Quattro Carte

 

Inizia il Gioco

Era una villetta un po' in periferia. Erano anni che nessuno ci entrava, ma nonostante tutto l'interno era ancora intatto e splendente, solo qualche ragnatela nuova pendeva dall'alto soffitto.
Giravano varie voci su quella casa diroccata, c'era chi diceva che appartenesse a un vecchio conte ucciso dall'amante nella stanza da letto, con l'intento di rubargli tutti i suoi averi; altri invece sostenevano che il proprietario fosse stato un pazzo sadico che ai tempi attirava i bambini e le donzelle per divertirsi e ucciderli o peggio per mangiarli. Infine c'erano i ragazzini che giuravano di averlo visto giocando intorno, raccontavano che era un uomo dall'aspetto elegante e un po' malinconico che passava tutto il tempo a mescolare un mazzo di carte, senza sosta, come fosse stata la cosa più divertente.
Ma la nazione che sembrava saperne di più di tutte era la Russia. Infatti più volte Ivan si era trattenuto con Feliciano per raccontargli la storia del proprietario della villetta, spaventandolo a morte e impedendogli per intere notti di dormire serenamente. E la cosa divertente era che anche lui sosteneva che quella figura misteriosa conservasse gelosamente un preziosissimo mazzo di carte, e che ne amasse quattro in particolare.

"Bene!"

La voce rumorosa di America ruppe il tetro silenzio che si era creato tra tutte le nazioni.

"Visto che io sono l'eroe, aprirò io la porta della misteriosa villa. Se avete paura restate indietro, d'altronde non tutti sono eroi come me e poi"

"Apri quella dannata porta bloody idiot!"

Alfred guardò un momento l'inglese.

"Ok calma"

Con un cigolio sinistro l'uscio piano piano si schiuse incuriosendo i presenti che sempre più si accalcavano per vedere meglio.

"C'è nessuno?"

La flebile voce di Feliciano rimbombò nel grande atrio per vari minuti ma non si udirono altri minuti se non il timoroso cigolare del portono che ancora non si era aperto del tutto.

"Andiamo"

Russia sorrise serenamente indicando il lungo corridoio. Fece un passo avanti e improvvisamente tutte le luci si accesero illuminando la villa. Lentamente entrarono tutti, stringendosi tra loro come per infondersi coraggio l'un l'altro. Il vociare che si era levato fu brutalmente zittito dallo sbattere della porta.

"Ve... Doitsu, io ho paura"

"Proseguiamo ragazzi!"





Ok, forse non sono propriamente adatta nello scrivere ff horror .-.
Speriamo che non sia così tanto penoso questo capitolo/prologo >.<
Fatemi sapere per favore

Cami :