Here Comes the Sun
Fuori dalla finestra, il sole fluttua placido nel cielo – un cielo privo di nuvole, vasto e limpido e pulito, di un blu intenso e brillante e estivo, quasi irreale.
In effetti, tutto è quasi irreale. Luna accarezza distrattamente il davanzale, freddo e solido sotto le sue mani, e si sporge un po’ di più verso la finestra spalancata.
Alla nuova servitù non piace il fatto che non chiuda mai né finestre né porte, ma sopportano questa sua ennesima stranezza in silenzio. È bastato fingere che si trattasse di una vecchia abitudine, e – dopo un paio di sguardi pieni di minaccia velata che non le è piaciuto dover usare ma che si sono rivelati necessari perché, nonostante tutto, non ha ancora imparato a trattare con la gente di questa nuova epoca – hanno smesso di lamentarsi.
Solo sua sorella ricorda tutte le volte in cui, tanto tempo fa, si è rintanata nella sua stanza e ha chiuso la porta a chiave alle sue spalle, in preda all’ira e alla gelosia – per non vedere il mondo, per non dover vedere lei. Solo Celestia può ricordare: è l’unica che le rimane, l’ultimo appiglio a cui aggrapparsi per riuscire a fingere che il passato non sia svanito per sempre come le ombre della notte all’alba.
Luna scaccia quei pensieri amari: il passato è passato, e non può più tornare. Chiude gli occhi, prende un respiro profondo, lascia che il tepore del sole la sfiori in una carezza calda e gentile.
Aveva dimenticato com’era. Il calore sulla pelle, la luce, l’aria che le riempie i polmoni ... tutto. C’era solo la notte, sulla luna: la notte vuota ed eterna e il freddo che le penetrava nel sangue e nelle ossa fino ad entrarle nell’anima e a gelarla, l’oscurità senza fine e il bagliore pallido e lontano delle stelle nella vastità dell’universo.
Non può credere di aver davvero sperato nell’arrivo della notte eterna, ora.
Luna si rende conto di stare tremando solo quando il calore di due mani delicate si sostituisce a quello del sole sulle sue spalle. Si rilassa appena sotto quella stretta salda e gentile, e non apre gli occhi.
La voce di sua sorella arriva dopo qualche istante di silenzio, bassa e dolce, inaspettata: - Mi dispiace -. La stretta sulle sue spalle si fa più forte.
È sempre stata così, Celestia: sempre gentile e con un cuore grande, sempre capace di leggere nell'anima delle persone, sempre perfetta. E per un attimo l’invidia risorge dentro di lei, come una ferita infetta che si riapre all’improvviso, come un gusto amaro e familiare sulla punta della lingua – poi, Luna ricorda. Riapre gli occhi, sospira.
- Non è stata colpa tua, sorella – ribatte abbassando il capo, la vergogna che si sostituisce alla gelosia, l’affetto per sua sorella e il rimorso che la sommergono e per un attimo le bloccano il respiro in gola. Non è facile parlarne – in realtà, non ne hanno mai parlato, da quando Luna è tornata se stessa. Hanno sempre così tanti doveri a cui adempiere e così poco tempo.
Celestia non dice nulla. Le si avvicina un po’ di più, finché il suo petto tocca la schiena di Luna, e le sue mani scendono piano dalle sue spalle fino a circondare la sua vita. È calda e solida contro di lei, più reale di qualsiasi altra cosa, e Luna si irrigidisce nel suo abbraccio.
- Noi ti abbiamo costretta a farlo – si sente in dovere di dirle, perché è la pura verità, così semplice che non fa nemmeno più male ammetterla: - Sì, insomma ... io ti ho costretta a farlo -.
- Tu mi hai perdonata, così come io ho perdonato te appena ti ho ritrovata. Tutti ti hanno perdonata, ormai – le dice Celestia, e Luna può sentire il sorriso nella sua voce quando aggiunge: - Credevo che la tua breve permanenza a Ponyville te lo avesse finalmente fatto capire -.
E Luna non può non ridere, ricordando quel giorno che è stato per metà un completo fallimento e per metà il successo più importante della sua nuova vita ad Equestria ... e la reazione sconvolta dei cuochi delle cucine del castello quando, presa dall’entusiasmo, per giorni si è rifiuta di mangiare qualsiasi cosa non contenesse almeno un minimo di zucchero. Celestia ride con lei. Luna si volta verso sua sorella, senza staccarsi dal suo abbraccio caldo e stretto.
I capelli di Celestia si muovono appena nella brezza leggera, pieni di tutti i colori dell’aurora, e i suoi occhi chiari brillano di affetto. Il sorriso dolce sulle sue labbra rosee è caldo e abbagliante come il sole nel cielo.
- Mi sei mancata – sospira Luna, sincera, stringendosi di più a Celestia, affondando il capo nell’incavo del suo collo. Le è mancata come le è mancata l’aria, la luce, il tepore del sole.
- Adesso sono qui per te. Adesso tu sei qui, e questa è l’unica cosa che importa – risponde Celestia, e a Luna sembra quasi che il calore del sole diventi appena un po’ più intenso.
Note finali:
La storia partecipa alla challenge The Four Elements Challenge con la tabella Fire e il prompt 5.Sole.
The
Four Elements: Fire |
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1.
Fiamma |
2.
Falò |
3.
Cottura |
4.
Scottatura |
5.
Sole |
6.
Calore |
7.
Cenere |
8.
Incendio |
9.
Fuoco greco |
10.
Fuoco fatuo |
11.
A scelta |
12.
Fuoco |
Completate
4/12 |