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Autore: pandamito    17/02/2013    1 recensioni
Song-fic su Darius e Lavinia, due persone con un passato diverso ma un presente unito dal dolore, a cui il destino ha giocato un brutto scherzo ed il governo ha privato loro di un dono, di un diritto che possedevano. Così, anche senza la loro voce, hanno imparato a leggersi negli occhi, consapevoli di provare quegli stessi sentimenti e quelle stesse paure che li fanno avvicinare ogni giorno di più verso la morte.
Ho voglia di gridare, ma senza piangere. Soffocare ogni respiro, questa città lo fa per me. Cerco solo di affrontare questo silenzio dentro me.
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Darius, Lavinia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quelle mura sono la loro prigione, due corpi senza forze, anime che però non vogliono continuare a soffrire ma allo stesso tempo non vogliono smettere di lottare. Due teste rosse che vivono nel loro silenzio che è la loro prima prigione, il marchio che Capitol City ha inciso su loro due per poter ricordare che sono i potenti ad avere il controllo, non due miseri ed umili ragazzi che desiderano la libertà. Le celle sono vicine, l'una accanto all'altra, ma da esse non trapela nessun rumore, perché non vi è nessun rumore da udire.
 
Siamo cambiati in fretta 
dietro a sogni spenti che 
hanno trasformato 
un presente che non c'è 
 
Ed ogni giorno è una tortura, una lotta per la sopravvivenza; perché non è il dolore fisico quello difficile da sopportare, bensì quello psicologico. Devono affrontare ogni giorno pene che non si meritano, consapevoli che per loro non vi sarà nessun destino.
Non li risparmieranno e questo lo sanno, perché loro non servono a Capitol City, non servono neanche alla Ghiandaia Imitatrice, anzi, forse si è dimenticata addirittura di loro, ma i due rossi non ci badano, continuano a credere in lei nonostante tutto.
Un tempo magari avevano anche dei sogni. I più recenti, quelli che si ricordano, Darius era diventato Pacificatore per andarsene dal suo Distretto, per allontanarsi da tutta quella gente brutale e fiera di sé, orgogliosa di un distretto che sfornava vere e proprie macchine da guerre piuttosto che ragazzi; Lavinia invece aveva desiderato ardentemente la libertà, ma, a differenza di Darius, aveva cercato di esaudire il suo desiderio scappando e finendo con l'essere presa miserabilmente. 
Ma loro avevano sogni più grandi, un tempo. Avrebbero avuto sogni diversi, futuri diversi, se fossero nati in un Paese totalmente diverso.
 
E allora a questo crescere 
mi sento dire che 
quei giorni son finiti 
ma non chiedo mai perché 
 
Ed ora? Qual è la loro realtà? 
Il percorso lento e straziante verso la morte.
Un tempo avevano una famiglia, qualcuno da amare. Ma poi? Hanno dovuto abbandonare tutto, per appropriarsi di un diritto che voleva esser loro negato.
La felicità e la spensieratezza della loro adolescenza, svanita e strappata con la forza dal governo, da Capitol City che ha fatto crescere troppo velocemente due poveri ragazzi.
Ma di chi è la colpa per tutto questo? I due lo sanno, ma non lo dicono, non possono farlo.
Ma il suo nome rimbomba nelle loro teste, benhé cerchino di non pensarci, non sono due tipi che portano rimorso, quindi autoconvincono che non sia colpa sua, benché in fondo è la verità, perché se avessero seguito la regole ora non sarebbero stati lì. Ma allora non è colpa sua, bensì loro, perché sono loro che hanno voluto liberasi, loro ereno stanchi di tutte le oppressioni, non la Ragazza in Fiamme.
Loro.
 
Ora sono così perso 
e vulnerabile 
e troppo indifeso 
ma pronto a correre 
 
Le giunture tenute strette dal ferro, gli arti collegate a fili elettrici, un filo d'acqua bagna il pavimento e loro capiscono che sarà l'ennesima scossa, l'ennesima tortura. Sono stanchi, troppo per sopportare altro dolore, ma in cuor loro sanno che devono farcela, per non arrendersi a Capitol City, per dare un motivo alla Ghiandaia Imitatrice per combattere, anche se loro sono stati solo una parte sfuggente della sua vita, ma che l'hanno ugualmente segnata nel profondo. Tutti hanno fatto qualcosa per lei ed ora è il momento di riscattarsi.
I corpi stanchi, accasciati su loro stessi, le palpebre chiuse perché costerebbe troppa fatica aprirle, le labbra socchiuse per prendere aria ed il petto che si alza ed abbassa irregolarmente, pesante ed affaticato. Pian piano questa città li sta corrodendo fino a portarli alla morte, ma loro continuano a combattere, perché di certo non si arrenderanno fino all'ultimo respiro.
 
Ho voglia di gridare 
ma senza piangere 
soffocare ogni respiro 
questa città lo fa per me 
cerco solo di affrontare 
questo silenzio dentro me
 
E l'elettricità scorre sotto la pelle, nel loro corpo, sentono il cuore accelerare e vorrebbero gridare tutto il dolore che sentono, ma non possono. Capitol City ha tolto loro il dono della lingua, così ciò che provano è una morte silenziosa, fatta di parole non dette, grida non urlate, sussurri impossibili da udire, sguardi complici di conforto che lasciano intravedere qualcosa di più grande, perché solo loro possono comprendersi a vicenda. Ed avrebbero tanto da dire, ma non servirebbe a nulla, perché ora neanche le parole possono aiutare a combattere il loro nemico, andrebbero tutte perse; e allora loro stanno in silenzio, perché non possono fare altrimenti, ed il loro silenzio non potrà mai rivelare cose che solo loro sanno ed allora, forse, è più utile di quanto si possa pensare. 
Il male che attanaglia tutti i loro corpi si fa più grave, insopportabile, mentre loro non possono nemmeno dimostrare quanto dolore stiano sopportando sulla propria pelle; non possono neanche piangere, non vogliono, perché sarebbe come ammettere la loro sconfitta e Capitol City non dovrà mai averla vinta. Così le loro lacrime scorrono silenziose nel buio, solo quando nessuno può vederli, ed anche se nessuno può sentirli, loro ci sono l'uno per l'altro, perché provano le stesse cose, hanno imparato a leggersi negli occhi perché non possono confessare cosa provano l'uno per l'altro, cosa li turba, cosa li spaventa, cosa li dà la forza per andare avanti. Loro affrontano quel silenzio che oramai non incute più loro paura, anzi, li protegge dagli altri.
 
C'è troppa confusione 
e troppi amici che 
sono degli sconosciuti 
fino al prossimo week-end 
 
Hanno visto molti visi, dalle loro celle, che passano per avere i loro stessi trattamenti. Sentono quelle urla che loro non possono emettere, e che non danno loro la capacità nemmeno di pensare, eppure solo pochi di quei volti tornano indietro, al fin delle forze. In quelle mura tutti si compatiscono e sanno i sentimenti che provano gli altri, perché non vi sono emozioni differenti dalla paura e dalla voglia di libertà, di ritornare a casa, quella casa formata da persone che ti vogliono bene, ma nessuno, in fondo, si conosce veramente. Ma è veramente importante in questo momento? No, perché è meglio non sapere piuttosto che rischiare di affezionarsi a qualcuno che potrebbe morire da un momento all'altro. Ma per Darius e Lavinia non c'è questo problema, loro non possono conoscersi, tutto glielo impedisce, ma forse questo più che allontanarli li ha già fatti avvicinare più di quanto loro pensano.
I due rossi si chiedono sempre più spesso se un giorno anche loro non sarebbero più tornati indietro. Purtroppo, però, la risposta che compare sempre nelle loro menti è .
 
Non importa cosa ho scelto 
c'è chi pensa già per me 
e decide cosa è giusto 
e cosa è inutile 
 
La vita non è stata proprio giusta, con loro. Ma con chi può esserlo stata, in fondo? 
Un tempo, magari, erano spensierati, ma ora sull'orlo del degrato. Alla fine, avevano solo combattuto per ciò che ritenevano giusto, ma quella scelta non piaceva agli altri. Così sono stati privati del loro diritto di parola, eseguendo ordini senza la possibilità di protestare, venendo loro tolta persino la carità e la compassione degli altri che non possono discutere, possono solo ordinare loro cosa fare e loro devono ubbidire, non possono fare altrimenti. Combattono per la sopravvivenza, ogni giorno, come se per loro gli Hunger Games non finissero mai. 
 
E continuo ad ignorare 
le preoccupazioni che 
spogliano i miei giorni 
dal sorriso fragile 
 
Cercare di non pensare, però, non serve a nulla, perché è impossibile non farlo quando non ti rimane altro che il silenzio della tua mente a farti compagnia, per non impazzire definitivamente. E mille preoccupazioni attanagliano le loro teste, che cercano invano di scaccarle vie. Giorno dopo giorno, quando pensi che sei arrivato veramente alla fine, ma poi ti rialzi, con quella speranza nel tuo corpo che non vuole cedere e poi il dolore, di nuovo, affligge il tuo corpo, facendoti dimenticare ogni altro pensiero, ogni altro dolore, se non quello della morte. Ecco come si sentono i due poveri senza-voce che oramai non ricordano più cosa sia un pensiero felice o, addirittura, un semplice sorriso. A volte capita che riescono a scambiarsi occhiate ed in quei pochi momenti cercano di trovare le loro risposte negli occhi dell'altro, invano, consolandosi del fatto che, in fondo, non sono mai stati soli.
 
Comune sentimento 
scoprire in fondo che 
nascondo ogni paura 
per sempre dentro me 
 
Ma ogni forza di volontà non potrà mai far morire la paura del non vivere, anche se vivere, in questo caso, vuol dire soffrire, essere oppressi dal più grande dei mali, l'incapacità di stabilire se è il corpo o la mente che sta andando verso il macello.
Così i loro corpi li abbandonano ed è quasi un sollievo porre fine a tutto quel dolore che i loro corpi non riuscivano più a sopportare. La gioia più grande è quella di non aver sprecato la loro vita invano, hanno combattuto ed il loro sacrificio ha contribuito ad alimentare la ribellione verso Capitol City. 
La libertà è il loro premio. 
Quella degli altri e la loro, che finalmente sono lontani da ogni preoccupazione, insieme, perché quel silenzio ha celato molte più parole di quanto potesse nasconderne la morte.







pandabitch.
Eccomi tornata!
*le lanciano gattini* (?)
Uhm... beh... ok, bel coro di bentornata.
Sto in fissa, una nuova fissa, i Vanilla Sky.
Quindi oggi è giorno d'ispirazione anche se dovrei studiare chimica per il compito.
AHAHAHAH NON SO NULLA, ADDIO.
Non scrivo molto su Darius e Lavinia, anzi, forse è la prima volta.
E non scrivo neanche molte song-fic, ma questa, alla fin fine, mi piace.
Quindi per altro andate sulla pagina facebook Pandamito EFP.
Oppure seguitemi su Twitter per biscottare(?) con me come @pandamito, che, fortunatamente, non sono depressa.
Bao miao.
Baci e panda, Mito.

Ah, la canzone è 1981 dei Vanilla Sky.

   
 
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