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Autore: crissya    17/02/2013    2 recensioni
Il bello del rapporto tra John e Sherlock è che loro non hanno bisogno di baci passionali, dello sfrusciare dei vestiti o anche delle pure e semplici parole. Il loro rapporto è basato su un gioco di sguardi e intese dove le parole non servono e muoiono in gola perché sono gli occhi di entrambi che vivono sul loro volto comunicando l’uno a l’altro tutto ciò che c’è da dire.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tornato da poco, appeso il cappotto all’appendiabito e lasciata scivolare delicatamente la sciarpa di seta su uno dei pioli li presenti, andò ad afferrare il suo violino deposto accuratamente nella custodia nera con cucitore d’orate che richiamavano i ghirigori sul violino. Sherlock ci teneva particolarmente al suo strumento e lo teneva con cura lucidandolo e aggiustando sempre ogni minimo dettaglio.
I capelli che ricadevano in morbidi ricci sulla fronte ampia e gli occhi contornati da leggere occhiaie contrastanti con la pelle chiara gli davano un aspetto trasandato ma poco importava a Sherlock che si sbottonò la camicia alzandosi le maniche fino ai gomiti e prendendo tra le mani il violino, poggiandolo nell’incavo del collo e afferrando con le dita affusolate l’archetto, iniziò a suonare.
In pochi secondi la stanza si riempì di musica che in un primo momento accarezzava le pareti con le note che fluttuavano leggere, poi le emozioni di Sherlock iniziarono a trapelare e a ripercuotersi sulle corde del violino che produsse note forti, cariche di tristezza e malinconia; questa volta le notte schizzavano via dallo strumento per rimbalzare nell’aria e infrangersi contro le pareti.
Sempre più forte..sempre più forte divenne la melodia che arrivò alle orecchie di John, che si accorse della musica melodiosa che era penetrata nel suo sogno solleticandogli le orecchie e che lo aveva fatto svegliare. Decise di alzarsi e di poggiare i piedi nudi per terra avvertendo il contrasto tra il tepore del letto e il pavimento freddo. Seguì le note malinconiche fino al salotto dove lo attendeva uno spettacolo raro e intenso.
Al centro, Sherlock rivolto verso la finestra che suonava con passione il suo violino. Si, pensò John, decisamente l’aggettivo “passionale” era il più adatto per descrivere lo splendore che si mostrava di fronte ai suoi occhi. Sembrava che Sherlock fosse avvolto da un enorme pentagramma che nasceva dalle corde dello strumento e coma uno spirale girava attorno al corpo sinuoso del coinquilino allungandosi sempre di più in tutta la stanza con le note che si muovevano su questo come perle di una lunga collana.
La musica stava per finire e le ultime note divennero tristi e cariche di malinconia che sia appiattivano ai piedi di John come farfalle che si posavano sulle foglie gli ultimi istanti del loro giorno di vita. L’ultima nota fu lunga e il pentagramma immaginario si dissolse lasciando posto solo alla figura di Sherlock che aveva le braccia penzoloni tenendo ancora stretto il violino e l’archetto.
-mi dispiace averti svegliato John.- la voce di Sherlock era bassa e profonda che caricava l’aria della stessa sensazione che avevano dato le note poco prima.
-non preoccuparti.. era una melodia bellissima.-rispose John con la voce ancora impastata dal sonno dirigendosi verso Sherlock che, voltandosi, rivelava parte del petto diafano che pareva rilucere al chiarore lunare. Anche quello spettacolo era magnifico.
-lo so- sorrise tra se incatenando i suoi occhi carichi di tristezza a quelli di John. –tu dovresti dormire..il tuo corpo avverte la stanchezza mentre il mio può attendere.-
 
-prima dimmi cosa ti turba..- azzardò John allungando una mano verso l’amico che si ritrasse immediatamente andando a sedersi sul divano.
-qualche caso intricato?- azzardò ancora John sedendosi pazientemente accanto a lui.
-no..-
-allora?-
-nulla-
-allora torno a letto..-
-no… resta.-
Fatto! John non era forse una cima ma aveva imparato a capire Sherlock e l’unico modo per ottenere qualcosa da lui era giocare la carta dell’indifferenza. Se lo avesse ignorato la mente di Sherlock, abituata a continue lodi, si sarebbe ribellata inviando il messaggio alle corde vocali. “resta”. E John sarebbe rimasto.
-va bene… - John provò di nuovo allungando la mano verso il volto del compagno per lasciare una carezza che trovò il suo luogo nel momento in cuoi Sherlock non si staccò ma rimase li, chiudendo gli occhi per imprimere ancora più affondo l’intensità di quel gesto spontaneo.
Gli si avvicinò piano, accoccolandosi sul petto dell’amico sentendo il suo respiro e i battiti del suo cuore. John intrecciò le dita nei capelli di Sherlock massaggiandogli la testa per farlo rilassare; il suo compagno aveva accumulato 3 ore di sonno in una settimana e forse era il caso di risposare quella macchina meravigliosa che era il suo cervello almeno per una decina di ore anche se sapeva che il corpo di Sherlock si sarebbe presto ribellato.
Il bello del rapporto tra John e Sherlock è che loro non hanno bisogno di baci passionali, dello sfrusciare dei vestiti o anche delle pure e semplici parole. Il loro rapporto è basato su un gioco di sguardi e intese dove le parole non servono e muoiono in gola perché sono gli occhi di entrambi che vivono sul loro volto comunicando l’uno all’altro tutto ciò che c’è da dire.
Infatti John capì subito la tristezza del compagno e il peso della sua straordinaria intelligenza che talvolta gravava troppo sulle spalle del compagno, ma John era lì proprio per questo..per capire e per farsi carico di una parte di quel fardello sostenendo il suo compagno in ogni momento necessario.
Sherlock si addormentò poco dopo con il viso nell’incavo del collo di John respirandone il profumo e potendo rubare dal sacco di Morfeo piccole preziose ore di sonno. John era riuscito a calmare l’animo di Sherlock e ora, con le pareti che ancora rimandavano l’idea delle note di cui erano pregne, poteva anche lui chiudere gli occhi posando un bacio sulla fronte del compagno sussurrandogli.. “buonanotte Sherlock..”
  
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