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Autore: Athanate    04/09/2007    0 recensioni
Certe volte non puoi cambiare il tuo destino. Nemmeno quando conosci in anticipo gli avvenimenti. A volte la vita gioca sporco.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cody Meyers
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V Narratore

Gli accordi con Bates furono veloci ed immediati.
D’altronde la delegazione che si era presentata nel suo ufficio non ammetteva tentennamenti o risposte negative.
A dire il vero Bates sperava proprio di poter dare quel permesso speciale ai ragazzi, tanto che aveva già prenotato per loro un posto sul primo volo disponibile per New York non appena il dottor Myers lo aveva chiamato per avvertirlo che quel giorno avrebbe ceduto e parlato con i ragazzi.
Fu così che andarono tutti insieme a New York.
Avevano scambiato poche parole dopo l’incontro con il dottor Myers, ma non appena Nate si era alzato per andare da suo padre gli altri lo avevano seguito silenziosamente sapendo benissimo che cosa avrebbero dovuto fare.
Arrivarono ben presto alla clinica. Il padre di Cody aveva chiamato per avvertire del loro arrivo, così, quando gli infermieri si trovarono davanti quel gruppo di ragazzi dallo sguardo vacuo, non fecero nessun tipo di resistenza nell’accompagnarli alla stanza.
D’altronde, come ci si può attenere alla burocrazia in simili casi?
L’infermiera si fermò davanti ad una porta. Dopo aver rivolto loro un cenno affermativo, per affermare poi chissà che cosa, se ne andò senza guardare in faccia i ragazzi.
Rimasero imbambolati davanti alla porta senza sapere che cosa fare di preciso.
Erano arrivati lì di getto, ma ora non avevano idea di come comportarsi.
Squib si fece avanti per primo.
Afferrò la maniglia della porta. Rimase fermo qualche istante nel quale saggiò il ferro. Trasse un respiro e spinse in là.
Entrarono silenziosamente nella stanza. Cody era addormentata.
Squib si avvicinò con gambe tremanti al letto. Le prese una mano e se la portò alle labbra.
Cody si destò lentamente. Mise a fuoco la scena che aveva davanti. Sgranò gli occhi.
Co: - cosa…voi…cosa ci fate qui? -
Sq: - tuo padre ci ha raccontato tutto… -
Co: - gli avevo chiesto di non dire niente… -
Scostò lo sguardo da Squib e fissò la parete di fronte.
Sq: - non biasimarlo. Lui vuole solo il meglio per te…ha fatto bene a dircelo.. -
Cody tornò a guardarlo.
Co: - sì…ma voi?... -
Sq: - noi cosa? Non capisco Cody. -
Nate si voltò a guardare Adena che però questa volta lo guardò senza capire. Era troppo turbata.
Na: - io invece temo di aver capito -
L’attenzione si posò su di lui.
Na: - Cody tu in realtà ci hai evitati per…per non farci soffrire adesso vero? Volevi escluderci… -
Sq: - Cody…è vero quello che dice Nate? -
Cody abbassò lo sguardo imbarazzata.
Sq: - rispondi…per favore… -
Co: - sì -
Squib la fissò attonito.
Sq: - come…come hai potuto pensare una cosa simile.. Cody come hai potuto? -
Co: - io…credevo che fosse la soluzione migliore..cerca di capire Squib! -
Le lacrime presero a scenderle copiose.
Squib era inginocchiato a fianco del letto. Appoggiò la fronte sulla mano di Cody. Stava cercando di ricacciare le lacrime.
Ci fu un silenzio pesante dentro la stanza.
Certo, si erano parzialmente ritrovati, ma per quanto? Ora avevano la certezza che Cody aveva mentito, lei stessa lo aveva ammesso. Ma a cosa serviva?
Era quasi meglio vivere nella menzogna che Cody li detestasse.
Quando questo pensiero venne a formarsi nelle menti di tutti fu chiaro il perché dell’agire di Cody.
Certo era triste pensarla così, ma forse avrebbe fatto meno male.
Ma l’amicizia non permette certe finzioni. È un sentimento che scorre limpido e cristallino. Se non la si contamina alla fonte anche le piccole torbidità vengono cancellate dal suo scorrere.
Pensare di cancellarla era quasi un insulto. Si sa, l’acqua dà vita, ma molte volte trascina via tutto con la sua impetuosità. Non la si può combattere. È una lotta impari.
E allora erano tutti lì. Nonostante tutto.
Co: - pensavo che se mi fossi allontanata… voi avreste sofferto di meno, anzi in realtà speravo proprio che arrivaste ad odiarmi, così da non accorgervi proprio della mia scomparsa…-
Cody li fissò e poi sorrise amara.
Co: - sono stata una stupida non è vero? -
Nessuno le disse di sì. Non era stata stupida. Non volontariamente quantomeno. Certo era stato stupido pensare che così avrebbe risolto la situazione. Ma il pensiero di tutti era fisso sulla sua sofferenza. Lei sapeva a che cosa stava andando incontro ed il suo unico pensiero era stato quello di cercar di far soffrire meno loro.
In quella stanza era tutto strano. La luce, l’aria, i colori, l’arredamento, la situazione.
Volevano tutti svegliarsi e scoprire di essere caduti in uno stato di trance provocato da qualche mago. Ma questo accade solo nelle fiabe.
Qua sulla terra, dove per ogni passo sbagliato assapori il gusto amaro della tua sconfitta, non ci sono cavalieri e principi azzurri disposti a salvarti dal mago, perché tanto non c’è nemmeno quello.
Qua c’è la realtà. E non fa favoritismi nemmeno se ti sforzi di sorriderle ogni giorno.
Entrò il medico che disse loro che era meglio lasciarla riposare. Se volevano però,a turno sarebbero potuti rimanere accanto a lei a patto però che non la stancassero troppo.
Gli altri lasciarono che fosse Squib a fermarsi con lei.
La salutarono abbracciandola, ma senza proferir parola.
Tra Cody e Squib scese un silenzio imbarazzato.
Co: - Squib..io…mi dispiace…per come ti ho trattato in questo periodo…lo so che non ci sono scuse, che non si torna indietro, ma mi dispiace sinceramente… -
Sq: - lo so Cody. Non serve che continui a scusarti. L’ho capito. -
Co: - potrai mai perdonarmi? -
Sq: - non ti ho mai accusata di niente. -
Squib si alzò per sedersi sul bordo del letto ed asciugare l’ennesima lacrima che minacciava di scendere dagli occhi di Cody.
Non sapevano come, ma avrebbero dovuto affrontare l’argomento prima o poi. Non poteva di certo rimanere taciuto ancora a lungo.
Squib si fece forza. Sopportare il silenzio era anche peggio.
Sq: - cosa dicono i medici? -
Co: - quello che ti avrà già riferito mio padre… -
Sq: - non mi piace quello che mi ha detto il dottor Myers… -
Co: - nemmeno a me Squib, ma è la realtà… -
Sq: - ti stanno curando? -
Co: - sì, ma servirà solo a posticipare… -
Sq: - Cody come puoi parlare così? Devi lottare! -
Co: - Squib ma sono le statistiche come posso lottare contro qualcosa per cui la maggior parte della gente muore? -
Sq: - tu non sei la maggior parte della gente. E poi se dici così vuol dire che c’è ancora qualche possibilità… -
Co: - recondita Squib. Forse più rara di un miracolo..ammesso che tu creda in essi… -
Sq: - se servirà inizierò a crederci… -
Co: - Squib, sai bene che non servirebbe… -
Sq: - magari in un’altra clinica avranno delle soluzioni più efficaci -
Co: - questa è la migliore degli States… -
Sq: - allora andremo in Europa -
Cody non gli rispose ma si limitò a fissarlo. Era inutile continuare con quella pagliacciata. Certo, cera la possibilità che ci fossero delle svolte positive. Ma erano così rare che nessuno, medici compresi, le avevano prese in considerazione.
Squib si bloccò. Le prese nuovamente la mano e la accarezzò.
Rimasero così per lungo tempo.
Sq: - vorrei poter fare qualcosa. Mi sento impotente di fronte a questo. -
Co: - non è colpa tua. Non è colpa di nessuno Squib. -
Sq: - non lo concepisco… -
Cody si sforzò di sorridere.
Sq: - se almeno lo avessi saputo prima…avrei cercato di regalarti momenti indimenticabili, avrei fatto tutto quello che volevi, avrei… -
Cody non lo lasciò finire. Si alzò e posò le sue labbra su quelle di lui.
Co: - tu non mi devi niente Squib, mi hai già dato tutto quello che avrei mai potuto desiderare. -
Sq: - non ti credo… -
Co: - Squib, non è una cosa che ti posso spiegare. Stare con te è stato come vedere la mia vita improvvisamente riempita, è stato come togliersi la maschera e respirare liberamente. Sei stato tu che mi hai donato una vera ragione per stare a questo mondo. Ed ora quello che è successo non è colpa di nessuno. Forse è una crudeltà, ma questo non potrà cancellare niente di quello che è stato. Niente. -
Squib la baciò. Nel farlo si lasciò sfuggire le lacrime, era inutile fingere che andasse tutto bene. Si protese verso di lei per abbracciarla. La cullò a lungo tra le sue braccia.
Sq: - ti amo Cody. Ti prego non lasciarmi. -
Co: - Squib come posso esaudire questo tuo desiderio? -
Sq: - devi lottare. Promettimi che lo farai. -
Co: - sì questo posso promettertelo Squib, ma non posso assicurarti che vincerò… -
Sq: - ma lo farai non è vero? Ci proverai con tutta te stessa… -
Co: - sì Squib lo farò. Ti amo… -
Quando il medico entrò per la visita i due si stavano ancora coccolando. Il suo sguardo fu d’infinita tristezza.
Dr: - Scusami, ma ora deve dormire… -
Squib si voltò a guardarlo ed annuì. Poi tornò a posare la sua attenzione su Cody.
Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò “ti amo” per l’ennesima volta.
Cody gli sorrise.
Co: - ora che siete qua non ho più paura. Andrà bene, sarà tutto più facile… -
Si baciarono.






Questo è il penultimo capitolo. grazie a tutti coloro che hanno commentato e recensito la ff. grazie anche a Mysticmoon per il consiglio costruttivo.
  
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