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Autore: Sisthra    15/02/2013    1 recensioni
4 Assassini costretti a sopportarsi per il bene dell'umanità...con questa premessa alcune cose, in un modo o nell'altro, devono essere accadute.
(Raccolta di flashfic di varia lunghezza, ambientate nel corso di Assassin's Creed II e Brotherhood)
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Desmond Miles , Lucy Stillman , Rebecca Crane, Shaun Hastings
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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4. Visi

Riemerge dall'Animus e strizza gli occhi alla fredda luce artificiale, alzando una mano a schermarsi il viso. Attorno a lui, il silenzio. Non sente nemmeno il ticchettio familiare e costante delle dita di Rebecca sulla tastiera.
" Saranno qui fuori a fare la guardia o a riposarsi un pò", pensa stiracchiandosi e rimanendo ancora qualche istante immobile, sdraiato sull'Animus. Senza pensare a nulla in particolare, si guarda lentamente attorno. Il pavimento del santuario è cosparso di cavi, che come radici di un vecchio e grande albero confluiscono tutti  verso l'entrata, dove si riuniscono a formare un fitto fascio che attraversa tutta la villa fino all'uscita sul retro, dove si allaccia alla rete elettrica. Attraverso quei cavi scorre il loro unico contatto con il mondo esterno, mondo che ormai Desmond sente sempre più lontano. Si alza dall'Animus e si stiracchia nuovamente, osservando le statue dei maestri Assassini nelle nicchie, guerrieri ormai morti da secoli e secoli. Darius, Amunet, Iltani... ridacchia quando vede che Rebecca si è fatta 'aiutare' nell'illuminare la stanza dalla statua di Wey Yu, appendendo una lampada alla mano che reggeva la lancia. Desmond era sicuro al cento per cento che, se fossero venuti lì in periodo natalizio, Rebecca avrebbe trovato il modo di decorare in ogni caso la stanza, magari infilando cappelli da Babbo Natale ad ogni singola statua.
« Scommetto che non ti sarebbe piaciuto, eh?» chiese ad alta voce quando lo sguardo gli cadde sull'ultima statua, quella di Altaïr. Lucy, in un gesto sicuramente voluto, aveva piazzato il suo computer proprio di fronte alla statua. Si avvicinò al tavolino e si sedette, dando le spalle alla statua.
« No, non penso ti sarebbe piaciuto... » ripetè, quasi tra se e sè.
« Troppa finzione. Lo scambio dei regali, l'essere più buoni... perchè poi si dovrebbe essere più buoni solo in quel periodo?» si ritrovò a chiedere a nessuno in particolare, forse a se stesso o forse alle immagini silenziose che lo osservavano dai piedistalli in marmo.
«... e poi c'è la faccenda del dover addobbare l'albero. Non chiedermi da dove è uscita questa storia o cosa c'entri con la religione, perchè...» alzò le mani e ridacchiò leggermente, scuotendo la testa. «... non ne ho la più pallida idea.»
Le sue parole rieccheggiarono appena nella sala circolare prima di spegnersi, ricevendo in risposta solo silenzio. Desmond sospirò, seppellendo il viso tra le mani.
Cosa stava facendo? Non bastavano gli incubi e le allucinazioni a tormentarlo notte e giorno, oh no, ora si metteva anche a parlare con delle statue... stava seriamente perdendo la testa.
Ridacchiò nervosamente e rialzò lo sguardo, un sorrisetto triste sulle labbra; e cos'altro poteva fare, se non ridere? Deprimersi e angustiarsi sulla situazione schifosa in cui si trovavano tutti loro non avrebbe di certo aiutato.
Erano tutti sull'orlo di un baratro, in equilibrio precario e impegnati a sorreggersi a vicenda, consci che se uno di loro fosse precipitato avrebbe probabilmente trascinato con sè tutti gli altri. Aveva visto la stessa stanchezza e disperazione nello sguardo stanco di Lucy, nei deboli singhiozzi che Rebecca soffocava ogni tanto la notte nel cuscino, nella sequela di maledizioni e improperi a cui ogni tanto si abbandonava Shaun, di solito quando era convinto che nessuno potesse sentirlo. Eppure ognuno di loro andava avanti, trovava la forza di sorridere e rassicurare gli altri, dando quasi una parvenza di normalità alla situazione quasi surreale che stavano vivendo.
Inspirò lentamente e rialzò lo sguardo, ritrovandosi a fissare ancora una volta le statue dei loro predecessori; anche loro si erano trovati nella loro stessa situazione, avevano sacrificato la possibilità di una vita normale alla speranza di poter in qualche modo cambiare il mondo. Non si erano chiesti perchè un tale compito fosse capitato proprio a loro, ma avevano colto l'occasione e l'avevano sfruttata al meglio. Si alzò dalla sedia e si voltò lentamente fino a fronteggiare la statua del suo antenato. Il viso scolpito nella pietra era appena accennato, lo sguardo nascosto dal cappuccio arcuato, ma la posa dell'Assassino parlava chiaro; non teneva il peso poggiato mollemente su una gamba, ma era ritto in piedi, le ginocchia leggermente piegate, pronto a scattare.
Pronto a battersi ogni volta che fosse stato necessario.
Desmond sospirò, posando una mano sul piedistallo in marmo, sfiorando quasi la statua.
«... si, penso di aver capito ora.» borbottò a mezza voce, lo sguardo basso, prima di inarcare un sopracciglio, scuotendo appena il capo.
«... senti, non posso prometterti nulla, ma cercherò di fare-»
« Desmond! Ci sei?» la voce di Lucy rieccheggiò lungo il corridoio.
«... del mio meglio.» concluse a bassa voce, tornando bruscamente alla realtà.
« Sono qui!» rispose, prima di voltarsi un'ultima volta verso la statua. Se Shaun lo avesse sentito parlare con una statua lo avrebbe ufficialmente dichiarato pazzo, ma non gli interessava.
« Beh, il dovere chiama: il futuro dell'umanità dipende da quanto in fretta Lucy riuscirà a mettere a posto la spesa.» diede un colpetto di saluto alla statua e si allontanò lungo il corridoio, verso Lucy e gli altri. Mentre svoltava l'angolo era certo che si trattò di una sua impressione, ma gli parve che gli sguardi delle statue degli Assassini lo avessero seguito mentre camminava, vegliando vigili sul loro successore.

"C'hai problemi, Altaïr?"
Quando ho visto che in Brotherhood Desmond poteva interagire con la statua di Altaïr ho pensato " Ora dirà qualcosa di solenne e poetico!"
... cinque secondi dopo ho ricevuto conferma del fatto che Desmond non è tipo da discorsi pomposi, ma noi gli vogliamo bene anche così. <3
Ciò non toglie che abbia violentato il mio controller per fargli ripetere quella frase non so quante volte, ridendo ogni volta.
Comunque volevo scrivere qualcosa dal tono un pochino più serio e mi piaceva l'idea di questo piccolo dialogo tra i "due".

   
 
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