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Autore: itsbjebs    17/02/2013    2 recensioni
Seduta sulla sponda di quel letto a lei ancora sconosciuto,mentre lui appoggiato a quello sporco bancone continuava a preparare quel cocktail dal sapore aspro. Entrambi sudati,i capelli sciolti,gli occhi ancora carichi per la passione non ancora smorzata dopo il tempo passato assieme…a divorarsi come animali…
JustinxMiley
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E lo guardò muovere le dita sul collo della bottiglia,concentrato sul limone posato sul bancone,serio. Lei sorrise...un Behind The Sheets...assolutamente perfetto! Seduta sulla sponda di quel letto a lei ancora sconosciuto,mentre lui appoggiato a quello sporco bancone continuava a preparare quel cocktail dal sapore aspro. Entrambi sudati,i capelli sciolti,gli occhi ancora carichi per la passione non ancora smorzata dopo il tempo passato assieme…a divorarsi come animali… Si alzò trascinandosi dietro le lenzuola,senza però coprirsi con esse,senza alcuna vergogna per il trovarsi nuda di fronte a qualcuno che alla fine…alla fine…era un estraneo. Gli accarezzò la schiena solcata da profonde cicatrici,ferite che ricoprivano la maggior parte di quel corpo tonico,sfregi provocati da una disgrazia a lei ignota. Ma alla fine non era certo il passato di lui ad interessarle…continuò ad accarezzarlo in quel modo lascivo,mentre lui continuava imperterrito a preparare le misure adatte a preparare quel cocktail,una miscela di inebrianti emozioni…una miscela carica di quell’adrenalinica sostanza chiamata "alcol". -E il Contreau? Non c’è lo metti?- chiese lei dopo un po’,mentre baciava quel collo forte,mentre lui continuava a darle le spalle,con il viso circondato da una profonda coltre di ciocche corvine,mentre i suoi occhi verdi non si separavano mai dal mixer glass di fronte a se,mentre continuava a muovere velocemente le mani tra tutte le bottiglie,alla ricerca del nettare più adatto a soddisfare la sua sete. -Sì…lo metterò...alla fine,dopo il brandy.- rispose lui laconicamente,sentì il suo corpo irrigidirsi e reagire a quei tocchi,le sue membra non restarono indifferenti,mentre i suoi muscoli si tesero. Socchiudendo gli occhi non poté far altro che reagire alle labbra roventi e affamate di lei,si girò quel poco che bastava per prenderle il mento tra le mani,la attrasse inevitabilmente verso la sua bocca bramosa baciandola con violenza,premendo le sue labbra contro le sue,con forza,guardandola negli occhi,specchiandosi in essi,perché neanche lei aveva nascosto le sue profonde iridi color miele sotto le palpebre…perché per loro aveva smesso di essere solo contatto…ormai si trattava di una vera e propria lotta. Chi tra loro avrebbe dominato l’altro? Adesso iniziava il terzo round. Ancora una di quelle noiose feste di gala. Ovvio,essere un avvocato di tale successo ti portava a dover partecipare a celebrazioni come quelle…ore monotone passate a parlare del più e del meno,affogando la noia in un drink mal preparato da qualche barista contattato all’ultimo minuto. Sospirando si avviò verso il bancone del bar,scostando i suoi "colleghi" già ubriachi,muovendosi sicura nonostante i tacchi vertiginosi. Noia. Ma anche lavoro. E il lavoro…equivale a soldi. E per questo continuò a preparare quei cocktail. Quelle insignificanti miscele dalla base alcolica tremendamente semplice . Il ghiaccio tritato per i Margarita ordinati dalle donne già alticce…i cubetti per l’unico whisky della serata. -Un Phil Collins…- un'altra voce impastata dall’alcol richiamò la sua già scarsa attenzione. Scosse leggermente la testa pensando a come potessero ridursi delle persone solitamente rispettabili con solo due dita d’alcol…sorrise,perché si rese conto che il suo era un potere enorme. Non si trattava di intrattenere quelle persone con gesti coreografici quanto inutili alla riuscita di un drink…qui si trattava di creare loro un paradiso in cui si perdeva ogni freno inibitorio,in cui ogni percezione della realtà era distorta grazie al sangue diluito con vodka e gin. Si era fermata,a guardare quella schiena possente di fronte a lei. Sorpresa nel notare come quell’uomo si fosse distaccato dalla realtà,di come ignorasse le voci sempre più alte delle persone in sala. Quel vociare insistente le pervadeva la testa,veniva assorbito dal suo essere come un veleno subdolo. Sapeva alla perfezione di odiare quelle serate in cui era la falsità a farla da padrona,in cui la gente affogava nell’alcol le proprie noie e i propri problemi…per poi ubriacarsi,perdere la cognizione del tempo e risvegliarsi il giorno dopo come se le ore trascorse non fossero mai esistite…per poi ritornare alla realtà,mentre la loro testa sembrava esplodere e il loro corpo li corrodeva dall’interno portandoli a vomitare il "divino nettare" da loro assorbito la sera prima. Sapeva bene le dinamiche della cosa,ormai aveva passato così tante nottate senza la più minima idea di cosa facesse…che le vedeva tutte uguali,come film di bassa lega,tutti tremendamente scontati,dalla trama priva di significato,carichi solo di effetti speciali senza il più minimo significato. -Un White Russian!- si riscosse dopo qualche istante,quella voce aveva sovrastato le altre,arrivandogli direttamente alla testa,come un vino di scarsa qualità. Si voltò leggermente,e vide con la coda nell’occhio quella donna guardarlo. Una donna di una bellezza prorompente,senza però essere finta,diversa da ogni altra donna vista quella sera. Occhi ambrati,intensi e maliziosi,labbra tinte di rosso…turgide e sensuali…labbra da mordere. I capelli erano di un biondo intenso,color grano,diversi dal solito biondo finto e slavato di cui si tingevano così spesso le donne in quel periodo. Il corpo longilineo,era fasciato in uno stretto abito nero,corto quanto bastava per mostrare una buona porzione di quelle meravigliose gambe…che lei riusciva a mostrare con tanta nonchalance senza però divenire volgare…i suoi occhi andarono ad insistere sul seno prosperoso,contenuto a malapena in quel tubino nero. Si morse le labbra,girandosi di nuovo,nel vederla aveva sentito qualcosa scattargli dentro,un calore crescente che lo pervase…il sangue affluì velocemente ai lombi...poche volte si era ridotto così solo a guardare una donna. Sentì gli occhi di quell’uomo posarsi su di lei,scrutarla. Un luccichio verde dietro quelle ciocche nere che andavano a coprirgli la fronte,la fece rabbrividire. Non riuscì a vederlo bene in viso,ma quegli occhi da soli l’avevano già stuzzicata abbastanza. Si sporse leggermente oltre il bancone,imprecando mentalmente quando si rese conto di aver poggiato il gomito direttamente su un ampia macchia di quello che sembrava essere del Bayles,scosse la testa,per poi richiamare la sua attenzione sbattendo sul bancone un bicchiere semivuoto,attese qualche secondo di vederlo girarsi…niente…iniziò ad arrabbiarsi,non era abituata ad essere ignorata in quel modo! Solitamente tutti tendevano a guardarla con desiderio…la volevano,e Tsunade era a conoscenza di questa sua capacità di attirare a se le persone. E anche stavolta l’avrebbe sfruttata! -Allora? Il mio White Russian?!- …di nuovo quella fottutissima voce! Digrignando i denti pensò a quanto odiasse sentirsi così teso…insomma,non era certo un ragazzino! Non poteva permettersi di lasciarsi trascinare così tanto solo perché una bella donna lo guardava in quel modo…stringendo i pugni si girò verso la bionda. Non appena si fu girato lei sorrise compiaciuta,era quasi crudele quel sorriso,la sua era l’espressione di una che sa di aver iniziato una battaglia che sta volgendo a suo favore. -Arriva subito…- una voce profonda,uno sguardo gelido quanto altezzoso…e l’uccello che si stava svegliando. Lei ridacchiò soddisfatta,lo aveva in pugno. E a Tsunade piaceva comandare sugli altri,non c’era uomo o donna che riuscisse a reggerle testa in questo. Soddisfatta iniziò a giocherellare con il bicchiere di prima,facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio semisciolto contenutivi. –Ah,allora sai parlare…- disse lei maliziosa,mordicchiandosi le labbra,lui per tutta risposta si girò nuovamente. La bionda alzò un sopracciglio…a quanto pare ci sarebbe stato ancora da combattere…ma oramai quella era una scommessa con se stessa! Avrebbe fatto cadere ai suoi piedi quell’uomo…e di certo non sarebbe finita come tutte le altre scommesse da lei lanciate! Questa l’avrebbe vinta! Panna. Vodka. Ghiaccio. Liquore al caffé. White Russian. Un drink strano,dolce,dolcissimo,ma con una gradazione alcolica tutt’altro che indifferente. Molti lo definivano un dessert,con quella sua consistenza cremosa…e quell’odore leggero di caffé. Semplice? Oh,niente affatto,nessun cocktail preparato da lui era semplice. Perché non conta quello che metti in un bicchiere,conta come lo metti. Gli alcolici erano come l’amore,ti inebriavano,ti facevano galleggiare in quella che sembra una dimensione parallela,fatta di sensazioni alterate,di orgasmi…ma alla fine,ti inculavano per bene! Ti lasciavano come uno straccio,costretto a farti trascinare a casa da qualcuno,barcollante,fragile…a volte allegro,come se ci si fosse tolti un peso…ma più spesso squallidamente infelici,come se si avesse ricevuto un masso in pieno petto. L’amore…che bestia. Mano sulla bottiglia di vodka,le dita si stringono attorno ad essa,un gesto semplice,compiuto con noncuranza,ma allo stesso tempo con una certa tensione,come se il minimo sbaglio avesse rovinato tutto,persino il gusto di quei liquidi così sapientemente mescolati. Mano su quella che sembra una bottiglia di Pigna Colada…no,è latte. Anche qui molta attenzione,il liquido trasparente di prima inizia a fondersi con quello bianco di adesso,in un abbraccio che per ora sembra distante,i due liquidi non si amalgamano bene,si separano,nascondendosi tra le fessure dei gelidi cubetti di ghiaccio. Aggiunge un liquido nero,scuro come petrolio. E le viene istintivo pensare ai suoi capelli,di quel colore incredibilmente scuro,così in contrasto con quegli occhi smeraldini che sembravano risaltare come due luci in una notte ormai troppo lunga. Il liquido nero ha un odore forte,amaro,che ti entrava nelle narici,ti dava alla testa scaldandoti dentro. Ricordi di mattine passate seduta al tavolo con una tazza fumante in mano… Caffé. E anche questo liquido andò a mescolarsi tra gli altri due,come un amico che insiste ad intrufolarsi nella tua vita. Insistente petrolio,caffeina adrenalinica in un mare bianco e morbido. Si chiese come fosse possibile che quei liquori così diversi potessero creare una fusione che una volta a contatto con il palato ti mandasse in estasi. La diversità… …Porta alla riuscita di un buon drink. Come? Dicevo,che l’attenzione porta alla riuscita di un buon drink. Ovvio,se non si sta attenti a come ci si comporta si rischia di lasciarsi troppo andare,si rischia di iniziare ad utilizzare l’alcol come una consolazione. Lo stesso alcol che avrebbe dovuto portargli denaro,soldi,una droga decisamente migliore…oltre che più utile. Con i soldi il mondo è ai tuoi piedi,ma c’è solo un piccolo difetto…come tutte le droghe ti portava a volerne sempre di più. Raramente lo ottenevi lavorando, ancor più raramente lavorando onestamente, Spesso rubando…anzi,decisamente spesso! E beh,c’era anche un altro sistema per fare soldi,un sistema utilizzato spesso,e certamente non solo in un certo tipo di ambienti…scommettere. Il gioco d’azzardo,un'altra dipendenza,decisamente pericolosa. Poteva portarti al successo,oppure distruggerti,sfaldarti come un fragile castello di carte costruito con tanta pazienza e fatica. Droghe…tutti erano drogati al mondo. Nessuno escluso! Il mixer glass va a mescolare quei liquidi,facendoli fondere tra di loro,rendendoli un tutt’uno. Lui guarda il suo operato con sufficienza,guarda il bicchiere ormai pieno di quel liquido beige,per poi sbatterlo con violenza sul bancone di marmo,guardandola dritta negli occhi –il suo drink,signorina!- anche lei sorride,prendendo in mano il bicchiere,intrecciando per qualche istante le sue dita a quelle di lui,ancora ancorate a quella superficie cristallina. Le sue mani calde su quelle fredde dell’altro,che invece di separarsi da quella stretta tiene ancora saldamente il bicchiere. Si guardano. E sorridono. Menta e caramello. Avevano fatto due tipologie di Bayles con questo aroma…giusto? Verde e dorato. Che colori particolari,diversi l’uno dall’altro,ma condividevano entrambi una grande varietà di sfumature. Occhi che si incontrano,lo stesso ghigno sul volto. Sanno entrambi di aver vinto il primo round. Parità,soddisfacente equilibrio di cui nessuno dei due sembrava infelice. Adesso bisognava vedere come sarebbe continuata la loro partita. Beve il suo drink lentamente,lo gusta appieno,nonostante la fretta sia tanta. E lui la guarda sottecchi,servendo gli altri,spargendo droghe dolci e amare…ma tutte rigorosamente inebrianti. Lei si gusta l’ebbrezza di quel momento,lo vede fremere e ridacchia mentre le sue labbra si scontrano più volte contro vetro e crema. Con i denti mordicchia il bicchiere,più per reprimere il suo ghigno soddisfatto che non per nervosismo. Ma sa che neanche lui è disposto a cedere ad alcuno dei suoi capricci,le terrà testa…e lei non chiede di meglio! La vede osservarlo,come una regina altezzosa,seduta ad uno dei tanti sgabelli,le gambe accavallate,una mano a stringere il bicchiere,l’altra poggiata sul ginocchio,di tanto in tanto fa ondeggiare una delle gambe,soddisfatta del suo operato. Lui le tiene testa,più volte i loro sguardi si scontrano,entrambi sono compiaciuti,lei per l’averlo intrappolato nella sua rete,lui per l’essere riuscito a non soccombere di fronte alla sensualità di quella donna. Questione di tempo,bastava solo quel drink,un ultimo sorso dolciastro di quell’insieme di freddo nettare…e poi sarebbe iniziata la battaglia vera e propria… Tra le lenzuola. Il vero incontro sarebbe iniziato lì. Il secondo round di quel combattimento fatto di gesti e sguardi,di calda sensualità immersa in litri di alcol…una serata noiosa con una conclusione più che soddisfacente. La scommessa era vinta…per una volta… E allora,perché non approfittare di quell’improvvisa fortuna? Un'altra scommessa era dovuta,bisognava scoprire se la fortuna avesse finalmente deciso di andare dalla sua parte…o se quella minuscola vittoria sul fato non fosse stata altro che uno scherzo della dea bendata per poi lasciarla a bocca asciutta come al solito. E quindi…cosa scommettiamo signori? Mi seguirà o per orgoglio deciderà di restarsene lì a vedermi andare via? Io dico che mi verrà dietro come un cagnolino. E voi signori…cosa ne pensate? Questa scommessa la vincerò di certo io… Ah,la posta in gioco dite? Beh,penso ci siate arrivati…si trova in mezzo alle mie gambe. Se vinco io avrò la soddisfazione di farmi scopare da lui. Se vincete voi… Questa notte nel mio letto non accadrà nulla. Silenzio signori e signore,La Sfida è aperta puntate tutto quello che avete…e che vinca il più fortunato! Un ultimo sorso a quel liquido dolce. Si alza in piedi,e leccandosi le labbra lo guarda,mentre un sorriso si dipinge sul suo volto quando lo vede spostarsi dalla sua postazione. Un collega lo ferma,lui lo ignora spingendolo via,nel mentre inizia a slegare il nodo a quella cravatta ormai divenuta troppo stretta. Le si avvicina sempre di più,muovendosi agile tra quella folla di persone ignara dell’interessante commedia che si sta svolgendo sotto i loro occhi opachi. La vede indossare un elegante trench nero e girarsi cercandolo con lo sguardo. Lo ha visto,trafelato ma risoluto,i capelli corvini continuano a coprirgli gli occhi e le vistose cicatrici che gli solcano le guance. Si accende una sigaretta,macchiandone il filtro con il rosso del poco rossetto rimastogli sulle labbra morbide. Si gira dandogli le spalle,per poi uscire dall’enorme sala,diretta verso l’ambiente meno sicuro ma più vero delle strade notturne di quella grande metropoli. Sentì il suo cuore perdere un battito,la stronza se ne stava andando! Oh,non sarebbe finita in quel modo…non si sarebbe arreso fin quando non avesse assaggiato quelle labbra…riprese la sua corsa all’inseguimento di quella moderna Cenerentola…divertente pensare che la mezzanotte fosse già passata da un pezzo. Una volta fuori la vide,sul marciapiede a fumare con gesti eleganti ma non artificiosi quella sigaretta ormai finita per metà. Si girò e si ritrovò ad alzare un sopracciglio tirando un'altra boccata,sentì il fumo invaderle la bocca ed entrarle prepotentemente in gola,soffiò fuori quell’esalazione di nicotina e catrame,per poi chiamare un taxi con un gesto della mano. Lo vide avvicinarsi scendendo gli scalini che li speravano di pochi metri. Gettò il mozzicone sull’asfalto aprendo la portiera dell’auto. Sentì la mano di lui stringerle con forza una spalla,emise un gemito di dolore,per poi girarsi e ritrovarsi davanti quel volto sfregiato e quegli occhi ora carichi di rabbia –mi prendi per uno stupido?!- la voce di lui riecheggiò per tutta la strada lasciandola basita. Il tassista scosse la testa facendo partire il tassametro,se doveva essere testimone di percosse che almeno ci guadagnasse qualcosa… -Vuoi picchiarmi?- di nuovo quel sorrisetto strafottente andò a dipingersi sul volto della bionda. Decisamente non aveva paura di lui,il quale le sibilò qualcosa per poi tirarla a se e premere le proprie labbra ruvide contro quelle morbide di lei. Mentre le loro lingue andavano a violare le rispettive bocche entrarono nell’auto,per la gioia del tassista che già si pregustava il pagamento che avrebbe ricevuto a fine corsa…   Il loro corpi che andavano a toccarsi,ancora roventi,non ancora sazi dei movimenti praticati prima,ancora desiderosi di essere toccati e sfruttati in quel modo. Violenza nei gesti di lui,lussuria in quelli di lei. Le gambe aperte,la schiena poggiata sul bancone di marmo,gelido,ancora bagnato per le bottiglie rovesciate dalla foga di lui. Lui la prende per le spalle,mettendola a sedere,senza però farle chiudere le cosce,i bacini che si toccano,i seni di lei contro il petto di lui. L’accarezza con una mano,andando a massaggiare i capezzoli ormai turgidi di lei,con l’altra va ad accarezzarle il pube biondo,non la penetra ancora,vuole prima stimolarla farle raggiungere l’orgasmo con lentezza,con una sorta di sadismo,tocchi brevi,carezze e sussurri lascivi senza però essere compiuti con trasporto. La sente gemere di piacere,le sue mani vanno ad accarezzare la sua schiena solcata da quelle cicatrici così profonde e vistose,le unghie laccate di rosso graffiano le sue spalle ad ognuno di quei tocchi man mano sempre più audaci,le sue dita si intrecciano a quella coltre di capelli corvini,mentre le sue labbra non si saziano,cercano la bocca di lui. Si incontrano e separano più volte,senza però smettere di cercare sempre più piacere,la libidine è alle stelle,e quel marmo prima gelido ora sembra rovente,bagnato non solo dal rum ma anche dal sudore sulla sua pelle. Le entra dentro,la penetra senza curarsi di lei,con violenza facendola gemere più per la sorpresa che non per il dolore mentre le sue mani vanno a massaggiarle quei seni prosperosi,lei però non si lascia comandare gli prende le mani portandole dietro la sua schiena,lui la prende in braccio sorreggendola. La spinge contro il muro senza separare il suo corpo da quello di lei,continuano quei movimenti veloci,ritmati lei lo bacia con forza accarezzandogli e tirandogli i capelli,mentre lui non smette con quelle spinte,facendole sbattere più volte la schiena contro il muro…si ignorano l’un l’altro,non gli importa di farsi male,per loro quella è solo soddisfazione personale,quel che conta è solo sbattere e farsi sbattere,è solo sesso,violento e senza legami. Labbra e lingua,cazzo e figa,nient’altro che questo. Si divorano,prendono e separano,strusciano,graffiano e mordono…è il loro corpo a comandare sulla mente. L’autocontrollo non è altro che un optional,si può continuare benissimo senza,finché non si è costretti a lasciarsi,troppo esausti persino per parlare,concentrati unicamente sul proprio battito cardiaco. Le viene dentro con un ultimo gemito,anche lei geme,hanno raggiunto entrambi l’orgasmo con loro estrema soddisfazione. Si separano,lei seduta sul pavimento,le gambe ancora allargate,la schiena contro il muro,i capelli le si incollano al viso sudato,ansima ancora,cercando di regolarizzare il respiro,alza gli occhi cercandolo con lo sguardo,lui è appoggiato al bancone dove hanno iniziato,si gira verso di lei senza smettere di ansare,si guardano ancora come all’inizio di quell’assurda nottata,senza sorridere questa volta,si scrutano solamente,i loro occhi corrono sui rispettivi corpi. Lei è un White russian… Lui un Manhattan… Bianco e dolce, Scuro e amaro. Ma entrambi forti,dal sapore comunque deciso,ti davano alla testa…ed era difficile trovare qualcuno in grado di prepararli alla perfezione. Non potevi berli ne desiderarli sempre,troppo particolari e forti per sopportarli a lungo…ma una serata in compagnia di questi due drink…diventava La Serata per antonomasia. -Dimmi una cosa…- Loro due insieme…erano l’ebbrezza in tutto il suo significato. Non c’erano impegni,non c’era importanza,c’erano solo le emozioni,nude e crude…troppo opposti per riuscire a capirsi,troppo perfetti per non essere incastrati assieme. -Cosa…?- I drink…ne puoi sempre associare uno ad una persona…e per loro? In due…quale drink avrebbero potuto rappresentare come coppia? -Qual è il tuo nome? Non mi pare tu me lo abbia detto…- Un istante di follia,la lucidità che torna poco a poco,la lussuria e la malizia che li ha pervasi per ore è ancora incrostata ai loro corpi,ancora saldamente ancorata nelle loro menti… -Kakuzu…il tuo?- Si cerca di conoscerlo…ma l’alcol è una sostanza decisamente complicata. Può distruggerti come può sollevarti,può darti alla testa con due sorsi o più semplicemente lasciarti indifferente,può toccarti e rimanerti addosso…ma può anche andarsene dopo una doccia fredda e una vomitata… -Tsunade.- Si guardano,sorridono,lui l’aiuta a rialzarsi prendendola per un braccio e tirandola su. Non gli importa di essere nudi,del resto a loro non è mai interessato eccessivamente delle apparenze…non sono artificiosi,non sono colorati,spiccano per poche qualità difficili da scoprire a occhi poco esperti… Loro sono un… -Se vuoi ti preparo qualcosa…- -Mi piaceva il cocktail che stavi preparando prima…- -Potrei farmi una doccia prima?- -Ovvio…comunque mi rinfreschi la memoria? Come si chiamava quel drink?- -Behind The Sheets.-   …Un Behind The Sheets. Tra le lenzuola.                   Fine.        
  
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