Avevo sciarpa, cappello e guanti
Un cappotto e occhiali a specchio
Che mi indossavano in cerca di conforto
Eredità di un uomo curvo e vecchio
Che osservava della vita i partecipanti
Lenti per evitare lo sguardo del confronto
Camminando in mezzo all'affollata via
E il riverbero ammaliante della neve
Che sul mio sangue tracciava una scia
Per distogliermi da un sole ormai spento
I miei passi coperti dal fruscio lieve
Dal nero manto che ondeggiava triste
Capienti tasche in cui nascondevo
I rifiuti di gioie e sconfitte già viste
E delle responsabilità le mille pieghe
La testa coperta da ciò in cui non credevo
Per tenere al caldo pensieri troppo cari
Per poterli far ghermire dal vento tagliente
Una tenda che tracciavi definiti divari
Tra ordine immediato e caos primevo
Tra sensazione immediata e realtà della mente
L'eco del mio respiro contro l'aria fresca
Il primo assaporavo compiaciuto e soddisfatto
E la seconda consideravo un'astuta esca
Mentre io stesso avanzavo sulla strada di chi mente
Infine ho coperto l'autore del misfatto
Non agli altri che potevano vedere
Ma a me, che dei delitti ne facevo vanti
Il disappunto che tutti potevano sentire
Tranne me, che mi arrendevo in modo coatto
Toglietemi sicurezza, calore e sonno
Lasciatemi solo la fame atavica
Che dell'universo è perno
E me andrò per il mondo
Ad affrontare quest'infernale inverno
Ho sciarpa, cappello e guanti
Un cappotto e occhiali a specchio
E solo d'estate li ho messi