Dopo circa un ora di viaggio eravamo arrivati finalmente a New York. Ah quando mi mancava lo smog. Io e Justin ci dirigemmo verso un hotel, non avevo molta voglia di ritornare a casa quindi decisi che era meglio alloggiare in uno hotel.

“Ecco la chiave della vostra stanza” disse il signore con una divisa verde scuro, dall'altra parte del bancone porgendoci le chiavi. Justin le prese per poi dirigersi verso l'ascensore seguito da me.

“Piano n°6 stanza n°123” esclamai schiacciando il pulsante con sopra scritto “6”.

L'ascensore si fermò nel sesto piano, come chiesto, e iniziammo a cercare la camera 123.

“Qui c'è 119” urlò Justin dall'altra parte del corridoio facendomi ridere.

“Centoventid..” fui interrotta dalla sua voce che esclamò: “Eccola” e aprì la porta con la tessera che poco prima il portiere d'albergo ci aveva consegnato.

“Due letti singoli?” chiese Justin perplesso e posando le valigie per terra per poi precipitarsi su uno dei due letti.

“Non ti vanno bene?” chiesi ironicamente seguendolo e prendendo dalla tasca il cellulare per chiamare Marta.

“Chi chiami?” mi chiese avvicinandosi a me mordendomi una guancia.

“Shh” dissi portando l'indice davanti al naso sorridendogli. “Ehi Marta” esclamai alzandomi di scatto dal letto.

“Dimmi un po', com'è il tempo lì a New York?” chiesi ironicamente passandomi una mano fra i capelli.

“Mh, a me non sembra tanto nuvoloso. Vedo il sole” dissi assistendo “telefonicamente” al suo stupore. “Eh si, sono a New York” continuai voltandomi verso Justin che mi guardava perplesso.

“Se vuoi posso venire adesso” conclusi chiudendo la chiamata a precipitandomi da Justin.

“Andiamo, andiamo” esclamai prendendo la mia borsa a tracolla dalla valigia beccandomi delle occhiatacce da Justin.

“Ma dove?” chiese distendendosi sul letto. “Siamo appena arrivati” continuò sbuffando.

“Ma non vuoi conoscere la mia amica super figa?” risposi ironicamente facendolo alzare di scatto.

“No” esclamò cingendomi per fianchi attirandomi a se. “Ho te” continuò facendomi rabbrividire per poi lasciarmi un bacio casto sulle labbra. Facendomi sorridere e chiudendo la porta della camera seguendolo per il corridoio.

Iniziammo a camminare per le strade di New York che fortunatamente ricordavo ancora.

“E' questa” esclamai indicando la casa di Marta e bussando alla porta.

“Chi è?” una voce familiare mi aprì la porta rimanendo a bocca aperta di fronte a me.

“Oddio sei tu” esclamò con un sorriso a 32 denti abbracciandomi come una bambina di dieci anni.

“Mi sei mancata” risposi ricambiando l'abbraccio per poi staccarmi e presentargli Justin.

“Piacere Marta” disse porgendo la mano a Justin che poco dopo la strinse.

Ci precipitammo in camera sua mentre iniziava a parlarmi di quello che era successo mentre io non c'ero.

“Sai che Victoria si è fidanzata?” esclamò portando le mani sulle guance stupefatta.

“Seriamente?” risposi ironicamente facendo finta che mi importasse qualcosa.

“Sisi” rispose continuando a ridere. “E tu Justin? Come mai sei con Abbie?” continuò attirando l'attenzione di Justin che poco prima giocava con il cellulare annoiato dai nostri stupidi discorsi.

“Ehm, io sono un amico di Abbie” rispose passandosi una mano fra i capelli per poi grattarsi la nuca.

“Un amico eh?” chiese Marta ridendo e facendogli l'occhiolino.

“Si Marta, un amico” risposi sbuffando e voltandomi verso Justin che sembrava abbastanza soddisfatto della risposta che avevo appena dato.

“Va bene, scusa” rispose ironicamente alzando le mani in segno di resa. “Cosa ci fai qui?” mi chiese perplessa. Ma quanto parlava questa ragazza.

“Sono venuta a trovare mia mamma” risposi semplicemente per non parlare di mio padre.

Il pomeriggio passò molto velocemente e notai che Marta era molto cambiata, non era più la ragazza di prima la quale diventava un pomodoro quando parlava con un ragazzo. Anzi, tra un po' si buttava fra le braccia di Justin. Gelosia? Nah.

Marta ci aveva invitato ad uscire con lei stasera e noi accettammo visto che il giorno dopo sarei dovuta andare da mia mamma e avevo la sera libera.

“Sembra simpatica” esclamò Justin riferendosi a Marta cercando dei vestiti da mettersi stasera dentro la valigia.

“Lo so” risposi semplicemente facendo la stessa cosa.

“E anche bella” continuò irritandomi.

“Si insomma, te la puoi fare” sbottai tirando fuori un top grigio dalla valigia.

“Sei gelosa?” chiese ironicamente continuando a cercare mentre io presi un paio di short neri dalla valigia.

“No, te la puoi anche fare” conclusi senza degnarlo di uno sguardo e chiudendomi in bagno per prepararmi.

Indossai i vestiti per poi pettinarmi i capelli e truccarmi un po'. Uscii dal bagno e notai Justin in boxer in mezzo alla stanza che appoggiava i vestiti sul letto.

Appena mi vide si avvicinò a me sussurrandomi: “Tranquilla, me la faccio” con un sorriso malizioso facendomi alzare gli occhi al cielo e uscendo dalla stanza e per aspettarlo fuori dall'hotel.

Uscì dall'hotel e mi trovai Marta di fronte a me.

“Sei già qui?” chiesi ridendo. “Sei puntuale, non ci credo” continuai fingendomi stupita.

“Dai stupida” esclamò ridendo “quando si tratta di ragazzi” continuò scoppiando a ridere. Si riferiva a Justin? Al mio Justin? Oh piantala Abbie.

E ad interrompere i miei pensieri fu il profumo di Justin che si poteva sentire anche a 10 km di distanza, seguito da una sua spinta facendomi andare addosso a Marta. Mentre lei rideva sotto il suo incantesimo.


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Ciao belli :) 
Scusatemi se ho aggiornato soltanto adesso ma ho avuto impegni.
Spero che questo capitolo vi piaccia lala <3 
Grazie mille a tutti, byee :)