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Autore: FrecciaJones    17/02/2013    0 recensioni
Ipotetico sviluppo della storia tra April e Jackson dopo la 9x14
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April Kepner, Jackson Avery
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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-           “Allora aspetta. Lascia che lui ti conosca meglio, se lo farà avrà voglia di seguirti ovunque. Fidati.”
Quando si vuole negare qualcosa a se stessi la prima cosa da fare è : nascondersi dagli specchi. Qualsiasi essi siano e in qualsiasi modo si presentano , se si vuole continuare a scappare allora non si deve guardare oltre il riflesso . Jackson aveva scelto di prendere una strada che lo aveva portato lontano da April, e questo aveva avuto delle conseguenze con il quale lui ancora non aveva fatto i conti. Adesso però il dottor Avery si trovava davanti all’unico specchio al quale non poteva mentire : se stesso.
Quelle parole dette  in corridoio avevano preso forma, erano diventate sentimenti e questi non si possono ingannare. Possiamo ingannare noi stessi, ma quando ci troviamo faccia a faccia con le nostre emozioni nessuna precauzione può salvarci, non importa quanto siamo armati o preparati, perché loro vincono sempre.  
Quella notte Jackson non chiuse occhio e girandosi tra le lenzuola continuava a chiedersi quando e come aveva perso il controllo della situazione. Quella notte in Hotel, la prima notte di April, i sensi di colpa, la perdita di Mark, la fuga di lei, la consapevolezza di quanto le cose fossero fugaci, il ritorno e la voglia di stare ancora insieme solo per il bisogno di stringersi a qualcosa di importante per evitare di cadere, la voglia di starsi addosso,  la perdita di controllo, e poi , il nulla … Ripensando agli ultimi mesi niente aveva senso se paragonato ai momenti vissuti in precedenza, solo una notte di sesso con Stephanie, la consapevolezza che quella storia non lo avrebbe portato a niente e l’incoscienza nel non accorgersi di stare perdendo April, quello gli rimaneva. Si sentiva uno sciocco e questa sensazione non lo abbandonò nemmeno il giorno successivo a lavoro.
 Al Seattle Grace tutti erano agitati, per come stavano andando le cose, per la vendita mancata e per la situazione di incertezza in cui navigava l’ospedale ,anche lui lo era,  e come se non bastasse, in città stava arrivando Catherine, sua madre, che con la scusa di un convegno non perse occasione per fare visita al figlio. Le settimane precedenti erano state delle settimane intense per madre e figlio che ostinatamente portavano avanti delle loro convinzioni cercando, inutilmente, di far valere le proprie condizioni. Quando la dottoressa arrivò a Seattle Jackson cercò di affrontare la cosa da adulto, evitando scenate o litigi inutili, portò la madre a cena cercando di sforzarmi nell’affrontare la situazioni in maniera civile.
-          “Jackson io non ho mai insistito, ti ho lasciato sempre libero di decidere, ma adesso credi che sia davvero necessario rimanere al Seattle Grace Hospital ? Rischiate tutti di perdere il lavoro, anche tu! Hai buttato tempo e fatica dietro un ospedale che non ti ha ancora offerto un posto da strutturato, e forse, viste le circostanze, mai te lo offrirà”
-          “E cosa dovrei fare mamma? Tornare a Boston? Diventare il nuovo volto dell’associazione Harper Avery? Come posso premiare delle eccellenze dopo che io mi sono tirato indietro in questa corsa? Come posso premiare il migliore se io in primis non ho fatto niente per migliorare me stesso?”
-          “Questo non è vero tesoro, saresti comunque stimato e le nostre conoscenze ti garantirebbero una carriera stimolante e piena di opportunità che migliorerebbe te stesso e il tuo lavoro, perché rinunciare a tutto questo?”
-          “Ti sbagli , io non voglio rinunciarci, voglio solo arrivarci da solo . Tu sai quanto possa essere pensate il nome degli Avery in ambito medico, sai come questo possa distruggere una persona … un matrimonio …”
-          “Jackson …”
-          “No! Lasciami finire! Io non voglio essere travolto da tutto questo. So che sono bravo, so di avere talento, per questo non voglio sentirmi in colpa per il nome che porto, voglio essere fiero di essere un Avery e questo sarà possibile solo se lavorerò per me stesso , e non per la mia famiglia. In questa corsa voglio correre da solo, voglio arrivare al traguardo e dire ‘ehi sono un Avery!’ e non ‘sono arrivato qui perché sono un Avery’ . E’ semplice, spero che tu prima o poi capisca … e adesso se non ti dispiace cerchiamo di goderci la serata, ho dovuto faticare per avere un tavolo qui.”
-          “ Io capisco, ma voglio solo che tu non ti senta in colpa per essere un privilegiato, perché la nostra famiglia ha lavorato tanto per questo. Hai studiato e lavorato intensamente, ti sei fatto le ossa da solo, tu dici di non essere ancora eccellente nel tuo campo, ma io adesso vedo un uomo davanti a me, ma soprattutto vedo un ottimo medico,  e non capisco la tua ostinazione, dici di voler essere il migliore ma quando ti vengono offerte le possibilità di migliorare ti tiri indietro!”
-          “Oh dannazione mamma!Sul serio è così difficile da capire?”I presupposti di lui di mantenere la calma erano andati in fumo e Jackson era così irritato da spingere la madre a non fare più domande e a cambiare argomento.
-          “Ok, basta, discorso chiuso tesoro, adesso godiamoci questa magnifica cena” disse Catherine e poi aggiunse ironicamente  cercando di smorzare “il locale sarà pure chic, ma il pollo resta comunque insipido” .
Jackson sorrise e la serata continuò tranquilla , ma non per molto. Arrivati al dessert Jackson notò che lo sguardo della madre andò incuriosito in direzione dell’entrata del ristorante.
-          “Oh tesoro, guarda chi c’è la tua amica, la dottoressa Kepner!”
Catherine cercò di chiamare la Kepner ma fu interrotta dal figlio.
-          “No mamma no, non credo sia il caso!”
-          “Perché no?”
-          “Non lo vedi? E’ in compagnia … meglio non disturbarla” Era in compagnia di Matthew .
-          “Oh non essere sciocco! Voglio solo salutarla, è così simpatica e carina!”
-          “Mamma ti prego no” .
Solo dopo Catherine notò l’imbarazzo del figlio, ma ormai era troppo tardi , aveva già invitato April a raggiungerla al tavolo.
-          “Salve signora … Jackson … ” anche April era un po’ imbarazzata.
-          “Dottoressa Kepner che piacere vederla” disse Catherine consapevole del fatto che qualcosa non andava e ostinata nello scoprire cosa di preciso fosse.
-          “Anche per me è un piacere …”
-          “Oh ma chi è questo bel giovanotto?” domandò la dottoressa Avery
-          “ Oh lui è Matthew … ”
-          “Piacere di conoscerla signora” aggiunse Matthew presentandosi alla madre di Jackson
-          “Allora è un primo appuntamento?”
-          “Mamma!” la interruppe Jackson infastidito  tanto quanto imbarazzato.
-          “No veramente è ufficialmente il secondo” disse Matt scherzosamente
-          “Beh si sa … si esce ufficialmente ma è la pratica quella che conta!” la dottoressa era incontrollabile quando si affidava al suo umorismo.
-          “Ok , ok stop! Mamma siediti” disse alzandosi Jackson “ragazzi scusate se vi abbiamo interrotto, buona serata”
-          “Tranquillo non ti preoccupare” affermò Matt
-          “Buona serata anche a voi” aggiunse April salutandoli e dirigendosi al tavolo.
Jackson decise di non finire il suo tiramisù provando in tutti modi a spingere la madre ad essere più veloce. Alluse al fatto che si sarebbe dovuto svegliare presto, poi non notando nessun riscontro, finse di avere un emergenza in ospedale.
-          “Un emergenza?” domandò Catherine poco convinta.
-          “Si”
-          “E quando l’hai saputo?”
-          “Come quando l’ho saputo? Adesso!”
-          “E com’è che ne il tuo cellulare ne il tuo cercapersone hanno squillato?”
-          “Qua non prende bene!” disse Jackson accorgendosi subito dopo di essere stato scoperto.
-          “Oh capisco … telepatia!”
-          “Chiedo il conto e andiamo!” rispose Jackson cercando di tagliare il discorso, ma non ci riuscì e una volta usciti, in macchina la madre tornò all’attacco.
Il silenzio del tragitto fu interrotto prima di arrivare nell’hotel dove la dottoressa Avery soggiornava .
-          “Quindi lei è uno dei motivi per cui vuoi rimanere a Seattle?”
-          “Oh Mamma! Certo che sei veramente incredibile! Non ti arrendi mai!”
-          “Che c’è? Sto solo cercando di capire …”
-          “Si certo … comunque se proprio lo vuoi sapere lei è uno dei motivi per cui, in questo momento, vorrei andare via da qui!”
-          “Ho capito … lei è un Harper Avery!” esclamò la madre di Jackson  lasciando perplesso il figlio.
-          “Ma cosa stai dicendo?”
-          “Cosa mi hai detto prima al ristorante? Tu non vuoi occuparti adesso della fondazione perché hai paura di passare la vita a consegnare premi a qualcun altro per qualcosa che tu non sei stato un grado di avere … Lei è un Harper Avery! La vuoi, ma non puoi averla. Saresti disposto a passare la vita a lottare per una come lei, eppure ancora non ce l’hai … non è tua!” Catherine aveva ragione, e per la prima volta dopo tanto tempo, anche il figlio le diede ragione.
-          “Si … lei è un Harper Avery” sussurrò Jackson fermatosi davanti l’hotel
-          “Jackson , tu sai che si cessa di essere dei buoni medici quando si smetti di lottare per il progresso, per la ricerca e per tutto quello che in campo medico ti potrebbe rendere eccellente ,allora,  come puoi sentirti un uomo quando ti tiri indietro di fronte all’amore? Siamo dei chirurghi ,combattiamo battaglie tutti i giorni, non siamo abituati a perdere, e riusciamo ad accettare la sconfitta solo quando siamo consapevoli di avercela messa tutta . Jackson , se vuoi avere la possibilità di essere felice devi lottare  … Adesso vado, buonanotte tesoro mio”.
-          “Buonanotte”.
Quella notte Jackson la passò solo, senza Stephanie, ma soprattutto senza April. Adesso sapeva cosa voleva, lo aveva sempre avuto sotto agli occhi, ma solo ora era chiaro.
  
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