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Autore: flaming_muse    17/02/2013    0 recensioni
Kurt e Rachel ricevono un pacchetto a sorpresa da Tina.
Ambientata durante la 4x12, ‘Naked’, segue il canon dell’episodio.
Traduzione dell'omonima One Shot di flaming_muse
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Link alla storia originale su AO3 e link al profilo dell’autrice.

Note della traduttrice ALanna: grazie mille a SereIlu per il betaggio *_*
 

 

Bare

 
Kurt apre la porta dell’appartamento facendola scorrere con cautela, tendendo l’orecchio a eventuali rumori umidi di labbra che si baciano o corpi che si scontrano prima di entrare. Due giorni prima ha sorpreso Rachel e Brody con indosso meno vestiti di quanto Kurt pensi sia appropriato per quello che dovrebbe essere il divano di tutti; nonostante Rachel, abbottonandosi la camicetta, gli avesse promesso che non sarebbe più, non è affatto sicuro che, nell’eccitazione del momento, riesca a ricordarsene, e Kurt ritiene che siano necessari alcuni istanti di precauzione ogni volta che fa ritorno a casa.

Per fortuna, oggi nell’appartamento non si sente alcun gemito – cielo, sarebbe bello se potesse cancellare quel ricordo dalla mente come si cancellano le macchie dal divano: ci sono cose che non vuole sapere di Rachel, indipendentemente da quanto le voglia bene – e sospira di sollievo. Ha bisogno di un po’ di tè e un po’ di pace dopo una lunga giornata, non di isolarsi in camera con le cuffie e la sua macchina per il rumore bianco a far finta di non sapere cosa succede qualche metro più in là. È felice per lei, ma ancora a disagio, e non solo perché il suo, di letto, è vuoto. Certe cose dovrebbero restare private.

“Kurt!” Rachel lo chiama dalla cucina, vivace. “Bentornato! Sei appena in tempo: sto preparando il tè. Ne vuoi un po’?”

“Sì, grazie,” risponde con entusiasmo, e si chiude la porta alle spalle.

“Tè nero cinese o camomilla?”

“Tè nero,” replica, perché ha troppo da studiare per farsi venire sonno prima di cena.

“Okay.” Gli sorride da sopra la spalla prima di voltarsi e prendere un’altra tazza, e Kurt le sorride di rimando. Questo è ciò che dovrebbe significare vivere insieme, essere amici e condividere i pasti; non è diventato il coinquilino di Rachel per essere messo al corrente dei dettagli della sua vita sessuale, anche quelli che lei non gli confida direttamente.

Mentre Rachel prepara le tazze, Kurt posa la sua cartella su una delle sedie, e passa le buste di posta appena arrivate da una mano all’altra sfilandosi il cappotto e togliendosi la sciarpa dal collo.

“Ho avuto una meravigliosa giornata,” gli dice Rachel, versando l’acqua calda e portando le tazze sul tavolo. Si siede al solito posto e posa la tazza di Kurt al suo. Sembra terribilmente da adulti avere il ‘solito’ posto, ma è un pensiero che gli riempie il cuore: sono adulti, adulti che vivono da soli, che stanno trovando la loro strada. Fa ancora un po’ paura, ma è esattamente quello che vuole.

“Davvero? Cosa è successo?” Kurt si siede e comincia a scorrere tra la posta.

“Beh, sai che ho le mie lezioni da solista di martedì, no?”

“Ah-ah.” Kurt prende tutte le bollette e le mette in un piccolo cestino di vimini, così potranno pagarle nel fine settimana, tiene per sé i giornali e i cataloghi più interessanti così da guardarli dopo, e butta nel cestino la pubblicità. 

“Allora, quando me ne stavo andando il professor Dickenson mi ha fermata per dirmi che sta cominciando a sentire il lavoro che sto facendo per migliore la mia estensione” replica Rachel, con orgoglio. “Il professor Dickenson. So che sei nuovo alla NYADA, ma perfino tu devi aver sentito le voci che girano su di lui.”

“Di certo le ho sentite da te,” le dice Kurt. Si acciglia alla vista di una grande busta marrone. Girandola, trova che è indirizzata a entrambi, e il mittente è Tina, così afferra il suo tagliacarte di ottone anticato e la apre.

“Appunto,” afferma Rachel, strizzando il filtro altre due o tre volte prima di toglierlo e metterlo nel piccolo piatto da sushi dipinto a mano che Kurt ha trovato la settimana prima al mercato delle pulci. Prende la tazza di Kurt e fa la stessa cosa, e lui le sorride; ormai sa che neanche a lui piace il tè lasciato troppo a lungo in infusione. “Quindi sai che non fa mai complimenti a nessuno. Si dice che l’unica cosa gentile che abbia mai detto ha uno studente sia stata: ‘sufficiente’. Sufficiente, Kurt! E ha detto a me che i miei miglioramenti erano visibili!”

“È fantastico, Rachel. Tutte quelle scale infinite che non hai fatto che cantare hanno finalmente dato i loro frutti.” Kurt posa il tagliacarte e tira fuori il contenuto del pacchetto. Legge prima il biglietto, scritto sul foglio di un quaderno nella calligrafia tondeggiante di Tina. Guardate cosa vi siete persi! Nessuna vendita di dolci quest’anno! Abbiamo dolci uomini, invece!”

“Lo so,” dice Rachel, e beve un sorso di te. “Certo, poi ha continuato dicendo che il mio controllo del respiro lascia a desiderare, ma chi se ne importa! Ha detto di aver sentito i miei miglioramenti!”

“Hai -” Comincia a dire mentre sfoglia la prima pagina, ma le parole gli muoiono in gola. È un calendario. Un calendario con ragazzi senza maglietta, ragazzi che conosce, ragazzi con cui è andato a scuola, ragazzi che si è sforzato di non guardare negli spogliatoi – sgrana gli occhi, scioccato, rendendosi conto che conosce molto bene uno di questi ragazzi, e rimette il calendario dentro la busta, mormorando con voce soffocata: “Oh, no.”

Rachel si appoggia sul tavolo per vedere, con le sopracciglia sollevate. “Cos’è?”

“Non vuoi saperlo,” risponde, e tiene la busta chiusa tra le mani. Sente il calendario piegarsi sotto la stretta delle sue dita.

“Kurt! Sono foto compromettenti di te e Adam?” chiede Rachel con ansia, e allunga una mano.

“Cosa? No!” A bocca aperta, stringe al petto il pacchetto. “E non è successo niente che possa prevedere foto compromettenti. Lo conosco a malapena, e nonostante conosca te, non capirò mai come funziona la tua mente.”

“Qualcosa di brutto, allora?”

“Una cosa del genere, sì.” La voce di Kurt è debole, perché non è nulla di orribile. Solo sorprendente e non desiderato.

“Fammi vedere. I ricatti sono simbolo di uno status sociale superiore,” afferma  lei, con un tono dolce che dovrebbe essere rassicurante, e allunga di nuovo le dita verso il pacchetto. “Dimostra che la gente ti nota abbastanza per essere gelosa. Onestamente, sono sorpresa che sia successo a te prima che a me, ma sono abbastanza sicura di me stessa da essere contenta per te.”

“Non è un ricatto, Rachel,” replica Kurt roteando gli occhi.

Lei inclina la testa. “E allora cos’è?”

Kurt sa che può essere più veloce di lei, anche quando non indossa quegli stivaletti coi tacchi a spillo, ma Rachel ha una  determinazione tremenda. A meno di noncorrere immediatamente fuori, al freddo e al buio, alla ricerca del primo cassonetto, non c’è davvero modo di non mostrarle il calendario.

Le porge il pacchetto in silenzio e sprofonda nella sedia.

“Vediamo un po’…’” Rachel tira fuori il calendario e ignora il biglietto per guardare le fotografie patinate. “Wow,” dice con approvazione, girando le pagine. Kurt, invece, è ben deciso a fissare il muro. Non vuole guardare. Non vuole nemmeno essere tentato. “Beh, devo proprio dire che i muscoli del fratello di Puck sono impressionanti, anche se non è paragonabile a Brody. E poi… ” Strizza  gli occhi guardando una delle foto. “Penso che alcune siano Photoshoppate, a differenza di Brody.” Chiude il calendario e lo fa scorrere sul tavolo, davanti a Kurt.

“Io non lo voglio.” Kurt lo gira al contrario in modo da non essere costretto a guardare tutta quella pelle scoperta, specialmente quella di Blaine, ma sul retro ci sono miniature delle foto, e non è un grosso miglioramento. Riprende la busta e la sposta sopra al calendario.

Ci metterebbe anche le mani per coprirlo, ma non vuole toccarlo se non è costretto, cosa che è ridicola, visto che non è niente di nocivo. Ha passato tutta l’adolescenza immaginando ma senza poter guardare i suoi amici in quel senso (o almeno, non facendoglielo notare) e ora, essere alla NYADA, dove può osservare più liberamente senza essere minacciato o considerato una minaccia, lo confonde.  Parte di lui vorrebbe guardare, perché i ragazzi attraenti sono, beh, attraenti, e anche se non vuole affatto andare a letto con gli studenti del McKinley, non deve neanche più far finta di notare solo quelli che non può ottenere.

Ma, ovviamente, c’è Blaine, l’ennesima ragione per cui non vuole guardare.

Blaine, che Kurt conosce quasi quanto se stesso. La pelle di Blaine, di cui Kurt è stato il primo a toccare ogni centimetro. La stessa pelle che Kurt ha accarezzato, baciato, su cui è venuto… e che ora deve essere assolutamente coperta da strati di vestiti, perché Blaine non è più suo, e Kurt non vuole essere costretto a guardarla e ripensare al passato. Non può. È troppo doloroso, troppo complicato, e non vuole che le cose siano complicate.

“Potremmo appenderlo in bagno,” propone Rachel, in mano la tazza. “Ma forse metterebbe Brody a disagio.”

“Non sia mai,” borbotta Kurt, contrariato. “Lui non deve mai sentirsi a disagio.” Non può impedirsi di pensare a Brody che va in giro nudo, Brody che sposta i libri di Kurt dallo scaffale per metterci i propri, Brody che vive lì perché Rachel glielo ha chiesto così impulsivamente da non aver neanche consultato prima Kurt.

Ma ne hanno già discusso, e quello che è fatto è fatto. Cerca di lavare via il sapore amaro che sente in bocca con un sorso di tè .

E poi immagino sarebbe strano appenderlo in camera tua, in caso tu ci portassi un ragazzo,” dice Rachel “O forse dovrei dire quando-”

“Sarebbe strano comunque,” taglia corto Kurt. “C’è Blaine.”

Rachel scrolla le spalle e getta i capelli dietro le spalle. “Non è che tu non sappia già com’è, e le foto sono belle. È davvero attraente.”

“Sì, è quello il problema, Rachel.”

“Anche Adam è attraente,” lo rassicura lei. “Sono sicura che non sarai distratto.”

“Smettila,” sbotta Kurt. “Sarebbe strano comunque, avere un calendario appeso al muro dove il mio ex ragazzo è mezzo nudo, sia che porti a casa un nuovo fidanzato o meno.” Sente il suo stomaco agitarsi al pensiero, per il nervosiamo e la curiosità. Un nuovo fidanzato è una possibilità. Un’opzione. Non resterà per sempre solo perché Blaine gli ha spezzato il cuore, e saperlo è elettrizzante. “Perfino tu dovresti capirlo.”

Rachel spalanca gli occhi come se stesse per replicare, ma alla fine sospira e dice, “Ok. Ma è davvero più imbarazzante questo, rispetto a riguardare le vostre vecchie foto?”

Kurt si acciglia. “Non guardo le vecchie foto. E non ne ho nessuna come…” e indica il calendario coperto dalla busta.

Rachel battè le palpebre, sorpresa. “Siete stati insieme per così tanto tempo e non vi siete mai mandati messaggi con foto spinte?”

“Rachel Berry!” esclama Kurt. Riesce a sentire le sue guance riscaldarsi per l’imbarazzo. Ha ancora alcune belle foto di Blaine senza maglietta in qualche cartella del computer, ma erano di una festa in piscina. Non sa se deve essere dispiaciuto o meno che, quando sarà vecchio, non avrà nessuna foto di Blaine appena dopo il sesso, con i capelli spettinati e il sorriso dolce, ma non ne ha, e sta cercando disperatamente di non pensarci, in modo da far sparire quei ricordi, come dovrebbe.

Rachel allunga una mano e la posa sulla sua. “Sto solo chiedendo,” dice. “Voglio dire, siete tutti e due giovani, sani, attraenti, e con dei bisogni, e anche se tu sei un perbenista pensavo che almeno Blaine potrebbe aver avuto-”

“Non parliamo dei bisogni di Blaine,” dice Kurt, secco. Sta cominciando a sentire lo stomaco che si chiude, come sempre quando è messo davanti a quanto sia stato chiaramente incapacedi rispondere ai cosiddetti bisogni di Blaine, visto che Blaine ha malapena aspettato che se ne andasse prima di trovare qualcun altro che li soddisfacesse.

Rachel gli stringe la mano, e gli dice, con dolcezza, per scusarsi. “Non intendevo in quel senso.”

Kurt scuote la testa, ritira la mano e mette via il calendario. Coglie di sfuggita la foto di Blaine, il petto, lo stomaco, quella meravigliosa ‘v’ sui fianchi che gli piaceva percorrere con-

Scaccia via quei pensieri. Blaine non è più suo e non deve pensarci. Quella foto non è un regalo che Blaine gli ha fatto per farlo sentire amato, speciale, l’unico da cui vuole essere toccato. Non è una manifestazione di gioia tutta per lui. È solo il corpo di Blaine, il suo, non di Kurt. Non ha niente a che vedere con lui.

Ma è quasi uno schiaffo essere costretto a guardarlo. Non dovrebbe, ma è così, perché era qualcosa di suo, e ora Blaine può farci quello che vuole. Non deve riservarlo solo a Kurt. Può mostrare il suo corpo a chiunque voglia, a qualunque ragazzo, in qualunque foto su Facebook e a chiunque in persona, anche a tutto il McKinley in modo che possa sbavare su di lui.

Kurt pensava che per Blaine fosse diverso. Una volta, Blaine era arrivato ai ferri corti con Sam per un passo di danza che considerava troppo sexy, ed era stato d’accordo con Kurt riguardo la loro prima volta; anche lui voleva che fosse speciale, e non affrettata. Aveva reso ogni sguardo e carezza importanti, anche quando il sesso non era più una novità. Ma forse faceva tutto per Kurt. Ovviamente Blaine avrebbe voluto che la loro relazione si fosse mossa in modo più veloce: non solo avrebbe voluto aver fatto sesso prima ma anche mostrarsi più affettuosi in pubblico, e forse si era trattenuto solo per Kurt.

Ora non deve più farlo.

“Non importa,” dice Kurt, spostando la busta al centro del tavolo con la punta delle dita. “Non voglio vederlo così.”

Qualcosa che è stato così speciale per Kurt, un privilegio che aveva riempito il suo cuore fino a farlo scoppiare, non significa lo stesso per Blaine.
Forse la loro relazione era destinata a fallire, perché nel desiderare romanticismo e sentimenti Kurt aveva solo bloccato Blaine.

Forse è davvero meglio così.

“Kurt.” Rachel lo sta guardando con le sopracciglia corrugate. Lo conosce troppo bene, e non può nasconderle il suo turbamento. “Sono solo delle foto.”
“Lo so.” Ritira le mani e le posa sulla tazza. Lascia riposare un po’ anche il suo cuore, come dovrebbe, senza quella sensazione che qualcosa gli si stia attorcigliando nel petto. “Va bene così, sto bene. Ero solo sorpreso.”

“Beh, non è cosa da tutti giorni ricevere foto di bellissimi ragazzi mezzi nudi per posta,” concorda Rachel.

Kurt ride appena. “Già, è vero.” Beve un sorso di tè.

“E allora?”

Kurt scuote la testa. Rachel è molto più a suo agio con l’idea del nudo di quanto lo sia lui: non ha aspettato molto prima di andare a letto con Brody e ha preso seriamente in considerazione l’idea di apparire in topless in quel film. Sa che non capirebbe.

Kurt sa di essere diverso dalla maggior parte dei suoi coetanei. Se vuole frequentare qualcuno, probabilmente dovrà cambiare idea, perché nessuno riuscirebbe a capire quello che per lui è importante. Ma per adesso non può lasciar perdere tutto. Essere vicini a qualcuno significa ancora troppo. Un sorriso lo fa emozionare, una parola gentile gli fa battere il cuore. Essere toccato da qualcuno e toccare a sua volta… essere guardato e guardare… per Kurt è molto di più che un semplice mezzo per arrivare a un orgasmo. Significa abbandonarsi a qualcuno, significa che qualcuno vuole che lui si abbandoni, e c’è così poco di tutto questo nella sua vita che non riesce a non considerarlo importante.

Si chiede se essere coinvolto con Adam gli farà cambiare idea. Non è realistico pensare che Adam dia così tanta importanza al significato di diventare intimi, ma forse neanche Kurt lo farà, visto che non è più la prima volta, il primo fidanzato, il primo amore. Kurt sa cosa aspettarsi adesso, sa cosa gli piace e cosa potrebbe piacere a chi è con lui. Non è una novità.

E non sarebbe una novità neanche per Adam. Adam è più sicuro di sé rispetto a Blaine, e potrebbe dirgli più chiaramente se è infelice, invece di nasconderlo e finire per ferire entrambi; potrebbe dargli la possibilità di lavorarci su; Kurt non dovrebbe pensare al suo futuro basandosi sul passato.
“Kurt,” dice Rachel con fermezza. “Sono la tua migliore amica. Se c’è un problema dovresti parlarmene.”

“Come ti sentiresti se ci fosse la foto di Finn lì dentro?” chiede, aggirando il problema.

“Oh.” Lei batte le palpebre per un istante prima di riprendersi, e getta di nuovo i capelli dietro le spalle. “Non avrei problemi, anzi, sarei contenta che si sentisse così sicuro di se stesso.”

Kurt non ne è molto sicuro, ma tiene a freno la lingua e si limita a inarcare un sopracciglio per esprimere il suo scetticismo.

“E poi, è fatto con gusto,” continua, toccando la busta. “Per quanto possa esserlo qualcosa fatto al liceo -” e dice queste ultime parole come se stesse parlando di vestiti di seconda mano - “Tina è stata brava.”

“Mi fido sulla parola. Sono troppo traumatizzato per guardarlo con occhio critico.”

Il tono di Rachel diventa materno e appena compassionevole. “Traumatizzato da un gruppo di ragazzi senza maglietta? Sei gay, Kurt. Non dovresti essere traumatizzato, dovresti saltare di gioia!”

“Indossano dei costumi stupidissimi,” le ricorda Kurt. “E li conosco.”

“E allora? Li conosco anche io e posso felicemente ammirare il loro fisico. Non vedo dove sia il problema per te.”

Kurt abbassa lo sguardo sulla busta e il calendario che contiene, sospira, e dice, “Non lo so nemmeno io. È Blaine, forse. Ma va bene.”

“Diventerà sempre più facile, Kurt,” lo assicura Rachel con il solito tono di empatia misto a incoraggiamento che gli rivolge quando parlano d’amore. “Stai andando avanti. C’è Adam. C’è tutta New York. Sei sulla strada giusta, quella verso l’amore e la felicità e le fantastiche uscite a quattro con me e Brody.”
Kurt annuisce, tristemente conscio del dolore sordo che il suo cuore tenta sempre di ignorare, quel senso di perdita che non riesce a non sentire. Ma Blaine è stato il suo primo amore: è normale che gli manchi quello che avevano, anche se ormai ha accettato che sia finito. “Lo so, è quello che sto facendo. Solo che non me l’aspettavo.”

“La vita è piena di sorprese,” gli ricorda Rachel. Prende un sorso di tè, pensierosa, e poi gli rivolge un sorriso luminoso. “Come il professor Dickenson che riconosce il mio duro lavoro.”

Kurt non riesce a fare a meno di sorriderle a sua volta, perché, per quanto Rachel possa irritarlo a volte, non è mai stato così grato di averla nella sua vita quanto ora che si trova a New York. Non sarebbe perso senza di lei, perché sta cercando di trovare la propria strada, ma si sentirebbe solo. Si sentirebbe meno capito.

“Raccontami tutto quello che ti ha detto,” le dice, e afferra la sua tazza.

Rachel apre la bocca, poi esita passando un dito sul calendario. “Sei sicuro a proposito del bagno?”

“Se lo vuoi, l’unico posto dove puoi appenderlo è la tua camera. Io non ho intenzione di fare maschere facciali mentre vengo fissato da Artie vestito da lepricano o Joe vestito da coniglio. La mia maschera all’argilla si deformerebbe per l’orrore.”

“Bene.” Lei batte l’indice sulla busta e la avvicina a sé. “Forse dovrei. Se Brody si sentisse un po’ in competizione potrebbe fargli bene.”

Kurt si alza dalla sedia e va a riempire una pentola d’acqua per la cena. “La tua testa è un luogo spaventoso.”

“È proprio un peccato che Sam indossi una maglietta, però. È l’unico che potrebbe davvero dare a Brody del filo da torcere.”

Quando si volta, Kurt la vede sfogliare le pagine del calendario e osservare di nuovo le foto. Le volge le spalle così da non vedere Blaine, e si dice che per quando sarà arrivato il suo mese, non gli importerà più così tanto.

“Pensaci,” continua Rachel. “Se Tina avesse avuto quest’idea l’anno scorso avresti potuto esserci anche tu. Che ne dici? Giugno? O Febbraio? In ogni caso, il rosso ti sta bene.”

Kurt è abbastanza sicuro che non gli sarebbe stato chiesto di posare o, in caso contrario, sarebbe stato relegato a indossare un costume da lepricano come Artie, e si ritrova a chiedersi se Blaine avrebbe posato senza maglietta se fossero stati ancora insieme, che lui avesse voluto o meno.

Non c’è modo di saperlo.

“Penso che avrei preferito fare il consulente creativo,” replica, mettendo la pentola sul fornello. “Quei costumi sono tremendi, e tutti starebbero molto meglio se qualcuno si fosse preso l’impegno di cercare qualcosa che abbia più stile.”

“Oh, e tu li avresti aiutati con l’abbronzante,” esclama Rachel battendo le mani. “È davvero un’ottima idea, e non mi stupisco che Tina l’abbia organizzata! Avremmo aiutato tutti!”

Kurt si sente arrossire nel sentirla, perché non è per niente abituato a poter toccare la pelle di qualcuno che non sia Blaine, e farlo con i ragazzi del Glee Club sarebbe stato a dir poco imbarazzante.

“Mi sento quasi come se ci fossimo persi qualcosa,” mormora Rachel, e la sua espressione sembra diventare afflitta.

“No,” le dice Kurt, non solo perché non vorrebbe aver avuto l’opportunità di fare il calendario, ma perché ora le opportunità non mancano a nessuno dei due. Vivono a New York. Rachel ha Brody e Kurt ha… diverse opzioni. Raddrizza le spalle e afferma, “Non ci siamo persi proprio niente.”

Forse non riuscirà mai ad essere libero nel riuscire a mostrare il suo corpo come altri, ma sta ancora crescendo. Sta maturando, si sta abituando a una nuova vita con nuove libertà. Non deve più lanciare sguardi furtivi negli spogliatoi o fare affidamento solo sull’unica persona da cui è stato amato. Non deve preoccuparsi di nessuno e di cosa stia facendo.

Ha la possibilità di fare le sue scelte con i suoi ritmi. Può indossare quanti strati desidera e toglierli quando, come, e con chi sceglierà. Può decidere tutto, senza dubbi, senza sensi di colpa.

Proprio come il corpo di Blaine non appartiene più a Kurt, Kurt stesso non appartiene più a Blaine.
 

 

 
  
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