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Autore: nickiminajgiastenarg    17/02/2013    1 recensioni
Non lasciatevi ingannare dal titolo della storia.
Non è la solita storia di sesso, troie, stronzi, droga, fratelli e sorelle o altro, qui è diverso.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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una vacanza che di certo non avrei mai dimenticato.

Una vacanza che di certo non avrei mai dimenticato.



L'aria era fresca, estiva, ed ero finalmente scesa da quell'aereo.
E' odioso sentire quei vecchietti russare e i bambini piangere per scendere da quell'aggeggio volante. E' straziante. Arrivare qui in Asia era uno dei miei grandi sogni, ed ho lottato per arrivare a tutto questo, ci ho messo anni di lavoro, anni di studio, ed ora posso dire di essere soddisfatta. Ho scelto uno degli alberghi più lussuosi, e più belli che ci possano essere. Era qualcosa di stupendo, sulla spiaggia con un'intera distesa d'acqua avanti ai miei occhi.
I miei genitori volevano partire con me, ma sarebbe costato tantissimo ed il viaggio per loro era troppo stancante. Entrai nell'enorme sala guardandomi intorno, non ero mai stata in questi posti così.
:"Posso esserle utile?" Un ragazzo alto e moro mi spuntò dietro le spalle.
:"Oh si ecco.. cioè no, mi stavo guardando intorno." Il ragazzo accennò una risata.
:"Stia tranquilla, non voglio farle nulla, io lavoro qui e per qualsiasi cosa può chiedere anche a me. Mi chiamo Doson."
:"Non darmi del 'lei' per favore, mi fa sentire troppo vecchia ed ho solo 18 anni. Io mi chiamo Kaliska, ma puoi chiamarmi Kay."
:"Non mi è mai capitato di sentire questo nome, è particolare."
:"E' stata la rovina per tutti i miei anni scolastici. Nessuno era mai capace di pronunciarlo."
Il ragazzo rise e poi mi accompagnò alla mia camera.
:"Allora grazie Doson, ci vediamo in giro."
Il ragazzo annuì e tornò al suo lavoro, io entrai nella mia grande stanza e lasciai cadere le mie valigie pesanti sul pavimento. Mi buttai sul letto e sospirai.
Mi squillò il telefono e risposi all'istante.
Parlai per qualche ora con i miei genitori, e poi mi preparai per andare in spiaggia.
Il sole era forte, caldo, ma era sopportabile. 
Mi sdraiai sul mio lettino e restai a leggere il mio libro per un po'.


'Era come una nuvola grigia che invase il cielo azzurro.'


Rimasi lì per ore, era come se non ci fosse nessuno accanto a me, come se fossi sola. Era rilassante.
Un ragazzo biondo mi passò avanti e si fermò avanti al sole a parlare con delle persone.
:"Mi scusi.. potrebbe spostarsi?" Chiesi gentilmente, ma senza nessuna risposta.
:"Ehm, scusi?" Chiesi di nuovo.
Il ragazzo mi stoppò con la sua mano, facendomi segno di aspettare e di stare zitta.
Mi alzai e mi spostai con il lettino un po' più a destra. Non mi andava di prendere delle stupide questioni con dei ragazzini.
Chiusi il mio libro e andai verso l'acqua. Era fresca, ma non tantissimo, era giusta.
:"Ciao." Mi girai e alle mie spalle c'era il ragazzo di prima.
Lo ignorai e continuai a guardare dritto verso l'orizzionte.  
:"Scusa per prima, ero nervoso perché mi era successa una cosa e non ho fatto caso che ti avevo coperta, mi dispiace."
Continuai ad ignorarlo, non mi andava di ascoltare le sue inutili scuse.
:"Che fine ha fatto la tua lingua?"
Silenzio.
Appoggiò una mano sul mio fianco, e lì mi innervosii.
:"Ma sei pazzo o cosa?"
:"Oh ma allora ce l'hai la lingua."
:"Sì." Dissi innervosita.
:"Io sono Justin."
:"Io sono non mi interessa di come ti chiami."
:"Ascolta ti ho chiesto scusa.."
Stanca di ascoltarlo mi buttai in acqua e feci una rilassante nuotata.
Quando uscii dall'acqua il ragazzo non c'era più fortunatamente, e risalendo mi avvolsi un'asciugamano attorno al mio corpo e tornai nella mia stanza.
Feci una doccia veloce e indossai un vestito lungo ed elegante bianco, dovevo essere adatta per la serata.
Il vestito aveva uno scollo dietro alla schiena che arrivava fino al fondo schiena ed era lungo fino ai piedi, era il più elegante che avevo.
Presi la borsetta e infilai l'invito che mi avevano lasciato nella stanza poco prima, e poi presi anche il cellulare.
:"Benvenuta." Alzai lo sguardo e mi accorsi che Doson mi stava tenendo la porta per entrare nella grande sala sorridendomi.
:"Ciao" Sussurrai.
Mi fece l'occhiolino ed io entrai nella sala seguita da lui.
:"Sono felice di poterti dire che sarò a tua completa disposizione."
Sorrisi imbarazzata e mi misi comoda al mio tavolo.
:"Cosa preferisci mangiare?"
:"Oddio è tutto così raffinato, ed io non so nulla di quello che c'è qui sopra, non ci capisco niente."
"Ti fidi di me?"
Annuii.
:"Perfetto, allora sceglierò io per te."
Detto questo scomparve nella cucina.
Feci bene a fidarmi di Doson perché tutto quello che scelse per me era molto buono.
:"Com'era?"
:"Tutto buono, grazie."
:"A domani."
:"A domani."
Prima di andare nella mia stanza andai un po' in spiaggia. Mi tolsi le scarpe e passeggiai sulla spiaggia per un po', non c'era cosa più bella che stare sulla spiaggia di notte. Regnava il silenzio, si sentivano solo le onde del mare, e tutto questo mi ricordava me da bambina.
:"Cosa ci fai qui?" Una voce interruppe i miei pensieri. Mi guardai intorno ma non vidi nessuno.
:"Chi sei?"
:"Sono io,Justin." Venne verso di me sorridente.
:"Potevi anche restare dove stavi." Dissi innervosita.
:"Senti, ti ho chiesto scusa mille volte, non lo farò più, perdonami, voglio solo fare amicizia con qualcuno, visto che sono completamente solo."
:"E con tutte le persone che ci sono qui, tu vuoi fare amicizia proprio con me?"
:"Tu vedi altre persone della nostra età?"
Ci pensai, ed effettivamente non potevo dargli torto, c'erano tutte famiglie.
:"Ecco, chi tace acconsente."Sorrisi.
:"Oh finalmente hai sorriso, posso sapere il tuo nome?"
:"Mi chiamo Kaliska, ma chiamami Kay."
:"Oh io sono Justin, anche se già lo sai."
:"Piacere di conoscerti."
:"Piacere mio. Come mai sei qui?"
:"Era uno dei miei sogni. E tu?"
:"Mi piace qui, e sinceramente non ho un perché.."
Risi, poi spostai una ciocca di capelli.
:"E dimmi Kay, come mai qui sola soletta?"
:"I miei volevano venire, ma il viaggio sarebbe costato troppo, e non ce lo possiamo permettere. E tu?"
:"Mi dispiace.. io? Io sinceramente avevo bisogno semplicemente di rilassarmi un po'."
Annuii, e rimasi a guardare il cielo. Un brivido, forse era meglio entrare.
:"Tieni."
Il ragazzo mi porse la sua giacca.
:"Tranquillo, torno dentro."
:"Non ti mangio, puoi prenderla."
La afferrai, poi gli lanciai uno sguardo e lo vidi sorridere. Ricambiai.
:"Grazie."
:"Di nullla."
Restammo a parlare per un po' lì fuori, poi il mio cellulare squillò e decisi di tornare nella mia stanza. Justin era un ragazzo simpatico, pensavo fosse peggio, lo ammetto. Mi serviva un po' di compagnia, lì c'erano tutti bambini e genitori che gli correvano dietro, e qualche anziano che andava avanti e indietro lamentandosi dei lamenti dei bambini.  Era buio pesto, questo posto era meraviglioso, il cielo stellato, il mare azzurro la mattina e nero la sera, la sabbia fredda di notte e bollente la mattina. Era un sogno. Il mio, e finalmente potevo viverlo.

'Mai giudicare un libro dalla copertina.'




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Salve, non voglio buttarla sulle lunghe, ma solo dire qualche cosa.Ho scritto questa storia ispirandomi ad un film che ho visto qualche giorno fa, non posso dirvi qual è per il semplice fatto che poi vi farei capire la storia, e non voglio.Non è una storia come tutte le altre, quindi non fatevi ingannare dal primo capitolo, è solo l'inizio. Buona lettura, e fatemi sapere cosa ne pensate.

  
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