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Autore: Burzin_Iluvatar    16/02/2013    3 recensioni
Mi hanno sempre considerato strano.
Lo sono e ne sono contento. Non mi va di essere come tutti gli altri, così omologati, noiosi e stupidi.
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrivo queste righe in questo stato di reclusione assurdo in cui mi ritrovo ormai da mesi.
Con notevole difficoltà sono entrato in possesso di carta e penna per scrivere e raccontare al mondo intero la mia storia ed è considerevolmente difficile celare questi miei scritti.
Non mi sono concessi diritti alcuni in quanto vengo considerato, e per sempre rimarrà tale lo spregevole giudizio nei miei confronti rimanendo qua recluso, a meno che io evada, un malato mentale con problemi psicologi.
Inizialmente, non mi era concesso l’utilizzo di oggetti comuni come forchette o libri. Ero considerato un “elemento” mentalmente instabile in quanto al mio ritrovamento prima della reclusione ero quasi privo di vita e il caso era stato associato a un tentato suicidio.
Ma non è così.
Per coloro che sono interessati a codesta stravagante, assurda e impensabile storia, narrerò la verità che si cela dietro al mio “tentato” suicidio.
 
Mi hanno sempre considerato strano.
Lo sono e ne sono contento. Non mi va di essere come tutti gli altri, così omologati, noiosi e stupidi.
 
Nonostante sia cresciuto in una famiglia benestante ho trovato una notevole difficoltà nel creare legami con qualsiasi essere umano, odiavo e ancora odio la società.
Ho sempre avuto una passione innata per la lettura e non esitavo a sacrificare le giornate soleggiate per godermi un libro, romanzo o qualche racconto.
A far incrementare la mia passione è stato mio nonno, un tipo non raccomandabile, di un’intelligenza spaventosa e dalla capacità di incutere timore  anche a un veterano di guerra, grazie alle sue capacità di oratore e non solo (possedeva strani poteri occulti di cui ancora non comprendo appieno le origini ).
Era un professore di letteratura in una prestigiosa università che adesso non voglio nominare.
Insegnava comune letteratura e nel tempo libero era sceneggiatore e scrittore.
Ma quello che molti non conoscevano, compresi i miei genitori, i suoi numerosi editori e gli altri professori,  era la sua strana passione per l’occulto e i suoi numerosi impegni in quell’ambito.
Sin da quando ero bambino lui si era affezionato parecchio a me invogliandomi alla lettura e all’occulto.
Vampiri, demoni, streghe e tanto ancora erano i principali argomenti delle nostre allegre e animate discussioni per non parlare dell’amore per il fantasy, la fantascienza e la stregoneria in generale.
Ci siamo avvicinati ancora di più quando morì mio padre, un comune banchiere che lasciò parecchi soldi a mia madre e diede la possibilità a me di continuare i miei studi.
Non mi dispiacqui più di tanto della sua morte.
Ricordo che quando il mio vecchio morì il nonno lasciò tutti i suoi impegni per dedicarsi ai suoi viaggi e a me, sostituendo la figura paterna in modo sorprendente nonostante a volte sparisse nel nulla e non vi erano notizie dello stesso per parecchio tempo.
Il nonno, al ritorno dai suoi numerosi viaggi, portava sempre parecchi libri di qualsiasi genere:  alchimia, negromanzia, vampirismo, morti viventi, magia, stregoneria, mitologia, religioni e popoli antichi, e tanti altri ancora.
Molti libri erano in latino, per giunta molto antichi e praticamente introvabili, o in altre lingue come l’anglosassone antico, il volgare italiano o in lingue gote.
E’ grazie a mio nonno se ho una così vasta conoscenza e sono acculturato, ma nonostante ciò, non ero affatto un bravo studente, non mi trovavo bene nell’ambiente scolastico, lo odiavo.
Avevo un aspetto poco comune e odiavo le noiose lezioni scolastiche e spesso insultavo i professori dinanzi a tutta la classe rendendoli ridicoli e facendo risaltare la loro stupidità.
Molti professori mi odiavano perché ero uno di quegli asociali che si credevano superiori agli altri e io odiavo loro perché erano stupidi ed ammorbavano la società con le loro emerite stronzate.
Ricordo quando un giorno corressi un professore riguardo a qualcosa sui vichinghi cercando di fargli ammettere i suoi numerosi errori riguardanti a quello specifico tema. Esso si arrabbiò parecchio e fui mandato in presidenza dove fui sgridato per i miei modi abituali da presuntuoso e nemmeno in quell’occasione mi astenni dal fare qualche commento poco gradito.
Come tutti sappiamo le notizie volano, tutta la scuola mi conosceva, insomma, ero popolare. Li odiavo comunque, odiavo tutto di loro. Stupide creature dall’incapacità di pensare autonomamente e dal bisogno di insediarsi in un gruppo, nemmeno per compagnia ma più per moda.
Non la pensavamo in modo simile e ciò impediva il mio rispetto nei loro confronti.
Fu allora, per puro caso, che mio nonno mi propose un esperimento che mi avrebbe potuto far cambiare la vita in modo radicale.
Egli “sosteneva” che io fossi simile a lui e sarei sicuramente potuto diventare il suo “erede”. Inizialmente  penso di non aver preso molto sul serio le sue parole in quanto non comprendevo del tutto di cosa stesse parlando o cosa bramasse e soprattutto  a cosa si riferisse.
Ed ancora una volta scomparve lasciandomi con l’amaro in bocca per i numerosi interrogativi che mi ponevo.
Quasi dimenticavo la musica.  Alcune fonti di testi pagani indicano come scopritore e primo compositore il demonio in persona. Sono molto scettico riguardo a queste affermazioni.
La mia passione per la musica mi ha portato a voler suonare, così ho acquistato un basso e mi sono messo all’opera, ero modestamente bravo (peccato non avere qualche strumento in questa situazione, tirerebbe su il morale).
Una volta successe una cosa buffa.  In quanto vestivo, e vestirei ancora se ne  avessi l’opportunità, sempre di nero e sembrava usassi trucco nero , per via delle occhiaie, di cui non ho mai fatto uso e dei miei lunghi capelli (per pigrizia non li tagliavo) venni avvicinato da dei presunti seguaci di satana.
Appena mi spiegarono il motivo per cui mi ebbero avvicinato scoppiai in una risata di cui non trattenni le lacrime.
Erano increduli e mi fissavano come un branco di idioti e senza cervello.
Me ne andai senza proferire parola, non bisogna proferire  parola con gli stupidi ma lasciarli al loro triste destino.
Mio nonno tornò così come scomparve, all’improvviso.
Era tempo, pensai, non lo vedevo da quasi un anno e non aveva lasciato tracce e ciò mi fece preoccupare.
Era visibilmente turbato e penso di non averlo mai visto in uno stato pietoso come quello.
Si guardava continuamente intorno con aria sospetta, come se qualcuno lo spiasse e a malapena riusciva a proferire parola.
Cominciò a parlare frettolosamente e non capì nulla di ciò che stava dicendo.
Lo invitai a calmarsi e a prendere del tè o del liquore, cosa che gli fece assai piacere.
Accettò della grappa, ne avevo in casa per puro caso e non ne facevo uso così come non usufruivo di stupefacenti.
La sorseggiava piano, guardandomi attentamente, doveva scegliere ma non sapeva se ero preparato per quello.
Pensava che forse avevo bisogno di approfondimenti e infatti era così, oggi so che non era il momento adatto e mi pento di non aver seguito alla lettera le sue indicazioni.
Mi fece porgere le mani e vi pose, delicatamente, un vecchio libro nero tutto stropicciato.
Sulla copertina era inciso un pentacolo e una scritta gotica che recitava e tuttora recita “Black book of the death ”.
   
 
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