nessuno interessa come al solito farà un commento precapitolo u.u
Lo che è presto…di solito pubblico di sera u.u ma forse oggi non ne avrò la possibilità e volevo salutarvi in grande stile.

Tranquilli, la mia storia non finisce certo così, ma per motivi di studio forse subirà dei ritardi di pubblicazione.
In più ho fatto una corsa per pubblicare oggi, perché San Valentino. Comue Merida io ritengo che sia una festa stupida e commerciale u.u ma questo è solo un mio pensiero ed è per questo ch auguro a tutti voi che leggete la mia storia di passare un buon San Valentino. Senza contare che Merida è Cupido: potevo non pubblicare oggi? XD
Nel capitolo seguente potrete anche notare un piccolo omaggio a Rick Riordan (vediamo se apite qualìè! Hahahah. E' molto facile da intuire), lo conoscete vero? E’ in mitico scrittore di una delle mie saghe preferite: Percy Jackson! In cui recita il magnifico Logan *ç*! Hahaha!
Sapete? Mi sto organizzando per scrivere una storia anche su Percy Jackson u.u quando la pubblicherò spero che se amata sul serio il mio modo di scrivere andrete a leggerla XD. Per il momento ne ho quasi terminata una ambientata nel mondo di Harry Potter ^^ che verrà pubblicata a breve hihihi!
A propostito di modi di scrivere …. La mia storia non vi sta piacendo più? ç.ç Ho notato che nello scorso capitolo ho ricevuto solo tre recensioni e che alcuni dei miei soliti recensori non si stanno più facendo vedere da alcuni capitoli. Se sul serio la storia ha un qualcosa che non vi piace ci prego di farmelo sapere u.u … potrei prendere in considerazione i vostri consigli per migliorare no? XD
Un bacio dalla vostra Fred Halliwell, buona lettura e buon San Valentino!
Spero sul serio di sentirvi numerosi ^///^
Ps: volevo farvi anche un piccolo regalino ^^''' ho trovato questa immagine su internet e non potevo non farvela vedere...non è perfetta per la mia storia? Hahahaha 

http://popcornered.deviantart.com/art/Have-a-Brave-Valentines-Day-284999518 






CAPITOLO NOVE
Il sesto Guardiano

                                                                                                  
<< Mollami troglodita! >>strepitò Merida agitandosi furiosamente sulla spalla del Guardiano << Non sono un sacco di patate! >> muoveva le gambe all’impazzata, cercando di fermarlo in qualche modo.
Jack fermò l’ennesimo calcio che rischiava di colpirlo in pieno stomaco << Se non la smetti di agitarti ti darò una clava in testa! >> agitò minaccioso il bastone, abbassandosi leggermente di quota mentre volavano sopra uno dei tanti stati del Nord America << E poi vedremo se sono un troglodita o meno >>
<< Che gentleman >> fu il commento acido della rossa << E’ così che ci si comporta con una signora? >>
<< Tu non sei una signora >>le rispose Jack con cattiveria << Ma una gigantesca spina nel fianco! >>
Merida aprì la bocca sconvolta << Te la do io la spina nel fianco >> e provò a colpirlo proprio sotto la costole, strusciandosi accidentalmente contro il suo corpo.
Il ragazzo le bloccò il polpaccio con la mano libera (la teneva ferma sulla spalla con la stessa con cui reggeva il bastone) e ringraziò mentalmente che lei non potesse vederlo in faccia, o lo avrebbe visto arrossire per via di quel contatto più profondo, anche se involontario.
Decise, comunque di non risponderle più, troppo arrabbiato (anche se non sapeva se con lei o con se stesso) ed imbarazzato per farlo. Un nuovo calcio ben assestato, che Jack non riuscì a fermare, lo colpì in pancia (pericolosamente vicino ad un punto decisamente delicato). Il dolore gli fece mollare la presa e Merida cadde a peso morto sulla neve.
<< Pazza! >> le urlò lui << Ringrazia che ero sceso di quota o ti saresti fatta molto male >>
La rossa lo guardò in malo modo, pensando che si era fatta “molto male” lo stesso, poiché era atterrata di schiena, sulle sue ali. Si mise semisdraiata, poggiandosi sui gomiti << Come se a te potesse interessare il mio stato di salute. Se non te ne fossi accorto mi hai appena spennata! >> aggiunse indicando le piume rosa attorno a lei, sulla neve.
Lui non esitò neanche un secondo per rispondere << Certo che mi interessa >> e lei lo guardò sbigottita. Si perse in quel mare ghiacciato che erano i suoi occhi: la sua anima sembrava limpida e sincera come quelle due pozze azzurre. Qualcosa dentro di lei le diceva di potersi fidare, mentre la sua mente le diceva di scappare via, il più lontano possibile, perché un tipo come Jack l’avrebbe solo fatta soffrire. Quella sua indecisione la fece leggermente arrossire. Perché si comportava così? Stava diventando rossa troppe volte in quei giorni e sempre per colpa di Jack Frost: questo le dava immensamente fastidio.
Il Guardiano, dall’altro canto, avrebbe voluto sprofondare per la vergogna. A lui importava sul serio di lei? Neanche Jack in persona sapeva rispondere, non si capiva più, cosa che non solo lo infastidiva, ma lo spaventava! Se c’era una cosa di cui, in tutti quegli anni, era stato certo era ste stesso! Le sue emozioni, i suoi pensieri non erano mai stati difficili da interpretare. Voleva qualcosa e se la prendeva, senza farsi troppi problemi, ma da quando aveva conosciuto Merida il suo mondo si era capovolto: pensava prima a cosa avrebbe voluto lei e questa consapevolezza lo terrorizzava!
Un silenzio imbarazzante si creò tra loro due, interrotto solo dal respiro affannoso di Jack. Il ragazzo era in piena crisi e cercava in tutti i modi un escamotage per spezzare quell’innaturale tensione << E’ solo che … >> cominciò infine, credendo di aver trovato una soluzione << Pensavo di sapere come ragionano le ragazze >>
            << Nessun uomo sa come ragiona realmente una donna, può solo immaginarlo >> disse la rossa sorridendo dal basso (era ancora per terra), imbarazzata per le precedenti parole del ragazzo.
L’albino si lasciò sfuggire un sorriso ed un sollievo << Già, me lo hai appena dimostrato tu >> con quella battutina Merida aveva ottenuto il suo scopo, alleviare la tensione, così Jack si era potuto, almeno in parte, rilassare << Ma vedi, pensavo sul serio, di sapere come voi ragazze ragionate. Pensavo di sapere come tu avresti reagito alla nostra proposta di riunirti a noi Guardiani >>
<< E come potevi? >> gli chiese mettendosi seduta nella neve e abbandonando quella scomoda posizione in cui era prima << Tu non sai nulla di me >>
<< So che eri una Guardiana e la cosa mi sarebbe dovuta bastare >> la riccia rimase basita da quella parole, lasciando a Jack il tempo di continuare << I Guardiani non si arrendono, ma difendono il loro centro nei bambini fino alla fine >>
Lei rise, ma la sua risata aveva un retrogusto amaro << Senti chi parla! >> disse << Ed io dovrei farmi fare la ramanzina da Jack Frost? Sei un Guardiano solo da sei anni e ti credi già un esperto del settore? >>
Il ragazzo inizialmente non parlò, ma si limitò ad abbassarsi sulle ginocchia, arrivando all’altezza di lei. Aprì una mano in mezzo a loro e ci soffiò sopra. Il suo respiro gelido si trasformò immediatamente in un cristallo di ghiaccio a forma di cuore, bellissimo e perfettamente intagliato << Questo >> ed indicò il ghiaccio << E’ l’unica cosa che so fare, ma la faccio con gioia perché solo così posso donare il divertimento a tutti i bambini del mondo che credono in me! >> fece un attimo di pausa e Merida si riscoprì a trattenere il respiro << Sono pochi per ora, ma meritano comunque le mie attenzioni. Ho lottato tanto perché anche questa manciata di bambini credesse in me, perché mi vedesse >> la guardò negli occhi e le loro due tonalità di azzurro si fusero assieme facendo nuovamente arrossire Merida << E ora conosco te, che rifiuta il più bel dono che un Guardiano possa ricevere, che preferisce essere dimenticata >> strinse la labbra << Non ci credo >>
<< Non … ci credi? >> la confusione più totale si stava impadronendo della sua testa. Dove voleva andare a parare il ragazzo?
<< Esatto! Non è vero che vuoi essere dimenticata, hai solo paura di essere ricordata … >> la sua voce si affievolì pian piano, diventando quasi un sussurro.
Lei lo guardò furente e si alzò di scatto, più che altro per sfuggire al suo sguardo indagatore << Quello che faccio non ti deve riguardare, Frost! Se io preferisco essere invisibile così sia >> si allontanò di qualche passo, ma non interrompendo mai il contatto visivo tra di loro.
<< Sul serio? >> stava ricominciando ad arrabbiarsi anche lui, così si alzò a sua volta << Toothiana mi ha detto che non si smette mai di essere un Guardiano, ma con te deve essersi sbagliata >>
<< Io sono un Guardiano >> mormorò la rossa, ma non riuscì a convincere neanche se stessa,
Jack le si avvicinò a grandi falcate << Scommetto che non sai neanche più qual è il tuo centro. Sarai anche Cupido, ma sei sicura di dover proteggere l’amore? >>
Merida si bloccò di nuovo, sentendosi gelare il sangue nelle vene. In un déjà-vu rivide le immagini del suo sogno e riascoltò le parole di Manny a rallentatore: Jack stava insinuando la stessa cosa. Ma mentre con l’Uomo delle Luna non era stata in grado di controbattere, con Jack le uscì spontaneo gridare: << Io sono un Guardiano! >> marcando la voce sul verbo usato.
Jack sorrise compiaciuto di averla portata proprio dove voleva << E allora dimostralo >>
Anche Merida ghignò, accettando l’implicita sfida che le stava proponendo il ragazzo. Per colpa sua aveva fallito di nuovo e non era riuscita a colpire Jamie, ma forse avrebbe potuto risollevare la sua fiacca giornata<< E come? >>
La smorfia soddisfatta dipinta sulle labbra di Jack si ampliò<< Seguimi … >>
 
<< Mi stai prendendo in giro! >>esclamò la rossa portandosi le mani sui fianchi nudi. Il cielo plumbeo sopra di loro minacciava pioggia, ma questo non sembrava fermare Jack Frost. Sempre sfruttando le sue gelide correnti d’aria l’aveva portata poco lontana da dov’era prima, in un parco giochi innevato.
Si erano entrambi appollaiati su uno degli alberi spogli che delimitavano la zona e osservavano molti bambini giocare con la neve. Facendo pupazzi o inscenando una vera e propria guerra mondiale.
<< Per l’ennesima volta: no! >>le rispose altro dondolandosi avanti ed indietro sul ramo accanto al suo.
Lei lo guardò socchiudendo gli occhi verde-acqua << Dov’è la fregatura? >>
Lui rise della sua incredulità e le indicò con lo sguardo i bambini che giocavano << Nessuna fregatura, se entro un’ora non sarò riuscito a convincerti che farsi vedere dai bambini è bello, allora potrai andare tranquilla per la tua strada e né io né gli altri Guardiani verremo più a scocciarti >> tornò a guardare lei << Ma se malauguratamente tu dovessi cambiare idea, allora mi seguirai da North di tua spontanea volontà >> le offrì la mano << Ci stai? >>
<< Ci sto! >> disse stringendo a sua volta quella mano gelida.
Era fredda sul serio. E mentre in Jack, al contatto con la sua pelle bruciante, si  scatenava di nuovo quella piacevole sensazione di calore umano mai provata in vita sua se non con lei, Merida sentì un brivido freddo scorrerle lungo tutta la spina dorsale.
Non era di freddo e neanche di paura, ma era piacevole … Cosa significava?
Scesero entrambi dall’albero e Jack si curvò per prendere una manciata di neve e, soffiandoci sopra, creare una perfettamente sferica palla di neve.
<< E’ stato con una di quelle che mi hai colpito la volta scorsa? >> chiese la rossa e dopo un cenno affermativo di Jack continuò << Allora devo ringraziare di non avere il naso rotto! >>
Risero entrambi, anche se non c’era un vero motivo, poi Jack cominciò a guardare con serietà la palla bianca che aveva in mano << Che i giochi comincino >> e, caricato il braccio all’indietro, lanciò con forza quell’oggetto verso uno dei bambini che giocavano davanti a loro.
Erano un gruppetto abbastanza omogeneo, sette ragazzi, di cui tre femmine, avevano costruito un fortino di neve, e si difendevano da altri quattro ragazzi, tutti di colore tranne una bambina con un paio di trecce biondo scuro che li attaccavano lanciando loro delle palle di neve. Dovevano avere all’incirca sui nove anni, massimo dieci. Si stavano divertendo moltissimo, ridevano e scherzano tutti e undici assieme, ma quando la palle di Jack colpì alle spalle uno dei bambini aggressori, il gioco sembrò fermarsi improvvisamente << Tony, che ti prende? >> chiese la bimba bionda al suo amico, che però non la stava ascoltano.
Si girò verso i due spiriti, ma non sembrava vedere neanche Jack, almeno inizialmente. Delle scintille bianche e azzurre davanti a suoi occhi gli stuzzicarono la vista e fu allora che vide il Guardiano << Jack Frost? >> mormorò ridendo a crepa pelle << Quello è Jack Frost! >> gridò ai suoi amici indicando l’albino.
<< Chi? >> chiese un ragazzino pel di carota dietro al fortino.
<< Jack Frost >> insistette Tony << Lo spirito dell’inverno! >> si piegò a prendere un’altra manciata di neve e creare un’altra palla di neve << E’ venuto per giocare con noi! >> e tirò la palla. L’oggetto mancò il bersaglio, ma il Guardino provvide alla cattiva mira del bambino, lanciando lui stesso una palla di neve al rosso. Il bambino fu colpito in pieno viso e per la botta cadde all’indietro. Merida non poteva vederlo, ma poté udire le risate divertite che si propagavano da dietro il fortino. Il bambino uscì da lì tutto trafelato, con tre palle di neve appena fatte in mano. Ne lanciò una a Tony, una alla biondina e la terza se la tenne in mano per riserva.
Il moretto fu colpito, mentre la bimba evitò il colpo correndo nella direzione dei due spiriti ridendo come una metta.
<< Sta a vedere >> disse Jack alla rossa che lo guardò divertita da quella assurda situazione. L’albino si portò una mano sotto la bocca e soffiò sul palmo. La stessa polverina azzurra e bianca che si era posata sugli occhi di Tony si sollevò dalla pelle eterea di Jack e volò in direzione della bimba. Quando la raggiunse, anche lei si bloccò di colpo; spalancò gli occhi, che Merida notò essere grigio scuro, proprio come il cielo tempestoso sopra di loro, per poi stropicciarseli più volte. Guardò di fronte a lei, incredula, e solo in quel momento la riccia si accorse che anche lei era riuscita a vedere il Guardiano.
<< Ma … >> mormorò sconvolta << Tu sei Jack Frost? Sei vero? >>
Jack le fece l’occhiolino ridacchiando << Secondo te piccola? >> le chiese ironico, mentre lei arrossiva furiosamente per il gesto del più grande.
“In fondo Jack ha un certo fascino” si ritrovò a pensare Merida, capendo perfettamente l’imbarazzo delle ragazzina. Lo guardò con la coda dell’occhio. Era maledettamente irritante quel ragazzo, ma il primo pensiero che aveva avuto su di lui non cambiava: era proprio un bel ragazzo!
La biondina sorrise emozionata e si girò per chiamare gli altri suoi amici e far vedere loro la “novità”. Solo Tony e il rosso, però, sembravano vedere lo spirito e già ridacchiavano divertiti << Gli altri non ti vedono … >> mormorò delusa la piccola, così Jack le si inginocchiò di fronte: ora avevano la stessa altezza.
<< Come ti chiami principessa? >> la chiese con voce dolce e Merida si stupì non poco del suo comportamento. In fondo era un tenerone, anche se faceva finta di essere uno spaccone irresponsabile, e si vedeva lontano un miglio che ci teneva a tutti i bambini.
Con loro ci sapeva proprio fare!
<< Annabeth! >> rispose quella prontamente, ancora rossa.
<< Hai una buona mira Annabeth? >> le domandò e la biondina rispose annuendo energicamente. Jack sorrise malandrino << Bene >> disse creando altre palle di neve ai piedi di Annabeth, tante quante erano gli altri ragazzini che la stavano ancora osservando incuriositi << Allora tira queste ai tuoi amici e riusciranno a vedermi anche loro >> detto questo si alzò in piedi dando alla bambina il via libera.
Lei prese le palle di neve e cominciò a colpire i suoi amici uno ad uno. Aveva sul serio una buona mira. La rossa sorrise malinconica: quella bimba le ricordava un po’ lei quando era ancora umana ed aveva la sua età! Entro pochi secondi tutti e undici i bambini potevano vedere Jack Frost << Bene ragazzi! >> disse lui ridendo con un’altra palla di neve in mano. Volò in mezzo ai ragazzi, sotto lo sguardo meravigliato di tutti e solo dopo che i suoi piedi sprofondarono nella neve candida urlò: << E’ guerra! >> e tirò la palla a Tony.
A quel punto tutti iniziarono a colpirsi a vicenda, bagnandosi come non mai. C’era chi cadeva a terra, chi scivolava, chi si nascondeva, ma tutti si stavano divertendo come matti, Jack compreso. Era stato coinvolto nella lotta dalla piccola Annabeth che lo aveva colpito sulla nuca mentre tornava da Merida e così si era perso nei meandri del gioco, dimenticandosi completamente della sua amica/nemica dai capelli rossi. A lei però non importava. Poteva osservare il tutto anche da dov’era, anzi, vedeva anche meglio. Jack giocava con quei bambini come se fosse stato ancora umano. Li stava rendendo felici come non mai: non avrebbero mai dimenticato quella mattinata spesa a giocare a palle di neve insieme a Jack Frost in persona!
Merida trattenne il fiato e guardò i bambini divertirsi con gli occhi pieni di meraviglia: era quello il vero potere di Jack Frost! Lui aveva uno scopo, lui aveva un centro da proteggere. In quel momento lo invidiò profondamente. Stava quasi per deprimersi, quando una palla di neve perfettamente sferica non colpì anche lei. La botta non era stata forte quanto le precedenti, ma bastò ad attirare la sua attenzione. A tirarla era stato, logicamente, Jack, che ora la guardava sorridendo sornione da sopra il fortino costruito dai bambini << Che fai lì impalata? >> le chiese quasi urlando, vista la distanza tra di loro << Sembri una vecchietta, vieni a giocare >> si sbilanciò da quella posizione di precario equilibrio ma non cadde.
<< Sarebbe inutile >>rispose quella << Tanto loro non mi vedono >>
<< Ma ti vedo io! >>fu il commento del ragazzo << Non costringermi a venirti a prendere! >>
Lei rise ma non si mosse << Non fare lo scemo! >> praticamente non riuscì neanche a finire la frase che si ritrovò un pazzo dai capelli bianchi addosso. Jack le era volato incontro, l’aveva sollevata di peso dal suo posto e l’aveva scaraventata immediatamente in mezzo alla lotta.
I bambini non potevano vederla, ma le loro palle di neve potevano colpirla lo stesso: entro pochi secondi fu completamente ricoperta di neve, fradicia dalla testa ai piedi. Lo scintillio bianco e azzurro si posò anche sui suoi occhi e un moto di pura gioia le riempì il cuore.
Si unì anche lei alla battaglia, anche se nessuno tranne Jack poteva vederla. Colpì più volte Tony e gli altri due moretti, il rosso fu bersagliato più di chiunque altro e ad Annabeth fu infilata una palla di neve nel giubbotto. Continuarono così per diversi minuti, giocando alla guerra con la neve. Merida sorrideva felice come mai lo era stata in vita sua e Jack non poté fare a meno di pensare che quando rideva era proprio bella …
 
Quasi mezz’ora dopo, Jack e Merida erano stessi schiena a terra sulla neve e respiravano pesantemente cercando di regolarizzare il loro respiro affannoso. Si erano divertiti moltissimo con Annabeth ed i suoi amici, ma poi i bambini erano dovuti andare a casa per pranzo, lasciando nuovamente soli i due spiriti.
Jack rideva ancora, con gli occhi ancora socchiusi per lo sforzo, ma trovò comunque la forza di dire: << E’ passata un’ora >>
Merida si bloccò, non riuscendo e proferire parola. Non poteva neanche guardarlo senza vergognarsi per la sua codardia. Si era divertita da morire: il ruolo di Guardiano del Divertimento Jack se l’era meritato pienamente. Ma quell’oretta di risate le aveva fatto sul serio cambiare idea?
La risposta era: si!
Aveva provato invidia per il giovane quando i bambini lo aveva visto, avrebbe voluto essere al suo posto quando Tony aveva urlato al settimo cielo il suo nome. Grazie a lui, un quella semplice ora, aveva riscoperto la gioia di vivere, del farsi vedere, anche se questo avrebbe significato rischiare di nuovo si soffrire.. Non voleva più scomparire, non voleva essere dimenticata … voleva esistere!
Ma davvero poteva rischiare di mettersi di nuovo in gioco e combattere di nuovo contro Pitch … solo per lui? Per Jack?
Neanche l’albino la guardava si limitava a fissare il cielo ancora plumbeo da prima, attendendo con ansia una risposta, positiva o negativa che fosse.
<< Jack io … >> cominciò la ragazza, non sapendo neanche cosa dover dire di preciso.
L’altro chiuse gli occhi. Quella frase non cominciava esattamente come sperava. Si alzò velocemente dandole le spalle << Fa nulla >> le disse sconsolato << Un patto è un patto: addio Merida >>
Stava per richiamare il vento ed andare via, quando una mano morbida e calda si avvolse attorno alla sua, fredda. Si girò e si perse in quel mare verde-acqua che erano gli occhi di Cupido.
<< Aspetta Jack … posso venire con te? >> chiese imbarazzata, sentendo le gote imporporarsi.
Doveva molto a quel giovane tutto piaceri e divertimento, il minimo che poteva fare era aiutare lui e gli altri Guardiani a salvare i bambini, compresi quelli con cui aveva appena finito di giocare.
Jack sorrise, sia per la risposta che per l’emozione che aveva notato nella ragazza. Stinse con più forza la mano dell’altra, intrecciando le sue dita con le sue. Con un movimento del braccio se la portò più vicino, facendo aderire i loro toraci.
Il petto di Merida si alzava e si abbassava furiosamente, schiacciato contro il suo, sentiva il cuore di lei martellarle nel petto, ma nessun cenno di debolezza traspariva dai suoi occhi. A costo di morire di imbarazzo non si sarebbe spostata neanche di un centimetro.
Non sapeva perché, ma a Jack la cosa non dispiaceva poi tanto << Certo che puoi venire con me >> le rispose e lei sorrise a trentadue denti mentre lo spirito del gelo richiamava il suo amico vento e sollevava entrambi da terra << Tieniti forte, sesto Guardiano >> disse Jack e lei non se lo fece ripetere due volte, avvinghiandosi, sorridendo maliziosa, alla vita sottile del ragazzo, come un koala su un ramo. Partirono sollevati da una brezza fredda e leggera.
Direzione? Polo Nord! 

  
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