“Ehy.”
La tua voce esile
m’ha svegliata.
La coperta candida
me la deviata
fin dentro alle orecchie,
ovattata.
La tua voce fragile
ha un che di melodico
e tattile:
tu parli e a me sembra
che mi baci sul cuore.
Tu parli
ed č un tuffo di neve
che mi riempie la bocca.
E coi sensi storditi
cerco una banale risposta.
La tua voce
m’ha svegliata
mentre sognavo il mare.
La tua voce
che non mi ha mai fatto
addormentare:
Anche lei voleva che il tuo sonno
rimanessi a vegliare.