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Autore: unbound    17/02/2013    1 recensioni
Cosa succederebbe se Kurt Hummel, una volta realizzata la maggior parte dei suoi sogni, scoprisse un modo per tornare indietro, grazie a una macchina del tempo, e parlare con se stesso al liceo?
-AU
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurt Hummel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La gente è solita dirmi frasi dolci come "va all'inferno Hummel" per praticamente gran parte della mia giornata.
Mi chiedo se qualcuno di loro sappia che all'inferno ci sono già da tempo.
I giorni passano con la stessa monotonia di sempre, la stessa routine che probabilmente traumatizzerebbe a vita qualsiasi altra persona all'infuori di me, ma io sono talmente abituato ad essere trattato come uno scarto da tutti che non sembra neanche far più male.
Andare a scuola è uno strazio, se sono fortunato prendo solo un paio di granite e vengo a contatto con la spazzatura soltanto nei cambi dell'aula tra un'ora di lezione e un'altra, ma dopo ciò che è accaduto sabato scorso riesco a trattenermi dal piangere come un bambino e ad avere un briciolo di pazienza e tolleranza verso coloro che non sembrano averne nei miei confronti. 
Stavo tornando a casa dopo una stressante giornata all'officina di mio padre (non per mettere le mani tra quei ferri arrugginiti, ma con stressante intendo passare del tempo guardare i vari outfits della gente attorno a me senza neanche poterli contestare. Ew) dato che lui mi aveva chiesto di sostituirlo per un paio d'ore. Secondo lui, dovevo studiare bene ogni sfaccettatura del suo lavoro dal momento che doveva essere anche il mio; non avrei mai seguito le sue orme, non sono neanche minimamente intenzionato a seguirle, ma ho ancora tempo per farglielo sapere e più posso rimandare questo compito, meglio è. 
Dopo aver cenato con una misera insalata (non ero molto affamato) e un po' di pane, avevo salutato mio padre, che stava giacendo quasi immobile sul divano, e mi ero avviato verso la mia camera da letto, dove avrei letto un brano di antologia per l'indomani e, finalmente, dormito. Ancora mi sembra inverosimile a raccontarlo.
Aprii la porta lentamente, fissando i libri che tenevo in mano e lasciando cadere le scarpe dai miei piedi nell'angolo sulla destra, come era mia abitudine. Sospirando pesantemente e tenendo ancora lo sguardo fisso sui libri, mi avvicinai quindi al letto per affondare tra le morbide coperte.
Quando disolsi lo sguardo da ciò che tenevo tra le mani, non potei fare a meno di lasciarlo cadere per terra rendendomi conto di ciò che effettivamente avevo davanti: un ragazzo era seduto ai piedi del mio letto, schiena dritta e sguardo fiero, un completo favoloso di Alexander McQueen e un sorriso dipinto sulle labbra. Non riuscii neanche a trattenere un urlo stridulo, portandomi le mani alla bocca e indietreggiando spaventato; in effetti sentivo il cuore esplodermi fuori dal petto e la testa girare come una trottola, pensai che se non fossi svenuto in quel momento non l'avrei mai fatto.
 
"Kurt! Calma, non vorrai mica svegliare papà" sussurrò lui, balzando in piedi apparentemente preoccupato e poggiando una mano sulla mia spalla, quasi per tranquillizzarmi. Neanche due secondi dopo, me la scrollai di dosso, continuando a indietreggiare.
"Pa...papà?!" scossi la testa "Perchè nessuno mi ha detto che ho un fratello?" balbettai poi, sbattendo la schiena contro la porta.
Sentivo gli occhi appannarsi e il fiato appesantirsi ad ogni secondo. Se è un sogno, pensai, non è affatto divertente
"Non sono tuo fratello, Kurt" rispose dopo un lungo attimo di silenzio quasi interminabile.
 
Un completo sconosciuto si era introdotto in casa mia, nella mia camera, probabilmente dalla finestra, e con un atteggiamento totalmente calmo e confortante stava cercando di tranquillizzarmi. Forse prima di uccidermi. O torturarmi. O portarmi sulle spalle. Non mi sono mai piaciuti i vampiri della Meyer, trovavo quei romanzi piuttosto orrendi.
"Sei un serial killer o cosa? Non solo ho un fratello, è anche un serial killer! Oh santi numi.." chiusi gli occhi, e cercai invano di regolare il respiro. Sperai davvero che papà avesse sentito qualcosa, non sono neanche bravo a far pugni e mi sembrava quasi spiacevole colpire il faccino del giovane di fronte a me (viso che non avevo completamente osservato ma che sembrava vagamente attraente)
"Non sono tuo fratello!" il suo tono di voce si alzò e capii che quella era seriamente la mia fine. Sarei morto di lì a breve. 
"Sono te."

Cosa?!

Mi ci vollero cinque minuti pieni per metterlo a fuoco e rendermi conto che non avevo sentito male. Me? Io ero lì, Kurt Hummel, da sempre Kurt Hummel, e in quindici anni della mia vita non avevo mai saputo di avere un clone o cose del genere. Non sapevo neanche che avessero già sperimentato la clonazione sugli umani.
"Ascolta, non so chi ti ha pagato. Se il quaterback senza cervello o il suo amico fidato dalla cresta di gallo bruciato. Ma non è divertente e mi stai praticamente uccidendo di paura"
"Kurt, puoi sederti un attimo? Voglio raccontarti una storia"
"Ti sembro forse pronto per la favola della buonanotte?! Sto. morendo. di. paura. Vattene via!"

Dopo la mia risposta scandita parola per parola, sembrò quasi sbuffare. 
"Kurt Hummel, nato il 27 Maggio del '93. Frequentante la scuola McKinley, amante di Wicked e Gypsy, John Galliano, Vogue, gay. E no, Finn e Puck non mi hanno dato neanche un dollaro per questo." Non mi sembrava di aver nominato quei due minorati mentali, quindi, da serial killer adesso mi appariva uno stalker fuori di testa.
"E no, non ti sto seguendo." Legge anche la mente?!
"Sono te, e se mi permetti di raccontarti una storia, potresti anche sederti su questo letto e lasciarmi parlare senza inscenare un malore o gridare di nuovo"
Prima che potessi iniziare a crearmi delle ipotesi, pensai bene che era meglio fare ciò che diceva. Magari mi avrebbe risparmiato.
Perciò, mi avvicinai e mi sedetti dove mi aveva chiesto di farlo, mentre lui, in piedi, mi rivolse uno sguardo quasi compassionevole.

Dopo un po', lo guardai negli occhi e mi accorsi che la somiglianza con me era evidente, quasi spaventosa, ma c'era qualcosa di migliore in lui che quasi invidiavo: la sua aria sembrava vittoriosa, appariva fiero di se stesso, quasi antipatico, e questa immagine, stranamente, mi rassicurò. Probabilmente è davvero un sogno, pensai, mi sarò addormentato in cucina dopo cena e questo è l'effetto che mi fanno i carboidrati la sera.
Ruppe il silenzio:
"Io vengo dal futuro. Ti sembrerà strano ma è così, vengo dal 2013 e, non appena ho trovato un modo per tornare indietro, ho subito deciso di venire a parlare con te" oh, inventano pure le macchine del tempo? 
"Vuoi sapere cosa faccio della mia vita?" mi chiese, ed io annuii non staccando gli occhi da lui. Assecondalo e vivrai, Kurt
"Amo il mio lavoro e vivo nella grande mela con la mia migliore amica, ed insieme a lei frequento una scuola bellissima. Amo e sono amato da una persona fantastica, che conoscerai fra circa" si contò le dita "due anni, più o meno" riprese "ho visto Broadway e ho una certa popolarità nella nuova scuola."
"Decisamente non sei me" lo interruppi, sebbene sembrassi maleducato. Calò il silenzio.
"Vedi, la mia vita non sarà mai questa. Sono solo un fallito" il mio sangue stava iniziando a ribollire, sentivo già gli occhi riempirsi di lacrime. Ero felice del successo di quel ragazzo che diceva di essere me e che era praticamente la mia goccia d'acqua versione aggiornata, ma non faceva decisamente parte del mio futuro ciò che lui sembrava raccontarmi.
Per un attimo smisi di credere alla teoria secondo la quale stavo per morire per fermarmi più a riflettere sulle sue parole.
"No, non lo sei. Lasciami continuare" prese posto al mio fianco "fra un po' inizierai a seguire un corso scolastico tenuto dal professore di spagnolo, si chiama Glee Club. Non dubitare mai di ciò che farai lì" soltanto il nome sembrava stupido. 
"Si canterà e ballerà, prenderete parte a più gare e vincerete. Sarai amico sia di Finn, che di Puck. E anche di altri ragazzi che probabilmente adesso odi o ignori, come le cheerleader"
Non riuscii a trattenere una risata nervosa
"Scherzi? E' per loro che torno a casa pieno di lividi ogni giorno" risposi, lasciando che le lacrime rigassero il mio viso. Stava accadendo tutto così in fretta, mi sentivo stralunato.
"Fidati di me"
"Dovrei fidarmi di un ragazzo che si è intrufolato a casa mia nel pieno della sera?"
"No, devi fidarti di te, e quindi di me. Dubiti ancora che io sia te?"
"Direi"
"Va bene, pensa ciò che vuoi ma fammi finire"
sembrava accettare la mia preoccupata titubanza, ed era del tutto ammissibile dal momento che potevano esserci modi più carini per fare una chiacchierata, se era davvero questo quello che voleva.
"Prima rispondi a questa domanda" alzai la mano per fermarlo, e lui mi guardò, in attesa. Tirai su con il naso rumorosamente e con l'indice pulii le mie guance
"Starò bene?"
"Starai benissimo
" disse lui, sorridendo ancora una volta.
Avrei voluto abbracciarlo, quelle parole mi davano una strana forza, una nuova speranza. Beh, era strano che un serial killer stalker clone mi tranquillizzasse così, ma lo fece.
"Non sono qui per raccontarti di tutto il tuo futuro, perchè voglio importi di godertelo attimo per attimo. Sono qui solo per... beh, farti forza" Mi afferrò dolcemente le spalle e piantò i suoi occhi chiari sui miei, continuando a sorridere debolmente.
"Non smettere di credere a ciò che fai. Non sentirti mai giù e non scusarti mai per ciò che sei. Sei fantastico, Kurt. So di sembrare anche egocentrico ma è la verità, sei fantastico e lo sarai sempre." Mi sentivo una teenager malinconica davanti a Come What May del Moulin Rouge, le lacrime non avevano la minima intenzione di fermarsi
"Sei la stella più bella, senza dubbio, ma nessuno se n'è ancora accorto"
"Usi frasi da Funny Girl per ammaliarmi?"
per la prima volta in quel dialogo strano, sorrisi anche io
"No, ma perchè so che così mi comprendi di più" continuò a sorridermi di rimando ed io, senza pensarci due volte, lo abbracciai.
Anche se era o no davvero me, anche se era un criminale delinquente, in quel momento non aveva davvero importanza: le parole che mi aveva detto erano le migliori che io avessi mai sentito in tutta la mia vita e, quasi, iniziavo a crederci. Per un attimo mi immaginai sul modello che mi aveva dato poco prima, e mi resi conto che, se fosse davvero successo tutto quello che predicava, sarei stato davvero benissimo.

"Adesso devo andare, mi è davvero piaciuto parlare con te"
"Di già...?"
"Non avevi paura di me circa dieci minuti fa?"

Mi strinsi tra le spalle, abbassando lo sguardo mentre lui balzava in piedi guardandosi intorno, come se avesse nostalgia della mia stanza. Si perse un attimo a fissarla fiero ed io, nel frattempo, immerso nella mia confusione, continuai a pulirmi il viso con le dita.
"Ciao... Kurt ... è stato un piacere" sussurrai dopo un po', interrompendo il suo momento sovrappensiero.
"Buonanotte Kurt. Ricorda ciò che ti ho detto" rispose lui, rivolgendomi un ultimo sguardo e avvicinandosi alla porta, aprendola lentamente.
"Aspetta, un'ultima cosa!" allungai la mano verso di lui 
"Dimmi pure"
"Emh... da chi sei.. cioè, sarò amato?" non poteva andarsene senza rispondermi, stavo anche morendo di curiosità al pensiero che non sarei davvero morto circondato da gatti in un monolocale del Texas.
"Non voglio rovinarti la sorpresa. Ti dico solo che è molto dolce... e sexy" 
io risi, e lui mi guardò compiaciuto. Neanche il tempo di battere le ciglia ed era già andato via.

I giorni passano con la stessa monotonia di sempre, la stessa routine che probabilmente traumatizzerebbe a vita qualsiasi altra persona all'infuori di me, ma io sono talmente abituato ad essere trattato come uno scarto da tutti che non sembra neanche far più male.
Andare a scuola è uno strazio, se sono fortunato prendo solo un paio di granite e vengo a contatto con la spazzatura soltanto nei cambi dell'aula tra un'ora di lezione e un'altra, ma sono la stella più bella, e un giorno tutti loro lavoreranno per me.


Nota dell'autrice:
Sono stata ispirata per questo racconto da un gifsets su tumblr su un AU, perciò ho deciso di scrivere questa one shot. Sono le 2 di notte, perciò non biasimatemi se trovate errori di battitura ç___ç
   
 
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