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Autore: Anacleto_    17/02/2013    0 recensioni
Solo una os scritta così, giusto per il gusto di scriverla.
Semplicemente Kurt e Blaine che si conoscono.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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206

 

Kurt uscì dall’hotel affondando il viso il più possibile dentro il groviglio che aveva formato con la sciarpa e il cappotto.

Quei giorni New York era, se possibile, più fredda del solito.

Si avviava, come ogni mattina, al caffè vicino alla NYADA per incontrarsi con Amy, la sua migliore amica. La scuola poteva anche vantare il titolo di migliore scuola di arti della città ma non riusciva a permettersi una marca decente di caffè perciò la maggior parte dei ragazzi che frequentavano la prestigiosa scuola si riunivano lì per prendere il miglior caffè che ci fosse in circolazione secondo Kurt, e ne aveva provati molti.

Kurt era figlio del senatore Burt Hummel, colui che stava facendo la differenza. Kurt non ci capiva molto di politica e non gli interessava nemmeno molto, ma l’unica cosa di cui era certo era che suo padre stava finalmente facendo la differenza. Era fiero di suo padre e alcuni sacrifici sarebbero stati ripagati in futuro.

Ogni tanto, riflettendoci, Kurt non era triste, ma.. rassegnato. Ormai la sua adolescenza era passata, quei giorni erano finiti e non avrebbe potuto fare molto per tornare indietro.

Essendo un senatore, Burt, dovette viaggiare molto, soprattutto durante il periodo in cui Kurt frequentava  il liceo, o meglio i licei. Purtroppo, spostandosi continuamente, Kurt cambiava scuola molto spesso, ma cosa che lo differenziava più di tutto dagli altri era che quando stava in un posto fisso per abbastanza tempo da farsi un paio di amici non poteva nemmeno invitarli a casa per studiare o fare cose normali poiché abitava in hotel.

I soldi non erano mai stati un problema e Burt preferiva di gran lunga stare in hotel che in una casa presa in affitto per sei mesi per poi lasciarla per ripartire; per non parlare di tutti i problemi con i traslochi.

Così Kurt aveva vissuto in hotel, cambiando sette scuole in quattro anni, ma comunque riuscendo a diplomarsi con il massimo dei voti e riuscendo ad entrare nella migliore scuola di New York.

Non avendo amici con cui prendere un monolocale dall’altra parte della città rispetto alla scuola, Kurt decise che passare qualche mese in più in albergo non sarebbe stato poi così male, e poi c’era il servizio in camera, la sua parte preferita.

Perciò dopo aver salutato il signore alla reception che stava parlando con un ragazzo e cercando di ripararsi il più possibile dal freddo pungente di quella mattina si diresse verso la stazione della metropolitana.

La giornata continuò come sempre, mattina a scuola, partecipando alle varie lezioni, e nel pomeriggio aveva quelle prove. Se gli andava bene per le otto era in albergo, ma certe volte arrivava in stanza strusciano alle dieci di sera dopo aver passato un ora bloccato nel traffico perché si rifiutava di prendere la metropolitana a quell’ora.

Ma Kurt non si lamentava, o meglio, non aveva tempo per lamentarsi.

Quel giorno gli era andata anche troppo bene, erano le sette e mezza e stava già ordinando il servizio in camera, aveva proprio voglia di un hamburger, se lo era meritato.

Dopo aver ordinato decise di fare una doccia, ne aveva urgentemente bisogno.

Non appena mise piede fuori dalla doccia qualcuno bussò alla porta della camera, doveva essere il servizio in camera.

Non si fece molti problemi ad andare ad aprire, di solito veniva sempre Amber, una cameriera gentilissima che faceva il turno la sera.

Bussarono di nuovo proprio mentre Kurt stava attraversando la stanza per andare ad aprire.

«Scusami Amber ero sotto la doccia-» Si bloccò. «Tu non sei Amber..»

No, decisamente non era Amber.

Amber non era un ragazzo con capelli ricci sistemati con un po’ di gel, una carnagione olivastra e due occhi su cui Kurt avrebbe tranquillamente passato pomeriggi interi a descriverli.

E quelle labbra, oh belle labbra.

La cosa si stava facendo imbarazzante poiché il suddetto ragazzo lo stava guardando con un sorriso, sul punto di ridere. E come biasimarlo, sei era appena ritrovato un ragazzo con solo un asciugamano sulla vita, tutto bagnato, che lo fissava da abbastanza tempo da essere imbarazzante e che lo aveva chiamato Amber.

«No, non sono Amber, piacere Blaine» si presentò il ragazzo.

«Oh, OH! Scusami, di solito c’è lei a quest’ora, scusami. Kurt» rispose stringendogli la mano che gli aveva offerto.

«Non ti preoccupare.. Comunque questo è quello che hai ordinato, buon appetito!»

Detto ciò il cameriere. No, è Blaine. Si corresse Kurt, si avviò verso l’ascensore

«Ehi, aspetta!» disse Kurt prima di riuscire a trattenersi.

Blaine si girò. Kurt rimase imbambolato, e ora?

«Gr-Grazie.» disse con un sorriso.

Blaine gli rivolse uno dei sorrisi più belli che Kurt avesse mai visto.

«Prego» e gli fece l’occhiolino, uccidendo ufficialmente gli ultimi neuroni di Kurt.

 

Il giorno dopo Kurt non doveva andare a scuola perciò decise di andare a prendere qualcosa nel salone ristorante e portarsela in camera e stare tutto il giorno davanti la tv. Quella settimana era stata particolarmente stressante tra le prove e gli esami.

Andò verso il tavolo dei cereali, d’accordo, ieri sera se lo meritava, ma oggi è un altro giorno e doveva tornare alla sua ferrea dieta.

Fu subito affiancato da Blaine.

Blaine, si proprio Blaine, il ragazzo super carino che si era trovato davanti la sera prima, quando era mezzo nudo.

«Ehi straniero» lo salutò mentre prendeva alcuni vassoi vuoti.

«Ehilà» rispose Kurt con un sorriso.

«Allora, piaciuto l’hamburger? Scommetto che essendo stato portato da me, come minimo, era il triplo più buono.»

Kurt, rise, di gusto, come non faceva da un po’ e Blaine pregò che non smettesse mai poiché era il suono più bello che avesse mai sentito.

«Beh, si, devo ammetterlo, era molto più buono del solito»

Blaine gli sorrise.

Kurt perse un battito.

 

 

«Ti andrebbe di prendere un caffè insieme questo pomeriggio, quando ho finito il turno?»

Erano seduti al tavolo della colazione, Kurt ultimamente preferiva stare li piuttosto che in camera e Blaine stranamente non aveva poi così tante cose da fare e si sedeva con lui a chiacchierare.

Erano diventati amici.

Si sedevano al tavolo della colazione e parlavano, fino a quando Kurt non doveva andare a scuola o Blaine era stato richiamato un numero indefinito di volte.

Così Blaine ci aveva riflettuto su e aveva capito che doveva prendere le redini in mano e si era esposto ed ora attendeva una risposta.

Kurt, dal canto suo, sarebbe riuscito veramente a trovare del tempo per uscire con Blaine?

Perché in fondo era proprio quello il problema.

Blaine era meraviglioso, simpatico, carismatico, gentile, affettuoso, diceva sempre la cosa giusta al momento giusto e Kurt si trovava veramente bene con lui nel poco tempo che passavano insieme. 

Perciò il problema di sicuro non era Blaine, ma trovare il tempo.

«Si»

Blaine ne valeva la pena.

«Si?» ripeté Blaine.

«Si» disse con più convinzione Kurt.

«A che ora finiscono le lezioni?» chiese Blaine.

«Oggi alle cinque»

«Bene, allora ti passo a prendere»

Il sorriso che comparve sul volto di Kurt fu uno dei più belli che Blaine avesse mai visto, gli illuminava il volto e gli occhi.

Automaticamente Blaine sorrise.

«Allora ci vediamo alle cinque» disse Kurt recuperano la cartella con i libri, alzandosi per andare a lezione.

«A dopo, Kurt»

 

 

Le lezioni quel giorno sembravano non passare mai.

Finalmente, dopo quello che gli sembrò un secolo, arrivarono le cinque.

Blaine lo aspettava esattamente all’entrate.

Si sorrisero, Kurt si sistemò meglio la borsa sulle spalle.

«Allora, dove proponi di andare?» chiese sorridente Blaine.

«C’è un caffè, qui vicino, è davvero buono» rispose Kurt.

E così si incamminarono verso la caffetteria.

 

 

N.d.A.

Buon pomeriggio!

Bhè, non ho molto da dire, spero solo che vi sia piaciuta. Ringrazio con tutto il mio cuore Beth aka la donna che mi fa impazzire (♥) ma che va bene così, perché abbiamo creato un equilibrio e che mi ha betato la storia.

Non credo avrà un continuo, ma chi sa, mai dire mai. (Per citare qualcuno.. :D)

206 è riferito al numero della stanza in cui quei due babbuini hanno cuccato nella 4x14 :3

Un grazie anche a chi leggerà/recensirà.

Marta.

  
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