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Autore: Magnesium    16/02/2013    4 recensioni
Tu e io nel mio letto.
Quello che è stato il momento peggiore della mia vita.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Anche se è successo tutto un paio di mesi fa, ricordo come se fosse ieri.
Il tuo sguardo, il tuo profumo,  il tuo respiro vicino.
E' successo per caso. O forse lo avevi pianificato ma mi hai colta alla sprovvista.
Non mi passava per la mente l'idea che io ti potessi piacere. Si, eravamo amici. E si, mi trovavi bella. E simpatica. E matura. Ma comunque sia non avevo mai notato niente nel tuo sguardo quando mi guardavi.
Ma quando eri sdraiato li, accanto a me, mi è sembrato di notare come uno scintillio nei tuoi occhi. Una voglia di essermi vicino.
Faceva freddo, era Febbraio e avevamo entrambi un pigiama e una coperta che ci coprivano. Solo le nostre teste erano allo scoperto, e ci fissavamo senza bene sapere cosa fare.
"Mi fa freddo" dissi. Ma la tua risposta era un semplice : "Anche a me"
Ti stavo per urlare: "Allora vieni qua, abbracciami, prendimi!!! Sono tua"
Ma mi trattenevo perché l'atmosfera nonostante la tua infelice uscita era romantica...
Continuavo a fissarti quando percepii il tuo piede sulla mia caviglia.
Non mi ero accorta che avevi scostato le coperte, e mi si bloccò il fiato.
Speravo di essermi fatta la lametta, di non avere peli sulle gambe che ti potessero fare schifo.
Ma tu continuavi con il tuo piede, passavi sulle mie dita, andavi al tallone, salivi un pò la gamba, fin sopra la caviglia.
Un ritmo continuo. Lento. Piacevole.
Con tutto il coraggio che avevo con il mio piede libero iniziai a fare lo stesso a te.
Sembrava una specie di 'acchiappino' i nostri piedi si rincorrevano, e finimmo in una vera e propria lotta.
Ad un punto ti alzasti con le spalle e la testa, e tornasti giù molto più vicino a me, di quanto non lo fossi stato prima.
Ti alzasti di nuovo, tornando giù, stavolta, a una spanna da me.
Il mio braccio era incastrato e non riuscivo a muovermi.
Ti fissavo e basta. Mi perdevo nei tuoi occhi marroni, con quelle piccole scintille verdi.
Cercavo di avvicinarmi un poco e tu facevi lo stesso. Ti avvicinavi sempre un pò di più.
Il tuo naso arrivò a toccare il mio e mi desti un bacio "all'eschimese". Il mio cuore batteva forte.
Ti avvicinasti ancora di più, pericolosamente.
Le tue labbra e le mia non erano per niente distanti. Bastava protenderle un pò. Se mettevo un mignolo in mezzo, sono sicura che le nostre labbra lo avrebbero toccato.
Rimanemmo li, a quella distanza, per un paio di minuti.
Mi guardavi, e pensavi. Non so a cosa.
Io ti guardavo e speravo di poter sentire il sapore delle tue labbra sopra le mie, il tuo fiato che si mescolava al mio. Il gioco che prima avevamo fatto coi piedi ora dovevamo farlo con le lingue.
Ti pregavo, ti imploravo, urlavo. Ma non mi sentivi, perché nemmeno un suono lasciò la mia bocca.

"Sei tu che aspetti me o io che aspetto te?"
Lo guardo. Cosa ha appena chiesto? Oddio concentrati, ragazza, concentrati.
"E' inutile che ti avvicini sempre di più, eh. Guarda che me ne accorgo"
Ma cosa sta dicendo? E' lui che si avvicina. Come si permette?
Continuiamo a fissarci fino a quando lui non si alza.
"Devo andare"
Due parole secche.
Hanno distrutto non solo l'atmosfera e la tensione che c'era tra di noi.
Hanno infranto il mio cuore.

MaGnesium

Ciao. Questa storia mi è capitata davvero. Ormai è quasi un anno fa, e ho deciso di pubblicarla.
Il ragazzo in questione due mesi dopo non si ricordava nemmeno di avere dormito con me in un letto.
Questo è quanto conto. Fantastico.
  
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