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Autore: HildaGreen    16/02/2013    3 recensioni
"Ginocchia alte, petto in fuori, sguardo che punta sempre in alto… si, era perfetta!
Si fermò in cima alle scale, guardò la Shibusen, sicura che l’avrebbe fatta cadere ai suoi piedi, dopotutto, cos’era impossibile per lei?
Respirò a fondo, poi si avviò verso l’entrata a passo sicuro, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli azzurri, dei ciuffi legati in una piccola treccia accanto al viso, adornato da un fiorellino rosso.
Inoltre, i capelli non erano la sola cosa a muoversi… Ai ragazzi l’occhio cadeva sempre lì, sui suoi grandi seni, sempre in vista, dopotutto, perché nascondere una simile bellezza?
Sembrava una ragazza come tante… finché non le parlavi."
Ecco a voi l'arma più potente e bella (ed egocentrica...) di tutta la Shibusen!
Avete indovinato chi è?
Ovviamente l'adorata figlia di Black Star!
Si chiama Sora e, come i suoi amati genitori, dovrà fare i conti con kishin, bulli e streghe, ma la sfida più grande per lei, sarà l'amore!
Intanto la Shibusen, tredici anni dopo la sconfitta del primo Kishin, si prepara a combattere una nuova guerra.
Come andrà a finire?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Death the Kid, Liz Thompson | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Stelle non sono niente senza Cielo!'
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Kazoku


La strega dei corvi attraversò velocemente il corridoio di ghiaccio e, arrivata alla porta in fondo ad esso, l’aprì.
-Korax non hai ancora imparato a bussare?- la rimproverò l’uomo che stava seduto su una sedia in cima a una scalinata di ghiaccio.
-Se preferisce me ne torno indietro...
-Cos’hai da dire?
-Il kishin è pronto per il risveglio. Dobbiamo liberarlo?
-Non ancora. Non vorrei che venisse sconfitto subito.
Korax spostò il peso da un piede all’altro. -Sconfitto? E chi mai potrebbe?
L’uomo si alzò e scese i gradini. -Esiste qualcuno capace di farlo. Devo ucciderlo prima che scopra i suoi reali poteri.
-Intendete farlo voi stesso?
-Ho un conto in sospeso con questa persona...
 
Dopo un lungo pianto, Sora stava ancora cullando Hias tra le sue braccia per non farlo svegliare di nuovo, ogni volta svegliava anche Mirai con le sue grida.
Eis, seduto sul letto, osservava la ragazza come ammaliato, non avrebbe mai immaginato che avesse la pazienza di badare a due neonati e s’immaginò come sarebbe stato avere una famiglia con lei.
Dopo un primo imbarazzo, pensò se sarebbe riuscito ad essere un buon padre ma, prima di tutto, si chiedeva come era una vera famiglia.
-Eis.
Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri e guardò Sora, che aveva lasciato il fratellino nella culla accanto alla sorella.
-Che ti prende? Ti ho chiamato più volte!
-Ah... niente.
La porta si aprì e Tsubaki entrò con un vassoio di tè ma Sora glielo tolse dalle mani.
-Non dovresti sforzarti.
-Non preoccuparti, ora sto bene.
Tsubaki guardò i gemellini e sorrise. -Non mi aspettavo che riuscissi a calmarli.
-Quindi non ero il solo a pensarlo...
La ragazza incrociò le braccia. -Avete molta fiducia in me...
Tsubaki rise e Sora la guardò. -Aspetta un attimo, mi è tornata in mente una cosa...
Si mise a frugare in un cassetto e si volse mostrando un album. -Le tue foto quand’eri piccola.
Sora arrossì.
-Sono curioso di vederle- affermò Eis.
Ora la ragazza era completamente rossa in viso. -Non vorrai fargliele vedere?!
Tsubaki andò a sedersi vicino ad Eis e si mise a sfogliare l’album. -Black Star le faceva foto in continuazione.
Sora rimase là ferma, mentre Tsubaki si soffermò su una foto che Eis guardava con altrettanto interesse e si decise ad avvicinarsi.
-Togli subito quella foto!
Tentò di prenderla dalle mani di Tsubaki, ma Eis fu più veloce.
-Com’è ti imbarazzi?
-Eiiiis!
-Qual è il problema? Eri così carina, avevi appena due mesi.
-Non è questo! Perché papà mi ha fatto una foto nuda?! E che vorresti dire, che ora sono brutta?
Eis era troppo alto per riuscire a prendergli la foto e, alla fine, rinunciò e si mise seduta accanto a loro a vedere le altre foto.
Tutte rappresentavano dei momenti felici della loro famiglia: compleanni, natale, capodanno.
Eis non aveva vissuto mai nulla di tutto questo, eppure, per loro sembrava così normale, anche riguardare quelle foto, era una cosa naturale. Sarebbe stato anche per lui così in futuro?
In particolare, fu colpito da una foto in cui Black Star  teneva Sora in braccio. Da quel che sapeva, neanche Black Star aveva avuto una famiglia, eppure ne era stato un buon padre.
Lui non aveva nulla a che fare con suo padre, lui era diverso.
In alcune foto, vi erano anche Maka, Soul e gli altri, molte risalenti a quando frequentavano ancora la Shibusen.
-Quant’era basso papà!- Commentò Sora.
-Parli proprio tu- rise Eis.
In fondo invece, vi erano anche delle foto di Kid, alcune sfocate, scattate di nascosto da Sora quando era piccola. Nonostante tutto quello che era successo, Eis non riusciva a fare a meno di sentirsi geloso.
-Buttale via- disse Sora.
-Perché mai? Sono ricordi della tua infanzia- rispose Tsubaki e si alzò. -Vi ringrazio per aver guardato Hias e Mirai al posto mio, non avrei dovuto trattenervi ancora. Immagino vogliate stare da soli...
Sora abbassò lo sguardo. -Ehm... no... è...
Tsubaki sorrise.
 
Eis, dicendole di volerle parlare, si ritrovarono alla Shibusen o, meglio, quel che ne rimaneva, per quanto fosse a pezzi, rimaneva pur sempre la loro scuola, distrutto o meno, quel luogo era intriso di ricordi.
Sora chiuse gli occhi e sollevò le spalle.
Eis, la guardò, aveva atteso a lungo una sua risposta
-Torniamo in Alaska!
-Sei impazzita?!- Eis rimase a bocca aperta.
-Kid Sta sbagliando tutto! Le streghe sono ancora lì!
Sora che criticava Kid era surreale.
-Come fai a saperlo?
-Me lo sento!
-Vorresti tornare un’altra volta lì a rischiare la vita perché senti che è così?!
Sora chiuse gli occhi. -Io, non voglio essere la ragazza precipitosa che ero prima e forse non sono abbastanza intelligente da dare una spiegazione a ciò che sento, ma è così! Mio padre è laggiù!
Eis sospirò. -Va bene, ma solo quando ti sarai rimessa completamente.
-Io sto benissimo. Andiamo.
Sora iniziò ad incamminarsi ed Eis la seguì.
-Hai appena detto che non volevi essere più avventata come prima...
Arrivati alla scale, si fermarono, vedendo una figura ergersi, avvicinandosi lentamente a loro.
Quando si fece più vicino, Eis s’immobilizzò totalmente, il suo sangue si era raggelato ma suo viso era anche comparsa un’espressione di rabbia
-Eis... che succede?- Gli chiese Sora.
Aveva riconosciuto quell’uomo dal viso coperto da una sciarpa e i vestiti pesanti.
-Che ci fai tu qui?!
La sua voce era irriconoscibile, pareva fosse il ringhio di una bestia tramutato in parole.
Sora guardò l’uomo e poi ancora Eis.
-È questo il modo di accogliere tuo padre?


Da quant'è che non pubblicavo un nuovo capitolo? MI DISPIACE MI DISPIACE MI DISPIACE!!!!!
non ho giustificazioni, sebbene sia impegnata con la scuola e a scrivere altre storie che non pubblico su EFP.
ad ogni modo, è stato difficile scrivere questo capitolo, dato che ho dovuto rileggere tutta la storia. Ve l'ho detto che non rileggo mai e che odio leggere?
strano ma l'ho fatto, rileggendo anche i commenti mi sentivo in colpa a non contonuare la storia, anche se non so in quanti riprenderanno a rileggere.
scusate anche se ho cambiato le virgolette, non mi ricordavo con quali tasti si facevano le altre che usavo prima.
ancora scusate, mi sento veramente in colpa e vi prometto che d'ora in pi farò del mio meglio
ultima cosa, per scrivere questo capitolo ho pensato a clannad e alla famiglia Dango!
Vabbé, mi dileguo
al prossimo capitolo
Kitsune
  
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