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Autore: Uni    16/02/2013    9 recensioni
[BlueJewel — a Silvia, che mi sostiene sempre]
Lo guardai indispettita - odiando una parte di me - e gli risposi un irritante: "non ne necessito, grazie". Bright ridacchiò ironicamente e aggiustandosi l'orlo della manica sussurrò lievemente - ma non troppo piano, perché io potessi sentire - «però, forse, sono io che ho bisogno del tuo aiuto..»
Alzai lo sguardo e lo vidi arrossire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Rein
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel che si dice "Cadere in Amore"
Spesso sono gli altri a farci cadere nel baratro con la loro indifferenza, con il loro cuore arido.
Romano Battaglia — Incanto.
La felicità non si può raggiundere se non allunghi il braccio per afferrarla.
Quella sera lui fece la stessa cosa: pretese il braccio verso la dama dai capelli rossi, quella - guardandomi - gli rispose che sarebbe stato meglio se avesse inoltrato la sua proposta a me, piuttosto che a lei. Fine era sempre stata di buon cuore: non mi ha mai tradita e mette sempre me al primo posto. Anche se fosse perdutamente innamorata di Bright, chiuderebbe gli occhi e lascerebbe che glielo rubi. 
Ma Fine è innocente e di amore non ne vuole sapere, giacché quello che prova per me è puro e semplice: un amore fraterno e incorruttibile. Per questo suo gesto, mi resi conto di star facendo la cosa sbagliata: se la felicità la devi afferrare allungando il braccio, allora essere pigri e lasciarsi catturare sarebbe stato ingiusto nei confronti di chi la felicità la brama.
Bright, comunque, allungò gentilmente la sua mano verso di me ma io non l'afferrai: era troppo semplice.. ed ingiusto. Feci un inchino e reclinai l'invito. 
Essere la seconda scelta era di sicuro la cosa più terribile nel suo gesto. 
Corsi praticamente via dalla sala e dai cormi leggiadri che danzavano sotto mille bagliori, per racchiudermi in una landa di tenebre scaturita dalla controluce della luna. Mi soffermai ad osservarla: candida e rotonda. Ricordai che nel regno della luna ci era un principe molto bello e desiderato, ma che questo non uscisse molto fuori dal proprio palazzo. Si diceva che si prendesse cura della madre e della sorella. Bright, comparato a lui, ha migliori solo le buone maniere. 
Sentii in lontananza la voce di Fine che urlava il mio nome, mi raggomitolai ancora nel mio angolo ombroso per non farmi vedere; pian piano la sua voce scomparì in flebili echi. Mi sentii quasi al sicuro, ma uno dei privilegi dell'essere chiamati Bright è il fatto di brillare, e infatti la sua luce scacciò via la penombra che mi circondava: sorridente e caloroso, di fronte a me. Sembrava brillare più della luna, il quale principe non mi sembrava più tanto affascinante come credevo, comparato al Bright che avevo di fronte. Questo si inginocchiò do fronte a me, chiedendomi cosa non andasse.
«Non c'è nulla che non vada — chiusi gli occhi in modo altezzoso e continuai — a parte il fatto che state distruggendo il bel buio che mi ero creata» rise alla mia affermazione e mi sembrò cadere, cadere in un pozzo profondo in preda alla vergogna, all'orgoglio e alla disperazione: mi sono innamorata. Chiesi se non stesse più ballando con Fine e lui di tutta risposta scosse energicamente la testa. «Fine mi ha spiegato che non è brava a ballare, dunque volevo insegnarle le basi» prese un po' di fiato «mi ha anche spiegato che, allo stesso modo, anche tu non sei brava a ballare: se hai bisogno, potrei insegnarti!»
Lo guardai indispettita - odiando una parte di me - e gli risposi un irritante: "non ne necessito, grazie". Bright ridacchiò ironicamente e aggiustandosi l'orlo della manica sussurrò lievemente - ma non troppo piano, perché io potessi sentire - «però, forse, sono io che ho bisogno del tuo aiuto..»
Alzai lo sguardo e lo vidi arrossire.
«B-Bright?»
«S-sì?»
«Balli?»
«Vo-volentieri.»
Ci alzammo in fretta e furia, aggiustandoci i vestiti stropicciati. La musica si sentiva a malapena, ma lui avvicinò i suoi fianchi ai miei e prendendomi tra le sue braccia iniziò ad andare a tempo, canticchiando il valzer con le labbra. Ridacchiai del fatto che fosse un bel po' stonato, lui arrossì ancora di più, avvicinò il suo volto al mio e con un viso da bambino dispettoso fece arrossire anche me. Rise sulla mia agitazione e non appena tornai a guardarlo, lo vidi con un sorriso stampato in volto. «Mi piaci, Rein»
Detto questo, mi baciò.

Non sapevo come riadattare la ff: era scritta male, con una grafica orribile. Adesso è moooolto meglio, credo. 
Adesso mi piace molto di più ed è molto più carina.
*asciuga sudore* lavoro completato!
   
 
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