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Autore: TheSandPrincess    17/02/2013    5 recensioni
Apre gli occhi, il mio angelo dalle ali spezzate, e mi guarda con quelle sue iridi azzurre che riescono a leggermi l’anima. Mi sorride, come se sapesse esattamente cosa sto pensando, come se anche quel sorriso fosse uno dei suoi tanti modi per dimostrarmi che insieme possiamo farcela, anche se le probabilità sono contro di noi.
[Spoiler: Il Canto della Rivolta]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Giocattoli Rotti.






 
Lo guardo dormire, come faccio ormai ogni sera. 
Sembra un angelo con la faccia di un bambino, dimostra una serenità che in realtà non gli appartiene più da tempo. Sono poche le volte in cui gli incubi, tutti quei falshback che lo torturano, che gli impediscono di dimenticare, lo lasciano in pace. E io resto lì a guardarlo dormire, perché ho paura ad addormentarmi. Ho paura di quello che potrei vedere, se dovessi chiudere gli occhi. Una paura nauseante, forte persino più del bisogno che il mio corpo ha di prendere un po’ di sonno. 
E’ una paura che so che mi accompagnerà per sempre, che non mi lascerà mai, perché neanche loro lo faranno. Neanche tutti i fantasmi che perseguitano le mie notti insonni, quando le ombre si fanno più fitte e le paure improvvisamente più tangibili, mi lasceranno mai. Saranno sempre una parte di me, che io lo voglia o meno. L’unica cosa in grado di confortarmi è l’idea che Peeta sarà lì, pronto a stringermi forte e a cullarmi, dicendomi che andrà tutto bene, che al mattino sarà tutto passato, anche se sappiamo entrambi che non è vero.
Non è vero che sarà tutto passato. Non passerà mai nulla. I ricordi, gli incubi, i fantasmi, saranno sempre tutti lì, per entrambi. Ci accompagneranno fino alla tomba, perseguitandoci notte e giorno: il prezzo da pagare. Forse è un prezzo troppo alto, ma chi sono io per giudicare? C’è chi ha pagato un prezzo molto più alto del mio, come Annie. 
Annie, che prima si è vista strappare l’equilibrio, e poi la persona amata. 
Non so come farei senza Peeta, lui che è il mio appiglio, la mano sempre tesa, pronta a tirarmi fuori dall’abisso, anche a costo di finirci lui stesso. Lui che mi capisce senza bisogno di parole, e che sa rendere il silenzio più esaustivo di mille discorsi. Lui che forse ha pagato anche più di me, ma non si lamenta. Non si lamenta, impegnato com’è a cullarmi, sussurrandomi che passerà, anche se sa bene che non è vero.
E’ per questo che stanotte lo guardo in silenzio, studiando il suo volto così familiare, e trovandoci rughe che non avevo mai visto. Rughe che non ci dovrebbero essere, sul suo volto così giovane. 
Stanotte voglio essere io a rassicurarlo, voglio essere io il suo appiglio, e non perché voglio saldare il mio debito. Ormai ho capito che con lui non esistono debiti, non esistono regole. No, voglio essere lì per lui come lui c’è sempre stato per me, perché dopo tanto, forse troppo tempo, ho capito che è di lui che ho bisogno.
Sceglierà colui di cui ha bisogno per sopravvivere.
Le parole di Gale mi rimbombano nella testa, sembrano lontane anni luce.
Per sopravvivere non ho bisogno del fuoco che brucia dentro Gale, pieno di rabbia e rancore. No, di fuoco ne ho abbastanza di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone in primavera; il giallo acceso che significa rinascita, e non distruzione; la promessa che la vita può andare avanti, non importa quanto abbiamo perso, che può essere di nuovo bella. Sono cose che solo Peeta può darmi.
Allungo una mano per sfiorare la sua guancia. Ho bisogno di sentire che è davvero qui con me, che non è solo un’altra illusione creata dalla mia mente ormai in frantumi. Sento la sua pelle morbida sotto le dita, sento quella pelle che ho toccato per la prima volta solo perché costretta a recitare, e che invece adesso accarezzo perché a lui ci tengo davvero.
Apre gli occhi, il mio angelo dalle ali spezzate, e mi guarda con quelle sue iridi azzurre che riescono a leggermi l’anima. Mi sorride, come se sapesse esattamente cosa sto pensando, come se anche quel sorriso fosse uno dei suoi tanti modi per dimostrarmi che insieme possiamo farcela, anche se le probabilità sono contro di noi.
E’ con una certezza che spiazza me per prima che penso 'Ti amo'. Ma non lo dico ad alta voce, non ne ho ancora il coraggio. Ho paura che potrei perdere anche lui, se mi dovessi concedere il lusso di pronunciare quelle due parole, che nella mia testa sembrano addirittura fuori posto. Ho paura, ma per me ormai è normale. La paura fa parte di me, ci convivo ogni giorno, e continuerò a conviverci per il resto della mia vita.
Anche stavolta, Peeta riesce a leggere nei miei occhi cose che non gli dico, che non gli ho mai detto, che forse non gli dirò mai. Allunga una mano, e con dolcezza mi sfiora una guancia. Ha capito. Ha capito tutto, come al solito.
Si avvicina a me e posa con delicatezza le sue labbra sulle mie, in un bacio che mi smuove dentro, e che mi fa provare quella voglia che non sentivo dalla notte passata in spiaggia. Voglia di lui, allo stato puro. 
E’ per questo che mi lascio andare e rendo quel bacio più profondo, più passionale, cercando di trasmettergli quel fuoco che brucia dentro di me, un fuoco che brucia per lui, le cui fiamme continuano a sibilare il suo nome. 
Quando abbandona le mie labbra, senza aver saziato la fame che continua a consumarmi, mi guarda e sorride, in quel modo tanto trasparente e allo stesso tempo tanto enigmatico che solo lui è in grado di dipingere sul proprio volto. Mi guarda, e vedo nei suoi occhi di cristallo farsi strada un dubbio, una domanda alla quale non può darsi risposta da solo, ma senza la quale non può vivere. 
- Tu mi ami. Vero o falso?- mi chiede, cercando la risposta nei miei occhi, ancora prima che io apra la bocca per fargliela udire. 
- Vero – rispondo, anche se so che lui l’ha già capito, leggendo nella mia anima come solo lui può. So che sa già tutto di me, e che non vale la pena tentare di nascondere nulla. Non gli dò tempo di aggiungere altro, e stavolta sono io a baciarlo, cercando di placare quel bisogno di lui che mi divora. Quel bisogno folle di lui, che non mi ero resa conto ardesse tanto forte nel mio cuore. E, mentre lo bacio, mi dico che magari la vita potrà tornare a essere migliore per entrambi, se ci facciamo forza e stiamo vicini. Perché è vero che siamo solo due giocattoli rotti, usati troppo e nel modo sbagliato, ma forse, solo forse, possiamo cercare di aggiustarci a vicenda.
 





















Yaw.

Era un po' che avevo in mente questa cosa dei giocattoli rotti, e finalmente mi sono decisa a scriverla e pubblicarla. Quello che ne è venuto fuori è questa one-shot, da inserire alla fine dell'ultimo capitolo de "Il Canto della Rivolta", come un finale alternativo. Non so se definirla 'missing moment' o meno, perchè amplia la trama originale con una scena che non è mai stata descritta, ma che è stata come data per scontata, raccontandone i punti salienti (siate clementi, vi prego xD). Spero che non sia scritta troppo male, dato che è venuta tutta d'un fiato, e che i personaggi rispecchino abbastanza quelli della Collins (ho riletto gli ultimi capitoli de "Il canto della rivolta", per essere sicura di non scrivere cretinate xD). 
I personaggi ovviamente non mi appartengono, come non mi appartiene il passaggio che va da "Per sopravvivere non ho bisogno del fuoco che brucia dentro Gale" a "Sono cose che solo Peeta può darmi", liberamente ispirato *cough* copiato *cough* a quanto scritto dalla Collins.
Per il resto, ho fatto lavorare tanto tanto il mio piccolo cervellino, perchè, anche se mi mettono tristezza, i personaggi ridotti a giocattoli rotti mi piacciono davvero tanto. Sembrano più umani, più veri, di quelli che le scampano tutte, una dopo l'altra. Quindi spero vi piaccia, perchè mi ci sono impegnata tanto, per scrivere su questi due che cercano di rimettere a posto i frammenti della loro vita, insieme.

-TheSandPrincess-
  
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